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Autore: crazygurl91    29/05/2015    1 recensioni
Arianna è stata appena abbandonata da Teseo, l'uomo che con l'inganno le ha fatto tradire il padre e il suo popolo, ed è disperata...ma un rumore improvviso le cambierà la vita per sempre!
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Arianna, Bacco
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Il calore del sole la baciava, ma lei sentiva solo freddo.

La dolce brezza marina l'avvolgeva, ma lei sentiva solo disperazione.

Gelide lacrime le colavano dal viso bagnando la sabbia, mentre le sue braccia stringevano le ginocchia al petto. Piangeva Arianna, principessa di Creta, figlia di Minosse; piangeva mentre guardava la nave di Teseo allontanarsi al orizzonte: quel dannato!

L'aveva illusa, le aveva fatto credere di amarla e che, una volta giunti ad Atene, sarebbe stata sua moglie; perlui aveva tradito suo padre e abbandonato il suo popolo, per le sue dolci parole aveva permesso che uccidesse il Minotauro, il suo fratellastro, era un mostro certo, ma era pursempre suo fratello.

E cosa aveva ottenuto in cambio?

Quello di abbandonata in quell'isola, da sola, a morire lentamente.

Era quello l'amore che aveva sempre sognato?

Bhè se era così non si sarebbe mai più innamorata.

Mai più promesse sciocche avrebbero confuso la sua mente, mai più il suo cuore avrebbe battutto per un eroe, re, principe, guerriero o contadino chi sia! Mai più avrebbe donato i suoi sorrisi, cosi lodati dai poeti della corte di suo padre per essere radiosi come la luce stessa del mattino, a nessuno.

Non avrebbe mai più sorriso come monito del suo errore.

Mentre le sue lacrime non sembravano di smettere si scendere, le sue orrecchie udirono della dolce ed allegra musica, tanto festosa da farle salire l'ira: chi osava divertirsi mentre lei soffriva in quel modo?

Con le poche forse che le erano rimaste si mise in piedi, le gambe le tremavano violentemente, ma la curiosità era troppo forte, in più avrebbe potuto sfogare la sua rabbia e la sua delusione su qualcuno.

Arracando arrivo nella boscaglia, trovando appoggio sui tronchi degli alberi e sostegno dai rami, riusci a raggiungere un stradina bianca e lì li vide: era un fastoso corteo due enormi ghepardi erano in testa, si guardavano in torno pronti a scattare a qualsiasi pericolo li avesse minacciati, subbito dietro di loro una multitudine di persone eterogenea e chiassosa e, dal modo in cui camminavano e cantavano, erano chiaramente ubriachi che si dimenavano al suono al ritmo della musica, mentre giovani donne brille si dimenavano coperte solamente da leggere tuniche che, a d'ogni movimento, scoprivano le coscie, mentre i loro capelli sciolti erano ricoperti da corone formate da foglie di vite. In lontananza si poteva intraveder un'altro curioso personaggio: era un uomo anziano, corpulento, calvo e eccesivamente peloso, ad Aranna sembrava che avesse tratti più animaleschi che umani, a differenza dei suoi compagni di brigata, questo era caduto in un profondo sonno, sicuramente per il troppo bere, visto che sia il naso che le guance erano di un intenso colorito rosastro, mentre cavalcava un asino e alcuni satiri saltavano al suo fianco, sicuramente per sorregerlo nel caso fosse caduto dalla sua stramba cavalcatura, e infine in fondo a quello strambo corteo c'era lui: un ragazzo, non molto più grande di lei, in piedi a una biga dorata, trainata da due splenditi cavalli dal manto d'avorio.

Arianna rimase subbito incantata dalla su bellezza: era alto, possente, dalla pelle ambrata ricoperta da una lunga tunica violacea, i capelli erano lunghi fino alle spalle, ricci, di un intenso color ebano, ornati da una corona di viti e grappoli d'uva, ma ciò che la colpiva erano i suoi occhi: neri, intensi e brillanti.

Ma fu solo un pensiero di un attimo.

Era un uomo, un uomo proprio come Teseo, quindi un essere privo della sua fiducia.

Arianna si sporse ancora un po, incuriosita da uella strana gozzoviglia di persone, ma il ramo che la sorreggeva cedette facendola cadere sulla stradina. La ragazza mise le mani avanti per tutire la caduta, ed evitando di sbattere la testa a terra, mentre l'imbarazzo le fece arrossare le gote.

Tutti uanti si erano accorti della sua caduta, infatti la musica aveva cessato, i ghepardi avevano cominciato a ringhiarle contro eun leggero mormorio si stava alzando.

