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Autore: sugarboy    31/05/2015    1 recensioni
Piccola idea che mi è venuta mentre mi stavo facendo il solito viaggio mentale al lavoro, accompagnata dalla radio che stava trasmettendo 7 e 40 di Lucio Battisti, canzone che io adoro !!! se Ryo tornando a casa non trovasse piu Kaory ad aspettarlo?
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Ryo Saeba
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Se n’era andata, così in silenzio. Avevano litigato molte volte, tante altre l’aveva offesa e ferita con parole meschine e crudeli, molte di più l’aveva invitata lui stesso ad andarsene, ma lei era sempre rimasta al suo fianco. Non l’aveva mai abbandonato, gli aveva ripetuto fino allo spasmo che lei sarebbe sempre rimasta con lui, per farlo sentire meno solo, perché lei era la sua famiglia, e perché era convinta che da solo sarebbe morto di fame “ed io non voglio averti sulla coscienza mio caro!”. Nonostante tutto se n’era andata, senza un motivo apparente, senza una causa scatenante, così in silenzio, con un bigliettino. Forse soltanto perche alla fine si era stancata, stancata della loro situazione, del loro rapporto che non cambiava mai, di lui che non si decideva mai. Goccia dopo goccia la sua pazienza aveva raggiunto il limite, e lei aveva agito di conseguenza. Se n’era andata, lasciandolo soltanto con un bigliettino tra le mani. Erano due ore che era seduto sul divano, fissando quel misero pezzo di carta, con due righe scritte velocemente, senza una spiegazione sulla quale ragionare. Soltanto due righe inequivocabili, due righe di parole chiare e coincise “IO ME NE VADO, SONO STANCA DI ASPETTARE. KAORI” e nulla più. Non faceva che ripetersi che andava bene così, che in fondo era quello che aveva sempre desiderato per lei, poco importava se questo contrastava con ciò che desiderava per se stesso. In fondo era abituato al dolore, anche se quelle poche righe gli facevano sanguinare il cuore peggio di un colpo di pistola, e se un dolore così non lo aveva provato mai. Dopotutto era abituato a stare da solo e ad avere il silenzio intorno a lui, anche se un vuoto cosi era impossibile da colmare, e quel silenzio gli rimbombava nelle orecchie con un fragore sordo insopportabile. Il problema era che non se l’era immaginato così, s’immaginava di essere lì, mentre lei preparava le valigie, si era immaginato di avere il tempo di posizionare delle cimici, per poter sapere dov’era, di vederla andare via, di avere il tempo di seguirla. La voleva fuori dalla sua vita pericolosa, ma la voleva sotto la sua protezione. Doveva saperla al sicuro, e doveva essere lui a proteggerla, magari nascondendosi nell’ombra. Invece lei se n’era andata. Senza dare una parola, in silenzio e da sola. No, non poteva accettarlo, avrebbe chiesto ai suoi informatori, avrebbe scoperto dove si nascondeva, e l’avrebbe protetta a costo della vita. All’improvviso la realtà gli attraversò il cervello come un fulmine. Era un cretino! Aveva passato gli ultimi anni a dirsi che se si fosse lasciato andare, lei sarebbe stata in pericolo, ignorando che lei era già in pericolo, e si diceva che l’avrebbe protetta da lontano, quando avrebbe potuto proteggerla meglio se l’aveva vicino. L’unico modo per non metterla in pericolo, era non perderla mai di vista. E non riusciva a immaginare un modo migliore per averla vicino, se non stringerla tra le braccia e fare tutto quello che aveva sempre desiderato fare. Si era sempre vantato di essere un uomo forte e coraggioso, invece era un codardo, aveva avuto talmente paura di essere felice, che aveva fatto di tutto per non correre rischi. E ora lei se n’era andata. In silenzio senza una spiegazione, lasciandolo solo con un biglietto tra le mani.

Dopo ore interminabili passate a pensare, si era lasciato andare, e si era addormentato sul divano, erano stati dei rumori provenienti dalla cucina a svegliarlo, li sentiva distintamente. Non era da lui, lui che aveva un udito formidabile, come aveva potuto non sentire qualcuno che si era introdotto in casa. In effetti, non avvertiva il pericolo, ma non capiva chi poteva essere l’intruso che era entrato in casa senza far scattare i suoi allarmi. Si alzò lentamente, e cercando di non fare rumore, accosto la mano alla sua fedele magnum e si affacciò alla cucina. Quello che vide lo lasciò senza fiato.

 

Era tornata a casa dopo delle ore, era furente. Non capiva come aveva potuto ignorarla a quel modo, non l’aveva cercata niente, l’aveva semplicemente ignorata. Era determinata a dirgliene quattro, a sputargli addosso tutto il dolore e la sofferenza, quella volta non l’avrebbe passata liscia. Quando, però aveva aperto la porta di casa, l’aveva trovato addormentato sul divano con il suo biglietto in mano, e l’immagine nel suo complesso era cosi tenera che tutta la rabbia si era volatilizzata in un attimo. Quindi sorridendo si era diretta in camera sua, si era messa comoda e aveva imboccato la porta della cucina per preparare la cena.

