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Autore: cin75    29/05/2015    11 recensioni
Jared non sta bene e Jensen gli sta vicino, come solo un vero amico è in grado di fare. J2. Semplicemente!
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Jared Padalecki, Jensen Ackles
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Only Friendship'
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Tu non mi sentirai mai..... e poi mai…. dire che.... tu... sei qualcosa di diverso da una persona buona!” fece Sam guardando dritto negli occhi il maggiore, che lo sovrastava mentre lui, ancora sofferente per i colpi ricevuti, cercava di mettersi seduto sulle ginocchia. “Ma hai ragione. E prima che tu….. faccia del male a qualcun altro... devi essere fermato. A qualcuno costo….. Ho capito. Ti capisco!……Fallo!!” dice ancora guardando la soprannaturale presenza alle spalle di Dean.
Dean afferra con timore l’arma dalle mani di Morte e per quanto cerca di non mostrare sofferenza e angoscia per quello che deve fare, il suo sguardo mostra invece quello che lo sta distruggendo.
Chiudi gli occhi. Sammy, chiudi gli occhi!” sembra quasi implorare, mentre le lacrime solcano il viso del giovane dei Winchester e i suoi occhi si riempiono di dolorosa dolcezza, perdono e anche comprensione.
 

“CUT!” è il grido di Phil Sgriccia, regista dell’episodio, che ferma la scena in quel punto ben preciso della storia. Subito dopo, assistenti vari e tecnici indaffarati iniziano di nuovo a muoversi come formiche operose per preparare la scena successiva.
Solo due persone restano ferme e immobili, esattamente nella stessa posizione.
Fermi, come se niente li toccasse.
Come se intorno a loro non ci fosse il caos che in effetti c’era.
 
Jared ancora in ginocchio, continua a fissare il collega, in piedi davanti a lui.
Jensen, fermo ad un passo, con la falce di scena ancora in mano, non riesce a staccare gli occhi da Jared e da quella sofferenza che ancora gli vede in volto.
 
Troppa sofferenza per essere solo una recita.
 
Jensen sembra non avere la forza di spostarsi. Continua a guardare il modo in cui Jared lo guarda.
Sa che non è più Dean. Sa che il CUT che hanno urlato significa “Smetti di essere Dean e torna ad essere Jensen!”.
Sa che il ragazzo che sta a terra, di fronte a lui,  non è più Sam, ma il suo migliore amico Jared, quella “palla di energia” che non smette mai di muoversi e creare confusione. Una meravigliosa confusione di cui, da anni ormai, non riesce più a fare a meno.
 
Ma quello che non riesce a capire è, perché Jared continua a piangere silenziosamente e a tremare.
 
A pochi metri da loro, Phil e il suo aiuto regista li osservano.
“ Phil, ma che succede?, dovrebbero spostarsi e Jared dovrebbe sistemare il trucco per la scena successiva!” suggerisce.
Sgriccia li guarda ancora.
Lui sa. Lui ha capito che cosa sta succedendo ai due giovani attori.
Non risponde al collega, ma compie solo un semplice gesto. Si gira verso tutti quelli che ha attorno e con un cenno ben deciso, indica a tutti di sgombrare quel set. Non ha bisogno di fare o dire altro. O giustificare in qualche modo quella silenziosa richiesta di privacy.
Lavorano con Jared e Jensen da dieci anni e ormai sanno che quando accade qualcosa del genere, o all’uno o all’altro,  i due, hanno bisogno di sostenersi a modo loro.
 
Hanno bisogno di tempo per riaccendersi, prima di spegnersi di nuovo.
 
Pochi minuti dopo quel tacito invito , i due attori, sono soli sul set. Ancora immobili.
Jensen per un attimo fissa l’arma di scena che ha tra le mani e un secondo dopo l’arma è a terra, abbandonata.
Allunga un braccio verso Jared. Gli tende una mano e cerca di tenerla ferma. Cerca di mostrarsi più sicuro di come in realtà si sente.
 
