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Autore: _Cinnamon_    21/05/2015    2 recensioni
Sotto la pioggia fine di un temporale estivo, un incontro inaspettato. Destino o semplicemente caso? Quando piove, tutto sembra assumere un'aria diversa, surreale, evanescente ... e allora dolcezza e malinconia si mischiano per dare quel gusto un'po' agrodolce, tipico dei ricordi.
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Sotto una pioggia di ricordi
 
Questa pioggia proprio non ci voleva. Ma perché non ascolti mai le previsioni del tempo? Per fortuna, qui a Roma, i portici dove ripararsi non mancano. Aspettando che spiova però, sicuramente perderai il treno e non riuscirai a tornare a casa in tempo per guardare la nuova puntata di quel telefilm che ti piace tanto. Ti appoggi al muro sospirando. Il cielo è plumbeo, e le nuvole gonfie, impazienti di scaricare tutta quell’acqua accumulata nell’afa estiva. Dopo tutto però, lo scroscio della pioggia è rilassante, e ti ritrovi a fissare le goccioline d’acqua cadere dal balcone sopra la tua testa, quasi tintinnando a tempo. Percepisci dei passi in lontananza, ma sei troppo persa nei tuoi pensieri per farci caso. Poi,  d’un tratto, senti chiamare il tuo nome. E’ la voce di un uomo, si è rivolta a te con fare un’po’ incerto. Ti giri e la prima cosa che vedi sono due occhi piccoli, del colore della pece. Quegli stessi occhi dove pensavi di vedere l’universo, quando eri al liceo. Li avresti riconosciuti tra mille. Rimani a bocca aperta, e ti serve qualche secondo per realizzare cosa sta succedendo.
«Ho capito che sono dieci anni che non ci vediamo, ma non c’è bisogno guardarmi come se fossi un fantasma … o una scimmia ammaestrata»
Sorridi. A quanto pare il suo umorismo non è stato intaccato dal passare del tempo. Intanto la pioggia continua il suo concerto, complice di quest’incontro fortuito. Lui si appoggia contro il muro accanto a te, lasciando sgocciolare l’ombrello a qualche passo di distanza. Adesso puoi osservare meglio la sua figura, sempre imponente e robusta, ma più definita; e i lineamenti spigolosi del viso, ora addolciti da una leggera barba. L’odore pungente proveniente dal suolo bagnato, si mischia al suo, sempre lo stesso : un misto di dopobarba e fumo di sigaretta.
State lì, e semplicemente parlate, parlate, parlate, parlate di qualsiasi cosa. Quei dieci anni passati senza sentirvi, sembrano dissolversi nell’umidità che impregna i vestiti e increspa i capelli.
«Scusa»
Ti dice tutto d’un tratto. Lo guardi, cercando di capire il senso di quella richiesta di perdono. Lui, notando il tuo sguardo smarrito sorride, abbassando lo sguardo come ha sempre fatto quando sta per dirti qualcosa che e lo fa sentire vulnerabile.
«Per tutto »
Aggiunge infine poggiando il dorso della mano sulla bocca sottile.
Si dice che il primo amore non si scorda mai. Forse perché è quello che fa più male. Così cominci a ricordare, le lacrime,  le notti insonni passate a fissare il soffitto. Quelle mattine, in cui facevi fatica ad alzarti dal letto, buttarti le prime cose che trovavi nell’armadio addosso, e uscivi per andare a scuola con un freddo cane e l’inverno negli occhi. Le litigate, la rabbia, la sensazione che il mondo ti stesse crollando addosso da un momento all’altro. Poi il vuoto, che prende il posto di tutto quanto, quando eri ormai stremata dal pianto, e con gli occhi gonfi e dolenti ti buttavi su quel letto per rifugiarti nella tua tana, al sicuro dal mondo.
Adesso però siete lì, dieci anni dopo, a chiacchierare, senza più quei tuffi al cuore, le farfalle nello stomaco e i brividi alla schiena. E ti sembra strano, forse anche un’ po’ triste … dove si era persa la magia? Quando era finito tutto quanto? Siete lì a parlare come due vecchi amici, a raccontarvi di tutto quello che è successo nel frattempo, e tirando fuori ogni tanto qualche vecchio aneddoto divertente. Intanto ha smesso di piovere, e le nuvole piano piano stanno lasciando il posto a qualche raggio di sole. Vi salutate, e ognuno prende la sua strada, proseguendo la propria vita. Presto tutto sarà di nuovo asciutto, come le tue guance quando hai smesso di piangere. Quand’è che ti accorgi che un capitolo della tua vita che credevi infinito è ormai diventato un ricordo? I sentimenti si ammortizzano, i legami sbiadiscono, ma è anche per quelle gioie e quei dolori che sei la persona che sei ; ed  è per questo, che dieci anni dopo, sotto la pioggia fine di un temporale estivo, appena prima lasciarlo andare puoi rispondergli
«Grazie»
  
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