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Autore: mughetto nella neve    30/05/2015    4 recensioni
"[...]Zeus, nei suoi sogni, non lo ascolta mai. Si volta, sì, a fissarlo ma non aspetta nemmeno il finire della sua frase per tornare alle sue occupazioni. Non sa stare fermo. Gira qua e là senza curarsi troppo delle sue domande: cerca fragoline di bosco, scaccia lucertole e scarafaggi e si sporge un po’ sulla destra cercando di capire che piega prenda il sentiero poco più avanti.[...]"
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Semplicemente un sogno di Ade ormai Sovrano degli Inferi
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ade, Zeus
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Zeus, nei suoi sogni, è un ragazzo magro e sorridente che lo guida per le foreste del Monte Ida. Si fa strade fra felci e cespugli, calpestando radici e fiori. Non teme la natura: è suo estimatore e, con vocetta squillante, si perde in sciocche chiacchiere circa la sua infanzia passata fra le ninfe.
Accarezza la corteccia degli alberi, concentrandosi sui suoi solchi nel quale hanno fatto la tana piccoli moscerini. Indica, poi, il fitto intreccio di rami e fogli su cui ha costruito trappole per gli uccelli: ferma il suo passo solo per aiutarlo ad individuarli. Ne è orgoglioso e non attende nemmeno il suo giudizio al riguardo, preferendo continuare per il sentiero fischiettando uno strano motivetto.
 
« Dove stiamo andando? »
 
Zeus, nei suoi sogni, ride in modo dispettoso e gli ordina divertito di seguirlo su per il terreno scosceso. Regge fra le mani un bastone raccolto da terra e ci gioca un poco nel mentre attende la sua venuta. Non teme l’ira dei Titani e di loro padre: è sereno, compiaciuto e spesso si burla di lui per quell’espressione seria che lo accompagna da quando è tornato alla vita.
Per lui, i fratelli sono bambini che si sono affacciati al mondo: non conoscono le leggi della natura, non provano a comprendere l’animo altrui e non sanno apprezzare le sue rinominate qualità. Ride sempre un poco quando si autocelebra, quasi si divertisse e volesse prendere in giro se stesso.
 
« Fratello mio, dove stiamo andando? »
 
Zeus, nei suoi sogni, non lo ascolta mai. Si volta, sì, a fissarlo ma non aspetta nemmeno il finire della sua frase per tornare alle sue occupazioni. Non sa stare fermo. Gira qua e là senza curarsi troppo delle sue domande: cerca fragoline di bosco, scaccia lucertole e scarafaggi e si sporge un po’ sulla destra cercando di capire che piega prenda il sentiero poco più avanti.
Pare quasi essere su di giri, ma il suo volto è inaspettatamente tranquillo. Respira a pieni polmoni l’aria fresca che spira nel sotto bosco e  si guarda intorno alla ricerca di un ben noto obiettivo. Compie diversi passi in avanti e quasi sembra essersi dimenticato di lui nel volerlo lasciare indietro.
 
« Fratello mio, Zeus, fermatevi! »
 
Ed ecco che, finalmente, si ferma.
Lascia che il suo bastone cada a terra e, lentamente, si volta verso di lui. Il suo viso è inaspettatamente serio: pare quasi impensierito da quella sua (quasi) supplica. Probabilmente non crede alle sue parole: è convinto che il fratello maggiore possa seguirlo in ogni dove senza avere problemi con radici e rami spinosi che insinuano d’improvviso sul loro sentiero.
Non vede le sue difficoltà. Per lui è tutto così incredibilmente facile e spontaneo. È cresciuto in quei luoghi: conosce ogni albero e pozza d’acqua stagnante. Non teme le spine e le buche nella terra. Per lui non sono che piccoli ostacoli del quale può sopportare l’esistenza.
Aggrotta, dunque, le sopracciglia nell’osservarlo.
 
« Non riesco a starvi dietro. Andate avanti senza di me. Io non - »
 
Zeus gli porge la mano sorridendogli.
È rimasto fermo ma, nonostante tutto, sembra che si stia protendendosi verso di lui. Con espressione raggiante lo invita nuovamente a seguirlo. Probabilmente è ancora divertito da quel suo titubare fra rami e spine ma sembra così genuinamente interessato ad aiutarlo da convincerlo a tentare ancora una volta di raggiungerlo.
Sembra che la sua presenza gli sia necessaria per proseguire.  Vuole assolutamente al suo fianco quel silenzioso e perennemente ammusonito fratello maggiore e per questo continua ad attenderlo porgendogli la mano serenamente.
Non vi sono Cratos e Bia a scortarlo. Non regge saette fra le dita e indossa una splendida armatura forgiata da uno dei suoi tanti e potenti figli. I suoi capelli non profumano di alloro e il suo sguardo non mostra ancora la potenza e la fierezza che un giorno lo porterà a governare l’Olimpo.
È semplicemente un ragazzino dai capelli biondi che non indossa calzari e gli si rivolge sempre allegro.
Zeus, nei suoi sogni, è semplicemente suo fratello.
 
 
 
E se il mondo non finirà mai
Tu scegli testardo il cammino
Padrone di un solo destino.
 
 
 
~Il Mughetto dice~
Io non so nemmeno cosa ci faccio in questa sezione. Sono, sì, una lettrice silenziosa dei racconti che ospita ma non è stato mai mio desiderio palesarmi con simile lavoro. Eppure, eccomi qui con questa one-shot senza pretese che illustra un sogno di Ade in cui protagonista assoluto è suo fratello Zeus.
Non sono mai stata un granché nel trattare personaggi “particolari” come Zeus ed Ade; li considero una sorta di assiomi intoccabili ai quali non si deve assolutamente aggiungere nulla se non documentati da fonti. Il secondo, tra l’altro, è fra i miei preferiti nel Pantheon greco (assieme a Poseidone ed Efesto); eppure tanta riverenza nei suoi confronti non è bastata dal volermi dissuadere dal voler approfondire un poco di più il suo rapporto con il fratello minore.
Molte volte, nei romanzi o film, Ade viene rappresentato come personaggio oscuro e perennemente adirato con Zeus per averlo relegato nell’Oltretomba. Per me, simile congettura, è completamente priva di fondamenta - simile invidia e rancore lo si può tranquillamente spostare su Poseidone ma, Ade, non potrebbe mai avercela con quell’allegro bambino che lo ha tirato fuori dalla pancia del padre.
Gli vuole bene. Lo considera molto diverso da lui, sì, ma tiene alla sua salute e lo vorrebbe sapere più maturo e non intento ad inseguire ninfe e mortali. Sono entrambi l’emblema dell’archetipo di tipico fratello maggiore e minore. Vedono il mondo con occhi diverso, vivono le loro vite in modo diverse e le loro scelte si ripercuotono spesso sull’altro. Nonostante questo, Zeus non esita a dargli in moglie la figlia avuta con Demetra e Ade non partecipa alla congiura che Era organizza contro di lui.
Questo mi basta per immaginarli, poco prima della Titanomachia, come fratelli piuttosto uniti che vagano senza meta per il Monte Ida. Naturalmente Poseidone lo hanno lasciato a valle perché è piuttosto riottoso e non gode di buon carattere - inoltre russa e Zeus sta progettando di soffocarlo con un cuscino se non pone rimedio.
Che dire dunque? Ah, già. La canzone da cui si riprende il titolo è
Mio fratello di Tiziano Ferro. Spero vi sia piaciuta nonostante la sua particolarità!
Grazie per aver letto! ~
  
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