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Autore: Memi J    04/01/2009    6 recensioni
"Che fosse bella da togliere il fiato lo sapeva, ma non avrebbe mai pensato che Rukia possedesse la capacità di ucciderlo all'istante".
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kuchiki Rukia, Kurosaki Ichigo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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You Can Kill Me;
just touching me.


Sabato sera. Ore 2:18.
Casa Kurosaki.


Ichigo Kurosaki, sedicenne dai bizzarri capelli arancioni, stava rilassandosi sul suo comodo letto, sdraiato a braccia aperte, stiracchiandosi sempre di più ad ogni secondo che passava. Si voltò verso il suo armadio vuoto, l'anta aperta a metà. Intravide un asciugamano candido ripiegato ben bene e appoggiato ordinatamente su un bianco materasso che occupava quell'enorme guardaroba. Sentì spegnersi lo scrosciare dell'acqua che poteva ascoltare fino a qualche istante prima.

Oh, no. Merda. Non dirmi che Rukia ha dimenticato qua l'asciugamano...

Non bastò neppure un secondo per distoglierlo da quel pensiero.
“Ichigo...!”
La voce di Rukia lo raggiunse dal bagno.

Fa che non me lo stia per chiedere. Ti prego ti prego ti prego ti prego.

“Cosa vuoi, Rukia?”
Riuscì a non urlare. Non poteva, i suoi familiari stavano già dormendo. Poteva distintamente sentire echeggiare il russare di suo padre ed il parlottare nel sonno delle due sorelline. La voce di Rukia parve leggermente più bassa di quando lo aveva chiamato pochi secondi prima, ma chiara e limpida.
“Scusami...temo di...aver dimenticato l'asciugamano in camera tua...”.

Dannazione. Dimmi che ci sono degli asciugamani in bagno.

“E...?”
Fece Ichigo, prolungando quella vocale fingendo di non sapere cosa la ragazza stava per chiedergli.
“E...non è che potresti portarmelo, per cortesia?”
Il respiro di Ichigo iniziò a farsi bruscamente più affannato. Cominciò ad agitarsi.
“Cheee? Sei pazza?”
“Non vorrai che esca dal bagno nuda, spero”.

Accidenti. Ma perché è successo? Quella stupida...prepararsele prima le cose, no, eh?
Beh...non c'è molta scelta...
Cercherò di aprire la porta tanto quanto basta per farci passare il braccio.

Si disse così, mentre non curante spalancò l'anta dell'armadio della sua stanza e prese l'asciugamano, spiegandolo. Raggiunse la porta del bagno mentre continuava a maledire Rukia per non aver preso quel maledetto straccio. Tirò un sospiro prima di aprire la porta.

Bene, ci siamo. Ci sono davanti. Ora, aprila piano, Ichigo. E poco. Non fare cazzate.

Il ragazzo dai capelli arancioni abbassò la maniglia, delicatamente, quasi avesse paura di mandarla in frantumi, e aprì poco la porta. Una vocina maliziosa lo fece sobbalzare.
“Non fare il pervertito. Non guardare!”
“E chi guarda! Tieni, l'asciugamano!”
L'innocente sedicenne le porse quella grande salvietta tenendola con la punta delle dita, e mantenendo per tutto il tempo il suo viso fuori dalla porta. Pur non vedendo nulla, stava già iniziando ad arrossire. Non appena sentì l'asciugamano sollevarsi dalle sue dita, trascinò via la sua mano dal bagno e richiuse la porta alla velocità della luce, tanto che Rukia ne rimase sopraffatta.
Ma che cavolo gli è preso?!, le venne spontaneamente di pensare.
Dall'altra parte, Ichigo si appoggiò alla porta, lasciandosi andare. Sospirò profondamente, portandosi una mano sul petto bollente.

