Dico
sempre che ho perso il mio apparato riproduttivo ma purtroppo non
è
così, a dimostrare questo triste dato di fatto è
il metamorfico
dolore addominale che sto provando.
Avevo sperato di non averle
più dato che per ben due mesi non si sono fatte vedere. Era
un
sogno, ma i sogni sono sempre troppo belli per avverarsi, infatti
stamattina si sono presentate.
Un
dolorino alla pancia mi fece alzare dal letto e sentii la
necessità
di andare al bagno.
Mentre posavo le chiappe sulla tavoletta del
cesso, pensai che la sera prima non avrei dovuto mangiare gli
involtini di primavera preparati da Valeria. È una pessima
cuoca.
Abbassai lo sguardo e vidi del rosse nelle mutande, mi
stropiccia le palpebre per esserne certa
<< Nooooooo !!!! >>
urlai disperata
<< Che succede? >> mia sorella con il
viso assonato, entrò in bagno, avevo dimenticato di chiudere
la
porta a chiave.
<< Niente, mi sono venute, ora va via >>
<<
Tu fai tutto questo chiasso per delle mestruazioni? >> si
grattò il capo << dovresti essere contenta,
vuol dire che non
sei incinta >>
<< Che è successo? Ho sentito un urlo,
vi siete fatte male? State bene? Devo chiamare un'ambulanza?
>>
mia madre entrò in bagno tutta agitata con la testa
arruffata e gli
occhi fuori dalle orbite. Nemmeno in bagno potevo stare in santa
pace.
<< No, mamma torna a letto . Sofia ha solo le
mestruazioni >> e a quel punto gli occhi di mamma si
illuminarono
Si avvicinò a me contenta come una bambina il giorno
di Natale
<< Davvero?! Fa vedere >>
Strinsi le
ginocchia
<< Potete uscire? >>
<< Sì, certo
Sofia, ma sono così contenta! Ero talmente preoccupata
>>
Mestruazioni
di merda, la prima piaga d'Egitto. Se secondo la bibbia Mosè
tramutò
l'acqua del Nilo in sangue, con l'arrivo del ciclo mestruale i
liquidi della donna presenti “lì sotto”,
si tramutano in sangue.
Il mio ragionamento non fa una piega, sia dal un punto di vista
scientifico che biblico.
Queste sono le serate in cui vorrei stare
a casa con la borsa d'acqua calda sul ventre a guardare la tv
spaparanzata sul divano, ma purtroppo non sarà
così, devo uscire.
Hilary mi ha invitata alla sua festa, mi ha informato ieri mattina
Poggiate
sulla rete del cortile grigio Diana, Hilary ed io, ci stavamo
gustando la brezza primaverile, presto saremmo dovute tornare in
classe, perciò ci godevamo gli ultimi minuti di
libertà.
<<
Ragazze, volevo dirvi che mia madre è andata via per qualche
giorno,
perciò organizzerò una festa. Ovviamente siete
invitate. >>
<<
Uh, che bello! Chi c'è'? >> Diana
cominciò a squittire dalla
felicità
<< Dunque ho invitato tutta la mia classe, in
più
mio fratello chiamerà qualche suo amico. Sarà un
mega party con
musica, alcool,...
<< Aspetta, hai detto che tuo fratello
chiamerà degli amici ?>>
<< Sì >>
<<
Quindi chiamerà anche Dennis? So che sono amici
>> gli occhi
di Diana luccicavano sotto la luce del sole
<< Non lo so,
probabilmente … >>
<< Ohhhhh!!!! Fantastico! >>
Cominciò a saltellare come una trottola emettendo piccoli
suoni
striduli
<< Bene, tu Sofia vieni? >>
Ovviamente
accettai ma rimpiango la mia decisione.
Vabhè, inutile
rimpiangere il passato, meglio sbirciare dentro all'armadio e
decidere cosa indossare.
