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Autore: not_sandshoes    31/05/2015    0 recensioni
[ AU!Klaine - The Little Mermaid ]
. « Se dovessi venir a conoscenza che sei salito di nuovo in superficie, prenderò severi provvedimenti con te. Sono stato chiaro? La tua vita è preziosa, non intendo lasciarti rischiare di essere scoperto da uno di quei – umani, potrebbero farti del male, Kurt. » concluse, accennando un gesto con il tridente in segno che poteva andare e così fece con Mercedes accanto a lui. Poi si rivolse a Rachel, facendole segno di avvicinarsi per non far udire ciò che aveva da dirgli. « Assicurati che nessun umano si avvicini a lui, nessun abitante di Atlantica deve aver contatti con gli umani. Intesi? » e il granchio annuì vistosamente con tanto di inchino per potersi congedare e seguire Kurt.
Genere: Avventura, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Burt Hummel, Finn Hudson, Kurt Hummel, Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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"Up Where They Stay All Day In The Sun"






Un pesce dai colori accesi fiancheggiava  una nave, abbastanza grande da ricoprire con la sua ombra un buon pezzo del paesaggio marino al di sotto di essa, guizzando attraverso i coralli e altre creature che popolavano l’oceano. Passando oltre un grande anemone che si richiuse, istintivamente, appena sentì il lieve movimento del pesce mentre gli passava accanto, continuò il suo viaggio. Superò un gruppo di pesci colorati con alcune striature arancioni e bordeaux per poi scostarsi dai lunghi tentacoli di gigantesche meduse, enormi cupole gelatinose, che sostavano nei pressi di un crepaccio e ancora più giù, una balena grigia con il suo piccolo gli passarono di fianco - quasi sorridendogli. Poi una figura ben distinta, metà uomo e metà pesce sovrastò con la sua ombra l’animale, fiancheggiato da altri suoi simili – una donna, e un ragazzo. Divennero tre, cinque, nove, venti, fino a che il numeroso gruppo non arrivò ad una grande fessura nella roccia, passandovi attraverso.
Proprio qui, tra la fauna e la flora marina, era collocata la cittadella di Atlantica. Al centro degli edifici in corallo bianco, quasi traslucido, si ergeva, sempre su fondamenta costruite dallo stesso tipo di corallo ma con alcune striature azzurrine e dorate per dare ancor più regalità alla struttura, il palazzo reale.
Gli abitanti, intanto, percorrevano la via principale per arrivare al castello di Re Burt, sovrano di tutti gli oceani, per partecipare alla festa del sedicesimo compleanno del principe.



 
«Dai Merci, sbrigati! Muovi le pinne!» intimò Kurt alla sua amica. Era una giornata come le altre, e i due stavano nuotando tranquillamente nei pressi di un punto imprecisato ma lontano dal castello. Improvvisamente Kurt si fermò, Mercedes andò a scontrarsi contro la sua coda con un piccolo tonfo prima di superare il ragazzo per vedere quello che stava osservando lui. «Ma – ma è una n-nave..vero?» balbettò il pesce, ricevendo un cenno affermativo da parte del tritone che, con un rapido guizzo, si diresse verso l’antico relitto giacente sul fondo della pianura sotto i loro occhi. Era una nave maestosa, o almeno doveva esserlo date le dimensioni, con ancora alcuni pezzi di vela strappati in più punti e adagiati sul ponte. Kurt entrò dentro attraverso una delle finestre, stando attento ai vetri che potevano circondare la cornice legnosa dell’entrata, scrutando con occhi curiosi quello che poteva essere considerato il vero bottino della giornata. Infatti capitava spesso che lui e Mercedes vagassero senza una meta precisa, oltre le mura della città, per scovare alcuni tesori “umani” da aggiungere alla collezione di Kurt;  avvicinandosi ad una specie di baule il tritone vide qualcosa luccicare e la raccolse. Aveva un aspetto molto bizzarro, l’oggetto era composto da tre punte allungate che si ricongiungevano in un manico – o così doveva chiamarsi, lo ripose nella sacca che portava con sé e proseguì. Dopo aver raccolto un altro oggetto, forse più strano del precedente, i due avvertirono un rumore, un altro, un altro ancora e in poco tempo si ritrovarono improvvisamente schiacciati contro una delle pareti della nave con il muso di uno squalo bianco gigante a pochi centimetri dal loro viso. «Squalo!» urlò Mercedes, istintivamente, prima di premersi di più sul legno del vascello, di riflesso fece Kurt con il proprio corpo, cercando una via di fuga. Mentre lo squalo cercava di afferrare con i denti il ciuffo del tritone che sporgeva in avanti, Mercedes si guardò intorno e notò una fessura dalla quale fuggire, la indicò a Kurt e si spinsero rapidi attraverso, ritrovandosi all’esterno del relitto cosa che fece anche lo squalo, abbattendo con la sua mole l’intera parete contro cui, poco prima, erano incastrati. Con un altro guizzo, Kurt scivolò lungo il ponte evitando le mascelle dell’animale seguito a ruota dal pesce, poi notò che, non distante da quel punto, c’era un anello di ferro abbastanza largo per passarci ma molto probabilmente stretto per lo squalo e lì ebbe un’idea.
 «Merci, stammi dietro ci libereremo di questo pesciolino in un batter d’occhio.» disse Kurt per poi dirigersi verso il cerchio con lo squalo ancora dietro di loro. Poi il tritone eseguì un avvitamento entrando nell’anello metallico, cosa che fece anche l’animale, rimanendo incastrato e cominciò a dimenarsi. A quel punto, Kurt e Mercedes si scambiarono uno sguardo e nuotarono più in fretta possibile verso il castello. Ma una volta arrivati ai cancelli corallini, la realtà colpì entrambi, soprattutto Kurt.

«Ebbene Rachel, è tutto pronto?» chiese re Burt all’organizzatrice e direttrice esecutiva dell’orchestra di Atlantica. «Si, vostra maestà possiamo cominciare» rispose con leggera emozione; il compleanno del principe era sempre un evento importante, addirittura per quell’occasione si cominciavano i preparativi appena finita la festa in vista dell’anno successivo. Inoltre, da quando la regina Elisabeth era tragicamente scomparsa, la celebrazione diventava un momento per stare insieme: popolo e sovrano, ed anche per decantare le notevoli qualità canore del principe Kurt, ultimo di sei figlie, tanto atteso da suo padre in quanto unico membro maschio della sua famiglia, escluso lui.
Tutti erano ai loro posti, l’orchestra aveva cominciato a suonare i primi accordi della melodia iniziale e le sorelle di Kurt, Kaley, Karen, Katherine, Kelsey, Karyn, e Kelly erano posizionate compostamente attorno alla conchiglia dalla quale sarebbe dovuto uscire il principe. Quando il mollusco si aprì non c’era nessuno.


