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Autore: Sherry_Birkin    21/05/2015    0 recensioni
Amanda è un ragazza di quasi 24 anni, con un passato difficile alle spalle che si trascina a vivere in un presente che non la soddisfa.Può Brian,una nuova amicizia,aiutarla a vincere le sue paure? L'intimità della mente trasformerà i due in qualcosa di più,o farà si che si allontaneranno per sempre? Infine può l'amore,valore in cui Amanda un tempo credeva fortemente,scriverle un destino diverso?
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Tutt'intorno è buio,sono a terra in una posizione scomoda,come fossi caduta,senza saperlo ricordare su di un terreno viscido,fangoso e umido.Tira vento,che ulula scompigliando le chiome degli alberi del bosco in cui inspiegabilmente mi trovo.L'ambiente è inquietante,ed è notte fonda; provo ad alzarmi,ma la caviglia della gamba sinistra mi fa male,cosi devo fare forza su me stessa nonostante il dolore per rimettermi in piedi.Cammino per pochi passi sul terriccio viscoso,e mi sento completamente inghiottita dall'oscurità....i lamenti di qualche animale notturno riecheggia nell'etere e mi sento sprofondare in un sentimento di solitudine,quando scorgo in lontananza una flebile luce.Avanzo e la luce si fa più chiara e splendente,cosi comincio a correre ignorando il dolore alla caviglia,per raggiungere ciò che in quel momento sembra poter essere la mia porta per la salvezza,ma più corro più mi rendo conto di essere sempre sullo stesso punto: i miei piedi goffi non avanzano,il bagliore è sempre più distante e meno accecante.Nel tentativo disperato di aggrapparmi a quel barlume allungo un braccio,ma inciampo quasi sul posto e cado di nuovo nel fango: la luce si spegne e il mio volto è rigato dalle lacrime.Ho un sussulto ed emetto un gemito,che mi porta ad alzarmi dal letto e a sedermici sopra: gli occhi realmente umidi spalancati e spaventati.Mi guardo intorno e ritrovo familiarità con l'ambiente.Difronte il mio letto appeso in alto l'orologio,al cui tintinnio sono abituata da anni,a destra lo scaffale ripieno di libri: alcuni conclusi,la maggior parte lasciati a metà come altre cose più importanti della mia vita.Dalle fessure della persiana della finestra dei timidi raggi di sole si autoinvitano ad entrare ed illuminare leggermente la stanza. Ripreso il contatto con la realtà,mi strofino la testa poi lancio un sospiro di sollievo: un altro brutto incubo senza senso,poi ci ripenso...o è solo il riflesso macabro della mia vita. "Giorno Amanda.." mi saluta mio padre con la testa china sulla tazza del caffè e il suo giornale mattutino,quando entro in cucina. "Buongiorno papà" gli dico con un largo sorriso,anche se lui non può vederlo."Un pò in ritardo oggi?" mi chiede finalmente alzando gli occhi dal giornale con un'espressione cordiale.A quel punto guardo l'orario: sono le 8 e mezza del mattino e per le 9 dovrei stare nel mio ufficio! "Si, leggermente" gli dico ironica "E' per via di quell'incubo di prima?" continua lui "Sai ti ho sentita di nuovo urlare stamattina,ma non sono accorso,non volevo disturbare...e..."No! lo interrompo io,in un modo brusco che non è nella mia natura"...mi accorgo del tono con cui gli ho risposto cosi rimodulo la voce in modo più dolce "non è per quello,è che stamattina il letto non voleva lasciarmi andare,credo mi ami follemente" gli dico ridendo e contagiandolo nella mia finta allegria.Finiamo di sorridere e ci guardiamo per un attimo seri,io butto lo sguardo giù sul mio pigiama e realizzo che è l'ora di prepararmi.Saluto mio padre con un bacio sulla guancia,filo nel bagno e battendo ogni record possibile di tutte le donne sulla faccia della terra sono pronta in me che non si dica.Dopo la morte di mia madre a causa di un incidente stradale,è come se nella nostra vita si fosse calato un alone nero,che invadendoci ci ha reso meno vitali.Mio padre ha una sua officina e nonostante l'età avanzi,continua a lavorarci,e forse è ad essa che si è aggrappato dopo la tragedia.E' bravo nel suo settore e continua anche perché altrimenti non sapremmo di cosa vivere.Per quel che mi riguarda non ho mai finito l'università,interruppi gli studi alla facoltà di Psicologia poco dopo la morte di mia madre,non so se c'entrasse davvero l'accaduto o in me esiste qualcosa che mi lascia in sospeso negli eventi,come nei rapporti con le persone.Tramutandoli in fantasmi che abitano la mia casa interiore,che di tanto in tanto riappaiono e litigano tra loro,o con me,o mi disturbano nei sogni.Ora per un vero colpo di fortuna lavoro da qualche mese in un ufficio di una nota casa editrice.E' un lavoro ben retribuito,quello che magari una ragazza di quasi 24 anni sognerebbe,per potersi sostenere autonomamente,ma non è quello che avrei voluto fare.O meglio sento che nel profondo del cuore non so neanche io cosa davvero vorrei fare nella mia vita e come indirizzarla,e cosi mi ritrovo ad essere trascinata dal destino,piuttosto che a cavalcarlo.Ho anche un fratello più grande di due anni Kevin; apparentemente è più forte ed ha retto di più all'urto con la triste realtà.Attualmente studia a Milano alla facoltà di legge,ha un piccolo appartamento e so che lavora come cameriere quando può.Il nostro rapporto non è molto intimo data la lontananza,ma quando ci vediamo è come ritornare bambini.Ritroviamo la nostra complicità mai perduta,né spezzata dal tempo,per cui mi manca molto,ma so anche che la vita significa anche questo: sentirsi dentro per tutte il tempo le persone che ami,anche se non le puoi toccare.
   
 
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