“Vieni! Ti tiro su io!” dice con un filo di voce, che non è più quello di Dean.
 
Jared ha fissato ogni suo movimento. La sua mente sembra stia ancora cercando di capire dove finisce Sam e dove deve iniziare Jared.
Poi sente la voce , quella voce che è di Jensen. Solo sua.
Si afferra con forza a quella mano tesa verso di lui e si tira su, lasciandosi tirare su!!
 
“Mi dispiace!” sussurra il più giovane. “Io…io non pensavo che sarei…che mi sarei….” mormora imbarazzato, ma Jensen lo ferma, mettendogli le mani sulle spalle e abbracciandolo subito dopo.
“Tranquillo!! È tutto ok!...sono cose che possono succedere nel nostro lavoro. Non so se sia una cosa buona o cattiva. Ma …è tutto ok!” cerca di rassicurarlo, sentendo la forte tensione che ancora freme sul corpo del collega. Si allontana solo un po’, riconquistando lo sguardo di Jared. “Ricordi?..successe anche a me, tempo fa. Quando Dean dice a Sam dell’Inferno. Ti ricordi che dopo aver finito quella scena, ho pianto come un disperato per cinque minuti e non riuscivo a smettere?” e cercava di riportargli quel ricordo sorridendo, così da alleggerire la situazione in cui era Jared. “Ricordi che nemmeno l’intervento di Michaels, quando mi ha raggiunto su quel viale, è servito!?”
“Sì, ...eri messo davvero male!” ricordò Jared. “Avrei voluto tanto starti vicino in quel momento come stai facendo tu con me adesso!”  sembrò scusarsi.
“Ma non lo hai fatto. Non subito almeno. E non perché non hai voluto, ma solo perché mi conosci meglio di chiunque altro e sapevi che avevo bisogno solo buttare fuori tutto quello che di Dean mi era rimasto dentro!” disse sincero.
“Sì, è così. Io..io non ti avrei mai lasciato andare da solo su quella strada!”
“Lo so, amico, lo so. Ed è per questo che adesso io sono qui. Per ricambiare, perché so che tu ora hai bisogno di me, in questo modo. Quindi adesso mi dai retta e vieni con me al tuo caravan e spegni tutto, testa, telefonino, luce e.. ti riprendi un attimo. Al resto ci penso io, ok?” fece il maggiore mentre lo spingeva con gentile decisione verso il camper.
“Ma non abbiamo finito!” si lamentò Jared guardando il set che Jensen, sospingendolo, gli faceva lasciare alle spalle.
“Lascia fare a me, ho detto. Sei un alce testarda, Padalecki. Lascia che lo scoiattolo intelligente faccia il suo lavoro!!” scherzò felice di vedere un accenno di sorriso sul volto del giovane collega.
 
