Sudava, era
paonazzo, il caldo era insopportabile.
Non si sarebbe
più lasciato andare ad una simile debolezza, decise
assestando un pugno rabbioso contro la parete.
Aveva sorriso
accidenti!
Era
inconcepibile che fosse accaduto, ma poche ore prima lo aveva fatto e
Bulma era rimasta a fissarlo con uno sguardo piacevolmente
stupito.
Vegeta
deglutì e per un istante puntò lo sguardo
inferocito contro la porta metallica, aveva la sensazione che lei fosse
lì dietro poiché sentiva quella presenza
dappertutto.
Ruggì
a quel pensiero.
Ah se solo
avesse potuto farla fuori, ma gli serviva troppo quella femmina,
se lo avesse fatto poi chi avrebbe riparato i robot con i
quali si allenava ogni giorno?
Ma era solo
quello il vero motivo per cui la risparmiava? Cercava di convincersene
disperatamente.
Lei era
testarda, era linguacciuta, era decisamente arrogante.
Mettere radici
in casa sua era stato un errore e adesso sentiva suonare un campanello
d’allarme.
Doveva starle
lontano, evitare di incrociare quegli limpidi come laghi di montagna,
doveva ignorarla più di quanto già cercasse di
fare.
Già.
Ma non poteva resistere. Sentiva il bisogno di vederla. Forse gli aveva
fatto un maleficio.
Ultimamente
Vegeta aveva fretta di uscire dalla camera gravitazionale, ma
perché accidenti?
La paura gli
attanagliò lo stomaco e la cosa strana era che il principe
dei saiyan non aveva mai avuto paura prima di quel momento, ma poi
paura di chi? Di lei?
Ma
perché diavolo gli stava succedendo questa cosa?
D’accordo
era il suo compleanno e allora?
Il compleanno di
Bulma ...
Eppure il caldo
continuava ad aumentare.
Strinse i denti
per combattere il senso di disagio che provava a quei
pensieri.
Nessuno poteva
andare in giro a pavoneggiarsi con l’intento di catturare la
sua attenzione e tantomeno poteva farlo quell’insopportabile
donna dai capelli azzurri.
Il suo
compleanno!! Aveva altro a cui pensare lui.
Ripensò
al giorno prima quando gli era ronzata attorno per diverso tempo e con
il suo bla bla gli aveva fatto presente di quanto le piacessero i
fiori, le rose in particolare, gli raccontò di una volta
quando ne ricevette in regalo due dozzine da Yamca.
Compleanno.
Rose. Yamca.
Era pazza
quella!
Sperava forse di
farlo ingelosire? Tzs! Povera illusa.
E poi
cos’erano le rose ? Non ne aveva mai sentito parlare e non
aveva nessuna intenzione di andare ad informarsi.
Vegeta scosse la
testa pensando alla strana sensazione che la scienziata gli suscitava,
era inspiegabile il tremore che avvertiva quando gli stava accanto,
veniva dal cuore quel brivido e la cosa non gli piaceva neanche un
po’…
Dopo aver
brontolato si voltò e tornò alla postazione per
alzare la gravità, cercò allenarsi ma il pensiero
era altrove, diede calci e pugni all’aria senza provare la
minima soddisfazione.
Decise di
smettere tanto era inutile continuare in quel modo svogliato, era
meglio fare un giro da qualche parte, cercare un posto isolato dove
riflettere.
Vegeta prese la
canottiera, la infilò quindi a passo deciso uscì
dalla camera e percorse il lungo corridoio sfrecciando davanti alla
porta del soggiorno, di solito niente riusciva a distrarlo, ma la voce
di lei era un qualcosa di irresistibile. Si fermò e decise
di origliare.
“Ti
dico che ti sbagli, ha dei sentimenti e sono sicura che non ha
dimenticato che oggi è il mio compleanno.” Bulma
parlava con grinta decisa a far valere le proprie ragioni come sempre
faceva del resto.
Qualcuno
però la interruppe con voce ironica.
Era quel nanetto
pelato.
“Ahah
non ci credo, non lo farà mai! Ce lo vedi arrivare con dei
fiori?! Avanti apri gli occhi Bulma è solo uno scimmione
rozzo e maleducato.” Crilin rideva e sembrava
divertirsi un mondo.
Vegeta ebbe
l’impulso di entrare, gli avrebbe carbonizzato la lingua in
meno di un secondo, ma si trattene, era meglio non far sapere a lei che
aveva ascoltato.