In quel momento prego il dio Ade di aprire in due la terra e di risucchiarla in essa, cosi da non dover sopportare oltre quel imbarazantte situazione.

<< Stai bene? >>

Una voce profonda le si era avicinata e l'aveva soccorsa, qualcosa dentro di lei le diceva che era proprio uel bel giovane: una voce cosi bella e sensuale non poteva appartenere a nessun altro, ma ancora una volta Arianna scosse violentemente il capo.

Aveva appena giurato di non cedere mai più a quelle sciocchezze, non si sarebbe mangiata la parolea proprio in quel momento.

Tenendo il viso basso, con i lunghi capelli rossicci a farle da tenda, rispose a quella voce.

<< Sto bene. Ero solo curiosa per la musica, ma non temete me ne vado subbito >>

<< Perché? Fra di noi ce sempre posto per chiunque voglia divertirsi. Unisciti a noi misteriosa fanciulla >>

<< No, davvero, grazie. Non desidero divertirmi, mai più >>

Arianna, sempre celando il suo viso, si mise in piedi cercando di andarsene, ma si senti afferare il braccio da un enorme mano. Ad Arianna le mancò un battito: erano identiche a quelle di Teseo, motivo in più per non dargli confidenza, doveva scappare da quel tipo subbito; ma glielo stava impedendo con tutte le sue forze e, per quanto le dava fastidio ammeterlo, minuta come lei era non poteva farci niente.

<< Che cose orribili sento uscire dalla tua bocca. Parole come le tue non donano per niente ad una fanciulla bella e graziosa come tu sei >>

<< Come puoi dirlo se non puoi vedermi il volto? >>

<< Questo è un problema che posso risolvere subbito >>

Senza darle il tempo di reagire, il ragazzo lascio la presa sul braccio di lei per prenderle il viso scostandole, con l'altra mano, i lunghi e setosi capelli bruno rossicci rivelandone il volto: aveva la pelle di porcelana che mettevano in risalto degli splenditi occhi color zaffiro, incorniciati da lunghe ciglia nere, la bocca era piccola ma ben carnasa con un deliziosa forma al cuore.

Era talmente bella da lasciar senza parole il suo misterioso contemplatore.

<< Per Zeus, quanto sei bella? >>

A quell'affermazione gli occhi di Arianna si fecero ancora più enormi dalla paura: quelle parole, le stesse che l'avevano convinta a tradire suo padre.

Troppe cose le ricordavano quel maledetto ateniese.

Arianna, approfitando che il ragazzo la stava ancora ammirando a bocca aperta, per sottrarsi dalla sua presa e, prima che lui glielo impedisse, gli diede le spalle per poi andarsene.

<< Perdonatemi mio signore, ma ora devo andare >>

<< Aspetta. Prima dimmi il tuo nome >>

<< Perdonatemi ancora, ma non credo che sia affare vostro >>

E senza agiungere altro si mise a correre allontanandosi il più veloce possibbile da quel uomo che le ricordava troppo la causa della sua disperazione.

 

 

Il sole era ormai tramontato da un pezzo, lasciando il posto alla luna e la brezza calda aveva lasciata ad una più fredda, costrigendo Arianna ad usare il suo mantello di seta come coperta, solo che non riscaldava un gran che lasciando la sua pelle nuda in balia del vento notturno.

Ma infondo non le importava.

Il freddo, il caldo, qualsiasi tipo di intemperea non poteva farle nulla a confronto di quello che si sentiva dentro: sporca, usata, illusa, stupida, una grande, immensa, stupida!

Come aveva potuto lei cedere a uel uomo? Lei che suo padre aveva fatto istrure dai migliori saggi del suo regno, trasformando la sua mente acuta e sveglia ed era una prova il trucchetto del filo. Se non fosse stata cosi infantile, ora quel uomo privo di onoresarebbe stato sbranato dal suo fratellastro.

La fine che quel vile si meritava.

Era talmente assorta nei suoi pensieri che non si accorse dei passi che si avicinavano a lei e quando un calore si poso sulle sue spalle, non pote non sobalzare dalla sorpresa e voltarsi per capire cosa stava succedendo.

I suoi occhi azzurri vennero risucchiatti da quelli neri dello sconosciuto di uel pomeriggio che, con un enorme sorriso, le aveva deposto un pesante mantello di velluto che l'avvolgeva completamente.