Quando entrarono nel camper di Jared, Jensen si assicurò che l’amico si mettesse comodo e che non avesse niente che potesse disturbarlo lì vicino. Gli spense il telefonino e lo mise fuori dalla sua portata.
“Ma …” fu il tentativo di protesta del giovane.
“O così o te lo sequestro e me lo porto via!” fu la non tanto sottile minaccia. E poi divenne serio quando vide il volto del ragazzo rabbuiarsi improvvisamente.
Gli andò vicino e si sedette sul tavolino che stava davanti al piccolo sofà su cui Jared si era seduto. “Ok!, parla con me. Siamo soli, adesso. Vuoi dirmi che cosa è successo là fuori?!”
Jared fissò gli occhi, di nuovo lucidi, sul collega.
“Non ci sono riuscito!” fece dopo aver respirato profondamente come se avesse avuto bisogno di prendere coraggio.
“Non sei riuscito a fare cosa?!”
“Non ce l’ho fatta  a smettere di soffrire come stava soffrendo Sam. Non sono riuscito a spegnere la disperazione che aveva nel perdere Dean, nel perdere te, cioè…..lui…io…insomma….Oddio!! lo vedi anche adesso io..io non…” cominciandosi ad agitare.
“Ok! Respira…con calma. Calmati! E’ tutto ok!” fece il maggiore mettendogli le mani sulle spalle di nuovo contratte. “Te l’ho detto e tu lo sai. Può accadere una cosa del genere. Per la miseria, Jared!! Noi siamo quei due disperati per più di 16 ore al giorno, cinque giorni su sette, nove mesi all’anno. Potremmo quasi dire che siamo più Sam e Dean, che Jared e Jensen.” convenne ironico. “Credo….credo che sia più che normale che ogni tanto il cervello non capisca più da che parte debba andare.” sperando di essersi spiegato.
Jared lo guardava, ma soprattutto lo ascoltava. Ascoltava e faceva sua, ogni parola che l’amico gli stava dicendo, perché in fondo al cuore sapeva che Jensen aveva ragione e che gli diceva quelle cose solo per il suo bene. E allora riuscì a rilassarsi un po’. Perfino a scherzare.
“Stai dicendo che a volte , Sam, va a letto con mia moglie?!” domandò più disteso e sorridente.
“Beh! il fatto che Tom, quando finisce i miei orsetti gommosi, riesca ogni volta a fregarmi con gli occhi da cucciolo di Sam, la dice lunga!!!” ed entrambi risero a quel punto. “Ok! Stammi a sentire. Finiamo questo episodio, finiamo questa stagione e poi, amico, stacca la spina. Dimentica tutto e tutti per un po’. Le convention, le varie manifestazioni, la campagna benefica. Per un po’ lascia che se ne occupino gli altri.  Pensa a te. Alla tua salute. Se stai male tu, starà male la tua famiglia, i tuoi amici….starò male io.” e sentì la sua voce incrinarsi dicendo quelle cose e gli occhi lucidi di Jared , che lo ascoltava rapito, non aiutavano la situazione.
“Non mi va di stare male, Jensen!” confessò in un sussurro.
“Lo so e a me non piace vederti stare male, come non piace a nessuno. Ma in questo periodo hai dato tanto, troppo…a tutti, e non puoi andare avanti così ancora per molto!!” lo ammonì amichevolmente e sorridendo al lieve annuire del giovane.
Gli diede una pacca amichevole sulla spalla e si alzò, pronto a lasciarlo riposare. “Riposati un po’. Vedo com’è la situazione lì fuori e poi vengo a chiamarti, ok?”
“Ok. Grazie, Jens!” fece mentre si distendeva sul divano.
“Ricambierai alla mia prossima crisi, d’accordo?!” scherzò.
“D’accordo!” fece e poi subito dopo lo richiamò. “Ehi? Jensen?”
“Che vuoi ancora?!” fece fintamente scocciato.
“Noi…noi siamo…. fratelli, vero?!” domandò , alzandosi e andandogli in contro e sorridendo della faccia sorpresa ma orgogliosa con cui Jensen lo stava guardando.
Jensen deglutì, contraendo la mascella forte. Ignorando il groppo in gola che gli fermò il fiato e il nodo che gli aveva stretto lo stomaco.

Jared era così a terra da voler perfino confermata quella che era più che una certezza. Da anni.

“Puoi scommetterci quel tuo inutile culo texano, Padalecki!” rispose convinto e fiero.
Lo abbracciò, perché sapeva, perchè vedeva che Jared ne aveva un disperato bisogno. E se all’inizio lo sentì teso nella sua stretta, piano piano, mentre gli massaggiava la schiena per farlo rilassare, sentì il giovane amico, cedere a quel senso di sicurezza.
Jared , poi si allontanò da lui, sorridendogli ancora, anche se più timidamente.
“Stronzo!”
“Puttana!” e poi andò via, non prima di  essersi assicurato che il giovane, si fosse disteso di nuovo, per riposare.
 
