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Autore: Cara_Sconosciuta    06/01/2009    6 recensioni
I sogni son desideri, lo dice anche la canzone... ma può la realtà essere scambiata per un bel sogno? Oppure è molto, molto più facile che accada il contrario? Missing moment di "Gabrielle"
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kevin Jonas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eh già, per par condicio la dovevo scrivere per forza, quindi eccola qui! Secondo missing moment da Gabrielle, questa volta sulla mia coppia preferita, che vedo essere anche la più gettonata.

La canzone è “A dream is a wish your heart makes” da Cenerentola, i Jonas Brothers non mi appartengono e Gabrielle è tutta opera della mente (malata) di Minako_86.

Temperance

I sogni son desideri

A dream is a wish your heart makes

When you’re fast asleep

In dream you lose your heartaches

Whatever you wish for, you keep

 

“Buon Natale, Coco!” Esclamò Kevin, trotterellando nel salotto della sua casa parigina  con un piccolo contenitore stretto in mano, seguito a ruota da Joe e Nick, che erano stati praticamente buttati giù dal letto ad opera del fratello maggiore.

La ragazza, accucciata vicino all’albero di Natale a sistemare gli ultimi regali, scattò in piedi, correndogli incontro e stampa dogli un veloce bacio sulle labbra, prima di passare a salutare anche gli altri due con un abbraccio e un ‘Tanti auguri’ a testa.

Sorridendo, Joe la ringraziò e corse verso l’albero, lasciandosi scivolare sul pavimento con le calze, come un pattinatore decisamente  poco aggraziato e ricadendo sulle ginocchia a pochi centimetri dal piccolo abete vestito a festa.

“Dai ragazzi, venite ad aprire!” Esclamò, tuffandosi tra i pacchetti alla ricerca di quelli con il proprio nome scritto sopra.

Nick  alzò gli occhi al cielo, avviandosi, seguito da Kevin che, la mano di Coco stretta nella sua, scuoteva la testa con affettuoso compatimento.

“Guardalo, un bambino di vent’anni alto un metro e ottanta.” Ridacchiò, sedendosi tra i due fratelli e facendo accomodare Gabrielle sulle gambe incrociate all’indiana.

“Questo è per me!” Esclamò lei, allungando le braccia verso Joe, che le stava porgendo un morbido e spesso dono avvolto da carta rosso fuoco e da un nastro dorato.

“Chi lo manda?” Domandò Nick, sistemandosi sulla testa gli occhiali da sole Ray-Ban nuovi di zecca che gli aveva inviato sua madre da parte di una delle zie delle quali nemmeno ricordava il nome.

“Monmon, Gerry e Lulù.” Rispose lei, lanciando la pallina di carta straccia dritta dritta sulla testa di Joe, che le rispose con una linguaccia giocosa, e stringendosi forte al petto il pesante maglione di lana color ghiaccio.

“Ehi, devo essere geloso di quel coso?”

“Tu sei geloso anche del letto dove Coco dorme, Kev.” Lo rimbeccò Joe, schivando per un pelo il cuscino che il fratello gli aveva lanciato prima ancora che finisse di parlare.

“No, visto e considerato che è lo stesso in cui dormo io.”

“Dettagli.”

“In ogni caso” Intervenne Nick, stroncando sul nascere una probabile rissa natalizia. “Mr Gelosia ha qualcosa da darti, vero, Kevin?”

“Sì, beh, sì, in effetti...” Balbettò Kevin, smettendo all’istante di guardare in cagnesco Joe, mentre le sue guance si coloravano di un’adorabile tinta pomodoro maturo. “Ti dispiace?” Domandò, facendo a Gabrielle segno di alzarsi.

La ragazza eseguì, senza smettere di sorridere, ma cambiò radicalmente espressione quando Kevin si sistemò in ginocchio davanti a lei, rigirandosi tra le mani la piccola scatola blu.

“Kevin, che...”

“Ssssh!” La zittì Joe, che osservava la scena con occhi grandi il doppio del normale, piangendo amaramente l’assenza di una ciotola di pop corn.

Kevin, dal canto suo, si limitò a schiarirsi leggermente la gola, prima di prendere la mano sinistra di Coco con la sua e di far scattare, con l’altra, il meccanismo che permetteva alla scatolina di aprirsi.

Rivelando una sottile fascetta d’oro bianco sormontata da un minuscolo diamante che tolse letteralmente il fiato alla ragazza.

“Coco....Gabrielle” Cominciò lui, stringendole un po’di più la mano. “Questo è il primo Natale che passiamo insieme... insieme come coppia, intendo e vorrei che tu lo ricordassi come uno dei giorni più speciali della tua vita, per questo ho pensato che anche il mio dono per te non poteva essere che qualcosa di assolutamente unico. Per questo ho scelto oggi, tra tutti i giorni, per chiederti, con tutto il mio cuore, se vuoi....”

 

Have faith in your dreams and someday

Your rainbow will come smiling through

No matter how your heart is grieving

If you keep on believing

The dream that you wish will come true

 

 

Kevin si svegliò di soprassalto, ritrovandosi uno sgambettante ed esaltatissimo Frankie sdraiato in zona stomaco.

“Sveglia, Kev, Babbo Natale è arrivato!” Esclamò il bambino, alzandosi e strappando le coperte dal corpo del fratello non appena si accorse che questi aveva aperto gli occhi. “Dai, se non scendi mamma non ci fa aprire i regali! E devo ancora chiamare Joe!”

“Arrivo, arrivo.” Biascicò lui, mettendosi a sedere e controllando l’ora sulla radiosveglia.

Le sette.

Sarebbe mai finita, quella tortura?

“Di’ a mamma che tra cinque minuti scendo. E a Joe che se non si alza ci penso io con la bottiglia dell’acqua a buttarlo giù dal letto. Acqua appena uscita dal frigorifero.” Sottolineò, finendo di liberarsi dalle coperte.

Non fece nemmeno in tempo a riacquistare del tutto il senso della vista, che Frankie già era fuori dalla sua stanza e chiamava Joe a squarciagola.

Con un sorriso sincero solo a metà, il giovane si prese la testa tra le mani, affondando le dita affusolate tra i ricci scuri e si lasciò sfuggire un sospiro rassegnato.

Un sogno, solo un altro maledettissimo sogno che gli confermava come, nella realtà, Coco non fosse affatto sua, ma di Joe, solo ed unicamente di Joe.

“Kevin, tesoro, arrivi?” Lo raggiunse la voce di Denise dal piano di sotto, intrisa di una certa impazienza quasi sicuramente procurata da Frankie.

“Sì, mamma...arrivo.” Rispose lui, alzandosi in piedi e rabbrividendo leggermente, prima di infilarsi la vestaglia a scacchi bianchi e neri che usava in quelle mattine d’inverno in cui fare niente è già troppo faticoso. “Arrivo...” ripetè, pensando che forse, e solo forse, almeno a Natale sarebbe riuscito a non pensare a lei.

 

   
 
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