 

Kaori era lì davanti a lui, con addosso una vestaglietta a spalline fini, che metteva in risalto il suo corpo. Doveva essere una visione, lei non poteva essere lì, lei era distante decine di kilometri, lei l’aveva abbandonato, eppure il suo profumo era reale, e lo era anche il profumo della cena sui fornelli “Sugar” sussurrò.

Lei si voltò di scatto “Ryo! Ma sei matto? Mi hai spaventata a morte!” gridò di rimando, come se non fosse accaduto nulla, come se fosse normale trovarla lì a preparare la cena.

Sugar, sei tornata!” continuava a starsene lì impalato, appoggiato allo stipite della porta, non osava muoversi, temeva di svegliarsi da quel sogno così reale.

Ryo che succede?” l’espressione del suo socio era terribile, il suo sguardo era terribilmente triste, e la sua immobilità la stava spaventando “Certo che sono tornata, il film è finito e sono tornata. Anzi vedi di darmi una spiegazione razionale e precisa per giustificare la buca colossale che ci hai tirato?”.

Il film?” che film, di che diavolo stava parlando?

Sì, Ryo il film.” Quell’uomo era impossibile, fare il finto tonto era una delle cose che gli riusciva meglio. “ La proiezione iniziava alle 19 e 30, ti ho aspettato fino all’ultimo, poi mi sono stancata e me ne sono andata senza di te” concluse.

Ryo non credeva alle sue orecchie, con lo sguardo fisso a terra e le labbra socchiuse dalla sorpresa, si diresse lentamente verso la sedia che aveva di fronte. Kaori seguì ogni movimento del suo socio con la massima attenzione, lo osservo sedersi, appoggiare i gomiti sul tavolo, prendersi la testa tra le mani. Osservo nascere sul suo viso l’ombra di un sorriso accennato, che con il passare dei secondi si trasformò prima in un sogghigno e poi in una fragorosa risata.

Ryo, ma che diavolo ti prende?” chiese sempre più confusa dal suo comportamento.

Senza mai smettere di ridere, Ryo sollevò la testa, e la guardò dritta negli occhi. “Mi prende che ti amo!” lo disse così, senza un motivo apparente, senza una causa scatenante. Così semplicemente, come se fosse la cosa più normale e semplice del mondo.

Kaori era allibita. Stentava a credere alle sue orecchie, non capiva cosa poteva spingere Ryo a dire una frase del genere. L’unica parola che uscì dalle sue labbra fu “Cosa?”

Senza dire una parola lui si alzò dalla sedia, la raggiunse e le afferrò la mano. Kaori avrebbe voluto opporre resistenza. Ma non fece nulla, semplicemente lo seguì fino al divano, e senza opporre la minima resistenza, si sedette sulle sue ginocchia, quando lui la invitò a farlo. “Sugar, ti sembra il biglietto adatto da lasciarmi, per dirmi che sei andata al cinema?” le chiese porgendole il biglietto.

Io … sì, ti ho solo lasciato scritto che me ne ero andata” spiegò con innocenza.

Lui non disse nulla, la fissò soltanto negli occhi, con un sorriso dolce stampato sul volto, e lei capì. “oh, tu hai pensato che io … oh Ryo …”

Sì, ho pensato. Ho pensato molto, e sono arrivato alla conclusione che sono un cretino. Volevo allontanarti da me, per proteggerti, avevo intenzione di spingerti verso una vita normale, e di nascondermi nell’ombra e proteggerti da lontano. Facendo soffrire te e me. E non mi ero reso conto che l’unica maniera che ho di proteggerti e tenerti accanto a me. Ma una cosa l’ho sempre saputa, io ti amo, ti desidero, ti voglio. Da tutta una vita.” Kaori se ne stava lì in silenzio, sorridendo serenamente senza dire nulla “ti prego Sugar, non sono bravo in queste cose, di qualcosa, qualsiasi cosa!”

Hai regione sei un cretino” e cosi dicendo si chinò timidamente verso quelle labbra che aveva sempre desiderato.

Sugar, non sarei in grado di fermarmi, quindi se non sei sicura di quello che stai facendo, ti prego fermati”.

Fermarmi?” quella sera Ryo aveva la capacità di sconvolgerla, erano anni che desiderava quel momento, anni che sognava ogni notte il suo corpo. Diavolo magari era ancora vergine alla veneranda età di 28 anni, ma aveva anche lei dei desideri, e ora che stava per realizzarli, non ci pensava nemmeno a fermarsi. “Non sperarci socio. Questa notte dovrai mostrarmi chi è veramente lo stallone di Shinjuku”.

E’ questo che vuoi mia piccola strega?” Sussurrò iniziando ad accarezzarle la gola con il pollice.

