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Autore: redscarlet    30/05/2015    1 recensioni
Seguito del film "The Avengers: Age of Ultron"; la storia prende vita dalla fine del film, strettamente incentrata sulla vita di Wanda e Pietro, complici di un'amore fraterno.. ma non solo.
Dal testo: "Era risaputo che Wanda potesse leggere e deformare le paure altrui, ma nessuno conosceva le sue, dalla sua aracnofobia al terrore nel passare una notte in solitudine, soprattutto in seguito alla sua abitudine di dormire accanto al petto di Pietro, accoccolata e inebriata dal battito del suo cuore."
Genere: Erotico, Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Pietro Maximoff/Quicksilver, Visione, Wanda Maximoff/Scarlet Witch
Note: Missing Moments, Movieverse, What if? | Avvertimenti: Incest
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"Rosso e Blu fanno Viola"
 

Bring me to life
I've been living a lie
There's nothing inside
Bring me to life

Frozen inside without your touch,
without your love, darling
Only you are the life among the dead

- Bring Me To Life; Evanescence.



 
Trascorsero mesi prima che si rendesse conto del suo enorme potenziale oltre che delle sue capacità innate che, mutazione o meno, ella possedeva.
La rabbia nel restare sola, dopo anni di tu-per-tu con suo fratello, ad affrontare un mondo troppo corrotto e banale la portarono alla soglia della pazzia.
I suoi continui allenamenti con la sua nuova squadra le liberavano la mente, sebbene essa non fosse completamente sgombra dalle nubi nere che popolavano i suoi pensieri, i suoi incubi, le sue paure.
Era risaputo che Wanda potesse leggere e deformare le paure altrui, ma nessuno conosceva le sue, dalla sua aracnofobia al terrore nel passare una notte in solitudine, soprattutto in seguito alla sua abitudine di dormire accanto al petto di Pietro, accoccolata e inebriata dal battito del suo cuore.
La sua serenità si manifestava rendendo visibile i suoi sogni; nubi rosse che componevano un'armonia nell'aria incantavano il gemello ogni notte, rendendolo quasi insonne; combattendo contro il desiderio del riposo per poter entrare nel cervello della sua sorellina, vedere ciò che ella pensava, temeva, amava.
Era il suo segreto, Wanda non poteva immaginarlo, e la cosa entusiasmava il fratello. Fino a quando, una notte, Pietro nella sua consuetudine si portò la mano sotto alla testa, scivolando lentamente nell'oblio che solo la culla di Morfeo era in grado di offrire. Ad un tratto, prima di cadere nelle oscurità dei sogni, sentì la sorella agitarsi, sussurrando cose che lì per lì non riusciva a comprendere. Intrigato, si girò verso il volto della sorella, osservandone i tratti illuminati dalla luna. Ella fece un gemito, seguito da un altro, accompagnato da mugolii che parevano di piacere. Dal divertimento iniziale, Pietro iniziò a provare una sensazione strana, ambigua, eccitante. Le note scarlatte nello stanzino iniziarono a piovere come saette, colpendo oggetti nella camera, ma, prima di schiantarsi su di essi, si liquefacevano, assumendo la forma di una morbida e brillante scia, elettrica, forse mortale, incandescente, ma morbida, stuzzicante, seducente.
“P-” Sussurrò Wanda con la bocca impastata dal sonno, facendo focalizzare ulteriormente l'attenzione del fratello su di sé, concentrandolo sui lineamenti delle sue labbra rosse come il sangue, come lei; vendicativa, coraggiosa e sorprendentemente attraente. -Attraente?- in effetti, da quando quella ragazzina tutto pepe era divenuta così avvenente, da scialba lentiggionosa com'era?
Lo sguardo di Pietro scese più in basso, verso quelle che erano divenute curve con l'esplosione -Improvvisa?- della pubertà. Vedeva il suo stesso sangue, la stessa pelle pallida che caratterizzava la sua, ma... Aveva qualcosa in più. Era pura, diafana, allettante.
“Pietro” scandì questa volta la mora.
Egli non poteva credere alle proprie orecchie, -Aveva davvero sussurrato il suo nome?- Il rosso divenne pioggia che colpì il suo stesso corpo. Si aspettava di ricevere scottature, dolore, ma niente. Una forte sensazione di calore si impadronì del suo corpo, scatenando la sua libido.
La ragazza si girò nel letto, inarcando la schiena, esponendo le sue forme.
-Dio, fa che non sia un sogno.- Si ritrovò a pensare la saetta, finendo senza rendersene conto ad inspirare il profumo della giovane, pochi centimetri dal suo collo. Le labbra di lui toccarono quella superficie irresistibile, saggiandone ogni centimetro, gustandolo. Inevitabilmente, portò le mani a toccarle il viso, voltandolo in modo impercettibile verso il suo. Ammirava estasiato quelle ciglia folte da cerbiatta, il naso uguale al suo, ma più sottile e grazioso, con la punta che guardava l'alto con superiorità. Ma... quelle labbra. Dio, quella bocca era per lui la pura reincarnazione della perfezione.
Eppure, ora quei momenti di silenzi, forti battiti di cuore e seduzioni silenziose, erano terminati.
Wanda rimase da sola, nel buio silenzio, oscuro e tetro. Ogni notte la trascorreva vicino alla sua tomba sotto quel salice piangente tanto odiato ed amato, sussurrando all'azzurro di Pietro; dei suoi occhi, della sua personalità vivace, dolce, comprensiva... sola.
“Pietro Maximoff; fratello devoto, salvatore, anima pura.”
Leggeva e rileggeva quell'epiteto nella mente, lo urlava riempiendo il cimitero di un rosso tenue, dolorante. Come la sua mente. Incompleta.
Però doveva provarci. Gli allenamenti avevano scolpito nelle sue capacità una forza indomabile e potente. Doveva farlo.
Pietro non è morto.” Sussurò, pianse, urlò.
Eppure a farle compagnia vi era l'unica avvenuta di un silenzio malinconico ed angosciante.


