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Autore: Tristano    04/01/2009    4 recensioni
ho scritto questa poesia ispirandomi ad una canzone di de andrè... mi faceva pensare a quanto tutto fosse banale... una folle corsa verso che...
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LE FERITE DELL’ALBA

 

Dissipato in una nuvola di fumo

Ancora l’ultimo respiro morto

Com’è curioso il divenire

Nella doppia faccia del progresso

Sospinta da un fremito di vento

Si alza un po’ di polvere

Chissà quanti piedi l’hanno pestata

E dall’alto cade una foglia

Chissà poi da quale albero

Tutto è deserto intorno a noi

Potevo chiedermi come sarebbe stato

Rimasto coccolato in calde lenzuola

Lasciandomi anche morire di fame

Lasciando gli altri, affogare nei sogni

O correre dietro uno specchio

Per assicurarsi di essere vestiti

E guardare i loro volti per non dimenticarsi

Quando non potranno più vedersi.

Come deve essere bello

Assurgere momenti in un mondo

Dove persino il vento scappa.

Di nuovo il sole lentamente si spegne

Chiudendo ancora il suo grande occhio

Nella calda palpebra dell’orizzonte

Anche oggi ha compiuto il suo lavoro

Domani mi sveglierò di un giorno più vecchio.

  
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