Che cosa mi metto? Beh ovviamente dei
pantaloni scuri non voglio che succeda il “misfatto
scarlatto”,
come in prima superiore
Seduta
al banco strinsi le gambe, un crampo alla pancia e capii, dovevo
correre al bagno
Affannata alzai la mano, la leonessa smise di
parlare per rivolgermi uno sguardo minaccioso,
<< Scusi se
interrompo la lezione, però dovrei andare in bagno
>>
<<
Stai male? >> abbassò gli occhiali fino alla
punta del naso e
mi scrutò
<< Un po >>
<< E' una questione di
vita o di morte? >>
<< Non proprio >> era una
questione di decenza, girare con una straordinaria chiazza rossa sul
sedere non mi entusiasmava.
<< Non hai una brutta cera,
perciò aspetterai il termine della mia lezione. Ho detto
più di una
volta che non permetto d'uscire durante le ore in cui insegno
>>
tornò a parlare, ma io non l'ascoltai, la mia testa era
troppo
impegnata a pregare qualche Dio.
La
campanella suonò tutte si alzarono dai banchi con lo zaino
in
spalla, pronte per tornare a casa. Io non potevo.
<< Andiamo
Sofia? >> Diana aveva già in dosso la giacca e
lo zaino in
spalla.
<< Ehm, no oggi la corriera arriva tardi,
perciò
aspetterò qua in classe >>
<< Va bene, ma stai bene?
Mi sembri pallida >>
<< Sì, vai pure. Ci vediamo
domani >> chi non sarebbe stata pallida?
<< Ok,
allora a domani >> se ne andò con il
sopracciglio alzato ma
non indagò
Quando l'aula si svuotò e fui certa di essere sola,
tremante mi alzai dalla sedia ,abbassi lo sguardo. Sul chiaro legno
della sedia si era dipinta una minacciosa chiazza scarlatta.
Quel giorno l'unica cosa che mi salvarono furono i jeans neri e una lunga giacca scura. Stasera indosserò pantaloni neri.
M'incammino
verso la casa di Hilary e man mano che mi avvicino alle orecchie
giunge un gran frastuono che echeggia tra le strade desolate del
paese.
Che festa sarà? Hilary non mi sembra il tipo che organizza
mega party dedicati alla droga e al rock and roll,
magari in fondo all'animo, nasconde uno spirito metallaro che mostra
solamente nel week end in compagnia dei suoi amici.
Eccomi
qua, sono arrivata e la terra trema da gran che la musica è
alta. E
la cosa mi spaventa, sto già abbastanza male e se poi mi
tocca
ballare? No, per carità.
Dai, non mi resta che entrare nel
giardinetto tremante e suoanare alla porta. Accanto alla porta
c'è
qualcuno, è appoggiato al muro ma non lo riesco a vedere, il
piccolo
lampione nel cortile non lo illumina. Magari è Hilary, no la
figura
è troppo alta per poter essere lei. E se fosse uno
stupratore? Se si
fosse messo al lato della porta per assalire le ragazze che suonano
il campanello? Beh, nessun problema, oggi sono armata. Il coltello
è
riposto nella tasca del cappotto, aspetta che lo tiro fuori …
<<
Ciao >> eh? Che vuole? Se vuoi importunarmi aspetta
almeno che
arrivi alla porta. Oh, ma questo non è un presunto
stupratore
qualunque, è il mio presunto stupratore, è Gio!
<< Ciao >>
è vestito come una Rock star dopo un concerto, indossa una
sottile
camicia stropicciata e un paio di pantaloni aderenti. Non sta male
però non ha freddo? È vero che la primavera
è arrivata, però la
sere sono decisamente fredde.
Ora che sono di fronte a lui mi
accorgo che non ha una bella cera, è spaventosamente pallido
e tiene
la nuca rivolta verso il basso. Forse ha bevuto troppo, sicuramente
non è in grado di compiere assalti sessuali.