<< Certo non sarà bello come il tuo, ma è molto più confortevole. Non sei daccordo bella Arianna >>

La ragazza stava per unuire e ringraziarlo per la sua gentilezza, ma quando si rese conto delle ultime parole del ragazzo la mascella rischio seriamente di cedergli.

<< Come avete saputo il mio nome? Io non ve lo avevo detto >>

Il ragazzo rispose con uno dei suoi enormi sorrisi che, non ne aveva dubbi, avrebbero messo allegria a chiunque li guardasse, ma lei non riusciva ad essere allegra e, ne era certa, non lo sarebbe mai stata; senza toglierle gli occhi di dosso lui si mise seduto al suo fianco.

<< Quest'isola è piena di ninfe che sono molto disponibili...cioè volevo dire...ehm...sono amichevoli ecco. Insomma oltre ad essereamichevoli, sono anche ben informate e le piaciono spettegolare, quindi non ci ho messo tanto ad avere informazioni su di te >>

Arianna si lascio in un lungo sospiro infastidito: stupide ninfe! Oltre ad essere delle gran sgualdrine erano anche delle dannatissime oche. E chi sà cos'altro avevano detto su di lei!

Stranamente quel pensiero gli diede molto più fastidio di quanto volesse, ma non sapeva perchè: forse era il fatto che quelle si erano prese delle libertà che non avevano, ma non ne era pienamente sicura, stranamente si trovo a chiedersi cosa gli avessero detto e che idea si era fatto lui di lei.

No!

Era sicuramente il primo motivo a darle quel fastidio.

Cosa gli importava di lui?

Non conosceva nemmeno il suo nome.

Ma la sua bocca fu più veloce della sua mente e, prima che potesse bloccarsi, si trovo a domandare ciò che non desiderava chiedere.

<< Che altro ti hanno detto? >>

<< Apparte il tuo nome? Niente, o meglio: hanno provato di dirmi qualcos'altro, ma io non ho voluto. Qualsiasi cosa sapro su di te sarà solo attraverso la tua bocca >>

<< Bene...tanto non saprete nulla >>

<< Arianna fammi un favore: dammi del tu. Tutto questo formalismo è troppo serio per me >>

<< Sono stata educata cosi >>

<< Anch'io ma, come puoi vedere, me ne strafrego >>

Un improvvissa folata di vento gelido la travolse in piena faccia obbligandola a stringersi di più nel mantello di velluto, ma ciò che le tolse davvero il respiro fu il braccio di lui che le circondava le spalle, che la spingeva sul suo petto stranamente caldo mentre il suono del suo cuore la cullava. Era cosi confortevole, dolce, gentile; prima l'aveva paragonato a Teseo per il modo di fare arogante e fin troppo sicuro di se e per uelle parole, le stesse che già una volta le avevano rubato il cuore, ma adesso si accorgeva che quel ragazzo non aveva nulla a che fare con il principe ateniese: gli abbracci di Teseo l'avevano sempre donato emozioni piacevoli, ma quando si staccavano dentro si sentiva fredda, gelida, quasi priva di vita. Questo, invece, era completamente diverso: era caldo, avvolgente, prottettivo, Arianna si trovò a desiderare che quel momento non finisse mai, lasciandola scioccata e confusa.

Che differenza ci poteva essere?

Possibile che ciò che provava per Teseo fosse stata solo un sciocca infatuazione di una ragazzina, invece che il grande amore di cui era convinta?

E se fosse stato cosi che nome poteva dare a quel calore che sentiva salire, pian piano, dentro di lei?

<< Sta sera fa davvero freddo >>

Le parole del ragazzo la svegliarono dai suoi pensieri riportandola, crudelmente, alla realtà: no! Quello che aveva provato per Teseo era stato amore, un sentimento che non voleva più provare perchè troppo doloroso e illusorio.

<< Tu non hai freddo? >>

A quella domanda rispose con una fragorosa risata mentre, da una tasca della tunica, estrasse due calici stranamente pieni di vino.

<< Grazie a questo dolcezza, il nettare più dolce che esista che, a mio parera, è molto simile al vero amore visto che ti riscalda quando hai freddo, ti consola uando sei triste e ti tiene compagnia qualndo sei solo >>

<< L'amore non è nulla di tutto questo: è freddo, doloro e illusorio >>

<< Chi è lo stronzo che ti ha ridotto in questo modo? >>

La ragazza sgrano gli occhi si era appena tradita e nemmeno se ne era accorta: con quello strano tipo al suo finaco non aveva più il controllo sul suo corpo, faceva cose che la sua mente non elaborava, rendendosi ai suoi stessi occhi ridicola.

