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Autore: ishipxxbullshit    18/05/2015    3 recensioni
“Mickey è tornato in città.” e faccio un errore, così piccolo da rompere tutto quello costruito in due anni.
Mi giro di scatto e sgrano gli occhi, con un'espressione più allegra,
come se mi potesse rendere felice.
Forse lo fa, non lo so.
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Debbie Gallagher, Fiona Gallagher, Ian Gallagher, Mickey Milkovich
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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You're in my veins.
 
Quando tornai da una lunga giornata passata fuori casa, ritrovai tutta quella gente che mi guardava severa.
 
Sì, gente. Perché non si può chiamare famiglia chi ti vuole cambiare.
 
“Che volete?” chiesi con uno sguardo spento e vuoto, senza far tralasciare nessun'emozione, mentre dentro ribollivo di rabbia. 
 
“Dobbiamo parlare.” disse Fiona, i capelli legati in una coda di cavallo, le braccia incrociate e il piede sinistro che batteva costantemente sul pavimento, un tono che non accettava contestazioni.
 
“Non ho niente da dirti.” mi tolsi il giubbotto che mi andava stretto, non ricordo perché, o forse si, ma non voglio.
Più mi voglio allontanare dal suo ricordo, più mi avvicino, come un tira e molla. Prima o poi la corda si spezzerà.
 
“Be’, io ho tanto da dirti, siediti.” mi ordinò severa, mentre Debs abbassava lo sguardo, la capivo, voleva aiutare ma non sapeva come. Quando smetterà di voler prendere le responsabilità di tutti? 
Così mi avvicino al divano e mi siedo, noncurante, poggiando i piedi sul tavolino, facendo cadere qualche lattina di birra e coca-cola per terra.
 
“Mickey è tornato in città.” e faccio un errore, così piccolo da rompere tutto quello costruito in due anni.
Mi giro di scatto e sgrano gli occhi, con un'espressione più allegra,
come se mi potesse rendere felice.
Forse lo fa, non lo so.
 
Due anni da quando Mickey se n'è andato in Ohio, ha detto a tutti ‘per lavoro devo andarmene’, ma sappiamo tutti che è stata tutta colpa mia.
È sempre colpa mia, sono diventato uno stronzo, anche quando il mio umore si alterava con felicità, mascheravo il tutto con indifferenza, sennò sarei scoppiato a morire, ci ho lavorato tanto a questo e una sola frase, una fottutissima frase ha fatto crollare tutto.
 
“Non m'importa.” 
Non è vero, lo si può notare dal mio sguardo che dalla finestra sfugge alla porta, perché spero che possa sfondare la finestra e prendermi a pugni per poi finire a fare l'amore.
Ma l'ho lasciato, l'ho lasciato perché non mi ama, ma ogni volta che lo penso mi viene in mentre quando facevamo l'amore e si lasciava andare al mio tocco, quando mi accarezzava mentre facevo finta di dormire, troppo preoccupato di far cadere la
sua maschera da uomo duro se l'avesse fatto mentre stavo sveglio.
I suoi baci teneri, senza lingua, senza doppi sensi, mi baciava perché lo voleva.
E quando lo abbracciavo e sentivo il suo cuore battere forte, quando lo beccavo a fissarmi.
Questo non dovrebbe essere amore?
 
“No,no!” urlo, alzandomi, mettendo una mano nei capelli.
Inizio a dimenarmi e a piangere, la mia maschera sta crollando.
 
“No,no!” resisti Ian, cazzo resisti. Non lo vedrai e se succederà farai finta di niente.
Ma l'ho lasciato e lui mi ama. Io lo amo. Ho lasciato l'amore della mia vita.
 
“Ian calmati!” una mano mi tocca la spalla, mi giro di scatto. Non è lui, non ci sono i tatuaggi sulle nocche, è Lip.
 
“Sono un mostro!” urlo a pieni polmoni, strusciando contro lo stipite della porta, cadendo per terra.
 
“Sono un mostro!” i suoi occhi lucidi, come potrei dimenticarli? Ho fatto soffrire l'amore della mia vita.
 
“Sono un mostro..” sussurro a bassa voce, solo i miei demoni mi sentono.
Quei demoni che la notte mi fanno urlare nel cuscino, dove lui ha dormito. Mi giro e lo vedo, lo vedo mentre mi porta a casa sua drogato, riesco a vedere il suo sorriso quando gli bacio la testa, fa male.
 
“Fa male..” sussurro ancora ai miei demoni.
Sono passati due anni ed è come se fosse ieri, perché il dolore non va’ via? Perché mi sta consumando?
 
Ritorno in me, mi alzo di scatto, mi asciugo le lacrime, prendo il suo giubbotto e me ne vado.
 
Corro, corro e sento il vento che soffia nelle orecchie.
Corro, corro e sento la sua risata.
Corro, corro e riesco a sentire le sue lacrime.
Chiudo gli occhi e corro, corro e piango.
 
Non corro più. Non corro più perché due braccia mi avvolgono e piango ancora di più e mi aggrappo e sento il suo odore.
Perché non sono riuscito a farti uscire dalla mia vita?
 
“Ciao..” mi sussurra quasi vicino all'orecchio.
Mi mette una mano sul petto, riesco a sentire il mio cuore pulsare in gola e non è la corsa.
È lui. È sempre lui.
 
La sua voce, cazzo, l'avevo quasi dimenticata.
“M-Mickey..” mi stacco bruscamente da lui, vedo i suoi occhi inondati di paura, paura che possa perdermi ancora.
 
Ma io non voglio, non voglio perdere quegli occhi così blu, lui non se ne andrà mai.
 
“È come se fossi nelle mie vene” sussurro.
Forse non ha senso o forse si.
 
Ma questo sono io, e lui mi ama.
 
E lui mi ama.
   
 
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