La rabbia. Un sentimento forte che spinge la gente a fare cose folli. Per ironia della sorte io non posso vivere quest'esperienza. Un mostro..no un'altro essere vive insieme a me, e di quella creatura non so se provare pena o compassione. Da una parte c'è il mio io razionale che mi spinge a combatterlo ad annientarlo la dove è possibile.
Ma dall'altra c'è l'uomo. Un uomo che comprende la sua ira, in fondo anche io mi arrabbierei se la prima reazione che suscito è di terrore. Terrore causato da quei treconto, forse, chili di muscoli e di colore verde. E penso a quanto solo debba sentirsi, perchè quando è sopito in me lui può vivere una vita serena circondato di affetti. Se lui esce perde tutto, e forse questo lo fa sentire arrabbiato e frustrato ancora di più. Probabilmente si chiede perchè non può essere amato come lo sono io, e perchè lui deve essere braccato e tenuto sotto controllo, mentre io no. Siamo un unica realtà trattata diversamente. E lui non capisce il perchè. O meglio non lo capisce fino in fondo. O forse siamo noi che spaventati da qualcosa di primitivo, che si muove senza regole e costrizione, tentiamo di distruggerlo e piegarlo. Posso dire che io conosco questa creatura abbastanza bene da poter dire ogni volta di lasciarlo in pace, di lasciarlo sopito in me. La realtà è che cerco di proteggere non solo l'umanità dalla sua ira, ma anche lui. Perchè a conti fatti, lui ha me così come io ho lui, siamo entrambi destinati alla solitudine ed entrambi abbiamo solo l'altro a darci conforto. Mi dispiace solo che lui questo non potrà mai saperlo e mi penserà sempre come un suo nemico naturale.
Diario del Professor Banner