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Autore: katris jackson    21/05/2015    2 recensioni
"Perché vedi, forse non siamo abbastanza forti per affrontare la realtà da soli, ma non siamo tenuti a farlo… ecco perchè ci innamoriamo!"
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Nico di Angelo
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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I capelli biondi e sottili come spighe di grano oscillavano sospinti da un impercettibile brezza, le mani affusolate brandivano delicatamente l’arco in una morsa decisa, le dita intrecciate alla corda le imprimevano tensione senza apparire minimamente sforzate, la corda si piegava ossequiosamente, tesissima e immobile. Gli occhi dell’arciere, celesti e tersi come un cielo d’estate,erano permeati da una concentrazione inoppugnabile e correvano attenti dalla punta della freccia al bersaglio, analizzando ogni sorta di dettaglio calcolando e soppesando tutto ciò che li circondava. Le dita del tiratore lasciarono andare la corda, la freccia tagliò l’aria fischiando leggermente, il dardo si conficcò nel bersaglio, un centro perfetto. Nico osservava ipnotizzato l’arciere, che stava tenendo una lezione con i novellini, si trattava di Will Solace il suo..bhè in realtà Nico non sapeva come definirlo. Will sorrise mettendo a segno un altro colpo, proprio al centro del petto del figlio di Ade che si portò una mano dietro la nuca e sospirò rassegnato.
Nico se ne stava sdraiato sul tetto della casa numero e si godeva l’aria tirpida e profumata di fragole del pomeriggio estivo.
-Alla fine non mi hai deluso neppure questa volta.-disse una voce alle sue spalle.
Nico era certo di essere solo fino ad un attimo prima, altrimenti non avrebbe usato dare sfogo a quel suo istinto così intimo, seppur si trattasse di un semplice sospiro. Non si mostrò sorpreso, né imbarazzato, non si voltò neppure, semplicemente tastò le energie che sentiva intorno a se, un’abilità che aveva sviluppato suo malgrado ma che gli permetteva di non essere colto alla sprovvista. Ci mise qualche secondo, rendendosi conto di quanto era stato assorto fino a quel momento, ma quando ebbe percepito la sua essenza, la lotta con il rossore delle sue guance si fece ancora più ardua.
-Ciao papà.- disse con una sfrontatezza tale da ingannare persino se stesso per un istante.
Ade si stagliava alle sue spalle proiettando su Nico un’ombra sinuosa e tetra come quella di un cipresso mosso dal vento. Con la coda dell’occhio Nico poteva vedere gli spiriti che si contorcevano nelle pieghe della tua veste greca, il dio dei morti teneva le dita pallide e nodose intrecciate davanti a se e aveva una strana espressione sul viso. Qualcosa come un ghigno malefico mal riuscito, come se stesse tentando di ringhiare ma si fosse paralizzato a metà. Un momento… stava sorridendo? Lo stupore fu tale che per poco Nico non sobbalzò sulle tegole scivolando giù dal tetto.
“Bhè una cosa in comune l’abbiamo” pensò  mentre si girava per osservarlo, “ nessuno dei due ha una particolare attitudine per i sorrisi” sembrava infatti che Ade stesse lottando con i propri connotati per mantenere quell’espressione.
-Cos’è quell’espressione compiaciuta?- domandò Nico – Non ho ucciso nessuno oggi.-
Il dio dei morti scosse il capo e… addolcì lo sguardo?
-No, hai ragione, però hai fatto qualcosa di meglio. Hai mantenuto una promessa che ti eri perfino rifiutato di pronunciare. Hai sfidato la tua stessa natura, e hai vinto.-
-Non so a cosa tu ti riferisca, ma le margherite appassiscono ancora quando sono di cattivo umore, non riesco proprio a controllare un bel niente.- Ade fece una risata roca, come se avesse la gola arrugginita.
-Una volta ti ho detto che solitamente i miei figli non riescono ad avere un’esistenza felice e che il  mio più grande desiderio era che tu fossi l’eccezione, ci sei riuscito.-
 A quel punto Nico era rosso come un peperone, pensò di capire come si sentisse Leo quando prendeva fuoco spontaneamente e prese a fissarsi le scarpe senza dire nulla. Quindi suo padre sapeva tutto, lo teneva d’occhio. Certo se è dura avere un padre mortale impiccione, figuratevi un padre divino con il dono dell’ubiquità, addio privacy! Nico fece un vago cenno con il capo e sbuffò leggermente.