«Oddio, la mia festa! Me n’ero completamente dimenticato, mio padre mi ucciderà di sicuro e anche Rachel!»  esclamò Kurt in preda al panico. Aveva totalmente rimosso il suo compleanno da quella mattina, eppure aveva preso accordi con Rachel fin da subito, non poteva essere successo. Un incubo, ecco cos’era. Doveva comunque affrontarlo altrimenti le conseguenze sarebbero state ben peggiori per lui. Così entrò nella cittadella con ritmo cadenzato, cercando di prendere alcune scorciatoie per il palazzo cercando di non farsi notare dagli abitanti – gli avrebbero lanciato dei pomodori di mare marci, come minimo. Raggiunse il palazzo ed entrò dall’ingresso posteriore che dava sul giardino, quando si ritrovò davanti suo padre affiancato da Rachel.
«Papà, posso spiegarti.» affermò Kurt con tono quasi solenne. Re Burt prese un lento respiro, inspirò e si voltò dirigendosi all’interno del palazzo. Il tritone lo seguì, avanti c’era Rachel e dietro di lui, Mercedes giungendo nella sala principale, dove avvenivano le riunioni. Il re si sedette, lisciò la sua lunga barba bianca, e con tono estremamente pacato domandò al figlio - «Dove sei stato?» «Fuori le mura, ma non troppo lontano s –sai abbiamo trovato un relit –» «Ah! Un relitto, eh?» affrettò a chiedere Rachel. «Si, poi ad un certo punto è spuntato fuori uno sq – » intervenne Mercedes, bloccandosi prima di finire la frase. «Kurt sei impazzito? Prima mi dici uno squalo, poi un relitto! E non ti presenti neanche alla tua festa! Ma dove hai la testa? Erano tutti lì per te.» esclamò ormai furioso il sovrano. «Ma papà! Dovevi vederlo, era così antico così bello, così -»  «Umano.» terminò amareggiato, sputando quella parola come quasi un insulto. Era risaputo in tutto il regno che i contatti con gli umani erano severamente vietati, e che ogni cosa che poteva essere identificata come “umana” doveva essere espulsa dal palazzo, dal mare, se fosse stato possibile ed era vietato salire in superficie, domanda che poco dopo re Burt rivolse a suo figlio. «Non sei andato in superficie, vero?» chiese preoccupato.  Kurt sapeva bene che non poteva rivelare delle sue visite a Finn, il gabbiano che lo aiutava ad identificare gli oggetti raccolti da lui, ma in quel momento non se la sentì di mentire ancora a suo padre, specialmente dopo essere mancato alla sua festa. «Uhm..io –no, non di recente.» Suo padre abbassò il capo in maniera graduale, scuotendo lievemente in segno di evidente disapprovazione, in cuor suo sapeva che prima o poi questo momento sarebbe arrivato e un giorno, forse, avrebbe avuto il coraggio di lasciar andare suo figlio, sempre incuriosito di più da quel mondo che di bello non aveva proprio niente  ma –no, non era ancora arrivato quel giorno. Ancora seduto sul suo trono, alzò lo sguardo per incontrare quello di Kurt e con tono severo dichiarò la sentenza. «Se dovessi venir a conoscenza che sei salito di nuovo in superficie, prenderò severi provvedimenti con te. Sono stato chiaro? La tua vita è preziosa, non intendo lasciarti rischiare di essere scoperto da uno di quei – umani, potrebbero farti del male, Kurt.» concluse re Burt, accennando un gesto con il tridente in segno che poteva andare e così fece con Mercedes accanto a lui. Poi si rivolse a Rachel, facendole segno di avvicinarsi per non far udire ciò che aveva da dirgli. «Assicurati che nessun umano si avvicini a lui, nessun abitante di Atlantica deve aver contatti con gli umani. Intesi?» e il granchio annuì vistosamente con tanto di inchino per potersi congedare e seguire Kurt.
Ormai il sole era tramontato da un pezzo, il tritone era già guizzato via e, nuotando verso le mura che circondavano la cittadella, venne raggiunto da Rachel che si affiancò a Mercedes.  «Kurt? Kurt! Dove stai andando? Tuo padre mi ha chiesto di -» «Rachel, sto solo andando dritto.» affermò il ragazzo, cercando di evitarla il più possibile, poi intervenne Mercedes:  «Non stiamo facendo niente di male, tanto non ci tratterremo molto qui fuori…sta facendo buio.» ma Rachel non demordeva facilmente e Kurt lo sapeva, perciò decise di rassicurarla con qualche sorriso sereno di tanto in tanto. «Rach, non succederà nulla anche perché chi vuoi che nuoti qui –». Kurt si bloccò immediatamente quando scorse una grande ombra sopra la sua testa, sforzando i muscoli del collo per permettergli di osservare meglio il passaggio di quella nave. Era una delle navi più grandi che avesse visto e poteva giurare che fosse anche più grande del relitto di quella mattina; così con un altro rapido guizzo, cominciò a nuotare proprio in direzione della nave seguito sempre da Mercedes e Rachel che, nel frattempo, si era fiondata sulla coda di Kurt afferrandola con le chele per non perderlo di vista. Il tritone aveva la curiosità alle stelle e forse quella notte le avrebbe anche viste. Sbucò dall’acqua solo con parte della testa per poi emergere fino a metà busto, dirigendosi sempre più vicino al vascello, arrivò sotto la legnosa fiancata e, con un salto ben calibrato, riuscì a sedersi proprio su una trave sporgente aiutandosi anche con alcune corde che fuoriuscivano da un oblò. Intanto Mercedes e Rachel erano rimaste giù fiancheggiando la nave e cercando di far ragionare Kurt, soprattutto quest’ultima, ma non appena vide Finn arrivare le sue speranze di farlo scendere di lì colarono a picco. Il gabbiano svolazzava cercando un appiglio che trovò proprio in Kurt, posandosi sulla sua spalla, per poi scendere al di sotto dell’asse di legno dato che un enorme massa di pelo stava annusando l’aria e si stava dirigendo proprio verso di loro arrivando fino alla fessura dove si era affacciato il tritone e leccò una buona porzione del suo viso in un chiaro gesto affettuoso. Kurt sorrise, vedendo poi la bestiola allontanarsi, la seguì con lo sguardo fino a quando non lo vide.
