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Autore: EchelonDeathbat    25/05/2015    0 recensioni
(Crossover con Death Note)
Dal testo "-Sono incinta, dolcezza!- esclamò tutto d'un fiato.
Spalancò gli occhi incredulo. “Io. Un figlio. Con River!” pensò."
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Doctor - 11, Doctor - 12
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3: Wammy's House

 

River e il Dottore arrivarono all'orfanotrofio con il piccolo Nate.

Li fecero accogliere in una sala dove un uomo distinto era seduto dietro alla scrivania.

-Buongiorno signori. Io sono il signor Watari, sono il fondatore di questo istituto, come posso aiutarvi?-

-Salve, siamo qui per chiedere se l'istituto può occuparsi del nostro bambino. Noi non abbiamo i mezzi per poterlo tenere, sappiamo che questo posto accoglie i bambini con un grande quoziente intellettivo, ci chiedevamo se fosse possibile per voi poterlo tenere per istruirlo-. Disse River che teneva in braccio Nate.

-Possiamo tenerlo qui per un po', se non ha nessun altro posto dove andare, ma successivamente, se vedremo che non è intelligente come gli altri, saremo costretti a mandarlo in un altro istituto-.

-Non c'è n'è bisogno, Watari. Sono sicuro che quel bambino è intelligente come dicono i suoi genitori-. Pronunciando quelle parole, entrò un bambino di circa sette anni con i capelli neri sparati per aria e due occhi scuri come la notte. Era molto magro e con la pelle bianca come quella di un cadavere.

-L, come fai ad esserne così sicuro?- domandò Watari al giovane.

-Lo so, punto. Basta osservare il padre, è un genio incompreso, glielo si legge in faccia. Non sembra neanche umano-. Disse in modo serio e pacato. In tutta la sua lunga vita, il Dottore non aveva mai incontrato prima dall'allora un essere così inquietante.

-La domanda è: come mai volete abbandonare vostro figlio?- continuò il bambino osservando River e il Dottore negli occhi.

I due abbassarono lo sguardo sentendosi un po' colpevoli.

Nel vedere ciò, L si allontanò per uscire in giardino con gli altri bambini per prendere una boccata d'aria.

-Dovete scusarlo, non gli piacciono molto gli adulti. Lui è L, il bambino più brillante dell'istituto. È la persona più intelligente che io abbia mai conosciuto. A volte prevede persino i pensieri degli altri, fa “paura” in certe situazioni. Un giorno, sarà un grande detective. Mi fido del suo giudizio, se dice che lei, signore, è un genio, allora sarà così per davvero. Suo figlio potrà stare qui insieme agli altri bambini-. Concluse Watari.

-La ringraziamo molto, signore-. Esclamò River.

-Signore, posso uscire un attimo per scambiare due parole con L?- domandò il Dottore osservando il cortile fuori dalla portafinestra.

-Certo, ma non se la prenda troppo se L la tratterà un po' male-.

 

L non stava giocando con gli altri bambini, era seduto in una posizione molto bizzarra a mangiare una caramella al miele, quando il Dottore gli si avvicinò per parlare.

-Davvero credi che io sia un genio?-

-E' sicuro all'80%-.

-E invece il 20% restante?-

L si girò per guardarlo meglio. -Il 20% è l'ipotesi che tu sia solo un gran pallone gonfiato. Ma sono più propenso per la prima ipotesi. E credo che tu sia anche un po' pazzo, come tutti i geni-.

-Lo prendo come un complimento, L-. Lo ringraziò il Dottore.

-Sai, L è l'iniziale del mio nome. Nessuno sa il mio vero nome, come nessuno sa il nome di nessun bambino presente in questo orfanotrofio. Anche il tuo bambino dovrà nascondere, anche a costo della sua stessa vita, il suo nome. Nessuno deve sapere come si chiama, gli unici a saperlo sarete solo lui e voi due, i suoi genitori. Questo vi terrà legati in eterno-.

-Bhe, allora qualcosa in comune con te e mio figlio ce l'ho-. Si avvicinò all'orecchio di L per sussurrare piano: -Nessuno sa il mio vero nome. La sola persona in tutti gli universi a saperlo è mia moglie-.

-Tu non sei umano, vero?- domandò il bambino.

