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Autore: black_eagle    20/05/2015    0 recensioni
"Non so con quali armi si combatterà la Terza guerra mondiale, ma la Quarta sì: con bastoni e pietre" Albert Einstein.
E se Einstein si fosse sbagliato?
Sono passati secoli dalla Guerra e l'umanità ha ricostruito il suo mondo dalle macerie in cui lo aveva lasciato, con nuovi stati e società. Ma ora non è più l'unica razza intelligente presente sul pianeta e la Terra non è più il luogo pacifico di secoli fa.
Mentre le tensioni tra i nuovi stati crescono, i Mutanti minacciano le terre umane e altri pericoli, più oscuri e sinistri, si celano nelle ombre di un passato quasi del tutto dimenticato.
E Alberto, Marek e tanti altri dovranno dar prova di ogni loro singola abilità per riuscire a sopravvivere e tentare di realizzare i loro sogni in questo nuovo e spietato mondo.
Genere: Avventura, Azione, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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FUMO
*Nota dell'autore*
https://www.dropbox.com/s/b6m20chjv9dfme6/Varie_EFP.txt?dl=0
Come nel capitolo precedente vi allego link con un file di testo in cui mi sono scritto un piccolo riassunto di ogni capitolo e l'elenco dei personaggi apparsi finora. Dati i miei tempi instabili nella scrittura e nella pubblicazione penso possa risultare comodo. Stavolta l'ho messo qua in cima perchè penso che sia più comodo e molto più visibile.
Grazie ancora a chiunque sia arrivato fin qui a leggere.
E non fatevi scrupoli a criticarmi se trovate qualcosa si sbagliato o troppo incoerente. In fin dei conti è dalla critiche che si impara di più.

Marek era preoccupato. Kolin non lo sentiva ma il cacciatore, che aveva un olfatto molto più sviluppato del normale, poteva distinguere senza problemi l'odore di bruciato nell'aria. Quando dalla foresta sbucarono nell'ampia radura dov'era costruito il villaggio di Arrows anche il mercante lo percepì chiaramente e diede un colpo di redini a Igor in modo che accelerasse. La bestia li porto velocemente oltre i pochi piccoli campi che circondavano le case e si inoltrò a tutta velocità al loro interno. La colonna di fumo veniva dalla piazza.
Man mano che si avvicinavano Marek sentiva sempre di più i suoi compaesani che urlavano, chi di paura, chi sbraitando ordini. Sbucarono nella piazza e furono investiti da un'ondata di calore. La grande locanda, il cuore del villaggio stava bruciando. Le fiamme uscivano dalla finestre del pianterreno e stavano divorando l’edificio. Il secondo piano era preso meglio invece con solo del fumo che usciva dalla finestre.
Dall'altro capo della piazza rispetto all’incendio, poco distante da dove si erano fermati Marek e Kolin, una piccola folla di vecchi e bambini assisteva impotente alla distruzione del grande edificio mentre il resto degli abitanti cercava di domare l'incendio. Il carro non si era ancora fermato che Marek saltò giù e corse verso Ben Holler, il proprietario della locanda e “sindaco” di Arrows. Kolin frenò il carro e lo seguì a ruota.
L'attempato locandiere li vide e rivolse un cenno brusco a Marek.
-Ah bene, avevano giusto bisogno di altre braccia- la voce di Holler era profonda, baritonale.
-Chi è il tuo amico?-
Marek non fece in tempo a rispondergli che il locandiere si era già girato verso gli uomini che portavano i secchi d'acqua urlando ordini -Più in fretta idioti. Non perdete tempo a fare avanti e indietro tutta la strada coi secchi. Fate delle staffette-
Torno a rivolgersi a loro -Oh vabbe non importa chi diavolo è, parleremo dopo. Unitevi agli altri e portate i secchi. Sbrigatevi-
Si misero subito al lavoro. I secchi venivano riempiti nel pozzo fuori dal villaggio quindi ci mettevano un po' ad arrivare alla piazza. Anche con le staffette però l'acqua non raggiungeva la locanda abbastanza in fretta e l'incendio era a malapena sotto controllo.
-Dobbiamo portar più secchi alla volta Marek- disse il mercante dopo l'ennesimo viaggio. Avevano entrambi il fiatone a forza di correre.
-Hai qualche idea?-
-Il mio carro. Possiamo svuotarlo e riempirlo coi secchi e portarli tutti in una volta-
-No. Nel tempo in cui riempiano il carro non arriverebbero più secchi in piazza-
-Facciamolo fare ai vecchi e ai bambini allora-
-Ai vecchi e bambini?- chiese perplesso Marek.
-Si- rispose Kolin stizzito dal fatto che il cacciatore non ci arrivasse –Mentre noi continuiamo a portare i secchi per controllare l’incendio i vecchi e i bambini che ci sarebbero solo d’intralcio qua in mezzo potrebbero mettersi dall’altro lato del pozzo e riempire il carro-
Marek ci meditò sopra un attimo –Mmmh…potrebbe funzionare-
Stavano per andare a proporre l’idea al vecchio Holler quando un urlo di dolore improvviso squarcio l'aria. Proveniva dall'interno della locanda, dai piani superiori. Per un secondo tutti si fermarono per capire chi fosse la persona all'interno dell'edifico in fiamma.
