Serie TV > Shameless US
Ricorda la storia  |      
Autore: milkovichs    24/05/2015    4 recensioni
Lip non la amava, ormai lei lo aveva capito.
Ma chi avrebbe mai amato una creatura come lei? Per quale motivo un normale essere umano avrebbe dovuto amare un qualcosa di tremendamente imperfetto come Mandy Milkovich?
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mandy Milkovich, Mickey Milkovich, Phillip 'Lip' Gallagher
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
You're my beautiful destruction. 

Mandy contemplava il corpo del ragazzo accanto a lei, che dormiva così serenamente. Avrebbe voluto stringerlo forte a sé e non lasciarlo andare mai più, ma sapeva che la cosa non sarebbe stata possibile.
Il respiro regolare, il petto di lui che si alzava e si abbassava regolarmente. Gli occhi di lei scivolarono verso quel piccolo triangolo tatuato accanto allo sterno. Tre linee. Chissà che significava. Non lo aveva mai chiesto a Lip, in realtà, anche se avrebbe voluto farlo. Beh, c’era sempre la probabilità che fosse solamente un tatuaggio senza senso, fatto tanto per fare.
Allungò una mano verso quel piccolo triangolo e lo sfiorò appena, con la punta delle dita. La pelle calda del petto del ragazzo sotto le sue dita era la sensazione più bella che la giovane avesse mai provato.
Mandy aveva voglia di piangere, ma non lo avrebbe fatto. Guardava quel corpo che ai suoi occhi appariva come la cosa più vicina alla perfezione che potesse esistere, poi sentiva una strana morsa allo stomaco.
Lip non la amava, ormai lei lo aveva capito.
Ma chi avrebbe mai amato una creatura come lei? Per quale motivo un normale essere umano avrebbe dovuto amare un qualcosa di tremendamente imperfetto come Mandy Milkovich?
La mora si rannicchiò di lato, allontanandosi dal corpo del giovane accanto a lei e stringendosi nel lenzuolo che con leggerezza ricopriva il suo corpo nudo. I suoi occhi erano ancora fissi sul corpo del ragazzo al suo fianco.
Nessuno l’avrebbe mai capita, di questo era sicura. Nessuno aveva i mezzi adatti per capirla davvero, per attraversare quella corazza dentro la quale era scivolata nel tempo. Nessuno, a parte Lip. Ma Lip, a quanto pareva, non aveva alcun desiderio di attraversare quella corazza, nonostante Mandy, quando era con lui, si spogliasse di tutte le maschere che era costretta a portare con gli altri.
Sei la mia bellissima distruzione, Lip.
Mandy non riusciva a pensare ad altro, in quel momento. Il viso di Lip, nel sonno, sembrava rilassato come la ragazza non lo aveva visto mai. Sembrava un bambino durante la notte di Natale. Era sereno, le labbra leggermente incurvate all’insù, come se sorridesse, il respiro regolare, il petto che con ritmo si alzava e si abbassava in lenti respiri.
Aveva paura, lei. Al mondo c’erano un’infinità di cose che non avrebbe mai capito e accettava il fatto, ma non capire se stessa e ciò che provava accendeva dentro la propria cassa toracica una sensazione orribile. Aveva paura e non c’era nessuno con cui condividere quest’ultima.
Da quanto tempo la sua storia di sesso con Lip era diventata qualcosa di più, almeno per lei? A questa domanda non avrebbe saputo dare risposta, in realtà. Forse era una di quelle cose che succedevano e basta.
Non sapeva se quello che provava era davvero amore. Mandy e l’amore appartenevano a due galassie totalmente distaccate. La giovane cercava di far suo quel gran sentimento, ma non sapeva come fare. In fondo che cosa ne sapeva lei dell’amore? Poteva fingersi esperta in argomento con chiunque, poteva continuare a dare consigli ad Ian, ad insultare suo fratello perché si stava lasciando scappare l’amore della sua vita, ma la nuda verità era che Mandy Milkovich era una frana, quando quel sentimento toccava la sua stessa esistenza.
