Fanfic su artisti musicali > Beatles
Segui la storia  |       
Autore: Beatlesvoice    24/05/2015    0 recensioni
"Diventeremo più grandi di Elvis!" disse John con tono entusiastico.
Paul scoppiò in una grossa risata.
"John, ti stai comportando proprio come fanno i sognatori"
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Salirono sul palco e furono subito investiti dalla luce dei riflettori.
 
“Eccoci qua mio carissimo pubblico, siete pronti a fare rock?!” urlò John, completamente invaso dall’entusiasmo.
Il pubblico gridò in risposta, e così cominciarono.
 
Iniziarono con Be-bop-a-lula, un brano carico di energia, un’energia che era presente anche nella band che stava sul palco a suonare.
 
La voce di John, una voce potente, graffiante, rock ‘n’ roll, risuonò in tutti il locale, facendo impazzire il pubblico.
 
Quei ragazzi avevano talento, tanto talento, e anche quelle persone lo avevano capito, non avrebbero scordato quel gruppo e chissà, un giorno magari avrebbero potuto vantarsi che quella band famosa aveva iniziato proprio in quei locali.
 
Arrivò il turno di George, il piccolo George, che avrebbe cantato Roll Over Beethoven, una delle sue preferite.
 
Era la prima volta che la cantava ad Amburgo.
E Amburgo non era la stessa cosa di Liverpool, il pubblico era molto più esigente e sfrenato rispetto a quella loro città.
 
Si avvicinò timidamente al microfono, prese un bel respiro e cominciò.
 
E non avrebbe potuto cantare e suonare meglio.
Quella gente sotto il palco gridava per lui, proprio per lui, per la sua voce, per la sua chitarra.
 
Quelle persone lo adoravano, e per quei minuti della sua canzone, anche George aveva iniziato ad adorarsi.
 
Alla fine sorrise soddisfatto, si girò verso John, visivamente sorpreso, poi verso Paul, che gli applaudì.
 
Lo spettacolo fu un successo straordinario, non avevano sbagliato una singola nota, ogni canzone sembrava prendere vita da quanto era suonata bene.
 
Arrivò l’ultima canzone, e insieme a quella arrivò il turno di Paul.
John, prima di introdurre Paul, guardò il ragazzo, i suoi grandi occhi verdi erano concentrati e rivolti verso il pubblico, e da essi non traspariva nessun minimo timore.
 
Iniziò a cantare, incantando il pubblico, iniettando nelle loro vene una carica di adrenalina sorprendente, mandandoli in estasi.
 
A ogni ritornello le ragazzine urlavano, immaginandosi che forse quel ‘besame mucho’ fosse dedicato a loro.
 
Paul aveva fascino, tanto fascino, un fascino che ammaliava chiunque si trovasse sulla strada, e lo sapeva usare per bene.
 
Quella sua bellezza mischiata al suo talento avrebbero prodotto a ogni performance un incredibile successo.
 
La sua voce con quelle parole era pura poesia, pura arte.
 
Finirono lo spettacolo in un bagno di applausi, e perfino Häns, che di solito non esprimeva il suo appoggio, si era sciolto a un piccolo cenno di approvazione.
 
 
Finirono tutti e cinque nel piccolo camerino, sudati, affaticati, con gli occhi gonfi ma incredibilmente fieri di loro stessi.
 
Non smettevano di sorridere, o di ripetere quanto fossero andati bene.
 
Avevano cinque lattine di birra, e John ebbe la brillante idea di fare un brindisi.
 
“Io, John Lennon, posso ufficialmente dire che spaccheremo ogni singolo culo tedesco!”
 
I compagni applaudirono estasiati e fermamente convinto di quell’affermazione.
Non avevano mica tutti i torti.
 
“Brino a noi, brindo a Amburgo, ma brindo soprattutto al signorino Paul McCartney, che questa sera ha scoccato milioni di frecce nei cuori di queste giovani pulzelle amburghesi!”
 
Il ragazzo dagli occhi verdi arrossì.
Quante cavolo di volte stava arrossendo in quel periodo?
 
Così brindarono tutti. 
Tutti eccetto Stuart Sutcliffe.
 
 
 
Non resse quell’elogio diretto all’odiato McCartney, così preso dalla rabbia scappò.
Nessuno se ne accorse, erano tutti troppo occupati, come al solito, gli occhi di John erano solo per Paul, come al solito, nessuna novità.
 
Uscì da locale, trovandosi immerso in una terribile tempesta, che sembrava riflettere il suo stato d’animo.
Non era pioggia, la pioggia era rilassante, tranquilla, pacata, la tempesta no, era impetuosa, senza limiti.
 
Si mise a correre, non gli importò di nulla, volle solo andarsene da quel luogo maledetto.
Non voleva neanche tornare.
Lui era il ragazzo tenebroso, apatico, senza sentimenti, non avrebbe sopportato l’idea di essere preso in giro da tutti per quel suo atto di debolezza.
 
Gli uomini non piangono.
 
 
Si mise gli occhiali da sole, benché piovesse, serrò le sue grandi mascelle e corse, continuò a correre senza fermarsi, se ne fregava se il suo cuore batteva all’impazzata, tanto quel cuore era già stato distrutto molte volte, se ne fregava se la pioggia appannava i suoi occhi talmente era fitta, se ne fregava di tutto.
 
Corse per rifugiarsi in un posto dove avrebbe potuto sfogare la sua rabbia.
 
O programmare come e su chi sfogare quella rabbia che non conosceva confini.
 


Buonasera!
Si, anche noi a volte aggiorniamo rispettando i tempi...
Quini, giunti al capitolo 20, arriva un'importante svolta, per coloro che l'aspettavano, Stuart scappa.
Cosa attenderà il nostro tenebroso?
Nel prossimo capitolo lo scopriremo.
Alla prossima,
Baci
 Beatlesvoice&Nowheregirl62
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Beatles / Vai alla pagina dell'autore: Beatlesvoice