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Autore: Mira_Litkin    25/05/2015    1 recensioni
Angela è la sorella di Romano e Feliciano, centro italia. La Fanfiction è -se si può dire- un re-make di Hetalia dal punto di vista di un nuovo personaggio, sarà un filo più fedele alla storia -mantenendo la chiave comica dell'anime, ma avendo anche scene tristi, fluff e pucciose-.
Oltre ad Angela ci saranno 3-4 personaggi nuovi.
Spero vi abbia incuriosito, ci vediamo dentro!
Genere: Avventura, Comico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Nord Italia/Feliciano Vargas, Nuovo personaggio, Pirate!Hetalia, Sud Italia/Lovino Vargas, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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Ci attaccano dal mare e dalle montagne!

Era un nuovo giorno nella piccola penisola italiana. 
Un giorno d'estate precisamente. Questo voleva dire ciel sereno, uccellini che cinguettano, ma soprattutto caldo.
Caldo, caldo... Tanto caldo.
Tanto che tre bambini nel tentativo di sfuggire a quell'afa si erano arrampicati su un vecchio pino silvestre in riva al mare, precisamente su un ramo che sporgeva sull'acqua cristallina del mare.
Erano tre gemelli, due maschi ed una femmina, simili quanto diversi tra loro.
 
Il più grande dei tre, Romano, era appoggiato al tronco. Una gamba pendeva spensierata dal ramo, l'altra invece era leggermente circondata dal braccio destro del proprietario, il quale fissava con sguardo perso le lunghe coste sabbiose estendersi fino all'orizzonte.
Era un bambino dai grandi occhi color ambra, i capelli erano castano scuro tendenti al rosso dai cui spuntava un ciuffo antigravitazionale. L'espressione era perennemente incazzata, perfetta rappresentante del suo carattere perennemente incazzato, appunto.
Era un bambino dalle facili bestemmie ma piuttosto protettivo con gli altri due fratelli, forse perché si sentiva in dovere di proteggerli essendo il più grande della famiglia, dopotutto il nonno non c'era più...
 
Il “medio”, come amava definirsi lui, si trovava sulla punta del ramo in equilibrio precario. Il suo nome era Feliciano, il più spensierato, pigro e allegro dei tre. Aveva i capelli corti e castano chiaro mossi dal vento, con un ciuffo arricciato verso l'alto. Gli occhi color miele erano sempre socchiusi, dandogli quell'aria spaesata che lo caratterizzava. L'aspetto ricordava vagamente quello di una bambina.
 
Ed infine c'era Angela, una bambina dai capelli corti e mal tagliati, castani con ciocche bionde, una delle ciocche bionde si arricciava verso l'alto e gli occhi erano profondi e color ambra. Era molto combattiva, ambiziosa e testarda. Lei e Romano litigavano spesso per via dei loro caratteri ostinati, tuttavia i litigi di Angela e Romano erano paragonabili ad un temporale estivo: duravano poco ma erano devastanti, per fortuna dopo neanche due minuti ricominciavano a giocare tutti insieme.
L'aspetto e la voce facevano pensare ad un bambino, ma a fare la differenza era di sicuro il taglio di capelli. Loro non avevano parrucchieri o cose del genere, si tagliavano i capelli a turno con quello che trovavano: dal coltello al frammento di specchio. In genere quando tocca a Fely lei ha un taglio normale, capelli lisci e scalati. Quando invece tocca a Romano sono tagliati veramente a cazzo, ma vabbeh, meglio se non lo si fa arrabbiare in quel periodo.
 
«Romano, Angela, guardate~» Feliciano indicò per la millesima volta un punto preciso all'orizzonte.
«Fely, è mezz'ora che indichi per di là, ma'n se vede niente» Fece presente Angela ravanando nella tracolla di Romano, gli era venuta fame e lì c'erano sempre dei lamponi o frutti di bosco.
«Ve~, voi non vedete, ma io le vedo!» La castana, con suo sommo piacere, trovò finalmente tre lamponi in una tasca interna della borsa.
«Fely di che parli?» Sbottò Romano, scrutando l'orizzonte, Feliciano l'aveva incuriosito.
«Di quelle cose!» Feliciano continuava ad indicare quel punto. Romano guardò prima il mare poi Fely, Fely, mare, mare, Fely, Fely, mare. Romano fissò un'ultima volta Fely.
«Ma che stai a di'?» Romano a volte davvero non lo capiva sua fratello, avevano la stessa età -sebbene lui avesse ben 5 minuti in più di vita-, eppure Feliciano gli sembrava molto più piccolo di lui.
«Le cose... Quelle che viaggiano sull'acqua...» Romano si spiattellò la mano in faccia esasperato.
«Gle jnavi -disse Angela con la bocca piena di bacche, ne aveva trovate altre e non aveva saputo resistere- Idiota»
 
Fely non perse minimamente il sorriso e continuò a fissare l'orizzonte per un bel po', finché Romano non scese dall'albero e Angela si tuffò in acqua.
«Hey, aspettatemi!» Urlò Feliciano poco prima di cadere in acqua.
«Lo dicevo io che sarebbe caduto...» Disse Angela vedendo Feliciano sguazzare poco contento nell'acqua, lui non sapeva nuotare.
«Bastardo, ci tocchi!» Dette queste parole Feliciano si alzò in piedi e corse ad abbracciare Romano.
«Ve~ Mi hai salvato fratellone!» Sul viso di Romano comparve un espressione contrariata.
«Non ti ho salvato, bastardo! Ti ho solo detto che ci tocchi!» Disse cercando di liberarsi dalla stretta mortale del più piccolo. Feliciano mollò la presa continuando a sorridere e prese a correre verso la campagna mormorando un flebile “Ve~”.
 