Era il più bell’umano che avesse mai visto, non che ne avesse mai visti così tanti in tutta la sua vita, ma non ne aveva visto di così belli. Il corpo slanciato era avvolto da una camicia bianca, tenuta in vita con una fascia rossa che spiccava in contrasto con i pantaloni blu scuro, fasciavano le gambe del giovane ed un paio di stivali neri.  Aveva i capelli corvini che ricadevano in morbidi ricci sparsi qua e là sulla sua fronte, e i suoi occhi – dei, quando si girò, mostrando pienamente il viso, Kurt svenne alla vista di quelle due pietre preziose.  Anche se da lontano non poteva coglierne tutte le sfumature, erano di sicuro gli occhi più affascinanti del mondo, con quel loro color caramello misto ad ambra e leggere pagliuzze verdi che contornavano l’iride e il modo in cui gli sorridevano – letteralmente, era qualcosa di magico.
«Oh, è bellissimo non è vero?» «Un po’ peloso devo dire..» replicò Finn. «Come? No, non lui. Lui.» specificò Kurt, prendendo il becco di Finn per dirigerlo con lo sguardo verso l’umano. «Oh.» commentò. Poi un altro giovane con una strana capigliatura si mise al centro del ponte principale, avvicinandosi al ragazzo: «Bene, bene calma ragazzi. Siamo qui riuniti per festeggiare il nostro principe, Blaine! Ed ora scopriamo il suo regalo! Vediamo cosa ha preparato mammina per quest’anno, non penso sia un principe incartato.» esclamò ridendo e portando una mano al grande fiocco rosso che teneva legato un grande sacco attorno alla sorpresa.  Quando l’umano – Blaine, sorrise e Kurt s’incantò ancor di più; in seguito il ragazzo proferì parola dando una pacca sulla spalla dell’altro ridacchiando appena «Puck, dai non c’era bisogno, davvero…e riferirò alla regina cosa hai detto» accennò guardando ancora l’imponente statua in marmo che raffigurava se stesso, nonostante  il suo cane non fu felice del dono ricevuto e vi ringhiò contro. Era strano, ma per quanto Kurt si sforzasse, non riusciva a togliere gli occhi di dosso da Blaine, e dal suo “clone”, ringraziando mentalmente chi avesse scolpito quella statua – anche se il marmo non rendeva davvero giustizia alla bellezza del principe. «Puck, devo confessarti che sono fiducioso – davvero» esordì Blaine, mentre l’amico lo guardava sottecchi cercando di intendere le sue parole, poi capì e portò una mano all’altezza del cuore. «Lo so Blaine, infatti prima non scherzavo. Volevo che ci fosse un principe per te lì, sotto quel sacco, s-sai tua madre vorrebbe che ti sposassi almeno o…che ne so, che le presentassi qualcuno. Lo speriamo un po’ tutti a dir la verità.» concluse Puck. Il principe sorrise, almeno ci provò, avrebbe voluto trovare qualcuno con cui condividere, in futuro, un regno – magari.
Ma subito la sua espressione mutò. Improvvisamente un lampo squarciò il cielo e un altro lo seguì infrangendosi sul ponte della nave, sbilanciando alcuni membri dell’equipaggio e inondandogli con una fitta pioggia che cadeva da poco tempo. Blaine prese in mano le redini della situazione e cercò qualcosa per tener fermo le vele, in modo tale da non far sbilanciare la nave. Fu troppo tardi quando un nuovo fulmine  colpì una delle vele principali, appiccando un incendio che si propagò lungo la fiancata destra quasi arrivando vicino al corpo di Kurt, mentre Finn cercò di prendere il volo, vide sia Rachel che Mercedes finire sott’acqua per colpa di un’onda molto alta. Il tritone, a quel punto, saltò dalla trave su cui era poggiato tornando in acqua e riemergere proprio davanti al vascello fuori controllo, boccheggiando ed evitando di impattarsi col legno o, peggio, finire schiacciato contro di esso. Poi la nave fece una specie di impennata, scontrandosi con alcuni scogli che fecero cadere Puck e  alcuni marinai in acqua per colpa dell’impatto; nel frattempo la statua marmorea era scivolata dal ponte, affondando con il sorriso del principe, ora su una scialuppa di salvataggio insieme ai superstiti. Quando poi sentì il suo cane abbaiare, capì che era rimasto ancora sul legno in fiamme, si gettò in acqua per raggiungerlo e portarlo in salvo ma appena riuscì a salirci una fiammata si diramò davanti a lui, facendo crollare un pezzo dell’albero maestro parandogli la strada. Così gli ordinò di saltare per poterlo portare in salvo, l’animale obbedì finendo tra le braccia di Blaine che prese a correre di nuovo verso la scialuppa. Però alcune scintille, provenienti dalle fiamme che ora divoravano la nave, atterrarono su una scatola con all’interno dei candelotti per fuochi d’artificio e il vascello esplose lasciando la ciurma basita. Alcuni minuti dopo, dall’acqua, riemerse solo una massa di peli  che si diresse verso la piccola imbarcazione ma del principe non vi era ombra.