-Sai Nico, quando ti comporti così mi ricordi molto tua madre.- il figlio di Ade sentì una stretta allo stomaco, suo padre non aveva mai parlato con lui di Maria Di Angelo. Si sentì rubare il fiato e si voltò bruscamente a fissare il padre. Gli occhi di  Ade erano due voragini lugubri, Nico pensò che assomigliassero al viso di Tartaro, due vortici che assorbivano tutto ciò che c’è di malvagio intorno e lo inghiottivano.
-Lei era una donna forte- continuò il dio dei morti – faceva di tutto pur di non mostrarsi spaventata o indifesa; il suo sguardo, i suoi modi di fare erano disarmanti per perfezione e forza. Lei aveva la capacità di far sentire impotente perfino me, il dio della morte!- Nico poteva pure accettare di aver visto il re degli inferi sorridere, ma fu certo di essere completamente pazzo quando credette di sentire la sua voce incrinarsi e tremare. –Il punto è, figlio mio, che qualsiasi cosa facesse lei la faceva per gli altri, per amore verso di voi… verso di me.-
-Io non ho mai fatto nulla per nessuno, ho vissuto da solo in questi anni, non ho fatto nulla per proteggere Bianca e anche prima che lei morisse ho sempre lasciato che fosse lei a proteggermi… sono un’egoista padre, proprio come te!- Nico sputò quelle parole con un risentimento che aveva covato per un tempo indicibile, l’aria si gelò per un istante.
-è questo che credi? Che tutte le cose che hai fatto nella vita siano state per te stesso? Anche quando hai protetto quel Percy Jackson, anche quando ti sei allontanato da lui per non interferire nella sua vita, anche quando hai riportato qui l’Athena Parthenos rischiando la tua stessa vita? Io credo proprio che tu abbia perso il significato della parola egoismo…- Ade esitò per qualche secondo studiando le emozioni di Nico che iniziava a chiedersi il perché di quella conversazione.-Sai qual’era il difetto fatale di tua madre?- riprese il dio languidamente- Pensava di dovercela fare da sola, credeva di dover combattere come punizione per colpe che lei stessa si era affibbiata, così non permetteva a nessuno di aiutarla, perfino a me non ha mai permesso di dimostrarle quanto l’amavo. Era questo che volevo dirti figlio mio,lasciati amare, non essere timido, non fare affidamento solo su te stesso. Perché vedi, forse non siamo abbastanza forti per affrontare la realtà da soli, ma non siamo tenuti a farlo… ecco perchè ci innamoriamo!- poi Ade sgranò gli occhi e si dissolse in una nube di polvere nera. Nico si ritrovò da solo, con gli occhi in fiamme e le mani che artigliavano le tegole di marmo lucido. Pensò a quanto erano state ipocrite le parole del padre, pensò che a quanto era stato scorretto da parte sua spiare nella sua vita invece di, che so… chiederlo direttamente a lui?
-Ti decidi a scendere da li?- la voce di Will lo raggiunse prima che Nico potesse incrociarne lo sguardo, d’un tratto si ritrovò a sorridere inebetito mentre il figlio di Apollo lo salutava ironicamente con la mano.
Scivolò giù dal tetto e si mise accanto a Will – Allora, che ti va di fare?- chiese mentre si dava una spolverata ai jeans.
-Stare un po’ con te.- disse Will stampandogli un morbido bacio sulla guancia sinistra.
Nico perse i seguenti trenta secondi a tentare di rimanere ancorato a terra, si sentiva la testa leggera come un palloncino e le punte delle orecchie fumanti. Il cuore gli suonava la marcia militare nel petto e lui non riuscì a non pensare che quello che Ade non aveva capito di sua madre era che lei era una persona molto più debole di quanto pensasse, al punto di non avere il coraggio di rischiare di perdere le persone che amava, proprio come lui. E allo stesso tempo ripensò alle parole di suo padre e si disse che non avrebbe commesso lo stesso errore di Maria Di Angelo, lui si sarebbe lasciato amare, per quell’unica volta nella sua vita, egoisticamente, avrebbe fatto qualcosa per se stesso.
-Andiamo allora- disse il ragazzo vestito in nero. Intreccio le mani color latte con quelle dell’arciere e si avviarono lentamente verso il laghetto delle canoe, si trattava di Nico di Angelo e di Will Solace, il ragazzo di cui era innamorato.
   
 
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