Cos'è questa
musica? Sono i Led Zeppelin? A casa di Hilary si suona questo? Devo
assolutamente entrare.
<< Gio, non entri? >>
Cavolo,
è veramente messo male, la nuca bionda ciondola a destra e a
sinistra come se non avesse il collo. Si sforza ma non riesce a
guardarmi, non riesce reggere la testa.
<< No, voglio …
voglio fuori >> non riesce nemmeno a pronunciare una
frase
decente. Che faccio? Forse dovrei stare fuori con lui, però
sono
troppo curiosa di vedere cosa succede in questa casa.
Magari ora Hilary sta ballando sul tavolo in preda alla confusione
dell'alcool. Una scena che non posso perdermi.
<< Ci
vediamo dopo >> scusa Gio ma la voce di Robert Plant* mi
chiama. Giuro che torno per reggerti la testa mentre vomiti. Ora devo
assolutamente vedere cosa succede in questa casa ma stanne certo,
tornerò per salvarti.
Suono
il campanello, mi apre la porta Hilary. Cavolo, i suoi occhi verdi
sono grandi, stralunati.
<< Sofia, è bello vederti >>
guardo dentro la sala è colma di ragazzi dai capelli lunghi,
vestiti
in pelle. Entro, Hilary afferra il soprabito che appende all'attacca
panni.
<< Hilary, che succede qui? >> è
pieno di
uomini che agitano le baccia tatuate e muovono le chiome avanti
indietro, alcuni imitano il gesto della chitarra.
<< Che
succede? Da dove vengono questi tizi? >>
<< Mio
fratello, li ha invitati lui >> il suo volto è
triste e
contratto, mi dispiace per lei. Qua dentro c'è
un'incredibile puzza
di maschio: hashish, sigarette, alcool e sudore. Tirare via questa
pesta sarà dura, ci vorranno giorni di pulizia ma la gente
presente
qua dentro se ne frega. Tutti ballano in preda alle convulsioni, che
invidia. Io non riesco a scatenarmi così in mezzo alla
gente, solo
nell'intimità di casa mia sciolgo i muscoli.
Un ragazzo dai
capelli lunghi giocherella con un soprammobile di cristallo, ha
l'aria molto costosa. Il ragazzo se lo rigira tra le mani, gli occhi
di Hilary sono attenti infatti mi lascia solo per avvicinarsi al
tizio e strappargli di mano l'oggetto.
Ne approfitto per fare un
giretto, mai vista della gente così scatenata e per la prima
volta
sono vestita in modo “adeguato”, stracciona come il
resto della
gente qua dentro. Valeria adorerebbe questa festa, si sarebbe
infilata nell'orda di gente per scatenarsi e bere fino alla nausea,
poi si sarebbe cacciata in qualche guaio. E' una fortuna che mia
sorella non sia qui.
Dov'è Diana? Dalla orda di teste non sbuca
un caschetto biondo, aspetta a pochi metri da me c'è Dennis,
ovviamente è poggiato contro al muro a pomiciare con la sua
ragazza.
Se c'è Dennis Diana non deve essere lontana, infatti eccola.
E' a
pochi metri di distanza dai i due pomiciatosi e sta ballando con un
tipo tatuato fino al gomito. Sembra si stia divertendo un sacco, la
vorrei salutare però è troppo impegnata a muovere
la chioma avanti
e indietro per accorgersi della mia presenza.
Oddio! Il
parquet è tutto sporco, pieno di pedate fangose. Povera
Hilary, se
anche sua madre è ossessionata dal legno come la mia,
avrà molto
lavoro da fare, dovrà lucidare tutto il pavimento prima che
sua
madre torni dalle vacanze. Magari domani mattina verrò a
dargli una
mano.
Che succede? La musica si è fermata tutto d'un
colpo. Un coro forte di protesta ma poi tutti stanno zitti quando sul
tavolo sale un ragazzo barbuto.
<< La pula! Gente scappate!
