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Autore: Memi J    05/01/2009    4 recensioni
Non si era mai comportata così. Così…fredda, distaccata, inanimata. Ichigo sapeva che l’anniversario della morte di sua madre non era un grande giorno felice per la famiglia Kurosaki. Non lo era di certo. Ma lei…lei, che c’entrava?
Genere: Triste, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Kuchiki Rukia, Kurosaki Ichigo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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17th June [Unhappy Aniversary]


Un incidente. Le grida di un bambino. Sangue, tanto sangue. Sangue dappertutto, sangue rosso. Troppo rosso. Kurosaki Ichigo, disteso su quel solito letto, lo ricordava bene. Le lacrime sparse quel giorno, non erano niente in confronto a tutto quel sangue.
 
Oggi è quel giorno. Pensò, con un’aria indescrivibilmente rabbuiata e infelice. Già, quello che il ragazzo stava rivivendo, era quel letale e fatidico giorno, il 17 giugno, solo 12 anni dopo. Non ne aveva mai parlato con nessuno al di fuori della famiglia. Ma quel giorno, si sentiva diverso. Voleva sfogarsi. Versare lacrime, di nuovo? No, forse, quello no. Probabilmente, però, parlarne e togliersi un peso gli sarebbe stato confortante e di aiuto. Sì, parlarne gli avrebbe fatto bene.
, pensò. Forse è il caso che gliene parli. L’anno scorso me lo chiese. Gli dissi che non me la sentivo. Ma lei…lei, sta ancora aspettando.

In quel momento, la porta della stanza si aprì con un suono delicato e morbido. Chi l’aveva aperta apparve davanti al ragazzo dai capelli arancioni con un’aria tutt’altro che felice.
“Buongiorno, ben alzato. Ti ho preparato la colazione. Tuo padre e le tue sorelle sono già andati. Sono rimasta per non lasciarti a casa da solo, ma ho promesso loro che li avremmo raggiunti. Forza, vestiti e scendi. Ti aspetto”.
“Non vai a scuola?” le chiese Ichigo, mettendosi una mano tra i capelli spettinati e guardando il cielo poco nuvoloso fuori dalla finestra semi aperta.
“Oggi non si va a scuola, Ichigo. Lo sai anche tu. E’ la ragione per cui non ti ho svegliato stamattina presto”. Sorrise lievemente, anche se era un sorriso spento. Ichigo rimase a fissarla. La ragazza si voltò in direzione della porta. Uscì dalla camera con passo svelto. Chiuse la porta dietro di sé. Ichigo aveva lo sguardo puntato su di lei anche in quel momento.

Com’era bella. Corti capelli, neri e lucenti, occhi scuri, grandi e limpidi, penetranti, profondi. Graziosa ragazza dalle mille personalità. Lunatica, a volte, ma tenace, forte, semplicemente indescrivibile. Ichigo l’ammirava. Si conoscevano da più di un anno ormai. Da quando era diventato uno shinigami, stavano sempre insieme (insieme, ma purtroppo per lui, non “insieme” in quel senso, come avrebbe voluto).

Ma non si era mai comportata così. Così…fredda, distaccata, inanimata. Ichigo sapeva che l’anniversario della morte di sua madre non era un grande giorno felice per la famiglia Kurosaki. Non lo era di certo. Ma lei…lei, che c’entrava? Ichigo la considerava ormai parte della famiglia. Della sua famiglia. Non come una sorella, no, certo no. Neanche come una semplice amica. Lei era lei. Lei era qualcosa di più. Qualcosa di insostituibile. Qualcosa che se gli venisse tolto, morirebbe. Si sentirebbe perso per sempre, in un mondo troppo grande, senza di lei. Un mondo senza  lei? Non poteva neanche pensarci. Kuchiki Rukia, con la sua personalità, la sua vitalità, la sua sola presenza, riempiva il suo mondo vuoto. Rappresentava per lui tutto ciò che una persona possa desiderare. Lei era tutto. E si può vivere senza il tutto? Kurosaki Ichigo non lo aveva mai dato a vedere, ma provava forti sentimenti verso quella ragazza. E lei non lo sapeva. E lui non sapeva che per lei era la stessa cosa.