Uuuh, è andata. Bene. E' andato tutto come doveva, quindi me ne torno in cam-

Prima che potesse concludere il suo pensiero, sentì qualcosa saltargli addosso: fu preso così alla sprovvista che quasi perse l'equilibrio.
KON! Maledizione! Che diavolo fai?!”
Cercò di non urlare, ma la voce quasi gli usciva da sola. Kon ora aveva un sorriso largo quanto la sua faccia, i suoi occhi luccicavano e le sue guancie erano diventate quasi rosse, e calde.
“C'è la sorellona, in bagno, vero?”
Ichigo lo fissò con uno sguardo maledettamente accusatorio.
“Si stava lavando vero? Quindi adesso, se entro, è nu--
SBAM.
Un colpo secco, un pugno dritto in faccia. Se Kon fosse stato umano, gli si sarebbe rotto il setto nasale. Reazione impulsiva, Ichigo non ci aveva neanche pensato. La mano gli si era mossa da sola.
“Non pensarci nemmeno, razza di pervertito! Tu non ci entrerai, in quel bagno, è chiaro?!”
E mentre i due non facevano altro che malmenarsi, le lamentele di Rukia giunsero alle loro orecchie. Mentre ascoltavano le sue parole, la porta del bagno iniziò lentamente ad aprirsi.
“Ma insomma, cos'è questo casino! Sto per uscire, quindi-”
NO!
La voce di Ichigo interruppe bruscamente il vociare della ragazza. In pochi attimi, il ragazzo si era precipitato verso la porta del bagno chiudendola a raffica, quasi senza pensare alle proprie azioni. Kon era ancora sulla sua testa, le zampe a penzoloni gli serravano gli occhi.
“Non ti azzardare ad uscire da questo bagno! Non adesso!
“P-Perchè? Che succede?!”
Ne capì istintivamente il motivo non appena udì la voce squillante di Kon chiamarla a squarciagola.
“Sorellonaaaa! Vieni fuori! Ti sto aspettandoooo!”

Ah. Capisco. Ecco perché Ichigo non vuole che io esca da qui. C'è Kon.

Il sedicenne scosse il corpo di peluche di Kon, cercando in qualche modo di togliere la pillola dell'anima modificata dal pupazzo.

Al momento è tutto ciò che mi viene in mente. E' l'unica possibilità che mi rimane per zittire questo dannato pervertito. Non posso ammazzarlo, non posso addormentarlo, non posso picchiarlo fino a farlo svenire dal dolore. L'unica soluzione è togliergli la pillola.

Lo scosse invano, non fece altro che aumentare le sue grida e lamentele. Non rimaneva che una cosa da fare. Non avrebbe mai voluto farla, gli procurava un profondo ribrezzo.
“Lo so...fa schifo anche a me!”
Gli ficcò una mano in bocca, sentendo le lacrime del peluche percorrergli il braccio. O forse era la saliva che gli usciva dalla sudicia bocca? Poco importava, dal momento che aveva recuperato la pillola. La pulì e se la mise in tasca, tranquillizzandosi. La voce di Rukia lo raggiunse, di nuovo. Questa volta però sembrava leggermente più inquieta e traumatizzata.
“Ichigo...”
“Va tutto bene. Puoi uscire”.
Quanto mai. Una mossa azzardata. Non doveva. Non avrebbe dovuto dirle di uscire dal bagno. Ma non riuscì a portare a conclusione quei pensieri, che se la ritrovò davanti. Ancora bagnata, le gocce che le percorrevano delicatamente la pelle rosea, le guance arrossate dal calore, le braccia, le gambe. Avvolta solo da un asciugamano che le ricopriva il corpo dal seno a fin poco più in alto delle ginocchia. Aveva i piedi scalzi e se ne stava lì, immobile, davanti alla porta semi aperta del bagno. I corti capelli neri e lucidi le ricadevano bagnati sulle spalle, gocciolando sulla pelle candida e ancora accaldata. Ichigo la stava squadrando senza neanche accorgersene, fissò ogni singolo particolare, non gli sfuggì nulla. Ma quell'asciugamano lasciava intravedere decisamente troppo.
“Cosa stai fissando, Ichigo?”
Il ragazzo, con una velocità incredibile, prese a fissare i suoi occhi tremando a vista d'occhio, e diventando rosso come un pomodoro nel giro di qualche secondo.
“N-N-Niente! Assolutamente niente! I-Io...ecc-co...ehm...eh eh eh...t-tornerei n-nella mia stanza...eh eh...”.