Kurt fu un vero e proprio lampo, quasi alla pari di quelli scatenati dalla tempesta, quando riuscì ad afferrare Blaine per la vita cercando di tirarlo su con tutte le sue forze, aiutandosi anche con forti spinte della sua coda per riaffiorare dall’acqua e farlo respirare.


Finn atterrò su una spiaggia, non lontano dal luogo del naufragio, quando vide Kurt seduto sulla sua coda azzurra e il principe disteso sulla sabbia, intento a capire se fosse vivo o meno. Il volatile, quindi, gli aprì un occhio con poca delicatezza poi si spostò verso il basso arrivando ai piedi e portandone uno vicino all’orecchio assumendo un’espressione triste. «Oh..Kurt, mi dispiace ma – » «No, guarda! Respira!» esclamò il tritone, osservando Blaine che respirava appena in cerca di ossigeno, scostandogli con un leggero tocco un riccio rimasto sul viso del ragazzo. «È così bello…» disse Kurt in sussurro, quasi volesse far sentire quel complimento solo a Blaine, e posò una mano sulla sua guancia ,raccogliendola, intonando le parole di una melodia dolce e lenta. Intanto Rachel e Mercedes erano precipitate su una roccia di fronte alla scena, e alla prima cadde la mascella per lo stupore e il terrore delle imminenti conseguenze. In quel momento il principe appoggiò la sua mano, ancora debole, su quella di Kurt cercando di aggrapparsi a quelle stesse parole quando l’abbaiare di un cane interruppe la carezza sul suo viso, facendo fuggire il tritone verso il bagnasciuga, sparendo nelle onde del mare.
Quando poi Blaine si alzò, ricordava soltanto una voce che non avrebbe dimenticato facilmente.
 
«Kurt sei uscito fuori di senno?! Tuo padre mi ucciderà, ne sono sicura! Un umano? Cosa pensavi di fare – voglio dire…è un umano, Kurt! Mi stai ascoltando almeno?» gridò Rachel, era furiosa: la sera prima aveva promesso al re che avrebbe tenuto d’occhio suo figlio e il momento dopo questo stava amoreggiando con un umano. «Rach, stai tranquilla se lui non scopre la grotta e questo - uhm.. incidente non dovrai preoccuparti.» «La fai facile!» continuò il granchio. «M-ma Kurt, perché l’hai salvato?» intervenne Mercedes, fino a quel momento taciturna. Il tritone non seppe rispondere, forse perché nemmeno lui sapeva il motivo di quel soccorso ma di certo voleva continuare a vedere quello splendido ragazzo. « Non so..sarà stato il suo fascino chissà » replicò tutto sognante con un sorriso stampato sul volto che portò fino al palazzo reale. Infatti quando suo padre lo vide rientrare assunse un’aria molto confusa: Kurt non era mai stato così sorridente e con la testa fra le nuvole, re Burt era ben consapevole che il figlio sorrideva molto raramente da quando sua madre era scomparsa, quindi per cosa stava sorridendo?
Kurt, da parte sua, era entrato e uscito dalla sua stanza velocemente dirigendosi di nuovo all’esterno della cittadella, o meglio, dirigendosi verso la sua grotta con Mercedes a seguito.
 
Rachel nel frattempo stava attraversando uno dei corridoi del palazzo quando re Burt le si parò davanti. «Rachel, sai – sai ecco perché Kurt è felice? Lo è, vero?» ma il granchio si arrese, non poteva rimanere indifferente anche se avrebbe avuto conseguenze su Kurt. . «Io lo avevo avvertito! Gli avevo detto di non avvicinarsi agli umani! Sono pericolosi..» detto questo il sovrano si allontanò e Rachel lo seguì.
 

Il tritone nuotò verso l’entrata rimase a bocca aperta. La statua di marmo era finita proprio al centro della cavità, affondando un po’ per il peso ma rimanendo comunque dritta. «Merci ma è proprio…oh dei » disse Kurt e vedendo il pesce annuire,  guizzò in avanti verso la statua posandovi le braccia attorno al suo collo. «Be mi dica signor principe, come sta? La vedo un po’ – rigido…» chiese il tritone ridacchiando per poi fissare ancora il volto scolpito e continuò con la conversazione «Come dite? Oh si, mi farebbe molto piacere venire con voi, in superficie dico bene? Sarebbe proprio bello…» rise nuovamente ma appena si girò verso Mercedes la sua risa si bloccò quasi pietrificata vedendo il padre avanzare nella grotta.
«Mi sono sempre reputato un tritone ragionevole, ho stabilito certe regole e pretendo che quelle regole vengano rispettate da tutti!» «Ma papà io -» «È vero che hai salvato un umano che stava per annegare?» «Ho dovuto farlo!»  «I contatti tra il mondo umano e quello marino sono severamente vietati, Kurt dovresti saperlo! Tutti quanti lo sanno!» «Ma sarebbe morto!» «Un umano in meno di cui preoccuparsi .» disse con freddezza il re. «Non lo conosci neanche…» «Conoscerlo? Non c’è bisogno di conoscerlo! Sono tutti uguali, smidollati, selvaggi, sempre armati di fiocina, incapaci di qualsiasi sentimento –» «Papà io lo amo!» esclamò infine Kurt riparandosi dietro la statua sotto lo sguardo incredulo del padre. «No…hai perso totalmente la ragione. È un umano, tu un tritone!» «Non mi importa.» «Allora mi dispiace Kurt, ma dovrò prendere dei seri provvedimenti e se questo dev’essere l’unico modo, ebbene sia!» terminò re Burt brandendo il tridente diventato interamente incandescente e cominciando a distruggere tutta la collezione del giovane, non ebbe neanche il tempo di replicare che subito altri oggetti vennero ridotti in polvere, continuando a rimanere impassibile. Poi il sovrano girandosi trovò l’oggetto più prezioso, fino a quel momento, nella grotta e puntò lo scettro contro la statua distruggendola in mille pezzi con un colpo solo.
Quando terminò, si voltò solo una volta per ritrovarsi un Kurt in lacrime poggiato sulla roccia dove prima c’era la statua.
Rachel cercò di raggiungerlo biascicando delle scuse, e con lei Mercedes,  ma Kurt cacciò malamente entrambe che lasciarono un Kurt disperato. Poi da un punto imprecisato della grotta entrarono due losche murene che si avvicinarono al tritone, parlando a turno. «Povero ragazzo, povero dolce ragazzo. Ha davvero un problema serio…se solo ci fosse qualcosa che possiamo fare» incominciò la prima. «Ma certo che c’è qualcosa che possiamo fare!» incalzò la seconda. «Chi –chi siete voi?» «Non aver paura, noi rappresentiamo qualcuno che potrebbe aiutarti…»  «…qualcuno che potrebbe far avverare tutti i tuoi desideri.» «Solo – immagina. Tu e il tuo principe: insieme, per sempre.» dichiararono le due creature all’unisono. «Non capisco…» «Sebastian ha grandi poteri.» «Lo stregone del mare? Come? È impossibile. No! Andate via, lasciatemi solo!» «Va bene! Come vuoi, era solo un suggerimento.» concluse una delle due murene mentre si allontanavano, colpendo con la coda un pezzo della statua – forse l’unico salvo. Il volto del principe schizzò vicino alla roccia su cui era poggiato Kurt che, vedendolo rotolare nella sua direzione, lo raccolse osservando come il marmo ricalcava i suoi lineamenti. «Aspettate!» «Si? » dissero le murene voltandosi rapidamente verso il tritone. «Portatemi da Sebastian.»
 
