CAPITOLO 1
Come farsi rapire da un supercattivo estremamente affascinante e rimanere in vita (o quasi)
Nico
era nel suo studio. Continuava a rigirarsi nella sedia
pensando alle solite cose: dominazione del mondo e parziale
distruzione,
estinzione della specie umana e animale (soprattutto zanzare,
pensò
scacciandone una via con la mano). Insomma un vero e proprio
cliché per il suo
personaggio. Si, perché quando sei il cattivo più
temuto d'America e del mondo,
tanto per fare i modesti, non ti preoccupi mica di sciocchezze come
scuola,
lavoro o amore. Nico soffocò un conato di vomito quando si
ritrovò proprio a
pensare, anzi a nominare soltanto quel frivolo e inutile sentimento da
esseri
umani.
Reyna arrivò
proprio
in quel momento distogliendolo dai suoi pensieri. L'agente segreta
portava un
uniforme simile a quella dei poliziotti che risaltava il suo fisico
atletico, e
i capelli legati in una treccia scura che le scendeva fino al petto.
Nico salutò con
un
cenno del viso la ragazza che a quanto pare portava buone notizie.
Cioè..buone
nel senso del male. Buone nel senso che sono buone per il bene del male
e..beh..avete
capito.*
-Quale biondo
ossigenato devo sorbirmi oggi?- Disse lui con il solito tono
impassibile.
-Will Solace signore,
per l'ottava volta.-
Nico sbuffò e
scese
le scale del palazzo per ritrovarsi davanti all'entrata della prigione
sotterranea. Non poteva dire che il biondino gli fosse totalmente
indifferente,
dalla prima volta che lo avevano imprigionato per cercare di
estorcergli
informazioni su Thunderman, in quanto suo amico, fedele consigliere,
braccio
destro eccetera, le loro conversazioni si erano fatte sempre
più sofisticate e
vagamente interessanti. Digitò la combinazione segreta della
serratura e aprì
la porta.
Will aveva capito da
subito che la sua giornata avrebbe preso una piega diversa. Come
conferma delle
sue intuizioni, un equipaggio nemico aveva fatto incursione nella loro
base
militare e senza lasciare tracce lo aveva catturato. Era naturalmente
un
bersaglio più facile di Grace, il coraggioso e superfigo
eroe fulminante, che
era a differenza sua protetto da ogni genere di attacco esterno. Quel
giorno la
faccenda si sarebbe conclusa come sempre: cattura, chiacchierata con il
Signore
Del Male (la sua parte preferita...ehm..cioè..quella meno
monotona),
salvataggio da parte della squadra del tizio buono sopracitato e fuga
verso un posto
che sprizzava meno morte dalle pareti. Tipico.
Una presenza oscura
ed estremamente sexy aprì la porta della stanza e vi
trovò un Will Solace con
un espressione tra l'annoiato, il curioso e il terrorizzato. Si,
perché anche
essendo uscito sette volte indenne da quel luogo si trovava pur sempre
in
territorio nemico in compagnia di un supercattivo potenzialmente dotato
di
poteri sovrannaturali, in grado di: ucciderti/farti uccidere da un
esercito di
morti/farti sbranare da un esercito di animali morti/farti sprofondare
all'Inferno aprendo un varco nel terreno. Non necessariamente in
quest'ordine.
Nico esordì con
-Ti
trovo bene, Solace.-
-E tu sei sempre
deliziosamente macabro, Nico caro, ora passiamo al dunque.-
-Fossi in te non mi
rivolgerei alla mia persona in questo modo. Ti ricordo sempre che posso
annientarti con uno schiocco delle dita.-
Fantastico, pensò
Will, quella frase non l'aveva aiutato per niente a tranquillizzarsi.
Sembrava
che Nico percepisse le sue paure più nascoste, ma
scacciò subito dalla mente
quel pensiero, cercando di riprendere un minimo di lucidità
mentale.
-E
per quale oscuro motivo non l'hai già fatto, avendone
avuta l'occasione una decina di volte?-
-Sai bene cosa voglio
da te, Solace.-
-E
tu sai bene che non ti darò una sola informazione, Nico.
Tra parentesi, dovresti trovarti un soprannome da supercattivo, sai, di
quelli
che finiscono in -man o roba del genere. Farebbe più effetto
nelle
conversazioni. Io ti suggerirei re-della-tragedia o
signor-il-buio-è-la-mia-casa.-
Senza rendersi conto
di essersi spinto oltre il limite, si ritrovò gli occhi
scuri come l'abisso di
Nico che lo guardavano, scintillando di rabbia. Will non fece in tempo
a
darsela sanamente a gambe che si ritrovò avvolto in una
coltre di nubi scure.