La mattina seguente si destò nella sua stanza, o almeno quella che a prima vista d'occhio le pareva. Sbigottita si levò sui gomiti, reggendosi la testa dolorante, il corpo a pezzi.
Si guardò intorno e no, quella non era la sua camera, quanto più quella di un albergo lussuoso.
Il letto a baldacchino troneggiava tra quelle mura in stile barocco, oro e bianco erano i colori padronali, fatta eccezione per delle rose rosse accuratamente posizionate ad ogni angolo.
Non appena le sue orecchie si stabilizzarono e quel macabro fischio cessò, si rese conto dell'enorme balcone al suo fianco, da cui penetrava una leggera brezza marina, profumo di fiori e salsedine. Il sole era già alto nel cielo quando mosse i primi passi sul marmo freddo, per avvicinarsi a quel magnifico panorama. Rimase estasiata dall'oceano e dal suo blu acceso, infinito, piacevole e pieno di morbosi segreti.
Un suono catturò subito il suo udito: non era sola in quella stanza.
“Visione?” Chiamò lei, credendo che ancora una volta l'androide l'avesse portata in un posto sicuro per il suo breve riposo. Era così gentile con lei. Spesso si chiedeva se vi fosse di più sotto quella tenerezza, ma il pensiero non la sfiorò mai per troppi minuti consecutivi, scacciato dalla paura di restare nuovamente sola, di affidarsi a qualcuno che non potesse completarla come dovuto, come... come...
Una saetta tuonò al suo fianco a pochi millimetri dal suo viso, alzandole il mento dolcemente nonostante la velocità smisurata, “Risposta sbagliata, sorellina.”


NA: Per chi non lo sapesse, Scarlet Witch possiede la capacità di modificare la realtà.
Ammetto che è la prima volta che scrivo una storia sulla Marvel e devo dire che ho da me molte aspettative che *colpoditosse* so che finiranno nel cesso. Prima della mia dipartita spero che questa storia vi piaccia. Grazie a chi recensirà -se ci sarà qualcuno *sguardodacucciolottopiangente*.- e a chi leggerà in silenzio.
Peace.

   
 
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