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Autore: _Atlas_    20/05/2015    2 recensioni
Non era la prima volta che la paura lo costringeva a reprimere i suoi sentimenti, a ignorarli, a scappare prima di causare ulteriori danni; con Natasha non sarebbe stato diverso e come aveva già fatto in passato, anche adesso si sarebbe costretto a guardare avanti e a soffrire in silenzio.
Breve introspezione su Bruce Banner, sulle sue paure e sui suoi sentimenti in riferimento a ciò che accade in Age of Ultron.
[Brutasha / Post- Avengers: Age of Ultron]
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bruce Banner/Hulk
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Resistance

 

It could be wrong, could be wrong, but it should have been right
It could be wrong, could be wrong, to let our hearts ignite
It could be wrong, could be wrong, are we digging a hole?
Resistance - Muse

 

 

Lo specchio appannato del bagno rifletteva il suo viso stanco, sconvolto, arrabbiato; Bruce conosceva fin troppo bene quella sensazione, col tempo si era rassegnato alla sua presenza e con pazienza aveva imparato a gestirla. 
Ma ogni volta era come la prima e si sentiva come se qualcuno gli avesse appena tirato un pugno dritto allo stomaco; ancora una volta accusava se stesso, puntandosi il dito contro e assegnandosi con disperazione il ruolo del mostro.
Perdere il controllo lo destabilizzava, suo malgrado era qualcosa che non avrebbe mai potuto accettare fino in fondo, ma realizzare che anche l’altro in quei minuti interminabili fosse riuscito a perdere di vista se stesso, non aveva fatto altro che mettere in luce un altro aspetto della sua debolezza.
Pensò alle persone che erano morte, ai disastri che aveva causato, all’intervento necessario della Hulkbuster e infine pensò a Natasha.

Sospirò.

Non era la prima volta che la paura lo costringeva a reprimere i suoi sentimenti, a ignorarli, a scappare prima di causare ulteriori danni; con Natasha non sarebbe stato diverso e come aveva già fatto in passato, anche adesso si sarebbe costretto a guardare avanti e a soffrire in silenzio.
Bruce scosse la testa, tentando ancora una volta di allontanare quei pensieri che lo assillavano da mesi e che negli ultimi giorni lo avevano distrutto.
Si passò un asciugamano sul volto e sul petto ancora accaldati dalla doccia, poi uscì dal bagno e di fronte a sé trovò lo sguardo di una delle poche persone disposte a tollerarlo.
Certo non immaginava che il ruolo di mostro fosse conteso anche da lei, che anche Natasha, esattamente come lui, si sentisse a disagio in un mondo così ostile.
Scappare da solo sarebbe stata la soluzione ideale, stare lontano da chi non aveva colpe e meritava di vivere avrebbe risolto il problema e, malgrado tutto, la solitudine sarebbe stata la conseguenza peggiore.
Scappare insieme avrebbe risolto solo parte della questione e sapere Natasha al suo fianco ma in costante pericolo era un’ idea che non riusciva a tollerare.
Semplicemente era sbagliata.
Loro, insieme, erano sbagliati.
Bruce si allontanò da lei di qualche passo, combattuto fra il desiderio di averla e quello di allontanarla da sé il prima possibile, optando poi per una semplice rassegnazione a quello che stavano vivendo.
Avrebbero resistito ancora per un po’, aggrappandosi all’idea che avevano diritto a godersi quel poco di felicità che forse gli spettava; a quello che sarebbe successo, poi, ci avrebbero pensato.
   
 
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