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Autore: Em_    26/05/2015    5 recensioni
Elena Gilbert è una specializzanda in chirurgia del primo anno. Suo padre è il primario e anche sua madre lavora lì.
Qui ritrova i suoi vecchi compagni e amici e scopre con gioia che saranno i suoi nuovi colleghi.
Tutto sembra andare bene finché, la sera del ricevimento per i nuovi arrivati, compare qualcuno dal passato di Stefan ed Elena.
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Dal testo: «Ehi, Stefan? Terra chiama Stefan!» gli dico ridacchiando.
Lui sposta lo sguardo più in là e non mi guarda. «Damon.» dice freddo.
«Ciao fratellino.» risponde sarcastico l’uomo.
Aspetta, cosa? Quel Damon? Il fratello che se n’è andato quando avevamo dieci anni? Che cavolo ci fa qui? Non si fa vedere da sedici anni ed ora si presenta nel nostro luogo di lavoro?
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Stefan Salvatore, Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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19. Forse serviva tutto questo 

 

Nell’istante in cui Elena ha detto “e se fosse rimasto là dentro…?” non ho avuto dubbi su ciò che dovevo fare, sarei entrato in quell’ospedale e avrei cercato mio fratello ovunque finché non l’avrei trovato. Non mi importa se mi farò male, se mi ferirò, io ho il dovere di trovarlo. L’ho appena ritrovato e non ho intenzione di perderlo di nuovo. Lascio Elena con le sue amiche mentre mi faccio strada tra i pompieri e i soccorritori, probabilmente si opporranno e non mi lasceranno entrare ma poco importa quel che dicono, non è nei miei programmi stare ad ascoltare qualcuno in questo momento. Sono quasi giunto all’entrata quando il braccio di un uomo mi blocca, senza neanche voltarmi mi libero dalla sua presa e continuo la mia corsa mentre lui da dietro mi urla di tornare indietro se voglio vivere. Ovviamente non gli do retta e qualche secondo dopo riesco nel mio intento ovvero entrare nell’ospedale senza farmi beccare di nuovo da qualcuno. Devo salire al quarto piano, è lì che è cominciato l’incendio ed è lì dove si trova l’area di chirurgia quindi se Stefan è qui dentro è sicuramente lassù. Prendo le scale facendo i primi due piani di corsa ma l’ultimo mi risulta molto più faticoso per via del fumo che inizia a spargersi in tutte le stanze. Ad essere sincero mi spaventa l’idea che Stefan sia intrappolato da qualche parte con un incendio del genere, essendo medico so benissimo che effetti ha il fumo se respirato troppo a lungo e di certo non sono belle cose. Vago per i corridoi in cerca di mio fratello proteggendomi come posso con una mascherina, non serve a molto ma è pur sempre qualcosa. Comincio a pensare di aver fatto un’enorme bravata a venire quassù da solo senza nessuna attrezzatura per tenere al sicuro la pelle e i polmoni, ma nonostante tutto sento il bisogno di proteggere mio fratello ad ogni costo così come ho fatto quand’era piccolo, non lo abbandonerò questo è sicuro. Ripensandoci è per questo che sono diventato un chirurgo, volevo aiutare le persone e non semplicemente parlandoci come fa uno psicologo proprio prenderle e sistemarle. Non credevo di farcela in realtà, nei primi due anni di liceo ero un pessimo studente ho persino rischiato la bocciatura che per fortuna non è arrivata. Sono contento di dove sono ora anche se ho compromesso il mio rapporto con Stefan andandomene di casa, ora che ci siamo ritrovati, ora che ho anche Elena non posso rischiare di mandare tutto all’aria di nuovo.

«Stefan?! Dove sei?» grido sperando in una risposta.

La nube di fumo si fa sempre più spessa e non vedo quasi nulla, di mio fratello non c’è traccia e sto cominciando a perdere le speranze. Se solo sapessi dov’è andrei a prenderlo e ne usciremo insieme e soprattutto vivi.

«Stefan?! Sei qui?» riprovo.

Mi guardo intorno scrutando ogni angolo, non ho idea di dove possa essere quest’ospedale è davvero enorme e se non fosse più qua non saprei davvero dove cercarlo. Vado verso le sale operatorie quando sento una voce provenire esattamente da là. Entro in sala tre ormai completamente coperta di fumo, non vedo ad un palmo dal mio naso ma continuo a sentire qualcuno chiamarmi. Finalmente riesco a scorgere qualcuno bloccato sotto una delle macchine per il bypass, credo sia proprio mio fratello.

«Damon, sei tu?» mi chiede con un filo di voce.

«Sì, ora ti tiro fuori, non preoccuparti.» tento di rassicurarlo mentre con tutta la forza che ho sposto l’enorme macchinario «Stef, ehi, stai bene?»

«Sì, credo…» mi risponde iniziando a tossire. Non è un buon segno, è qua da troppo tempo e spero davvero non abbia subito danni irreparabili.

«Prendi questa, ti aiuterà un po’.» gli dico infilandogli la mascherina per cercare di contenere l’inalazione del fumo.

Lo aiuto ad alzarsi, per fortuna sembra tutto intero, e a piccoli passi usciamo da quell’inferno. Pian piano scendiamo le scale anche se credo che tra poco crollerà, è già un miracolo che sia vivo non mi aspetto che arrivi di sotto con le sue gambe sarebbe davvero troppo per il suo corpo. Come sospettavo qualche scalino dopo mi fa cenno di fermarmi, siamo in una zona più sicura quindi gli concedo di sedersi un attimo.