<< Nessuno, non era nessuno >>

<< Non ti credo ma, come ti ho detto prima, se vorrai parlarmi di te sarà una tua decisione e io ti ascolterò, anche perchè mi piace il suono della tua voce: cosi soave, dolce, delicata >>

<< Piantala. Non hai il permesso di parlarmi cosi, non mi conosci nemmeno >>

<< Lo so, ecco perchè sono qui. Voglio conoscerti Arianna >>

Poi sollevò uno dei due calici e glielo porse. Ricordò che una volta aveva bevuto del vino, in un bacchetto indetto da suo padre, Minosse si era molto adirato con la figlia: una ragazza per bene e di buona famiglia non dovrebbe bere, rischiando di perdere il controllo e rovinare la reputazione della sua famiglia.

Ecco cosa gli ripeteva sempre, come se fosse stata una cantilena.

Ma infondo aveva aiutato il peggior nemico di suo padre a distruggere la sua città e lo aveva seguito in una stupida fuga d'amore rovinando la sua reputazione...se non aveva rovinato in quel modo il così importante nome della famiglia allora non sapeva come fare.

Senza pensarci un attimo prese il calice che gli porgeva e lo scolo tutto d'un fiato.

<< Vacci piano ragazzina, ammetto che mi piacerebbe che tu perdessi il controllo, ma con calma >>

Arianna sbuffo, possibile che anche su un isola in mezzo al nulla ci doveva essere qualcuno che doveva ricordarle l'etichetta?

Distrattamente abbaso lo sguardo, notando che il calice era pieno: ma non lo aveva svuotato nemmeno due minuti fa?

<< Calici magici: appena li svuoti loro si riempiono all'infinito. Un regalo di compleanno del mio bruttismo e geniale fratellastro >>

<< È un mago? >>

<< No un fabbro. Tu invece fratelli, sorelle? >>

<< Un fratellastro, ma non lo conoscevo, adesso è morto >>

<< E questo ti provoca dolore? Ma se hai detto che non lo conoscevi >>

<< Che importanza ha? Era pur sempre mio fratello e la morte non è mai una bella cosa >>

Arianna beve ancora dal calice, questa volta più moderatamente, mentre lui diede inizio a un gioco fatto di domande, risposte e alcool.

 

 

Ormai la ragazza era al decimo bicchiere e sulle sue guance si era formato quel dolce color rosato dovuto al troppo vino; Dionisio era fortemente attratto da quella fanciulla, come mai gli era successo nella vita: prima le donne le usava per il piacere carnale, da solo o in compagnia, ma l'attimo incui aveva visto quel viso di porcellana e quei occhi azzurri aveva sentito una scossa, come se dentro di lui si fosse scatenato il più violento dei terremoti e che, tutt'ora, continuava.

Quella donna era speciale, unica, se lo sentiva dentro e per questo aveva deciso che doveva essere sua ad ogni costo, maprima doveva conquistarla, cosa che si era dimostrata difficile, ma ciò non l'aveva abbatutto anzi! Lo aveva incoragiato ancora di più.

Da un pò si era stancato delle ninfe e delle loro orgie, certo erano eccitante e qualsiasi uomo, immortale o mortale che sia, era impossibile resistere, ma erano troppo facili e in più non conoscevano la parola fedeltà.

Ed era proprio questo che lui desiderava per se: una donna, una vera donna, che fosse solo per lui.

E quella persona l'aveva trovata in quella fanciulla dagli occhi enormi, dolci ma anche molto tristi, l'aveva notato fin dal loro primo incontro: un ombra di tristezza e solitudine che oscuravano quei zaffiri.Si era promesso che avrebbe scacciato quell'ombra, lo aveva giurato su tutto ciò che aveva di più caro: sul suo vino.

Un leggero fruscio lo fece voltare verso Arianna: si era messa in piedi e aveva tolto il mantello, rimanendo nella sua leggera toga di seta rosata, mentre si scioglieva i lunghi capelli rossicci e lui la guardava incantato; non aveva mai visto una donna cosi bella, cosi candida, anche da ubriaca, ma soprattutto non si era mai sentito cosi appagato solo tramite la vista.

Era innamorato cotto di lei e ne era consapevole.

Con passo leggero e irregolare, la fanciulla si diresse verso il mare, fermandosi solamente quando la spuma del mare bagno i suoi piccoli piedi, per poi voltarsi verso di lui con uno sguardo magnetico, uno sguardo a cui non poteva resistere, e chiamarlo a se con il dito.