-Rimettetevi al lavoro stupidi!!! Stare fermi ad ascoltare non aiuterà di certo chiunque sia rimasto la dentro!!!- l'urlo del locandiere ridesto all'istante gli uomini che si erano fermati e questi iniziarono a correre ancora più veloci di prima nonostante la stanchezza accumulata. Kolin intanto illustrò la sua idea a quest’ultimo per portare più secchi d’acqua.
-Potrebbe funzionare straniero-
Stava per iniziare a impartire ordini per mettere in pratica la proposta quando vide Marek correre verso l’edificio in fiamme. Il cacciatore sapeva di chi era la voce. Poteva essere distorta dal dolore e resa irriconoscibile dal fragore dell’incendio ma lui sapeva a chi apparteneva.
-Cosa cazzo stai facendo idiota di un ragazzo?- urlò il sindaco mentre provava a mettersi sulla sua traiettoria per bloccarlo.
-Era la voce di mio nonno- urlò di risposta Marek.
Nello stesso istante prese il secchio d'acqua che stava trasportando e se lo rovesciò in testa. Poi si lanciò verso la locanda a una velocità ancora maggiore. Ben Holler provò ad afferrarlo ma il giovane cacciatore si muoveva molto più velocemente del robusto locandiere. Evitò agilmente le mani del sindaco e saltò all'intero di quel piccolo inferno in terra.
Appena entrato il calore delle fiamme lo investì violentemente. Se non fosse stato per il secchio d'acqua che si era appena tirato in testa non sarebbe durato mezzo minuto. Il fumo dell'incendio gli entrò negli occhi facendolo lacrimare e annebbiandogli la vista. Si strappo un pezzo dei vestiti e se lo avvolse intorno alla faccia per cercare di ripararsi un po' dal fumo ma non ottenne molto. Il fumo entrava lo stesso nei polmoni facendolo tossire e causandogli difficoltà a respirare.
-Nonno- la sua voce si perse nel fragore dell'incendio. Nessuno gli rispose. Si addentrò pian piano nella locanda in fiamme. La sala grande era quasi completamente invasa dal fuoco rendendo molto difficile procedere. Molti tavoli erano in fiamme; il bancone, sulla parete a destra dell'entrata era stato quasi completamente consumato. La porta dietro il bancone che portava alla piccola cantina era completamente ostruita da un muro di fiamme. Probabilmente il generatore la sotto era esploso e aveva scatenato l'incendio.
Avanzando con fatica riuscì a raggiungere le scale che portavano ai piani superiori, sulla parete opposta da dove era entrato. I vestiti fradici che finora lo avevano protetto dal calore e dalle fiamme si stavano asciugando in fretta, non sarebbe durato ancora molto. Salì pian piano le scale.
Al piano superiore la situazione non era migliore; qui il calore era meno intenso e c'erano molte meno fiamme ma in compenso tutto il fumo del piano di sotto saliva e rendeva ancora più difficoltoso respirare.
-Nonno- urlò di nuovo con la voce ormai roca. Dall'esterno sentiva ancora i suoi compaesani che urlavano e il vecchio Holler che urlava loro di andare ancora più veloci. Dall'interno dell'edificio solo l'incendio gli rispondeva.
Andò avanti pian piano, tenendosi più basso possibile. Controllava ogni stanza, sperando di trovare il prima possibile suo nonno e condurlo fuori da quella bara fiammeggiante. All'improvviso sentì un rumore dalla stanza in fondo al corridoio. Come di un corpo che sbatteva violentemente contro qualcosa. Corse rapidamente fin dove aveva avuto origine il suono e provò ad aprire la porta ma quest'ultima era chiusa a chiave. Iniziò a tempestarla di pugni e spallate mettendoci sempre più foga man mano che le fiamme intorno a lui aumentavano. Ormai i suoi abiti erano completamente asciutti e il calore e il fumo cominciavano a farlo star male. Gli girava la testa...Diede un ultima spallata con le forze che gli erano rimaste e i cardini della porta cedettero finalmente sotto il suo peso. La forza della spinta lo fece cadere nell’altra stanza. Mentre attraversava la soglia percepì immediatamente qualcosa di diverso qualcosa di anormale.
Sentiva alcune voci ma non riusciva a capire cosa dicessero e a chi appartenessero. Sembravano sorprese. Aveva gli occhi annebbiati dal fumo e non riusciva a mettere bene a fuoco la stanza e violenti colpì di tosse lo scuotevano. Tentò subito di rialzarsi ma all’improvviso percepì un rumore tremendo, come di un’esplosione. Il pavimento di legno scricchiolò in maniera preoccupante. Sentì un dolore lacerante alla nuca.
E poi nero.
   
 
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