Si accorse subito che non somigliavano a quelle di un cielo in
tempesta, ma
emanavano malvagità e disperazione, come delle anime
dannate.
-Nico,
caro, non f-farai sul serio, v-vero?- Balbettò il
biondo, in preda al panico. Non che non si sapesse difendere, ma era
stato
perquisito e privato di ogni arma, anche se dubitò potessero
servire in uno
scontro con.. fantasmi (?). La presenza di quelle ombre, come se non
bastasse,
era riuscita benissimo a rievocare tutte le sue paure e i sentimenti di
rabbia,
odio e rancore che prima vagavano in una parte remota del suo cervello.
Un'altra parte di sé, quella intelligente, probabilmente, si
rese conto che
tutto quel posto, Nico compreso, era stato concepito per indurlo a
pensare
negativamente, in modo quasi malvagio. Volevano corromperlo, magari
farlo
passare dalla loro parte? Quello che stava vivendo ora era forse parte
integrante del piano?
-Nico per favore!
Possiamo parlarne!-
Stranamente le sue
parole ebbero effetto, e il trambusto di voci dell'oltretomba
finì all'istante.
Will però si ritrovò il viso di Nico a pochi
centimetri dal suo, la mano di
quest'ultimo che lo afferrava per il colletto della maglia, e
un'espressione
quasi folle dipinta in volto. Will non lo era riuscito a vedere mentre
era
avvolto in quel turbinio di ombre, ma avrebbe potuto scommettere
qualsiasi cosa
che si stesse crogiolando nelle risate più da sadico
represso della storia.
-Parlarne eh? E io
che pensavo avessi un minimo di cervello sotto quella zazzera di
capelli
ossigenati.-
-Non
è colpa mia se una semplice battuta ti fa scatenare le
fiamme dell'inferno e, per la cronaca, io sono biondo naturale!**-
Lo sguardo di
ghiaccio di Nico ora sembrava potergli perforare l'anima e Will si
maledisse un
centinaio di volte per averlo provocato in modo così
esplicito per la seconda
volta nella giornata, forse inconsciamente desiderava la propria morte.
-Ora
ti conviene scappare Solace, e non farti rivedere più
per l'eternità.-
Disse l'altro
dirigendosi verso l'uscita, il mantello che svolazzava dandogli un'aria
se
possibile ancora più inquietante.
-Io,
con mio grande rammarico però, non posso fare nulla per
aiutarti.-
Nico chiuse la porta a chiave, gettando probabilmente quest'ultima in un abisso senza fine giusto per precauzione, e da dietro le sbarre mormorò -Addio, Will Solace, è stato un vero piacere.-
* Liberamente tratto da Megamind
** Sul serio non l'avete riconosciuta?
Ah, stupidi mondani.....
Angolo delle autrici(perchè, se non si fosse capito, siamo in due...)
*parte la musica*
Io sono il gatto !
Ed io la volpe!
Siamo in società....di noi (non) ti puoi fidar!!!!!
*finisce la musica*
Ciao e un biscotto a te, persona che sta leggendo e non è ancora scappata!
Ma a me non piacciono i biscotti...
E tu non avresti dovuto scrivere, ma continuiamo. Io, signore e signori, sono l'autrice di questo sensazionale, meraviglioso, indimenticabile capitolo!
Be' , aspettate di leggere il prossimo che, tra parentesi, arriverà tra tre settimane, e che , soprattutto, scriverò io.
Certo come no. Ora i ringraziamenti. Ringrazio la mia compare che ha avuto l'idea di questa storia malsana, *si commuove* i miei genitori che mi hanno messo al mondo e beh, ho finito perchè il computer non lo ringrazio neanche sotto tortura.
Dopo il breve sproloquio di questa pazza, vi volevo ringraziare per aver letto il primo capitolo e vi invito caldamente a recensire, vi regalerò tanta cioccolata! (Perchè, cara Volpe, é con la cioccolata che si corrompe, non con i biscotti).
Cosa vuoi saperne tu, sei solo un gatto. Io, da brava pervertita, vi invito a cogliere il doppio senso presente in una delle battute di Nico (ah, Nico... *contempla adorante la sua immagine*).
Non te ne eri accorta nemmeno tu, all'inizio...
Dettagli.
Ci
vediamo alla prossima!
Love and sugar
ilGattoElaVolpe