Senza pensarci due volte poso il calice e la raggiunse, ma quando cercò di toccarla lei evito il contatto senza, però, smettere di guardarlo: voleva giocare, glielo leggeva in faccia, peccato per lei che lui amava giocare e, soprattutto, amava vincere.

Provò più volte ad afferarla tra le sue braccia, ma ogni volta che si avvicinava abbastanza lei gli sfuggiva, mentre i suoi occhi lo divoravano. Lo stava faccendo impazzire e, cosa che lo eccitava abbastanza, lo faceva apposta ma ancora per poco; si abbasso in modo tale che l'acqua salmestre lo ricopri fino alle spalle mentre, con molta attenzione, osservava la sua preda che, inniara dal suo piana, ondegiava delicatamente verso di lui intenta di continuare il suo gioco. Quando fu abbastanza vicina a lui, Dionisio scatto in avanti afferandola per la vita gettandola, con se stesso, in acqua per poi riemergere, ma questa volta con Arianna stratta al collo.

<< Ti ho presa mia preda, ora non scapperai più >>

Per un attimo Arianna fu spaesata ma, quando si rese conto di quello che lui aveva fatto, scoppio a ridere. A sentire quel suono Dionisio rimase nuovamente incantato: era leggiadro, cristalino, come una giornata di primavera di pieno sole.

Ora ne era certo: quella donna era la vera perfezzione,in leinon c'era nulla che non lo faceva sentire perdutamente innamorato, anzi più cose conosceva di lei più uel fortre sentimento cresceva.

Preso dal emozione, dalla luna che illuminava la sua pelle, rendendola quasi argentea, sentendo il suo soffice seno sul suo petto, Dionisio non riusci a resistere; prendendola completamente contropiede si abbasso su di lei appoggiando le sue labbra sulle sue, staccandosi quasi subbito.

<< Scusa, ho esagerato, è solo che tu sei...sei..dannazione! Sei stupenda e io sono un cretino, in... >>

Dionisio non riusci a finire di parlare che sui trovò, nuovamente, le labbra di Arianna sulla sua bocca mentre le sue braccia si lagavano al suo collo, per lui fu davvero una piacevole sorpresa tanto che non riusci a non sorridere mentre si lasciava baciare, portando le sue mani su i soffici fanchi della ragazza.

Quando Arianna si stacco da lui, Dionisio vide una strana luce nei suoi occhi, piena di passione e desiderio. Senza staccare gli occhi da i suoi, la ragazza prese la mano del ragazzo: era piccola, quasi spariva in quella enorme di lui, e tremava in paurita.

<< Arianna sei sicura. Non dobbiamo per forza >>

Nuovamente lei gli attappò la bocca con la sua.

<< In questo momento non sono sicura di niente ma, almeno per una volta, voglio smettere di pensare e non preoccuparmi delle conseguenze >>

Dionisio sapeva che era il vino a parlare per lei, o almeno in parte, come sapeva benissimo che il giorno dopo se ne sarebbe pentita, ma poco importava aveva tutta l'eternità per farsi perdonare. La prese tra le sue braccia e la porto al suo accampamento, nella sua tenda.

 

Ormai il sole era sorto di buona leva, ma tutti nel accampamento stavano ancora dormendo, proprio come gli abitanti dell'unica tenda: era enorme, di un intenso color malva e coccarde color dell'oro per decolarla; al suo interno era ancora più sontuosa, per quanto semplice fosse aredata: un enorme letto era al cento ricperto di cuscini di seta e pelli di giaguaro come coperte, mentre piccole statue a fontana erano posizionate ai lati della tenda e sgorgavano del ottimo vino, poi c'erano botti, bottiglie e calici da pertutto.

Dionisio era sempre stato un dio girovago, odia restare in un posto per troppo tempo, proprio come odiava di avere una compagna di letto fissa ma adesso, mentre accarezzava i lunghi capelli della sua donna, si stava dando del idiota per quel suo pensiero: avrebbe preferito vivere tutta la sua vita da immortale senza vino, che non svegliarsi mai più con Arianna stretta tra le sue braccia.

Un ragio di sole riusci a penetrare dallo spesso tessuto della tenda posizionandosi sul dolce viso della sua bella che, dopo qualche momento di mogugnii di protesta apri gli occhi.

All'inizio non sembrò rendersi conto di dove si trrovava e di quello che aveva fatto durante la notte, sembrata più interessata a portare le braccia al seno e allungarsi, non acorgendosi di essere completamente nuda e offrendo, involontariamente, uno splendito spettacolo al uomo. Poi, mentre si grattava la testa, la vide guardarsi intorno e subbito dopo sobbalzare: gli era ritornata la memoria.