«Kurt? Dove stai andando?» chiese Rachel con tono preoccupato, e si incupì di più quando vide Kurt in compagnia di Nick e Jeff  gli scagnozzi dello stregone del mare. «Hey che ci fai con questi qui?» esclamò il granchio mentre veniva aiutato da Mercedes per raggiungere le pinne di Kurt.  «Sto andando dallo stregone del mare, se la cosa non ti sta bene perché non vai a dirlo a mio padre?» rispose offeso il tritone, accelerando i movimenti per seminare le sue amiche.

Non credeva che le storie su Sebastian lo stregone fossero vere, almeno in parte, ma quando raggiunse il suo antro ammise che doveva crederci di più. L’antro era costruito dentro sulle ossa e le viscere di una gigantesca creatura, molto probabilmente uccisa dallo stesso stregone, con fumi e lamenti che uscivano dalla spina dorsale del mostro creando un atmosfera terrificante agli occhi degli avventori. Infatti Sebastian non era mai stato visto di buon occhio da re Burt, dato che fin da subito voleva appropriarsi dello suo scettro per governare i sette mari, quindi decise di farlo isolare dalla cittadella per permettere agli abitanti di non cadere nei suoi tranelli di magia nera. Kurt entrò titubante nella carcassa, spaventato dai lamenti e dai gridi provenienti da alcune piante estremamente secche e dal colorito verdastro che ricoprivano tutta l’entrata principale e tappezzavano anche il pavimento viscido. Poi dall’interno di una conchiglia spuntò, con i lunghi tentacoli viola che correvano lungo le pareti dell’antro e un sorriso poco rassicurante sul volto, Sebastian. «Coraggio entra, ragazzo non esser scortese.» disse lo stregone atterrando mollemente per poi dirigersi verso uno specchio continuando il discorso. «Allora tu sei qui perché senti “qualcosa” per questo tuo principe. Scommetto che è proprio un bel partito, non è vero? Bene, la soluzione al tuo problema è semplice: l’unico modo per ottenere quello che vuoi è diventare un umano.» «P-potresti farlo?» chiese meravigliato Kurt e lo stregone con un altro sorriso beffardo rispose al tritone «Mio caro dolce ragazzo, sarà quello che farò.» detto ciò si diresse, con le due murene che cominciarono a girargli intorno, verso una specie di conchiglia che al suo tocco si aprì rivelando altri fumi come quelli che circondavano l’antro e andò verso Kurt. «Ora questo è il patto: io ti farò una pozione che ti trasformerà in un essere umano per tre giorni. Capito? Tre giorni. Quindi al tramonto del terzo giorno dovrai conquistare l’amore del principe, con un bacio s’intende, e non roba da un semplice bacetto ma il bacio del vero amore. Se succederà rimarrai umano per sempre, ma se lui non ti bacia ritornerai un tritone e mi apparterrai.» «No Kurt!» esclamò Rachel, entrata nell’antro con Mercedes, prima che Nick e Jeff bloccassero entrambe con le viscide code. «Abbiamo un patto?» chiese impaziente Sebastian. «Se diventassi un umano non starò più con mio padre e le mie sorelle…» «Oh ma c’è un’altra cosa, non abbiamo discusso il pagamento. Non puoi mica andartene sulle tue gambe senza darmi qualcosa in cambio.» «Ma non ho niente da -» replicò Kurt ma Sebastian gli posizionò un tentacolo sulla bocca per farlo tacere. «Non ti chiederò molto, solo qualcosa di cui potrai far a meno, qualcosa che non ti mancherà. È una cosa da niente, poi dopo avrai il tuo uomo, giusto? La vita è fatta di difficili scelte, non lo sapevi? Voglio la tua voce.» disse lo stregone quasi sussurrando. «La mia voce?» « Si, niente parlare, chiaccherare, cantare. Niente di niente.»  «Ma senza la mia voce come farò a –» «Oh ma avrai sempre il tuo fascino! E non sottovalutare il linguaggio del corpo!» Kurt si sentì quasi lusingato da quel complimento, anche se senza la sua voce sarebbe stata non un’impresa da poco, pensò  continuando ad osservare Sebastian che andava verso una specie di ripiano colmo di ampolle e boccette per poi versarne il contenuto nella conchiglia che aveva precedentemente aperto. Altri fumi e scintille uscirono quando gettò un paio di intrugli all’interno creando nuvole porpora che si addensavano sopra le loro teste poi, affiancando il tritone, con un rapido gesto della mano fece comparire un contratto dorato e una lisca accanto. «Firma!»  intimò Sebastian, Kurt prese la lisca apponendo un elegante firma sulla carta che si arrotolò venendo afferrata  per poi scomparire. Nel frattempo, sempre sotto gli occhi increduli di Rachel e Mercedes, le nuvole formatesi prima coprirono l’intero soffitto dell’antro formando un vortice blu che avvolse il ragazzo, mentre altri fumi verdastri presero la forma di due mani, comandate da Sebastian, che si diressero verso di lui. «Ora, canta!» ordinò lo stregone portando una mano in alto per farlo cantare a pieni polmoni. Kurt intonò una nota melodiosa facendola cresce e crescere fin quanto poteva, intanto le mani si diressero verso la sua gola strappando quella sfera di pura luce che era la sua incredibile voce, finendo nella conchiglia dorata tra le mani di Sebastian. A quel punto un altro fascio di fumi travolse Kurt racchiudendolo in una bolla e separando la sua coda per fornirgli un paio di gambe; il granchio e il pesce corsero in suo aiuto, dato che non poteva più respirare sott’acqua, portandolo in fretta verso la superficie e poi sulla stessa spiaggia del naufragio cercando di aiutarlo quanto potevano con le sue nuove gambe.



Blaine era poggiato sulle mura che circondavano il castello, era rilassante stare lì ad ascoltare il rumore delle onde che si infrangevano sugli scogli quando non suonava il suo flauto o quando il suo cane non abbaiava troppo forte. «Max non lo troverò mai, rassegnati…» disse triste rivolgendosi alla bestiola.