>> un attimo di silenzio e tutti escono di corsa, ah!
Dannazione la baraonda mi travolge, meglio seguirla altrimenti potrei
finire schiacciata.
Puah!
Sono fuori e i rock-ettari corrono via con la coda tra le gambe.
Sembravano così duri dentro quel salotto, gasati mostravano
le
braccia muscolose, scuotevano le chiome avanti e indietro e ora
scappano come conigli. Che caga sotto.
Gio dov'è? Merda, era
conciato male. Devo trovarlo, non voglio che gli succeda qualcosa di
brutto, come finire sotto una macchina o roba del genere.
Perfetto,
ora comincia a piovere! E io ho l'ombrello? Ovviamente no.
<<
Sofi prendi l'ombrello, il meteo prevede pioggia >> mi
raccomandò mia madre
<< Sì >> andai giù
nello
scantinato, aprii il piccolo armadio dove teniamo gli ombrelli, ce
n'erano tre. Aprii quello viola, sapevo che portava sfortuna aprire
l'ombrello in un luogo chiuso, ma dovevo assicurarmi che non fossero
rotti. Io e Valeria li sbattevamo in malo modo dentro gli zaini e li
rompevamo quasi tutti. Infatti le piccole asticelle di metallo erano
tutte piegate. Allora provai ad aprire quello rosa, ma subì
la
medesima sorte dell'ombrello verde. Rimase l'ultimo, uno stupido
ombrello con sopra una gigantografia di Hello Kitty. Lo lasciai
lì
dentro senza
nemmeno verificare le sue condizioni.
Mi
pento d'averlo lasciato in cantina. Pazienza, come diceva la mia cara
nonna “è inutile piangere sul latte
versato”.
Devo
trovare Gio, non credo sia in grado di tornare a casa da solo. E se
si è messo al volante? Devo trovarlo. Eccolo! È
là, stravaccato
nell'erbetta verde a pancia in su.
Sembra svenuto.
<<
Hey, sveglia >> lo scuoto, ma non risponde, allora non ho
altra
scelta: gli mollo un ceffone. In verità avrei tante altre
opzioni
come per esempio urlargli nell'orecchio, però la voglia di
mollargli
un ceffone è grande. Provo una certa soddisfazione, era
quello che
desideravo fare il primo giorno che lo incontrai nella fumetteria.
<<
Mmm … cazzo, sto male >> bene, è
abbastanza in forma per
essere scazzato
<< Forza, alzati! >> se la polizia lo
trova in questo stato lo cacciano all'ospedale, non credo sia una
buona idea. Non so se a casa lo aspetta una madre simile alla mia.
<<
Che palle! >> protesta, ma cerca di alzarsi in piedi, fa
una
fatica bestiale. Allora prendo il suo braccio e lo passo intorno alle
mie spalle. Sento le sirene della polizia, sono vicinissime. Allora
Gio dobbiamo scappare nella direzione opposta. Forza! Un passo alla
volta ci inoltriamo nei prati verdi dell'altro vicino. Bravo,
dobbiamo comportarci come dei caga sotto.
Bene,
siamo scappati dalla pula, e adesso? Gio dove ti scarico? Magari puoi
dormire nella tua macchina per stasera? Non posso lasciarti fuori
sotto questa pioggia fine, finirai col prenderti una polmonite
<<
Gio >>
<< Sofia sto male >> sì, questo
l'ho
capito dal fatto che non riesci a camminare e dal puzzo di vomito che
esce dalla tua bocca.
<< Senti, mi dici dov'è la tua
macchina? >>
<< Macchina >> finalmente mi guarda
ed è buffo, i suoi occhi spaesati si nascondo dietro le
grandi lente
appannate.