Appena lo vide, Arianna afferò la coperta, coprendosi il seno, per poi buttarsi a terra per nascondersi da quei suoi occhi neri e profondi.

<< Dormito bene amore mio? >>

<< Che cavolo mi hai fatto, maledetto? >>

<< Non ti ho fatto nulla...apparte amarti con ogni singola parte del mio essere >>

Sentì un gridolino di esasperazione, sicramente la sua risposta non gli era andata a genio.

<< Come ho potuto cedere? Come? >>

<< Andiamo Arianna, ora non esagerare. Non abbiamo fatto nulla di grave, ci siamo amati, la cosa più bella che esista in questo dannato mondo >>

Dionisio voleva dire dell'altro, ma il suono dei singhizzi gli fece chiudere la bocca. Senza preoccuparsi di coprire la sua nudità, scese dal letto per mettersi proprio di fronte a lei: stava piangendo, disperata e lui, che era sempre stato un tipo allegro, che affogava i suoi dispiacere nel vino, non sapeva che fare di fronte alle lacrime.

<< Arianna, so che ti aveva detto che non ti avrei chiesto nulla, ma ora non posso rimanere in silenzio: che cosa ti è successo? >>

<< Non sono affari tuoi >>

<< Sì che lo sono! Io ti amo e se cè qualche bastardo che ti ha fatto del male, io lo devo sapere, se no non posso aiutarti >>

Alla sua dichiarazione vide gli occhi della ragazza dubbiosi ma, dopo averci pensato su, la vide annuire e cominciò a raccontargli tutta la sua storia: chi era, da dove veniva, del Minotauro, del patto fra Creta e Atene, del suo incontro con Teseo e del amore che era nato tra di loro, di come lo aveva aiutato a salvare i suoi concittadini e che, dopo aver abbandonato la sua terra natia e i suoi affetti, quel uomo gli aveva confessato di averla ingannata e usata, per poi ripartire con la sua nave lasciandola lì.

Dionisio rimase ad ascoltarla in un perfetto silenzio, capendo molte cose su di lei e sul suo comportamento: quella ragazza aveva preso troppe bastonate, tutte insieme e senza un attimo di riposo, non c'era da meravigliarsi che al loro primo incontro aveva fatto di tutto per rifiutare le sue avancee, era stato obbligato a farla ubriacare per distruggere quel muro che si era creata intorno.

<< Ora capisci perchè non riesco a credere alle tue parole. Tu ora dici che mi ami, ma io come posso avere la prova che sarà cosi per sempre >>

A quelle parole Dionisio senti i muscoli tirarsi, mentre sentiva la collera salirgli fino al capo, sentiva il forte desiderio di cercare e trovare quello stronzo che aveva illuso Arianna e spezzargli l'osso del collo.

Per colpa sua lei non credeva nel suo amore.

Doveva trovare una soluzione, qualcosa, qualsiasi cosa, che potesse farle capireche lui non l'avrebbe mai abbandonata, che lei era l'unica cosa che desiderava, che voleva averla al suo finaco per sempre.

Un lampo di genio gli illuminò il cervello...che era un vero miracolo visto che era mattina e la sera prima, come al solito, aveva bevuto troppo.

Senza dire nulla si alzo dal enorme letto, si mise la toca rimanendo, però, a torzo nudo, indosso di corsa i calzari e usci dalla tenda il più veloce che poteva, senza dare spiegazione ad Arianna.

Non aveva tempo da perdere.

 

 

La notte era ritornata e Arianna si ritrovava al punto di partenza: seduta sulla spiaggia, in lacrime e da sola!

Non avrebbe mai dimenticato il viso posseduto dall'ira del ragazzo, lo sapeva: la sua storia lo aveva lasciato con l'amaro in bocca, era rimasto disgustato da lei e da ciò che aveva fatto, Arianna aveva distrutto in mille pezzi l'idea che lui si era fatto di lei.

Ma perché gli aveva detto la verità?

Perché non era rimasta in silenzio?

Forse le sue paure erano infondate, forse le sue parole erano sincere, forse lui l'amava davvero. C'erano troppo forse nella sua mente e nessuna sicurezza...no una c'era: aveva rovinato tutto!