«Ci siamo quasi, Stef.»

«Mi… Mi manca l’aria.»

«Lo so, è l’effetto fumo ma non appena saremo fuori ti attaccheremo all’ossigeno non preoccuparti.»

«Mi ha salvato la vita… Grazie.»

«Sei mio fratello, ti pare che ti avrei lasciato morire?» chiedo aggrottando la fronte.

«No, ma hai rischiato a venire da solo.»

«Figurati, se avessi lasciato la tua vita in mano a quelli là saresti già carbonizzato.»

«Vedo che non hai perso il senso dell’umorismo nonostante stessi per morire.» mi dice accennando un sorriso.

«Dai, muoviti. Il tuo fan club ti sta aspettando fuori.»

«Il mio che?» mi domanda mentre riprendiamo a scendere.

«Elena, la Barbie e Bon Bon.» rispondo.

Lui scuote la testa ridacchiando e continua a camminare verso l’uscita insieme a me. E’ da anni che non parliamo così “apertamente” lui ed io, da quando ci siamo rivisti le uniche parole che ci scambiavamo erano per lavoro oppure per le bollette da pagare a casa. Forse sarà proprio questo incidente a riavvicinarci e nonostante mio fratello sia quasi morto sono contento di aver di nuovo una qualche specie di rapporto con lui. Ha persino accettato la mia relazione con Elena senza dire quasi niente e questo lo apprezzo non poco sapendo che rapporto stretto hanno loro due. Finalmente dopo sei rampe di scale arriviamo al piano terra e senza pensarci pian piano usciamo dall’ospedale sotto gli sguardi sorpresi dei vigili del fuoco. Chiamo Alaric e gli lascio Stefan, di sicuro lui è quello giusto quando si tratta di traumi. Mio fratello mi fa cenno di andare da Elena capendo subito che la sto cercando con lo sguardo.

«Damon! Damon!» mi volto e la vedo corrermi incontro. La accolgo tra le mie braccia e la stringo forte.

«Siete vivi! Mi avete fatto preoccupare da morire, siete due idioti!»

«Sono felice di vederti anch’io.» le rispondo sarcastico.

Elena mi lascia e si assicura che Stefan stia bene, si abbracciano per qualche secondo ma stranamente non sono geloso. Dipenderà dal fatto che è mio fratello e che so che sono solamente amici da una vita… Mmm, mi stupisco di me stesso in realtà. Poco dopo mi trascina per un braccio dietro ad un’ambulanza e mi bacia come se fossi appena ritornato dal mondo dei morti.

«Sai di fumo, ma sono contenta che tu stia bene.» mi sorride.

«Lo sai che me la cavo sempre.»

«Mh, non ne sono molto convinta ma in questo caso ti do ragione.»

«Ne sono lusingato, dottoressa Gilbert.» le dico accarezzandole una guancia e spingendola contro l’ambulanza.

Ci guardiamo per qualche istante senza dire nulla finché Elena non interrompe il silenzio «Damon…»

«Si?» chiedo curioso.

«Ti amo. Ecco, l’ho detto, ma ti prego non spaventarti, non scappare.»

Le tappo la bocca con un bacio e poi mi stacco da lei con un sorriso «Anche io ti amo, Elena.»

Lei prima mi guarda con un’espressione incredula poi si avventa sulle mie labbra e rivolta le posizioni spingendomi con forza contro la portiera dell’ambulanza. Non mi aspettavo una reazione del genere da parte sua ma ammetto che piace molto. Sentirle dire che mi ama è stato qualcosa di magico, probabilmente non avrei mai avuto il coraggio di dirlo per primo e da un lato sono contento l’abbia fatto lei.

«Quindi… Non sei sconvolto?» mi chiede guardandomi.

«Non mi spavento se mi dici che mi ami, Elena.» le rispondo ridendo.

«Non prendermi in giro!»

«Non lo faccio!»

«D’accordo. Stefan starà bene vero?» mi domanda seria.

«Sì, una notte in osservazione e sarà libero poi.»

«Sei il mio eroe personale.» mi dice ammiccante.

«Allora mi merito un premio…» continuo io con lo stesso tono.

La prendo per mano e insieme ce ne andiamo nella mia auto, devo ammettere che l’idea di ricevere un compenso per aver salvato Stefan non mi dispiace affatto. Sta andando tutto come speravo e a volte mi sembra così assurdo, ho una donna che amo e che mi ama, ho di nuovo la mia famiglia ovvero mio fratello, ho un ottimo lavoro e dei nuovi amici. C’è solo una cosa che manca, ma per quella aspetterò qualche anno probabilmente…





Angolo autrice
Ciao! Ecco finalmente il capitolo! Scuate di nuovo se ci ho messo più del solito ma volevo venisse bene :)
Alla fine Damon riesce a salvare suo fratello e tra i due sembra esserci un rapporto molto più stretto rispetto a quando si sono rivisti. Finalmente i fratelli Salvatore si sono ritrovati dopo un sacco di anni e dopo tanti, troppi problemi. Viva i Defan insomma ahah ^^
E poi... Elena e Damon per la prima volta dicono di amarsi, che cuccioli! Anche se è lei a fare il primo passo Damon non esita a confermare che anche lui la ama.

Beh, siamo quasi giunti alla fine. Devo vedere bene come concludere questa storia, ci penserò su un po' anche se ho già qualche idea ;)
Spero di leggere presto qualche vostra recensione, mi farebbe piacere. Quindi pleaseee fatemi sapere :')

Alla prossima!
Anna

   
 
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