<< Sono venuto senza macchina, cioè... mi ha
portato un amico. >>
<< Suppongo che tu non sappia
dove si trova questo amico >>
<< No >>
Perfetto,
adesso? Non ho altra scelta che portarti a casa mia, non posso
lasciarti qua fuori al freddo, non indossi nemmeno la giacca. Nemmeno
io la indosso, l'ho lasciata sull'attacca panni di Hilary. Ok,
andiamo a casa. Devo solo pregare che mamma e Valeria siano a letto.
Oh, sono già giunta, guardiamo le finestre …
sì! Le luci sono
spente, fantastico! Gio scusa, adesso piano piano ti deposito per
terra, così apro la porta
<< Cazzo! >> ops,
non sono riuscita a farlo scivolare dolcemente. Sei troppo pesante,
forse dovrei mettere su un po di massa muscolare, sono floscia non ho
muscoli. Allora dovrei andare con mia sorella e le sue tette e
saltellare su e giù per le strade di Fiorino.
Però io e il
“fitness” non andiamo molto d'accordo, e poi
perché dovrei fare
ginnastica? Sono cavoli tuoi se sei caduto per terra come un sacco di
patate.
<< Scusa, sei pesante >> adesso ti
riprendo su, appoggiati a me come se fossi un bastone, eppure sono
meno salda di un bastone di legno ma ti devi accontentare.
Piano a
passo cauto entriamo, no aspetta! Non possiamo entrare con le scarpe
bagnate dobbiamo levarcele, se sporchiamo il parquet sono cazzi
amari.
<< Levati le scarpe >> sussurro piano,
mamma
non si deve assolutamente svegliare. Se mi trova a casa così
tardi
con un ragazzo, oddio non ci voglio pensare.
<< Che hai
detto? >>
<< Shhh … fai piano >>
è così
stonato che non riesce nemmeno a sentire la sua stessa voce.
<<
Ah .. scusa >> Barcolla ma alla fine riesce a cavarsele
via, mi
costa un grande sforzo reggere il suo peso e non so quanto
potrò
resistere.
Bene, finalmente entrambi siamo scalzi adesso dobbiamo
affrettarci, non possiamo sgocciolare tutto il parquet. Andiamo, un
passo alla volta, bravo Gio! Grazie al cielo sei un ubriaco
ubbidiente, molti ragazzi quando si ubriacano, diventano molesti,
folli e disinibiti. Tu per fortuna non appartieni a questa categoria.
Perfetto, abbiamo percorso quasi tutti i gradini, ci siamo
quasi.
Ecco, la porta della mia stanza, piano piano la apro e
siamo salvi, lentamente chiudo la porta purtroppo non c'è la
chiave,
mamma l'ha sequestrate tempo fa quando Valeria si chiuse in stanza
minacciando il suicido, ma questa è un'altra storia.
Se siamo
silenziosi nessuno si dovrebbe accorgere di noi, mamma e Valeria
hanno il sonno pesante, non si svegliano neanche se giunge un
terremoto. Già, mi ricordo quella sera ...
Dormivo
beatamente nel mio lettuccio quando sentii il mio corpo scuotersi
<<
Valeria no, lasciami dormire >> inizialmente pensai che
mia
sorella stesse cercando di svegliarmi, però quando udii la
stanga
del letto picchiettare contro il muro mi alzai di scatto. La stanza
tremava.
<< TERREMOTO! TERREMOTO! >> urlai a gran
voce
per poi nascondermi sotto la scrivania.
Dopo pochi attimi la
stanza smise di tremare, solo il lampadario appeso al soffitto
ciondolava avanti e indietro.
Sentii dei passi e mia sorella entrò
nella stanza con gli occhi semi chiusi
<< Sofia che c'è?
Perché urli? >>
Sì,
se non urliamo dovremmo stare tranquilli.
Adesso dobbiamo
risolvere un altro problema, dobbiamo svestirci, non possiamo
rimanere con questi abiti inzuppati altrimenti potremmo prenderci la
polmonite. Come prima a cosa facciamo sedere sulla sedia Gio
perché
le mie spalle soffrono.