Kurt si aggrappò ad una roccia, scostandosi il ciuffo zuppo dalla fronte per poter osservare meglio le sue nuove gambe, ancora incredulo ne alzò una mostrando il piede che fuoriusciva dall’acqua e arricciò lievemente alcune dita, sorridendo alla vista della aspettata reazione e accavallandola sull’altra.
Finn planò verso di loro appollaiandosi sulla gamba scoperta del tritone, ormai umano. «Guarda guarda chi abbiamo qui! Non so…sento che c’è qualcosa di diverso in te. No – no, non dirmelo. Hai cambiato pettinatura?» Kurt rispose con un cenno negativo, il gabbiano continuò pensieroso, ponendo un’ala sul piede. Così Kurt cominciò ad agitare una gamba per far illuminare il volatile ma Rachel sbottò prima che potesse arrivarci. «Ha le gambe, per la miseria!» «Oh mio dio! Hai le gambe!» esclamò Finn alzandosi di poco in volo per vedere meglio. «Si, ha le gambe idiota! Ha fatto un patto con lo stregone del mare per scambiare la sua coda per un paio di gambe umane.» «Ha tre giorni per far innamorare il principe…» aggiunse Mercedes. Nel frattempo Kurt cercava di mettersi in piedi, tenendo un precario equilibrio per pochi secondi prima di finire di nuovo in acqua. «Deve baciarlo prima che il sole tramonti altrimenti è la fine!» continuò il pesce. «Come faremo a farlo innamorare di lui se non sta stare sulle gambe? E poi non sappiamo neanche dov’è il principe. Questa è una catastrofe! Ti dirò anche cosa dirà suo padre? Ci ucciderà tutti ecco cosa farà!» disse Rachel sull’orlo di una crisi prima di essere afferrata da Kurt, ora in piedi, che la guardava con occhi supplicanti e terrorizzati scuotendo a destra e sinistra la testa.  «No, non ci provare neanche a annuire così…magari – magari lo stregone potrebbe ridarti la tua voce se chiedessimo gentilmente di restituirtela? Anche la coda, certo. Saresti – saresti…» ma si rabbuiò subito quando vide lo sguardo afflitto negli occhi azzurri di Kurt. «…saresti infelice per il resto della tua vita.» concluse infine il granchio. «E va bene, ti aiuterò a trovare il principe.» neanche il tempo di scendere che Kurt aveva appena schioccato un enorme bacio sulla guancia di Rachel per ringraziarla e poggiarla su una roccia. Poi tutti e tre videro Finn avvicinarsi ad un albero con una vela strappata sopra, forse un residuo del naufragio, e recuperò il tessuto per portarlo verso Kurt; in pochi minuti il ragazzo era avvolto dalla vela tenuta ferma con delle corde, sempre provenienti dai resti trovati sulla spiaggia, e cominciò ad oscillare i fianchi per sembrare attraente. 


Max allungò il suo collo peloso verso l’aria, annusandola e corse quanto poteva una volta riconosciuto quel familiare odore e Blaine lo seguì.

Kurt stava ancora ondeggiando quando vide arrivare il cane arrivargli addosso e corse attorno ad una roccia sulla sabbia salendoci sopra, Rachel si infilò in una delle “tasche” formatesi nella vela per nascondersi, mentre l’animale saltava contento leccandogli il viso ogni tanto. Quando poi alzò lo sguardo udì una voce che si stava scusando per l’apparente attacco ed era proprio lui, il suo principe. Max! Max! Dove se – il respiro di Blaine si bloccò per qualche secondo alla vista dello splendido ragazzo seduto su quello scoglio fuor d’acqua. Così si avvicinò con cautela evitando di far scontrare il cane con le proprie gambe e farlo inciampare e Kurt, vedendolo arrivare nella sua direzione, prese a sistemarsi quasi spasmodicamente il ciuffo castano che ricadeva spesso sulla sua fronte. «Deve scusarlo…è un po’ esuberante.» disse il principe ad un palmo dal viso di Kurt che arrossì subito, sbattendo un paio di volte le palpebre per ammirare meglio gli occhi dell’altro ragazzo. Da lontano non aveva avuto occasione di vederli bene, ma da vicino cavoli – erano uno spettacolo. Tramonto e oceano si scontrarono per poi tornare alla realtà. Blaine ruppe quel momento di tensione che si era creato con un’espressione quasi seria e parlò. «Hai un viso familiare, ci siamo già incontrati prima? Sento che ti ho già visto da qualche parte…» Kurt, non potendo rispondere come avrebbe voluto, fece segno di si e gli occhi di Blaine si illuminarono. «Allora sei tu! Il ragazzo che mi ha salvato dal naufragio! Qual è il tuo nome?» l’espressione di Kurt si incupì, in quel momento gli mancava da morire la sua voce. Optò per mimare cosa fosse successo e sperare che il principe avrebbe capito, e cominciò a gesticolare, più o meno, i fatti accaduti quella sera ma il principe non sembrava afferrare. «Oh allora non puoi essere tu... » decretò. L’ex tritone non demorse e continuò a mimare gli accaduti ma si sbilanciò dalla roccia e cadde dritto nelle braccia di Blaine finendo vicinissimo al suo viso, cercando di non cadere si aggrappò più saldamente alla sua camicia mentre scivolava più volte, anche se la presa del principe non intendeva lasciarlo cadere. «Dev’esserti successo qualcosa di davvero terribile, non è vero? Lascia che almeno ti porti a castello, lì potrai riposarti…» concluse infine e avviandosi verso il castello tenendo Kurt per la vita e aiutandolo a camminare.
 
«Oh povero caro, non deve averti fatto bene tutto quel sale che hai addosso!» disse la balia mentre versava un’altra brocca d’acqua sulla testa di Kurt, piegandola appena per permettere al liquido di scivolare sulla sua pelle. «Aspetta, vado a prenderti un cambio d’abito così buttiamo via questa brutta tenda!» detto ciò la donna prese la vela e la portò via gettandola con poca cura in una bacinella d’acqua saponata, con ancora Rachel all’interno della tasca. Riuscì a scivolare via, fuggendo più veloce che poteva e ritrovandosi in un’altra sala, quando improvvisamente gli arrivò, ad un palmo dagli occhi, una testa mozzata di pesce. Spaventata cercò un’altra via d’uscita ma il cuoco notò il corpicino di Rachel che sgusciava via sotto una foglia d’insalata e la infilzò con una forchetta da spiedo intento a gettarla nel calderone d’acqua bollente. Il granchio tese le zampette scappando dalla pentola per poi “rifugiarsi” in una delle portate già pronte da servire.  Intanto Carole, la balia che aveva aiutato Kurt con il bagno, lo aiutò a vestirsi dato l’ancora precario equilibrio sulle sue gambe per poi condurlo verso una grandissima sala.
 