Forse l’unico problema di Mandy era quello di non essere abbastanza. Già, lei non era Karen, lei non aveva degli incantevoli capelli biondi, il viso d’angelo e la grazia di un’adorabile creatura. Non era stata viziata in ogni modo fin da piccola, non era cresciuta, nonostante tutto, con affianco due genitori che cercavano di dimostrarle affetto in ogni modo.
Lei aveva una cascata di capelli neri come l’asfalto di quelle strade dov’era cresciuta, scappando da suo padre che, ubriaco, la scambiava per sua madre e la violentava quasi ogni sera. Non era una ragazza aggraziata e con il viso d’angelo per il semplice motivo che non poteva permetterselo. Lei era dura, lei si nascondeva dietro la muraglia che per ovvie esigenze si era dovuta costruire e osservava il mondo da lì dietro. Non avrebbe mai potuto rimanere nuda e fragile davanti ai suoi punti deboli. I suoi punti deboli andavano nascosti ad ogni costo. Philip Gallagher era il suo più grande punto debole.
Mandy non trovava giusto che al mondo esistesse la possibilità di non essere amati. Allo stesso tempo, però, era convinta di non meritare nulla di buono. In fondo che cosa aveva fatto di positivo per meritarsi la bontà e la felicità?
Si sentiva spaventosamente egoista. Lip si meritava tutta la felicità di quel mondo, ma lei non era la persona adatta per procurargliela. Credeva che il giovane si meritasse di meglio, ma allo stesso tempo non riusciva nemmeno a concepire l’idea di lasciarlo andare.
Mandy aveva bisogno di lui, ma non voleva condannarlo a restare con lei.
Lip non la amava, Mandy ne era cosciente.
Ma io ti amo tanto, amore mio, vorrei solo che te ne rendessi conto.
Ma forse Lip se ne era reso conto. Se ne era reso conto e ora si sarebbe allontanato sempre di più. Forse anche il giovane Gallagher era giunto alla conclusione che Mandy Milkovich non si meritava amore e che con lei sarebbe stato solamente un sentimento sprecato.
Non era forse un comportamento incredibilmente egoista, quello di pretendere di trascinare nel baratro un altro ragazzo solo perché lo si ama? Non era forse meglio lasciarlo andare, lasciare che vivesse la sua vita come meglio sarebbe riuscito, lontano da una bomba ad orologeria come Mandy?
Eppure la ragazza, nel profondo, sapeva che Lip avrebbe buttato via la sua vita come immondizia, se non ci fosse stata lei al suo fianco. Insomma, quel ragazzo a volte sembrava davvero non voler capire quanto valesse, aveva bisogno di qualcuno che glielo ricordasse costantemente.
Mandy sentì Lip muoversi e mugugnare qualcosa, al suo fianco e quando capì che il giovane doveva essersi svegliato, chiuse prontamente gli occhi, cercando come meglio poteva di fingere di dormire. Non sapeva il perché di quel gesto, semplicemente aveva agito di istinto, ora non le restava che continuare a tirare avanti la piccola scena.
Così rimase con gli occhi chiusi, in attesa di chissà che cosa. Si immaginava Lip che lentamente apriva gli occhi, restava lì un attimo, assorto fra i suoi pensieri, poi si stiracchiava e infine si alzava, scostando quel lenzuolo candido e rivestendosi velocemente, come se volesse scappare da qualcosa, o meglio, da qualcuno, da lei, la ragazza che si lasciava usare come un giocattolo, che ci sarebbe stata sempre per lui, nonostante lui non se lo meritasse.
Per poco non sobbalzò, quando sentì la mano leggera del giovane sul suo viso, che sfiorava la sua guancia con lentezza. E quel gesto, che senso aveva?
Mandy rimase immobile, fin quando non sentì le labbra di Lip sulla sua tempia. A quel punto, si lasciò sfuggire un mugolio.
- Lo so che sei sveglia, Mandy. –
A quelle parole, la mora aprì gli occhi, con un piccolo sorriso sulle labbra. Il ragazzo era ancora sdraiato, girato verso di lei, poggiato su un fianco.
- Non volevo svegliarti, prima, scusami. –
- Non mi hai svegliato tu, non preoccuparti. –
Lip abbozzò un sorriso.
Cazzo, amore mio, quanto sei bello.