<< Ce la fai a stare seduto? >>
<<
Credo … sì >> la sua risposta
biascicata non mi convince
però mi fido, non ho altra scelta. Ok, cerchiamo qualcosa
che può
andargli bene, certo che non c'è molta scelta ha le gambe
talmente
lunghe che qualsiasi mio paia di pantalone gli sarà corto.
Pazienza,
ecco! Gli do questi pantaloni da tuta, li uso per fare ginnastica a
scuola ma credo gli andranno bene. Come maglia? Gli do uno dei miei
magnifici felponi che utilizzo d'inverno per stare a casa. A me
stanno oscenamente grandi perciò a Gio dovrebbero andare
bene.
Prendiamo anche un asciugamano così si asciuga, ok Gio?
Diavolo,
credo sia svenuto, la sua testa pende tutta da una parte, il corpo
è
completamente abbandonato sullo schienale della sedia. Devo
svegliarlo potrei mollargli un altro ceffone, ma non mi pare il
caso
<< Gio, sveglia >>
<< EH? CHE C'è?!
>>
<< Shh, fai piano >> cazzo Gio, non puoi
urlare così, se mamma ci becca, mio Dio non ci devo pensare
...
<<
Sofia ho sentito dei rumori , tutto ben … >>
mamma rimane a
bocca aperta nel vedermi assieme a un ragazzo semi svenuto
<<
Mamma, non è come sembra >>
<< Sofia, cosa succede
>>
<< Gio, ha bevuto troppo e non sapendo dove
scaricarlo, l'ho portato a casa >>
<< Hai portato a
casa un'ubriacone?! Sofia sei matta! Ti ha violentato? >>
<<
No mamma, è un mio amico non mi violenterebbe
>>
Stringo
il volto di Gio tra le mani così lo costringo a focalizzare
l'attenzione sulle mie parole
<< Gio, ascoltami … >>
<<
Eh, Sì >>
<< Shhh … come prima cosa devi parlare
molto piano, non voglio svegliare mia sorella o peggio mia madre
>>
<< Lo sai che sei carina ihi …
>>mi prende
anche per il culo, con tutto quello che sto facendo osa deridere il
mio viso. Ti perdono solo perché sei momentaneamente
incapace
d'intendere e volere.
<< Sì va bene, però ora ascoltami
molto attentamente: sul letto ti ho lasciato dei vestiti e un
asciugamano, asciugati e indossa gli abiti io ora vado in bagno
così
ti lascio l'intimità, ok? >>
<< Si shignora! >>
ok, adesso mi prende pure in giro, ma spero che abbia capito,
perciò
lascio andare il suo viso.
<< Mi raccomando non fare rumore
>>
Muove la testa, non capisco se era un consenso oppure il
collo non obbedice alla sua mente, bah speriamo. Comunque sia mi
affretto ad andare in bagno, non vorrei che questo qui si metta
vomitare in giro, peggio! Cade per terra provocando un sonoro tonfo
svegliando non solo mia madre, ma anche l'intero vicinato.
Ok,
laviamoci i denti veloci, stasera rinuncerò alla doccia, ci
impiegherei troppo tempo inoltre non posso rischiare di svegliare
qualcuno con i getti d'acqua.
Bene. Mi asciugo alla bene meglio
poi m'infilo il pigiama, mi fa schifo andare a letto così
zozza ma
pazienza, domani cambierò le lenzuola.
Merda! Sento dei passi,
sta a vedere che mamma si è svegliata e da un'occhiata alla
mia
stanza, nooooo!!!! dai, m'infilo il pigiamo, devo evitare la
catastrofe
La porta del bagno si apre e si mostra mia sorella,
indossa un enorme sorriso ebete, perché?
<< Sofia, chi è
il ragazzo mezzo nudo in stanza? >> sembra contenta, io no
<<
E' un amico, non è come sembra >>
<< A me sembra un
bel ragazzo, complimenti hai fatto tombola! >>
sì, la tombale
degli sfigati, mi sono portata a casa un ubriacone d'accudire
<<
Tieni >> cos'è? È un preservativo?