Il ragazzo si vestì con i primi jeans e la prima maglietta che gli capitarono a tiro, e dopo un lungo sbadiglio scese le scale per raggiungere Rukia in cucina. La ragazza stava apparecchiando la tavola per due persone.
“Tu non hai ancora fatto colazione?”
“No. Ho preferito aspettarti”.
“Capisco”.
La loro conversazione si concluse lì, con quel “capisco”.
In realtà Ichigo non capiva niente. Cosa aveva Rukia, quella mattina?
Lui non la capiva. Non si era mai comportata in quel modo. Fece così una domanda azzardata. Forse non avrebbe dovuto, non se lo chiese neppure. Ma non sopportava più quel terribile silenzio opprimente.
“Rukia, che cazzo hai oggi? Si può sapere?! Fai così perché è il 17 Giugno o c’è dell’altro?”
“Non c’è…nessun ‘altro’…”. Ottenne questa breve risposta, dalla ragazza che abitava nella sua casa praticamente da sempre. Da quella ragazza che ora aveva un’espressione incomprensibile, rivolta verso il lavandino, intenta ad asciugare qualche piatto o bicchiere, mostrando ad Ichigo la schiena. Dopo poco, Rukia posò l’ultimo bicchiere sulla credenza, si sedette di fronte al ragazzo, consumando velocemente un toast. Ichigo la fissava. Notò come Rukia, quella mattina, avesse gli occhi diversi, quasi spenti. Non erano i soliti occhi, gli occhi che lo avevano fatto innamorare di lei. La realtà era che Rukia aveva un unico pensiero per la testa.
Chissà se oggi, dopo un anno, sarà diverso.
I due finirono di fare colazione in breve tempo.
“Andiamo” disse lui. “Mio padre potrebbe preoccuparsi non vedendoci arrivare”. Lei si limitò ad annuire facendo un cenno con la testa. Lui aprì la porta d’ingresso della casa, fece passare Rukia, e la richiuse dietro di sé.

I due si incamminarono lungo la strada che portava al cimitero, notando che quel giorno caldo di giugno, c’era poco frastuono in città. Tra i due ragazzi si creò un’inspiegabile atmosfera strana. Ichigo voleva spezzare quel silenzio, ancora una volta.
“Senti, Rukia…” ottenne il pieno ascolto della ragazza, ma non il suo sguardo. “Per come…per prima…insomma, mi dispiace…Mi rendo conto di aver alzato troppo la voce. Scusami…come sempre, sono riuscito a dimostrarmi il solito sgarbato e incomprensivo…io…”
“Ichigo” lo interruppe lei. “Tranquillo”. Rukia alzò lo sguardo per incontrare quello del ragazzo, e gli sorrise. Quello era il suo vero sorriso. Quella era la vera Rukia. La ragazza a cui voleva un bene inestimabile. La ragazza che gli aveva cambiato la vita.
“Non preoccuparti, ti capisco perfettamente”. Ichigo ricambiò il sorriso, e i due si rincamminarono. Raggiunsero il cimitero dopo neanche un minuto, ed Ichigo condusse Rukia verso la tomba della madre. Il silenzio che vi regnava era davvero impressionante. Si udivano solo il cinguettio degli uccelli ed il vento tra le fronde degli alberi –in fiore- che costeggiavano i viali. Ichigo e Rukia giunsero così davanti alla tomba della madre del ragazzo, notando con sorpresa che non vi era nessuno.
“Forse hanno visto che non arrivavamo e sono andati a farsi un giretto” ipotizzò Ichigo. Rukia si inginocchiò, seguita poi dal ragazzo, che la guardava. Lui si alzò in piedi qualche secondo dopo, mentre lei rimase inginocchiata ancora per un minuto. Inginocchiata davanti a quella tomba grigia, Rukia osservava la foto incorniciata. La foto di una fantastica, bellissima donna. La meravigliosa donna che aveva concepito quel meraviglioso ragazzo che aveva conosciuto, e che ora stava in piedi accanto a lei. Rukia voltò lo sguardo verso Ichigo, il quale posò i suoi occhi su di lei, capendo in qualche modo di essere guardato. Arrossì lievemente, mentre lei sorrise divertita e, voltandosi nuovamente verso la lapide, sussurrò un lieve e sottile “Grazie” che Ichigo percepì.

Vorrei tu fossi ancora qui. Avrei voluto conoscerti. Se non ci fossi stata tu, Ichigo non sarebbe mai stato qui. Io non lo avrei mai conosciuto…Grazie, signora Kurosaki.