«Quindi secondo te è quello giusto?» «Si, Puck però non lo so…c’è qualcosa che non so. Eppure era reale ti dico - »

Dire che quel castello era enorme, era semplicemente un eufemismo. Kurt entrò con passo cadenzato, stando attendo a non inciampare ancora, osservando la grande sala in cui fu condotto; il soffitto era altissimo, contornato da finestroni che irradiavano l’ambiente. Le pareti, ricoperte da arazzi preziosi e intarsi dorati, si curvavano leggermente per dare ancor più profondità allo spazio circostante decorato con molte tonalità di blu – forse per richiamare il mare che si affacciava all’immensa struttura e, a completare il tutto, c’era una lunghissima tavolata che andava da un lato all’altro della sala, tagliandola verticalmente, per terminare ad entrambi i capo tavola con delle enormi sedie in legno.  Evidentemente Blaine stava dicendo qualcosa a Puck, l’altro ragazzo in compagnia del principe e suo consigliere personale, ma si bloccò quando posò lo sguardo su Kurt, ormai visibile agli altri due, che stava arrivando alla fine della tavolata per prendere posto. Il principe rimase letteralmente senza parole. Aveva dei pantaloni blu scuro, corredati di stivali neri simili a quelli di Blaine, che fasciavano le sue nuove gambe in maniera perfetta e sopra indossava una camicia arrotolata sui gomiti, coperta da un gilet che richiamava lo stesso colore dei pantaloni. Di sicuro aveva fatto colpo sul principe, lo stesso Puck gli strizzò l’occhio in segno di approvazione per poi portare un tovagliolo sulle gambe e chiedere a Carole di portare le portate in tavola. Gli occhi di Kurt scintillarono impercettibilmente quando notò un oggetto familiare sulla tavola: tre denti che terminavano  in un manico. Doveva essere un’arricciaspiccia – o almeno così gli aveva detto Finn, era un oggetto, un accessorio più che altro, che gli umani usavano per sistemarsi i capelli; così cominciò a passarselo sul ciuffo sistemandone l’acconciatura simile ad un’onda. «…quindi stavo dicendo che potresti – uhm.» si bloccò Puck osservando l’ex tritone ancora intento a passarsi la forchetta tra i capelli con sguardo confuso, Kurt la posò, annuendo deluso, per poi posare lo sguardo sulla pipa che il giovane aveva tra le mani. «Vuoi provare?» detto questo posò tra le mani del ragazzo l’oggetto e soffiandovi dentro fece esplodere la polvere di tabacco sul viso del povero consigliere, facendo scoppiar in una risata il principe. «Oh Puck, dovreste vedervi!» «Molto divertente…davvero. Oh Blaine cosa dicevi prima? Volevi far visitare il paese a – scusa non ricordo, come ti chiami?» incalzò Puck vedendo il principe arrossire, anche se in quel momento Kurt avrebbe voluto sotterrarsi per la figuraccia che avrebbe fatto di lì a breve. Come poteva far innamorare Blaine di lui se non conosceva neanche il suo nome? Per fortuna Carole arrivò prontamente con i piatti, coperti da coperchi in acciaio per mantere le portate calde, posandoli davanti ai commensali. Kurt tirò un sospiro di sollievo ma quando Puck alzò il suo coperchio, vide Rachel raggomitolata al centro del piatto e le fece segno di entrare nel suo, sollevando appena la semi sfera, e richiudendola mentre il consigliere e il principe parlavano tra di loro della gita di domani. 
 
Terminata la cena salirono tutti nelle loro camere, dalla finestra di quella di Kurt si aveva una vista mozzafiato con tanto di scogli che si potevano scorgere guardando più attentamente. L’indomani era già il secondo giorno e doveva sbrigarsi, almeno far sapere al principe il suo nome per poi baciarlo; proprio in quel momento lo stava osservando affacciato al parapetto della sua finestra. Blaine stava giocando con Max, il suo cane, facendolo scorrazzare di qua e là per tutta la terrazza che, dalla sua finestra, Kurt poteva vedere. E proprio non riusciva a credere che stesse per realizzare il suo sogno, quando poi la bestiola si fermò e leccò il viso del principe gli scappò una risata, intenerito dalla scena. In quel momento, Blaine alzò lo sguardo verso di lui sorridendogli e salutandolo con un cenno della mano. Kurt, forse, si innamorò un po’ di più di quel sorriso che aveva tanto cercato, destandosi ricambiò il saluto e sparì nella sua stanza.
Quando entrò Rachel si stava togliendo di dosso alcune foglie di lattuga rimaste appiccicate al suo carapace mentre Kurt cominciò a passarsi lentamente la forchetta tra i capelli e scomparendo nella morbidezza del materasso e delle coperte del proprio letto; diede un colpettino alla testa del granchio per poi rivolgere il suo sguardo al comodino dov’era in piedi. «Allora Kurt, domani è un giorno importante. Quando il principe si avvicinerà tu dovrai sbattere le ciglia così.» disse aprendo i suoi occhi e sbattendo piano le palpebre. «Ma la cosa più importante è che dovrai mettere le labbra così, ecco guarda.» continuò portando in avanti le piccole labbra per congiungerle in una strana espressione. «Poi dovrai avvicinarti e finalmente vi bacerete.» concluse, accorgendosi troppo tardi che il tritone si era addormentato, così spense la candela, saltò sul cuscino e si diresse verso un ciuffo che era caduto sulla sua fronte posizionandosi meglio al di sopra della testa per non rischiare di essere schiacciata.
«Buonanotte, Kurt.»
 
«Allora? Ci sono notizie di Kurt?» «No, costra maestà, non ci sono ancora tracce di Kurt, Rachel e Mercedes…abbiamo setacciato ogni angolo del regno.» «Cercate ancora! Trovateli! Non devono essere andati lontano. Che nessuno dorma, cercate in tutto il regno.» «Si vostra maestà.» decretò infine il cavalluccio marino, nuotando via.
«Cosa ho fatto…oh Kurt » disse tra sé e sé re Burt.
 