Valeria mi ha allungato un
preservativo?! Ragazza mia, non hai capito un'accidente.
<<
Sono così contenta, finalmente ti sei decisa a perdere la
verginità,
tra l'altro con un bel ragazzo >> oddio, è
proprio felice, ci
manca solo piccolo grido di gioia e siamo a posto. Che fai, mi
abbracci? Sei fuori di testa
<< Sai, ero così preoccupata,
pensavo fossi lesbica >> sul serio? Era questa la tua
preoccupazione? È per questo che mi combinavi appuntamenti
al buio?
Mi hai presentato dei ragazzi talmente idioti che mi hai fatto
passare la voglia d'affacciarmi al mondo maschile. E poi se fossi
lesbica? È un problema? Hai paura che mi infili tra le tue
lenzuola
nel cuore della notte?
<< Sono così contenta, finalmente la
mia sorellina diventerà una donna >> eh!? Da
quando in qua
fare sesso significa tramutare in donna? Allora tutte le mie compagne
di classe sono delle donne mature pronte a mettere su famiglia
<<
Stai tranquilla >> si allontana da me e strizza l'occhio
<<
non dirò nulla a mamma >>
<< Ok >> spiegarle la
reale vicenda che si sta svolgendo in quella stanza è troppo
tardi,
ormai Valeria si è costruita il suo castello mentale
perciò non
dirle la verità non è il caso. Almeno posso
contare il sul suo
silenzio.
<< Ah, prima di andarmene ti do un consiglio: bevi
un bicchierino di rum prima di cominciare a fare l'amore,
così ti
rilasserai e la penetrazione farà meno male >>
che perla di
saggezza, per fare sesso devo ubriacarmi? Così non sembra
affatto
piacevole, ma quasi una tortura stile “prima di andare in
guerra, i
soldati bevono un bicchiere di scotch per non pensare alla morte che
li potrebbe colpire”.
<< Ok, grazie >> accetto il
consiglio così Valeria se ne va, non voglio essere scortese
in fondo
si sta comportando come una brava sorella maggiore, mi ha persino
regalato un preservativo. E questa la dice lunga …
Spaparanzata
sul letto osservavo il libri scolastici posati sulla scrivania, il
giorno dopo avevo una verifica di storia ma nessuna voglia di
studiare.
<< Che palle!! >> disse Valeria entrando
nella mia stanza, sembrava furibonda
<< Che c'è Valeria?
>>
<< C'è che i preservativi costano troppo.
Tutti ci
raccomandano di fare sesso sicuro, allora perchè non
abbassano i
prezzi dei preservativi? >>
<< Vale, perché non li
fai comprare ai tuoi ragazzi? >>
Valeria si volta verso di
me con un volto sconcertato, contratto dalla furia
<< Sofia
che domanda cretina! Credi che sia così stupida da non
averci già
pensato?! >>
<< No, non volevo insinuare questo >>
<<
I ragazzi vogliono farlo senza preservativo, non spenderebbero
neanche un centesimo per comprarli >>
Il
preservativo che stringo tra le dita è un immenso atto di
bontà che
verrà sprecato dato che non farò sesso,
però apprezzo il
gesto.
Andiamo a vedere cosa combina l'ubriacone, spero si sia
vestito, se apro la porta e lui è nudo come un verme?
Sarebbe
imbarazzante perciò sarò cauta, vado in punta di
piedi e scosto la
porta leggermente, magari annuncio il mio arrivo
<< Gio, sto
entrando, sei vestito? >> nessuna risposta, forse
è svenuto.
Meglio verificare, nella speranza che non sia nudo.