Mandy avrebbe voluto baciarlo, ora, ma no, non lo fece. Si trattenne, reprimendo il tutto con una smorfia leggera. Lip l’aveva definita appiccicosa? Ecco, non era così che la ragazza voleva continuare ad essere vista. Lei non era appiccicosa, lei non aveva bisogno di nessuno.
La ragazza sospirò, poi si strinse appena nelle spalle.
- Se vuoi continuare a dormire, non preoccuparti, puoi restare. Oggi esce Mick dal riformatorio, volevo andare a fare un po’ di spesa con gli ultimi soldi entrati nelle nostre casse, giusto per fargli trovare qualcosa di commestibile. Gli altri vanno a prendere Mick, perciò nessuno ti disturberebbe. –
Lip esitò qualche istante, poi scosse la testa.
- Devo passare a casa prima che Ian esca per andare al negozio. Devo aiutarlo con non so quale stronzata di trigonometria.
Mandy annuì, forse con aria leggermente delusa.
Resta con me, ti prego, amore mio.
Nel frattempo Lip si era già rivestito e dopo essersi infilato la maglia, si alzò, dirigendosi verso la porta della stanza di Mandy e si fermò, poggiandosi sullo stipite. 
- Beh, io… io vado, allora. -
La giovane Milkovich tacque per qualche secondo, poi sollevò di scatto lo sguardo.
- Lip… Ti amo. Mi dispiace, ma ti amo, non posso farci nulla. –
Lip, d’altro canto, restò immobile, fissando la ragazza appollaiata sul letto, con il corpo avvolto nel lenzuolo semi trasparente, che lasciava intravedere la linea dei suoi seni scoperti, del suo ventre, delle sue cosce.
Il silenzio del giovane Gallagher stava uccidendo Mandy lentamente, però. Le parole di qualche secondo prima erano scivolate fuori dalle sue labbra senza che lei avesse il controllo, senza riuscire a fermarle.
E ora che glielo hai detto, pensi che sarà meglio?
Una lacrima rigò il volto di Mandy.
No, non doveva permettersi di mostrarsi così fragile, così vulnerabile. Lei non piangeva davanti agli altri, lei resisteva, non affondava, ma continuava a nuotare nel fiume impetuoso della sua vita disastrosa.
Lip fece mezzo passo verso di lei, poi un altro mezzo, lentamente.
- Mandy, non… non piangere, ti prego. –
La ragazza si accasciò con il viso affondato nel cuscino. Il suo corpo era percorso da singhiozzi. Con che presunzione osava chiederle di non piangere?
- E’ ora che tu te ne vada, Lip. – La voce di Mandy appariva soffocata, interrotta da piccoli singhiozzi.
Dopo qualche istante sentì la mano del ragazzo sfiorare la sua nuca, intrecciarsi fra i suoi capelli. Non aveva mai sentito tanta dolcezza da parte di Lip, ma non era di dolcezza che aveva bisogno in quel momento. Era semplice interpretare quel gesto come schifosa compassione e se c’era una cosa di cui era sicura, era che nessuno doveva azzardarsi a compatirla: lei non aveva bisogno di fare tenerezza a nessuno, lei non era così.
- Vattene, cazzo! Ti prego, vattene! Vai a scoparti Karen, vai a scoparti chi cazzo vuoi, lasciami da sola, cazzo! – Mandy, di scatto, si era alzata a sedere e ora urlava contro il ragazzo seduto al bordo del letto, immobile. Sotto gli occhi di lei, due ombre nere, trucco spazzato via dalle lacrime che continuavano a inondare il suo viso. Lip tentò di nuovo di allungare la mano verso di lei, come per accarezzarla, ma immediatamente la ragazza si ritrasse, tenendo stretto il lenzuolo davanti al suo corpo.
- Ti prego, devi andartene. Non hai bisogno di me, tu, lo sappiamo entrambi. –
- Hai appena detto che mi ami. –
- Non c’è nessun bisogno di ricordarmelo, lo so quello che ho detto. Mi dispiace di essermi innamorata di te, non avrei dovuto mai permettermi. –
Mandy sentiva un peso allo stomaco ed era piuttosto sicura che prima o poi avrebbe finito con lo schiacciarla e distruggerla. Se solo Lip avesse avuto un briciolo di cuore e se ne fosse andato… aveva bisogno di piangere e soffrire, ma con lui lì accanto non ce l’avrebbe mai fatta.