Si” poi socchiuse le labbra ma non per parlare, ma per immettere aria nei polmoni, aria di cui aveva disperatamente bisogno.

Questo?” ripeté lui. Le sfiorò le labbra suscitando in lei un fremito simile a una scossa elettrica, che si dissolse e lasciò il posto a qualcosa di molto più seducente, quando lui inserì la lingua in un bacio che la ipnotizzò completamente.

La strinse tra le braccia, facendola aderire a se. Ora il bacio era più appassionato, le lingue impegnate in una danza frenetica ed eccitante, capace di trasportare entrambe fino al limite della sopportazione. Quando si scostarono erano entrambe senza fiato.

Sugar…”era un sussurro nulla di più “Se continui a gemere così, credo che morirò”.

Le guance di lei si colorarono di un delizioso color rosso, e nascose il viso nella curva della sua spalla. Poi prese il coraggio a due mani e sorridendo posò le labbra sul collo di lui, proprio dove una vena pulsava impazzita. Ryo gettò indietro la testa appoggiò le mani sulle natiche di lei, attirandola a sé. La sollevò di peso e la condusse in camera. Arrivati ai piedi del letto Ryo la depositò delicatamente a terra. “Sei bellissima” le disse roco “ ti desidero da una vita”.

Allora prendimi” gli sussurro Kaori con dolcezza. “fai l’amore con me Ryo”

Ryo sospirò e si chinò a baciarla con tutta la passione che aveva attentamente tenuto nascosta negli ultimi anni. “Dimmi cosa ti piace di più quando ti tocco” le mormorò.

Mi piace tutto”

Ryo le baciò il collo. Sapeva di miele e quel profumo lo inebriò. Fu scosso da un’emozione che non aveva mai provato in tutta la vita. “Kaori” sussurrò percorrendole con un dito la linea del seno, coperto dalla camicia da notte, chinandosi poi a catturare un capezzolo con la bocca attraverso la stoffa.

Lei emise un gemito di piacere inarcandosi verso di lui. Il suo corpo era in fiamme, e percepì un erotico calore in mezzo alle cosce. Era lì che voleva sentire la mano di Ryo. Lui le sollevò la gamba catturandole la caviglia, risalendo piano piano fino al ginocchio e poi su per la coscia. “Preparati tesoro, stai per vivere l’esperienza più esaltante di tutta la tua vita” mormorò con tono compiaciuto.

Montato” lo apostrofò.

Un ghigno sexy comparve sul volto di Ryo, che con una mossa repentina la getto sul letto, senza tanti complimenti le sfilò la camiciola gialla “ E’ da quando te lo vista addosso che desidero farlo” osservò il suo corpo coperto solo dalla leggera biancheria di pizzo “Per chi l’hai comprata questa Sugar?” una gelosia folle s’impossessò di lui “Sei mia, e soltanto mia chiaro?”

E’ solo questo che voglio essere tua! E poi se non sbaglio non sono io quella che si è tirata indietro in tutto questo tempo” non sapeva nemmeno lei come faceva a parlare Ryo la stava facendo letteralmente impazzire.

Zitta streghetta insolente, voglio assaporarti tutta” lei gridò per la sorpresa, quando Ryo le aprì le gambe e iniziò a stuzzicarla sua femminilità con la lingua “Lasciati andare tesoro, fallo per me”. Continuò a baciarla mentre con una mano la penetrò.

Ryo ti voglio, voglio sentirti dentro di me!”

Non ancora Sugar, sono troppo voluminoso per te, devi prima abituarti” le spiegò con dolcezza.

Con uno scatto improvviso Kaori ribaltò le loro posizioni, e finì a cavalcioni su di lui, “Ho detto che ti voglio, e ti voglio ora”.

D’accordo mia signora, l’hai voluto tu” cosi dicendo invertì le posizioni, finì di spogliarsi e si sdraiò su di lei, e cercando di essere il più delicato possibile, la liberò dalla solitudine che aveva contraddistinto la sua vita fino a quel momento.

Fu il dolore di un attimo, poi ci fu spazio solo per l’estasi.

Doveva essersi addormentata, quando riaprì gli occhi, si ritrovò stretta tra le braccia di Ryo “Come stai?”

Mai stata meglio”, disse stirandosi pigramente.

Bene, perche dovrai sopportare questi ritmi per molto tempo, dobbiamo recuperare” e senza darle il tempo di replicare s’impadronì delle sue labbra. “A proposito, che film mi sono perso?”

Biancaneve e il cacciatore” Kaori sorrise accarezzandogli i capelli corvini “Beh io però ho conquistato un cacciatore migliore del suo”.

Puoi giurarci Sugar”

E fu proprio quello che scrisse nel messaggio che il giorno dopo inviò a Miki “ Ieri sera non è stata solo Biancaneve a ricevere il bacio dal suo cacciatore. In realtà io ho avuto di più. Ci vediamo dopo per un caffè e ti racconto tutto.”.

  
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