Ok, non è
nudo ma è seminudo, è stravaccato sul letto e
indossa solamente i
pantaloni della tuta. Chi gli ha dato il permesso? Io volevo stendere
per terra una coperta e farlo dormire lì. Adesso lo sveglio
<<
Gio? Scendi dal letto >> mugugna qualcosa e pone
l'avambraccio
sul viso. È bastato quel gesto e i muscoli dei pettorali si
sono
mossi, niente di eccessivo però se Valeria fosse qui sono
certa che
gli salterebbe a cavalcioni in un batter d'occhio.
Vorrei
sbatterlo giù dal letto però ho paura che il
tonfo del suo corpo
che cade a terra, svegli mamma. È vero, ha il sonno pesante
però
non voglio rischiare.
Adesso dove diamine dormo? Il mio letto è a
una piazza e mezzo, magari se mi accoccolo nell'angolino riesco a
dormire indisturbata. La cosa mi preoccupa: se questo nel cuore della
notte si sveglia con una strana pulsione sessuale?A quel punto potrei
dare di matto.
<< Gio, stipuliamo un patto: tu stai dalla
tua parte e io sto nel mio angolino, ok? >> purtroppo non
mi
risponde, è caduto in un profondo coma post sbronza.
Spero che il
suo inconscio in qualche modo, abbia recepito il messaggio e che il
suo corpo non invadi il mio spazio. Io sto nella mia parte, tu nella
tua.
Prima di spegnere la luce e rannicchiarmi nell'angolo, ti
copro ecco qua! Rimboccata la coperta fino al collo come a un
bimbo.
Che situazione assurda, comunque sia ormai è fatta, punto
la sveglia per le 7, mia madre alla domenica si sveglia alla sette e
trenta così avrò il tempo di cacciarlo fuori e
magari do una pulita
anche il parquet sgocciolato, meglio eliminare ogni traccia. Ok,
direi che va tutto bene, però devo ammettere che
è carino Gio
quando dorme, sembra così dolce, è talmente
rilassato che tiene le
labbra semichiuse. È pallido, ma credo sia normale dopo una
sbronza
avere questo aspetto. Ma cosa sto facendo! Mi metto a guardare il mio
usurpatore di letto? Dovrei essere incazzata con lui per avermi messo
in questa situazione, anche se devo ammettere che lui non mi ha
chiesto niente, sono stata io ad accoglierlo nella mia casa. Avrei
potuto lasciarlo lì, a innaffiarsi nell'erba però
nessuno si merita
un tale trattamento, nemmeno uno stronzo come lui.
Vabhè, meglio
dormire, domattina ho molto lavoro da fare.
C'è
qualcosa di strano. Non ho sentito la sveglia suonare, eppure mi sono
svegliata, non ho fatto incubi o roba del genere e non devo correre
al bagno per espletare qualche bisogno. È un risveglio
tranquillo,
quasi dolce, eppure c'è qualcosa che m'inquieta. Sento un
calore
dietro alla schiena, forse in uno strano attacco di sonnambulismo mi
sono attaccata al termosifone, no impossibile. I termosifoni sono
spenti. Non riesco a muovermi è come se fossi incatenata a
qualcosa,
Gio? Oddio, non è che mi sta abbracciando in cerca di sesso?
Eh, no,
ora ti sbatto giù dal letto
<< Stai calma >> la sua
voce è roca, bassa ma piacevole
<< Non voglio fare sesso
>>
<< Neanche io >> allora perché
mi stringi
come se volessi possedermi?
<< E' piacevole, no? >> si
stringe ancora più a me, il suo respiro è
tranquillo, pare una
carezza che soffia sul mio collo. Nessun uomo mi aveva mai stretto in
questo modo, per la precisione nessuno mi aveva mai abbracciato in
questo modo. Certo, mia madre e mia sorella qualche volta mi
abbracciano ma solo per pochi secondi e il calore non permane
così a
lungo.
Per quanto detesti ammetterlo ha ragione, è piacevole.
NOTA: Robert Plant cantante del gruppo musicale Led Zeppelin