Quando uscì dal camper , si chiuse la porta alle spalle e sospirò perplesso, e non appena si voltò verso il grande spiazzo, pronto a raggiungere il suo di camper, si trovò davanti Sgriccia e Singer.
“Allora?!” chiese il regista più anziano.
“Allora che?!” disse con fare tranquillo, Jensen, volendo proteggere lo stato d’animo dell’amico.
“Jensen, smettila di fare Dean. Come sta?!” insistette Bob.
Jensen capitolò. Sapeva che quella non era una domanda dovuta al lavoro ma all’apprensione per Jared.
“E’ sfinito, Bob. Questa volta è al limite. Non gli basteranno cinque giorni come nella terza stagione. Il personaggio di Sam è stato caricato parecchio quest’anno, lo sai, e Jared, ora, ne sta pagando le conseguenze.” confessò amareggiato.
“E’ crollato?!” chiese Phil preoccupato. “Vuoi che chiamiamo qualcuno?!”
“No..no..no! Per ora sta bene. Gli ho detto di starsene tranquillo per qualche minuto, ma…"
“Ma cosa?!” chiese Singer.
Jensen inspirò e diede voce alla sua decisione. “Finiamo l’episodio, Phil. Finiamo la stagione e poi dobbiamo lasciare che Jared stacchi la spina. Il ragazzo che adesso è lì dentro..” fece indicando il camper alle sue spalle, “…non è lo stesso che fino a qualche settimana fa, si rotolava nel fango e portava Osric sulle spalle per fargli completare una stupida corsa benefica. Non è lo stesso che giocava a nascondino con i suoi due figli tra i divani di casa sua. E’ stanco, è…..scarico! ha dato troppo in questa stagione, molto più delle altre volte e tu lo sai!” fece rivolto a Bob che annuiva, comprensivo e in accordo con le parole del suo attore e amico.
“Come farà con le convention?!” chiese Phil.
“Proverò a convincerlo a saltarne qualcuna. Ha bisogno di starsene a casa e riposare. I ragazzi del cast capiranno e così anche i fan. Sanno quando Jared ami stare con loro, quindi non se la prenderanno se gli diremo che non sta bene, che è fisicamente sfinito per tutte le cose che porta avanti!” sembrò suggerire convinto che fosse la cosa giusta da fare.
“Quindi cosa vuoi fare?, credi che sia il caso di finire le riprese?!” chiese ancora Phil, come regista dell’episodio in corso d’opera.
“Sì. Jared non è uno che molla. Porterà a termine il lavoro e lo farà come deve essere fatto!” rispose deciso.
“Ok! Allora vado a far risistemare i set che ci servono per oggi e poi vi faccio chiamare!” e andò via, di nuovo indaffarato.