Rukia si alzò, si guardò intorno, poi prese a camminare.
“Grazie di cosa?” le chiese Ichigo, con un’aria da idiota [aria di uno che non capisce proprio niente], senza però ottenere nessuna risposta, se non la buffa risatina di Rukia, la quale camminava lasciandolo indietro.
“Hey! Rukia!! Hey, aspettami!” disse lui, e fece per raggiungerla. Lei aumentò il passo, ed incrementò la risata, provocando un’espressione scocciata sul volto di lui, che si sentì preso in giro.
“Che hai da ridere?!” Rukia rispose ridendo ancora di più, ed Ichigo, che la guardava da dietro, si lasciò scappare un sorriso, accompagnato pochi secondi più tardi da una leggera risatina. Senza chiedersi neppure il perché, Ichigo comprese che Rukia era tornata quella di sempre. Aveva riacquistato la serenità che aveva avuto fino al giorno prima.
Quella, è Rukia.
Ichigo affrettò il passo e raggiunse la ragazza, la sorpassò e le si mise davanti per fermarla.
“Presa” si limitò a dire.
“Ne sei sicuro?” chiese lei in tono sarcastico. Con sorpresa di Ichigo, Rukia fece per iniziare a correre, ridendo, ma il ragazzo la bloccò prendendole la mano, e la prese in braccio, ridendo e dicendo “Eh no, è inutile, non mi scappi!”
I due continuavano a ridere. Sembrava un momento perfetto. Forse il momento più bello della loro vita.
Sì, questa, è la Rukia che conosco.
Ichigo e Rukia si guardarono negli occhi, forse per un minuto. Brillavano, entrambi. Un sogno? No, quella era la realtà. In quel momento, così perfetto, Rukia si sentiva più felice e protetta che mai, lì, in braccio ad Ichigo. Si guardavano intensamente negli occhi, come per scambiarsi i pensieri. Il sole splendeva, saliva in cielo, gli uccelli cantavano più forte. Anche il vento faceva la sua parte. Sembrava che tutti gli elementi della natura si stessero mettendo d’accordo per creare un’atmosfera a dir poco perfetta. Ichigo si sentì sicuro di sé, avvicinò il viso a quello di Rukia, chiusero entrambi gli occhi. Di avvicinavano sempre di più. Le punte dei loro nasi si toccarono, la forza di attrazione era enorme. Le loro labbra si sfiorarono e…
“Che state facendo voi due qui?” un vocione maschile echeggiò nell’aria. Ichigo e Rukia si allontanarono all’istante e si bloccarono nel sentire quella voce. Ad Ichigo si rizzarono in piedi i capelli. Kurosaki Isshin si avvicinò ai due con un’aria sospetta, scrutandoli dalla testa ai piedi. Certo, vedere Rukia in braccio al figlio con le braccia attorno al suo collo forse destava qualche sospetto…
“Ichigo, perché tieni in braccio Rukia?”
“Ehm…ecco io-“
“Rukia-chaaaaaaan! Oddio! Ti sei forse fatta male? Fammi dare un’occhiata!”  Il padre di Ichigo non diede al figlio neppure il tempo di rispondergli.
“N-no…veramente io…” Rukia guardò Ichigo, che le fece l’occhiolino.
“Non è niente, faccio solo un po’ fatica a camminare…tutto qui. Stia tranquillo ^^”
“Mi posso fidare di mio figlio, Rukia-chan? Sai, è un idiota e non sa come comportarsi con le ragazze, potrebbe combinare un guaio, farti cadere o [bla, bla, bla…]” il padre di Ichigo continuò a blaterare mentre i due ragazzi si guardavano negli occhi con un’aria un po’…come dire…ironicamente divertita.
“Papà…va al diavolo”.
“Cosa?? Come osi dire queste cose a tuo padre?!”
Kurosaki Isshin stava per sferrare un calcio al figlio (come era solito fare), ma quest’ultimo si mise a correre via salutando e sbeffeggiando il padre. Da lontano, Rukia urlava “Si fidi, signor Kurosaki, si fidi!”. Isshin rimase a guardarli mentre si allontanavano. Poi alzò lo sguardo al cielo, e rimase ad osservare le nuvole bianche che si muovevano alla brezza estiva, immerso nei pensieri.
“Eh si…cara, nostro figlio sta crescendo…”
In quel momento sopraggiunsero Karin e Yuzu, che portavano in mano ciascuna un mazzo di fiori.
“Tousaaaaaaaan” gridò Yuzu, avvicinandosi in corsa.
“Ah, eccovi qui, ragazze!”
“Un minuto fa abbiamo incontrato Ichi-nii…” confessò Karin.
Yuzu arrossì un poco: “Portava in braccio Rukia-chan e correvano via…”
“Che stavano facendo…?” sbottò Karin.
“Karin-chan, non immischiamoci negli affari di Onii-chan!”
“E chi stava dicendo qualcosa…” Karin assunse un’aria scocciata.
“Lasciateli perdere, ragazze mie. Ma che belli questi fiori! Forza, portiamoli alla mamma!”
Così la famigliola si mise in cammino verso la tomba della signora Kurosaki, a pochi metri più in là.