- Smettila di dire stronzate. – Dopo qualche istante di silenzio, la voce di Lip risuonò in quella stanza quasi vuota.
La mora non riuscì a trattenere un’espressione appena confusa. Stronzate? Chi stava dicendo stronzate?
- Smettila perché sappiamo entrambi che sono io quello che ha bisogno di te, cazzo. Ho solo una paura fottuta di quello che provo. E non sai quanto mi faccia incazzare questo tuo sottovalutarti, ripeterti che non vali un cazzo. – Lip si interruppe per qualche istante, dopodiché si alzò in piedi e riprese a parlare.
- Sei bellissima, sei la ragazza più forte che conosca, sei spaventosamente perfetta. -
Mandy rimase immobile. Non era in grado di parlare, di muovere un muscolo. Quelle parole l’avevano come pietrificata. Non si aspettava di sentirsi dire cose del genere, soprattutto da Lip.
- Tu lo… lo pensi davvero? – La voce della ragazza era un soffio, un sussurro portato via dalla tempesta che caratterizzava la sua vita.
- Se lo penso? Cazzo, ti amo e sono fottutamente terrorizzato di questo e sto cercando di allontanarmi, per questo motivo, ma non posso, e non voglio, in realtà.-
Qualche secondo di silenzio aleggiò in quella camera.
- Aspetta… Hai detto che mi ami? -
- Oh cazzo, ho detto che ti amo. –
Sul volto di entrambi, quasi in contemporanea, si aprì un sorriso di quelli che ti fanno star bene solo a guardarli. Poi Mandy si allungò rapidamente verso di lui e lo strinse contro il proprio corpo, forte. Lip prese il mento della giovane fra due dita, dopodiché sollevò il suo viso verso il proprio e posò le labbra su quelle di lei, dolcemente.
Smettila di pensare, Mandy. Spegni il cervello e lascia i tuoi problemi fuori da questa stanza.
 
La porta che sbatteva fece sobbalzare il corpo di Mandy che, addormentata, giaceva stretta fra le braccia di Lip. Sì, avevano fatto l’amore. Già, questa volta non era stato solo sesso, lo avevano capito entrambi. Erano rimasti accoccolati anche dopo il rapporto e fra le coccole, avevano finito entrambi con l’addormentarsi di nuovo.
- Lip, svegliati, ehi! –
Le dita esili di Mandy accarezzarono il petto e l’addome del ragazzo, poi, quando sentì dei passi pesanti nell’altra stanza, lo punzecchiò, per farlo svegliare. L’ultima cosa che avrebbe voluto era essere beccata nuda a letto con Lip dai suoi fratelli.
- Credo che Mick sia tornato e con lui anche gli altri. Muoviti, vestiti, perlomeno. –
Lip mugugnò qualcosa di incomprensibile, poi aprì di poco gli occhi, sospirando.
- Dai, Mandy, rilassat…-
Ma le parole di Lip vennero interrotte dall’inconfondibile tono scocciato di Mickey, proveniente dalla cucina.
- Ma è possibile che dentro questa casa non ci sia mai un cazzo da mangiare? Cazzo, almeno quei fottutissimi di poliziotti non mi lasciavano morire di fame. Dove cazzo è Mandy? –
La ragazza, dalla sua camera, scosse la testa, divertita.
- Le donne di servizio vengono pagate per fare la spesa, stronzo! –
Lip cercò di non ridere. Cinse la vita della ragazza con un braccio e la tenne stretta a sé, per qualche istante.
- Dici che si incazzerebbero tanto, se ci trovassero qua così? –
- Ah, non lo so… Ma sappi che non ho intenzione di alzarmi, se tu resti qua con me. - 


Sì, di solito scrivo su Mickey e Ian, ma oggi mi sono detta "ehi, proviamo a scrivere qualcosa sull'altra faccia dei Gallavich" ed eccoci qua. Spero non faccia tanto schifo. 
Ciao ciao, Sofia. 

 
   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Shameless US / Vai alla pagina dell'autore: milkovichs