Fiori. Rose. Ma
dove? Dove poteva trovarle?
Disprezzandosi
per ciò che stava pensando di fare andò alla
porta a vetri e uscì in giardino, incrociò dopo
qualche istante la figura di Yamca che stava varcando il cancello e lo
guardava con sospetto.
“Ehi
tu buono a nulla. ..” Vegeta si mosse e subito si
ritrovò a pochi centimetri da lui. Cercò di
mascherare le vere intenzione e gli chiese informazioni rimanendo sul
vago.
Un sorriso
sarcastico apparve sul volto del fidanzato di Bulma misto ad
incredulità.
Possibile che
Vegeta gli stesse chiedendo quali erano le rose tra i vari fiori che
adornavano il giardino?
Voleva forse
regalarli a Bulma per il suo compleanno?
Era impossibile,
eppure il dubbio lo fece ardere di gelosia.
“Ora
ti sistemo caro mio!” pensò.
Il sorriso si
allargò mentre decise di indicargli i ciuffi delle piante di
carota che stavano in fondo al giardino e che il dottor Brief coltivava
personalmente per i suoi conigli.
“Quelle
sono rose?!” il principe lo fissò in una
muta battaglia di sguardi, voltò le spalle e andò
velocemente nel punto indicatogli.
“Devi
estrarle dal terreno…” gli urlò il
terrestre ridacchiando sotto i baffi.
“Meglio
sparire…potrebbe finire male.” si disse
allontanandosi in fretta e furia.
Era probabile
che si sarebbe pentito di ciò che stava facendo, ma a quel
punto non gli importava più, Vegeta tirò su dal
terreno cinque piantine e le scrollò per liberarle dalla
terra abbondante.
Poi
tornò verso casa tenendo gli ortaggi stretti nella mano.
Bulma stava
conversando ancora con Crilin quando lui apparve sulla soglia con
l’aria di chi ha appena compiuto un immane sacrificio.
“Vegeta!Credevo
che fossi ancora ad allenarti…” ovviamente lei era
molto felice di vederlo anche se si chiese cosa stesse facendo con
delle carote in mano.
“Hai
fame?” chiese incuriosita. Prima di entrare nel
soggiorno il saiyan lanciò un ‘occhiata per
impaurire Crilin che senza pensarci due volte si sollevò
dalla poltrona e tolse il disturbo.
Vegeta si
avvicinò e guardò Bulma negli occhi con un
espressione torva, ma sensuale, continuò a fissarla
finché non fu lei a parlare.
“Sono
per me?” domandò intuendo qualcosa.
" Si rose!"
esclamò lui con una smorfia.
“Rose?”
Bulma voleva sorridere, ma restò seria, non aveva mai visto
delle “rose” così belle.
“Grazie…”
Vegeta le diede ancora un’occhiata questa volta indifferente
mentre le porgeva quello strano dono.
“Mi
piacciono moltissimo.” sussurrò la donna. Sapeva
mentire bene all’uomo che amava e non avrebbe mai avuto il
coraggio di dirgli la verità, provava sensazioni ed emozioni
così forti che per un secondo le parve davvero di stringere
fra le mani un mazzo di fiori.
Era un regalo
bellissimo.
Abbassò
lo sguardo e quando lo sollevò lui non c’era
più, era molto orgogliosa in quel momento, aveva finalmente
capito di essere importante per lui.
Bunny Brief
entrò e la fece trasalire con la sua voce squillante.
“Cara
cosa fai con quelle carote strette al petto?” chiese
avvicinandosi alla figlia.
“Shhh
mamma non vedi che sono rose, anzi scusa ma le metto subito in un vaso
prima che appassiscano!” esclamò lei scomparendo
in un'altra stanza.
“Rose?”
ripeté la donna.
“E poi
qualcuno dice che la matta qui sono io …” disse
Bunny scrollando le spalle e poi all’improvviso senza porsi
altre domande e con la solita allegria cominciò a
canticchiare un motivetto di Buon compleanno.
Fine.
So che non
è un granché ma l’ho scritta di fretta.
L’ho
scritta per Arianna ( Ary 22) che oggi compie gli anni.
Ti voglio un
universo di bene piccola mia, sei una ragazza stupenda, non cambiare
mai…e scusami se a volte sono stato un coglione.
Giacomo.