Jensen stava per seguirlo quando Bob lo richiamò.
“ E tu ?” domandò semplicemente, trattenendolo per un braccio.
“Io cosa?!”
“Tu come stai, ragazzo?” chiese con tono paterno, guardandolo dal di sopra dei suoi ormai famosi occhialetti sempre troppo bassi sul naso.
“Alla grandissima!” fece sorridendo Jensen. Anche se il suo sorriso era più una smorfia nervosa.
“Ritenta, sarai più fortunato!” lo provocò l’amico regista e Jensen mutò in un istante.
“Mi fa male, Bob. Mi fa male vederlo così.” disse profondamente amareggiato. “So che il nostro è un lavoro stupendo, dalle mille possibilità, dalle mille soddisfazioni, ma…a volte… a volte mi chiedo se….”
“Se ne vale la pena?!” lo anticipò il regista.
“Se vale la pena ridursi così!”volle precisare Jensen.
“Jensen, ragazzo mio. Non è una questione di cosa vale e cosa non vale. La questione qui, è ciò che siete voi due. Come siete fatti voi due!!” disse con enfasi misurata.
“Non credo di capire!”
“Voi due, tu e Jared…voi siete talmente legati a questo lavoro, alle persone che lo fanno con voi, ai vostri personaggi che ormai anche la più semplice battuta deve essere perfetta. Anche il minimo sguardo tra i “due fratelli” deve valere più di un’intera pagina di script. Perché sapete che più date più ne beneficeranno tutti quelli che vi stanno intorno. Tu hai dato talmente tanto in quel “Sono fiero di noi!” che tutto il discorso che c’era prima è risultato inutile e Jared?...Jared ha raggiunto una tale simbiosi con il suo Sam che per quanto interpreti un Sam senz’anima o uno posseduto da un angelo, gli basta mutare di poco lo sguardo per mostrare di nuovo il Sam che tutti amano.” disse mostrandosi orgoglioso del lavoro che i due avevano fatto in quegli anni. “Potevate essere due semplici attori che venivano qui, recitavano le loro 4 battute e poi se ne tornavano a firmare autografi, invece , no. Voi avete dato e state ancora dando anima e corpo a tutto questo, dopo tutto questo tempo.” Disse fermamente convinto che i due suoi attori fossero la reale colonna portante dello show, per quanto loro , in ogni intervista e ad ogni domanda, continuassero a ripetere che Supernatural era la perfetta combinazione di tutti quelli che ne facevano parte. Fan compresi.
“Bob, io…”
“Non mi piace vedervi in queste condizioni, lo giuro. Ma cerca di capire che se siete così, se starete ancora….così, è perché voi amate…voi adorate fare quello che fate. E arrivare fino a questo punto farà sempre parte del vostro modo di farlo. Non ne conoscete un altro!” sentenziò.

Jensen per un po’ rimase in silenzio cercando di capire se ciò che Bob gli aveva detto era un complimento o una condanna. O magari era entrambe.
“Come ne usciamo, Bob?!” chiese sottovoce, guardando la porta del camper ancora chiusa.
“Come ne escono tutte le famiglie. Ci staremo vicini, ci guarderemo le spalle e ci incoraggeremo sempre ad andare avanti!” fece l’amico, mettendogli una mano sulla spalla in segno di incoraggiamento.
 
Qualche settimana dopo, la fine delle riprese della decima gloriosa stagione di Supernatural. Subito dopo, le consuete convention e manifestazioni a cui tutto il cast aveva sempre partecipato con entusiasmo.
Il 15 maggio, alla convention di Roma, la Jib6, Jensen annunciava che purtroppo Jared non stava bene e che aveva bisogno, un disperato bisogno, della sua famiglia.
L’intero fandom, benché preoccupato, si ritrovò a fare esattamente quello che aveva predetto Jensen a Bob.
Tutti si dimostrarono comprensivi.
Un fiume di tweet e messaggi di incoraggiamento furono inviati al giovane attore, perché si rimettesse al più presto.
 
Primo fra tutti quello del suo fraterno amico.
@jarpad get some rest, my brother. I got ur back...Always. #AlwaysKeepFighting . “Riposati, fratello. Ti guardo le spalle. Sempre!”
 
Perché è questo che si fa in una famiglia: ci si sta vicini, ci si guarda le spalle e ci si incoraggia sempre ad andare avanti!

 
 
N.d.A.: Spero che questa shot non sembri di cattivo gusto, dato che la situazione di Jared è reale.
Volevo solo immaginare cosa abbia portato il nostro caro e amato Moose ad un punto di malessere simile. E come Jensen, gli sia stato vicino. L’ispirazione mi è venuta dai vari tweet che ho letto e da alcune cose che i tanti attori, suoi amici, hanno detto durante i panel, parlando di Jared.
L’unica cosa vera di questa breve “visione” è il tweet di Jensen.
Ditemi che cosa ne pensate, se vi va. Se siete d’accordo. E non abbiate paura di sparare a zero!!!
 
Baci, Cin!
   
 
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