«Mi sa che ci tocca seguirlo» Sospirò Angela.
«Mi sa che c'hai ragione»
 
I due si lanciarono all'inseguimento del fratello, finché non lo videro entrare nella loro casa. Sempre se casa si potesse chiamare quella sottospecie di rifugio sull'albero.
Quando giunsero sotto l'albero Angela si arrampicò per prima, seguita da Romano. Si arrampicarono abilmente sul tronco sino a raggiungere la botola sul pavimento che conduceva all'interno della casa.
Angela provò ad alzarla, ma la botola non accennava ad aprirsi.
«Fely, alza il culo!» Dette le paroline magiche la botola si aprì, rivelando l'interno della casa. Angela si tirò su, aiutando poi il fratello a salire.
«Perché sei corso via!?» Le urla isteriche di Romano invadero la stanza.
«Potevi farti male! E se cadevi? Ma a te non interessa di certo! Tanto siamo noi che soffriamo per la tua morte, mica tu!» Fely stava per scoppiare a piangere, ma di questo Romano non se n'era neanche accorto.
«E poi con il tuo “Ve~”, noi siamo i discendenti di Impero Romano, ti rendi conto!? E tu vai in giro a fare “Ve~” come se fosse la cosa più normale al mondo!» Angela prese un respiro e ficcò un cartone* in piena faccia a Romano, dall'alto verso il basso, come si faceva dalle parti della ragazza.
«Non vedi che sta piangendo? Deficente! -Angela conosceva bene la causa di quegli attacchi di onore verso le proprie origini, la recente morte del nonno aveva trasformato Romano, rendendolo “più palloso” come lo definiva la sorella- Se per rispettare le mie origini devo far piangere Fely... Allora fanculo l'onore!» Detto ciò Angela si voltò verso Fely e lo abbracciò.
«Tutto bene?» Mormorò poi la castana asciugandogli una lacrima.
«S-sì» Rispose lui osservando i propri piedini scalzi e sporchi. Romano era in silenzio nel suo angolo di stanza. Non aveva ancora detto una parola.
«Hai ragione» Mormorò qualche secondo dopo, facendo voltare i due fratelli.
«Puoi raccogliere un po' di olive? -si rivolse Angela a Fely- Diciamo... Un cesto pieno?» Domandò poi porgendogli uno dei cesti che avevano fatto qualche settimana prima.
«Ok!» Detto ciò il castano uscì velocemente dall'abitazione.
 
Il silenzio caló nella casetta di appena due metri per due, interrotto solo da canto degli uccellini. Venne bruscamente interrotto dalla bambina.
«Perché ho ragione?» Il Romano davanti a sè non lo riconosceva più da qunado era morto il nonno, perciò la castana non sapeva mai come trattare il fratello ultimamente.
«Ho messo l'onore davanti alla serenità tua e di Fely... E non capisco perché l'abbia fatto... -disse mantenendo lo guardo fisso su quello di Angela- Dopotutto io voglio bene a Fely!» Angela si sentiva male, non poteva aiutare il fratello in alcun modo, e questo la faceva star male.
«Stai piangendo?» La domanda di Romano fece drizzare i peli ad Angela.
“Io sono una roccia, e le rocce non piangono” pensato ciò si asciugò le lacrime e sorrise.
«Ora non più!» Disse.
 
Il silenzio caló di nuovo, ma solo per qualche secondo, dop-
«AAAAAAAAAAAAAAAH~» Feliciano prese a correre in cerchio nella casa, facendo volare tutte le olive raccolte -2/3 neanche.
«Fely che è successo!?» Angela provò a fermarlo, alla quarta sberla riuscì a farlo smettere di gridare, alla quinta riuscì a farsi rispondere.
«CI ATTACCANO!» Urlò Feliciano piagnucolando.
«CHI?» Angela era nel panico, come potevano sopravvivere ad un attacco multiplo?
«AUSTRI E S-» Un proiettile bucò il muro e si piantò nella parete opposta.
Feliciano teneva lo sguardo fisso sul collo della sorella. Angela sentì un leggero prurito al collo, poggiò le dita e fece per grattare quando senti del liquido caldo scorrere da esso.
 
Lo sguardo si assottigliò.
 
Il sorriso scomparve dal viso della bambina.
 
Si avvicinò a passo lento ma pieno di tensione verso la parete dove era conficcato il proiettile, lo staccò e lo esaminò con calma estenuante.
«Questo è il proiettile di una pistola a pietra focaia... -mormorò rigirandoselo tra le dita- utilizzata dalle navi d'assalto... Di Spagna» Angela se lo rigirò tra le mani per qualche secondo, dopodiché lo mise in tasca. E si voltò verso Fely.
«Va a prendere la cassa» Il suo tono non ammetteva repliche.
«S-sei sicura?» Gli occhi di Fely incontrarono per la prima volta il vero sguardo di fuoco di Angela, e non gli piacque affatto.
«Vado, ve~» Dopodiché si tuffò in un mucchio di scatoloni, alla ricerca della Scatola.
  
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