Nel frattempo, Rukia ed Ichigo raggiunsero un muretto. Il ragazzo fece sedere la mora e pochi secondi dopo anche lui le si sedette accanto.
“Finalmente soli” mormorò Ichigo.
“Certo che quando ci si mette, mio padre sa farmi davvero incazzare!”
Rukia si mise a ridacchiare.
“Ma è davvero simpatico. E’ un grand uomo, non trovi?”
“Chi, mio padre?? Oh, si certo…” rispose Ichigo, con fare sarcastico.
“Eh…tale padre, tale figlio!” sospirò la ragazza.
“Non paragonarmi a mio padre” sbottò lui, a quelle parole.
“E perché no? Siete davvero simili, voi due. Stesso carattere, litigate spesso tra di voi, ma siete proprio uguali”.
Ichigo sorrise.
“Naah, non è vero! Io sono migliore di mio padre! In tutti i sensi e in tutte le situazioni!”.
“Modesto il ragazzo, eh?” Rukia si mise a ridere. Si guardava le mani, le dita incrociate sulle gambe. Ichigo la guardava, mentre lei teneva lo sguardo basso.
“Tuo padre ha trovato una donna fantastica”. Sorrise. “Forse è questa l’unica cosa in cui ti batte”. Rise, subito dopo si voltò verso Ichigo, che finalmente potè guardarla dritto negli occhi. Forse non aveva mai guardato così intensamente quegli occhi da tanto vicino.
“Io non credo” si limitò a dire il ragazzo, che continuava a fissare Rukia, catturata da quello sguardo così serio, ma intenso di lui. Quelle parole causarono il visibile arrossimento di lei. Seduti su quel muretto, i due erano davvero vicinissimi.
E qui ci scappa il bacio!
Sussurrava la coscienza di Ichigo. I visi si avvicinarono notevolmente, gli occhi di Rukia si chiusero dolcemente, quasi sembrava fosse caduta in un profondo sonno da cui solo il bacio di un principe avrebbe potuto destarla. Ichigo chiuse gli occhi a sua volta. I loro nasi si sfiorarono, finchè anche le labbra si unirono in un profondo, lungo bacio che sembrò durare per l’eternità. Quel momento era davvero perfetto, e nessuno [nessuno] avrebbe potuto rovinarlo. Durante quel bacio, la mente di Ichigo si liberò da qualsiasi pensiero che qualche minuto prima affollava la sua mente, fuorchè di uno:
Nessuno, neanche il cielo, può portarmi via il mio angelo.

OWARI.















Micro angolino dell'Autrice xD.
E così, alla fine ho postato anche questa òwò. A dire la verità,
questa è più vecchia della prima che ho postato,
"You Can Kill Me", e di parecchio, anche. Però questa l'ho
reputata subito "peggiore", quindi ho preferito postarla dopo.
Non so per quale motivo, ma ad essere sincera non è che mi piaccia
più di tanto. Non lo so, ditemi voi >.<. Sta di fatto che sia IchiRuki,
e questo basta per far sì che mi piaccia almeno un po' XD.
Ci si risente, forse presto, dato che ho già qualcosina che mi passa
per la mente (e probabilmente starete già pensando "Bastaaaa! Fai pena
a scrivere, risparmiaci le tue storieeee!" XDDD). SalveH <3.





Rispondo alle recensioni <3
Sarugaki92: Oddio *///* Ma veramente? Ti ringrazio tantissimo >__< !
Smemo92: Grazie mille! Ma sai che sinceramente non lo so neppure io esattamente,
nonostante io sia l'autrice della storia? XD. No beh, apparte gli scherzi, penso sia
perchè l'anno prima (il Giugno della storia del Manga, per intenderci)non era stato un giorno
dei migliori, visto come sono andate le cose xD. Comunque grazie davvero! *_*
   
 
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