Anche se in preda ai fumi del alcool, era riuscita ad lasciarsi andare, a dimenticare, per un intera notte, di Teseo e del suo inganno e divertirsi con quello splendito ragazzo, bello come un dio; anche se la sua mente aveva dei momenti di vuoto, il suo corpo se lo ricordava perfettamente: le sue mani sul suo corpo che la carezzava dolcemente sapendo, però, esattamente come farla ecitare, i suoi baci erano più inebrianti del vino stesso, non aveva preteso subbito il suo piacere, come spesso le sue ancelle le avevano confessato sui uomini, ma aveva atesso con pazzienza che lei arivasse al estasi, poi erano diventati una cosa sola. All'inizio aveva fatto un po male, ma lui, ancora una volta, aveva pensato prima a lei aspettando che si fosse abbituata a quel intrusione e poi avevano fatto l'amore ed era stato bellissimo.

Arianna pote sentire lo gote arrisire per l'imbarazzo, ma lo sconforto si presentò dietro l'angolo: non l'avrebbe mai visto, non avrebbe mai più provato quelle fantastiche sensazioni, non sapeva nemmeno il suo nome.

Enormi lacrimoni scesoro sul suo viso: aveva riaperto il suo cuore ad un altro uomo e, questa volta , era stata colpa sua se si trovava abbandonata e in lacrime.

Stupida, stupida e ancora stupida.

<< Arianna! Dove cavolo sei? Per tutti i dei del olimpo! >>

Il cuore di Arianna ebbe un susulto.

La sua voce?

La sua voce la stava chiamando?

Come era possibile?

Senza perdere tempo la ragazza scatto in piedi e iniziò a guardarsi intorno, il cuore le batteva al impazzata, credeva che stette per esplodergli. Poi un enorme sorriso si affaccio sulle sue labbra: era lì a pochi metri di distanza da lei, che la cercava come un matto.

Avrebbe ringraziato i dei per tutti gli anni della sua vita per quel miracolo.

La ragazza prese tutta l'aria che poteva contenere i suoi polmoni, iniziando a urlare a squarcia gola.

<< Sono qui! >>

Lo vide voltarsi verso la sua direzione e, con il sorriso più bello che avesse mai virto, si mise a correre per ragiungerla, anche Arianna aveva inizziato a correre verso di lui, quella distanza che li separava era troppo grande per i suoi gusti. Quando fu abbastanza vicina a lui gli salto, letteralmente, in collo facendo cadere entrambi sulla morbida sabbia, mentre lei lo riempiva di baci e di lacrime. Il ragazzo fu costretto a prenderla per le spalle e allontanarla da lui per prendere fiato mentre, sempre con il sorriso stampato sulle labbra, le asuigava le lacrime.

<< Ti ho cercato da per tutto. Perchè sei uscita dalla tenda? >>

<< Perché, dal modo in cui te ne sei andato questa mattina, pensavo che non volevi più vedermi >>

<< Perdonami, ma mi era venuta un idea straordinaria e non potevo perdere tempo >>

<< Senza dirmi niente? Ma ti rendi conto che ho passato l'intera giornata a piangere e a disperarmi? Sei un brutto idiota! Io..io... >>

Arianna non riusciva a parlare, le parole le morivano in gola a causa delle lacrime e della rabbia, cosi cominciò a colpirlo al vigoroso petto tempestandolo di pugni; anche se lei sapeva benissimo che i suoi sforzi di fargli del male erano uguale a zero, doveva sfogarsi in qualsiasi modo. Lui, intanto, era scoppiato a ridere; era felice: il fatto che lei reagiva in quel modo, significava che forse ciò che provava il suo cuore non corrispondeva a ciò che diceva la sua voce.

Dopo qualche minuto passati tra risate epugni, il ragazzo le prese per i polsi, obbligandola a smetterla di colpirlo e iniziò a baciarle le calde lacrime una per una finche lei non fu abbastanza tranquilla per rimprendere il controlo su di se.

<< Hai ragione, doveva dirti qualcosa, ma volevo farti una sopresa e non volevo rovinartela >>

<< Quale sorpresa? >>

<< Ti ricordi di quel mio fratello fabbro? Quello brutto ma geniale? >>

Quando lei annui, lui le mise un braccio intorno alle spalle scortandola verso la riva, sempre con il sorriso sulle labbra, mentre lei diventava sempre più confusa.

Cosa aveva in mente?

<< Ecco, da qui si vede perfettamente. Arianna alza lo sguardo al cielo per favore >>

Lei lo guardo dubbiosa, non sapeva se dargli retta o dirgli che era un folle, ma in fondo cosa le cosatava?

Fece ciò che le venne chiesto, i suoi occhi color dello zaffiro incontrarono il blu oscuro del cielo notturno e le sue stelle splendenti rimanendo, come sempre del resto, a bocca aperta per la sua bellezza.