-Perché mi fai una domanda del genere?- chiese sorridendo il Dottore.

-Perché nessun essere umano si vestirebbe in quel modo-. Rispose.

-Non sono vestito poi così male, una volta avevo l'abitudine d'indossare un completo elegante con ai piedi delle All Stars. Credevo di essere migliorato!-

-Comunque non hai risposto alla mia domanda, sei umano o no?-

Il Dottore sorrise ancora per poi rispondere con un'altra domanda: -Ci credi agli alieni, L?-

-Non escludo che possano esistere-.

-Bene, io sono un alieno. Sono un Signore del Tempo-.

A differenza di molti prima di lui, L non sembrò affatto sorpreso di quell'affermazione.

-Sei uno di quelli che viaggiano nel Tempo e nello Spazio?- domandò dopo qualche minuto.

-Esattamente. Hai sentito parlare di noi?-

-Sì. Watari mi ha parlato di voi una volta. Dice che uno di voi ha salvato la Terra tantissime volte-.

Il Dottore capì che stava parlando di lui, ma non volle dare l'idea di uno che si vantava.

-Quello è un buon Signore del Tempo, cerca di fare sempre del suo meglio-.

-E tu invece? Che Signore del Tempo sei?-

A quella domanda non rispose subito. In effetti non sapeva più se era ancora l'alieno che riusciva sempre a salvare le persone, o se era diventato solo un vecchio, sciocco sognatore.

-Faccio il possibile anch'io per poter salvare le persone a me care, ma non sempre ci riesco. Le persone fanno meglio a stare lontane da uno come me, perché in mia presenza non sai mai cosa potrebbe accadere-.

-Per questo lasci qua tuo figlio?-

-Esatto. Per lui è meglio crescere lontano da tutto quello che ha a che fare con me. Mi capisci, vero, L?-

-Sì. Spero che anche i miei genitori mi abbiano abbandonato per proteggermi-. Disse abbassando lo sguardo.

Il Dottore lo abbracciò delicatamente.

Era saggio e molto più maturo dei suoi coetanei, ma rimaneva pur sempre un bambino, e come tale avrebbe avuto bisogno di due genitori.

L si stupì di quel contato, non era abituato agli abbracci.

-L, mi dovresti fare un favore-. Gli disse dopo un po' di minuti.

-Cosa dovrei fare?-

-Potrai vegliare su mio figlio? Gli potrai dire che i suoi genitori gli vorranno sempre bene e che se l'hanno portato qui è solo per il suo bene?-

-Lo farò-.

 

Fu difficile staccarsi dal piccolo Nate per i due coniugi, soprattutto per River. Sapere che non avrebbe più rivisto il suo bambino le provocò tanta sofferenza.

-Noi ti vorremo sempre bene, piccolo!- mormorò la donna al proprio figlio mentre lo prendeva in braccio per l'ultima volta.

Nell'andare via, il Dottore si scambiò uno sguardo con L, che annuì e si voltò subito per andare a vedere come stesse Nate.

-Avrò cura io di te, piccolo. Ma non preoccuparti, un giorno i tuoi genitori torneranno per venirti a riprendere-. Gli sussurrò. Era sicuro di quello che diceva. Automaticamente il piccolo Nate gli sorrise.

 

Per il Dottore e River fu un brutto periodo. La donna era del tutto scossa, prima la perdita dei suoi genitori, ed ora dovette anche rinunciare al suo unico figlio.

I due presero strade diverse per un po', entrambi volevano riflettere e stare soli. Il Dottore aveva troppa tristezza addosso, non poteva aiutare River, così preferì allontanarsi un po' da lei. In fondo, lui faceva sempre così, quando si sentiva triste si chiudeva a riccio e preferiva rimanere solo piuttosto che far star male le persone che amava. Questa volta decise che non voleva al suo fianco neanche la sua adorata moglie.

 

NdA: Scusate se pubblico adesso ma ho avuto una giornata impegnativa, e dato che sono stata impegnata tutto il weekend non ho riletto il capitolo e non so se ci sono degli errori, in tal caso vi prego di scusarmi >.< spero che fino a qui la ff vi piaccia ^^ mi farebbe piacere ricevere qualche recensione ;) il prossimo capitolo sarà l'ultimo :) alla prossima!!

The ring guardian

   
 
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