Maledizione maledizione maledizione maledizione maledizione.
Sembro un deficiente.

Rukia gli si avvicinò lentamente, fino ad arrivargli a qualche centimetro dal naso. Era tanto vicina che Ichigo poté sentire sulla pelle del suo viso il calore che il suo corpo accaldato emanava ancora.
Il biondo era terrorizzato. Emotivamente terrorizzato. Era mai stato così mostruosamente imbarazzato? Rukia se ne era accorta. Eccome, se se ne era accorta. Era impossibile non accorgersi di quanto quel ragazzo fosse imbarazzato, era diventato rosso quanto un peperone maturo.
“Attento, Ichigo...”, gli sussurrò la ragazza, avvicinandosì al suo orecchio e premendo sempre di più il suo corpo contro quello del ragazzo, che rimase paralizzato contro il muro, schiacciato dall'imbarazzo come fosse una formica. Ichigo mandò giù il nodo che aveva in gola, pregando le sue gambe di non tremare.
Rukia sorrise maliziosa, premendosi sempre di più.
“Attento...” la sua mano delicata percorse il petto di Ichigo, arrivando al suo ombelico. Le dita alzarono la maglietta del ragazzo di pochi centimetri.
“Ti si stanno rizzando in piedi i capelli...” continuò a sussurrargli.
Ichigo stava svenendo, avrebbe voluto morire. Era più rosso che mai e gli fumava il cervello. Rukia sorrise con l'aria più maliziosa che ci potesse essere.
“...E anche qualcos'altro...”.
Gli si mozzò il fiato. Il biondo si pietrificò all'istante, sentendo la debole risatina di Rukia sfociare in una risata di gusto. Non poté neanche sentirla allontanarsi e dirigersi in camera, tanto era imbarazzato e pietrificato, completamente paralizzato.
Che fosse bella da togliere il fiato lo sapeva, ma non avrebbe mai pensato che Rukia possedesse la capacità di ucciderlo all'istante.







Angolo dell'Autrice:

Cielo, alla fine mi sono davvero iscritta ad EFP òwò. 
Immagino che quindi dovrò ringraziare le mie miteH,
dato che me lo hanno suggerito loro xDDD.
Vabbeh, che dire, questa è la prima Fan Fiction che posto, non torturatemi ò_____ò.
Forse non è il massimo, però devo ammettere che mi piace parecchio,
in quanto io non sia una brava scrittrice xD. Mi è venuta così, di getto,
l'ho buttata giù al momento e poi l'ho sistemata.
Boh, il giudizio spetta a voi ù____ù. E' la mia prima vera Fiction su Ichigo e Rukia
(sono una Black Berry un tantino impazzita xDDD) quindi siate clementi xD. Bacio <3.




Rispondo alle recensioni <3
Winry90: Wiiiiiiiin! Arigatou! Sono contenta che ti sia piaciuta ^^.
Ritsuka96: Oh °_° Davvero? Grazie mille! Ne sono contenta *O*.
Lou Asakura: Louuuuu >.< ! Grazie, davvero! La Doujinshi arriverà, spero xD.
Comunque, spero di riuscire a scrivere altre fictions IchiRuki! Anche perchè, ad essere sincera,
gli altri pairings non mi ispirano quanto loro due! xD.


Infine, Grazie infinite a tutti coloro che leggeranno e recensiranno! Bye!
   
 
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