<< Vedi lasù? Quella nuova costellazione formata dalle stelle più brillanti? >>

Arianna segui il dito del ragazzo cercando ciò che indicava e, con poco fatica, la trovò: era un asterismo a forma di Y il cui vertice era formato da una stella luninossissima, la più brillante del cielo secondo il suo parere, era stupenda!

<< È tua! Ho chiesto a mio fratello di forgiare una corona, la più bella che potesse realizzare, e poi di metterla in cielo così che tutti, persino le future generazioni, potranno vederla, così che tutti potranno capire quanto è grande e vero il mio amore per te, Arianna >>

La ragazza senti gli occhi inumidirsi per la commozione, mentre portava le mani alla bocca ed ammirava estasiata quella corona splendente.

Lui era sincero, l'amava davvero e, dentro di lei, anche lei sapeva che lo amava davvero, ma non era come il sentimento che aveva sentito per l'ateniese, questo era mille volte migliore: era caldo come il sole, travolgende come un onda, fresco come il vento di primavera e dolce come il nettare degli dei.

Era talmente felice che al inizio non comprese chi, davvero, era la persona che l'amava e che lei ricambiava. Ma più osservava la stella e più collegava gli elementi.

<< Chi sei veramente tu? >>

Arianna si era voltata verso di lui e lo guardava fisso negli occhi, lo amava e non gli importava chi fosse o cosa fosse, ma doveva saperlo. Doveva sapere il nome del uomo che l'aveva fatto tornare il sorriso, che aveva fatto battere il cuore e che gli aveva fatto capire quale fosse il vero amore.

Vide il ragazzo imbarazzato, mentre si grattava la testa, le mise adosso un enorme tenerezza.

<< Il mio nome è Dionisio, sono il figlio più giovane di Zeus e sono la divinità del vino, ma quello mi pare ovio. Sei arrabbiata perchè non te lo detto? >>

<< No, non sono arrabbiata. Sono solo felice perchè ora so il nome del mio amore, Dionisio >>

<< Dillo di nuovo. Di di nuovo il mio nome >>

<< Dionisio. Dionisio. Dionisio >>

Ogni volta che Arianna ripeteva il suo nome si avvicinava a lui, un passo alla volta si ritrovo a poggiare le mani sul suo ampio e forte petto, lui lesollevo il mento e, dopo un lungo instante fatto di sguardi pieno di amore, la bacciò.

Un baciò lungo e dolce, nulla a che fare con quelli pieni di passioni e di eros che si erano scambiati la notte scorsa, ma erano lo stesso pieni di significato, di amore e di promesse celate. Quando i due si allontanarono sul viso di Arianna c'era il sorriso più dolce e luminoso che Dionisio avesse mai visto, poteva competere con le stelle stesse e vincere; senza preaviso la prese per i fianchi e se la carico sulla spalla mentre lei, presa completamente di sorpresa, si lascio scappare un urlo che poi, però, si tramutò in una risata.

<< Ora mia bella ritorniamo nella nostra tenda a festeggiare il nostro fututo matrimonio >>

<< Ma se non me lo hai nemmeno chiesto >>

<< Certo che te lo chiesto, era sottinteso nel nostro bacio e tu mi hai pure detto di si >>

I due amanti si allontanarono di corsa, tra le risate e l'amore. Arianna finalmente aveva capito che poteva donare il suo amore a quel uomo che era comparso dal nulla nella sua vita, che non aveva cercato eche aveva incasinato tutti i suoi principi e promesse, Dionisio finalmete aveva trovato ciò che da sempre aveva desiderato: l'amore vero, l'amore di una donna che sarebbe stata solo e unicamente sua, che il giorno dopo non avrebbe visto nel letto di un altro.

Entrambi avevano trovato la propria anima gemella.ù

e mai si sarebbero separati.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Norte dell'Autrice: Salve salvino lettorino...ehm si sono impazzita...sono un paio di mesi che sono sparita ed ecco il mio ritorno con il mito di Dionisio e Arianna, una delle mie coppie preferite nella mitologia greca. Se vi piace vorrei scrivere altre storie su altre coppie della mitologia, ah! Dimmenticavo: la storia si basa sul mito vero, ma è solo una base, il resto lo ho inventato di sana pianta...cosa che farò sempre.

Vi ringrazio, spero che vi piaccia e non vedo l'ora di leggere le vostre recensioni positive o negative.

Un bacio.

Vero   

  
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