 
Carole salutò emozionata la carrozza dove c’erano Kurt e Blaine. Non impiegarono molto tempo per arrivare alla città, quindi ne avrebbero avuto di più per visitarla. Il tritone era senza parole, era tutto così nuovo, bello, colorato e c’era molta vita all’interno delle mura. Vennero seguiti da Mercedes che nuotava nel fiume adiacente alla strada, chiedendo a Rachel se ci fosse stato il tanto atteso bacio ma la risposta era negativa; arrivarono nella piazza principale dove un quartetto d’archi stava suonando. Kurt prese per mano Blaine e si misero a danzare, accompagnati dalla melodia che risuonava e ballando abbastanza vicini da permettere ai loro petti di incontrarsi, e il principe ne approfittò per far fare all’altro ragazzo un caschè, rimanendo qualche minuto per osservare meglio i suoi occhi.

Finn planò su una sponda del ponte che avevano attraversato prima, chiedendo a Mercedes, ancora in acqua, se si fossero baciati ma il gabbiano prese nuovamente il volo dopo il no del pesce. «Okay, penso che sia arrivato il momento di dargli una mano.»
Nel frattempo il principe concesse le redini della carrozza a Kurt, e mai scelta fu più sbagliata. Infatti il tritone cominciò, preso dall’emozione di essere su una vera carrozza, a tirare le corde e fece accelerare il cavallo; fortunatamente riuscirono a saltare il piccolo burrore incontrato per strada, fin quando non giunsero in una specie di palude e abbandonata la carrozza, Kurt e Blaine attraversarono la distesta d’acqua dolce grazie ad una barca.
 
«Be che fanno? Non riesco a veder niente da qui!» borbottò Mercedes verso Finn e il gabbiano stizzito dalla situazione allungò il collo per vedere meglio. «Oh andiamo, cosa aspetta a baciarlo? Qui ci vuole il mio intervento.» detto questo il volatile si alzò in volo, appollaiandosi su un ramo sporgente di un salice cominciando ad intonare una melodia in maniera molto – gracchiante.
«Uh ma cosa hanno fatto a questo povero animale? Canta così…male.»  disse Blaine, provocando una leggera risata nel ragazzo di fronte a lui. Ancora una volta il granchio decise di prendere in mano la situazione vedendo che il gracchiare di Finn non sarebbe stato di alcun aiuto. «Quando una cosa vuoi che sia fatta bene, devi fartela da sola. Detto questo si rituffò in acqua e con un colpo di chela tagliò un piccola alga da poter usare come bacchetta. «Ora ci vuole l’atmosfera adatta per…l’amour. » riemerse dirigendosi verso tre anatre che, agilmente, ribaltarono tre tartarughe. «Percussioni.» disse indicandoli, e i volatili cominciarono a battere ritmicamente le ali sulle pance delle tartarughe;  «Archi.» e indicò un gruppo di cavallette che iniziarono ad intonare una melodia grazie allo sfregamento delle loro gambe. «Flauti.» specificò Rachel, continuando il suo reclutamento saltò su un altro giunco intimando a delle canne di proseguire e, utilizzando l’appiglio come microfono, intonò una canzone. 

There you see him
Sitting there across the way
He don't got a lot to say
But there's something about him
And you don't know why
But you're dying to try
You wanna kiss the boy


Blaine alzò lo sguardo ma non incontrò quello del tritone che si era voltato. Poi, come se avesse ascoltato la sua tacita richiesta, gli aveva rivolto un sorriso girandosi dalla sua parte.

Yes, you want him
Look at him, you know you do
Possible he wants you too
There is one way to ask him
It don't take a word
Not a single word
Go on and kiss the boy


Continuò Rachel sporgendosi un po’ troppo verso di loro, attirando l’attenzione del principe che si girò prontamente verso di lei ma non trovando nessuno rivolse uno sguardo confuso a Kurt. «Hai sentito qualcosa?» il tritone fece spallucce fingendo di non sapere nulla. Entrambi si guardarono per un momento e Kurt cercò di cogliere quell’occasione per sporgersi appena ma Blaine continuò a remare.
 In conseguenza al mancato contatto Rachel intensificò la canzone, rendendo partecipi altri volatili e anche alcune rane che intonarono il ritornello stando su uno dei remi.

Sing with me now
Sha la la la la la
My oh my
Look like the boy too shy
Ain't gonna kiss the boy
Sha la la la la la
Ain't that sad?
Ain't it a shame?
Too bad, he gonna miss the boy

 
«Non mi ha ancora detto il tuo nome, dovremmo rimediare non credi?» iniziò il principe e Kurt fece un grande segno affermativo con il capo. «Va bene allora proverò ad indovinare, mmh..Carl? O Brandon? Che ne dici di Brendon?» il tritone assunse un’espressione quasi disgustata. «Okay no, non ti piace il nome Brandon. Allora David? Gerard? Patrick? Pete?» ancora una volta un cenno negativo. Poi dall’acqua emerse Rachel, saltò su un giunco e piegandolo appena si avvicinò all’orecchio di Blaine sussurrando la risposta giusta. «Kurt, si chiama Kurt.»
«Kurt?»  replicò il principe, voltandosi per osservare da dove fosse arrivata quella voce ma venne distratto dal tritone che fece di sì con la testa, confermando il suo nome e prendendogli la mano nell’euforia. Invece di sottrarsi alla presa, Blaine la intensificò. La barca stava entrando, spinta dalla corrente, in una specie di tenda formata da vari arbusti e rami di salici che si intrecciavano in intricati disegni naturali.

Now's your moment
Floating in a blue lagoon
Boy, you better do it soon
No time will be better
He don't say a word
And he won't say a word
Until you kiss the boy


L’atmosfera era magica e il tutto venne accentuato dall’imminente tramonto mentre Blaine remava e Kurt si godeva quello splendido spettacolo, con qualche lucciola che compariva di tanto in tanto e supportava la “coreografia” di Rachel. Un gruppo di pesci, e Mercedes, circondò la barca cercando di creare un movimento rilassante mentre la canzone accompagnava i due ragazzi nel loro momento.

Sha la la la la la
Don't be scared
You got the mood prepared
Go on and kiss the boy
Sha la la la la la
Don't stop now
Don't try to hide it how
You want to kiss the boy
Sha la la la la la
Float along
And listen to the song
The song say kiss the boy
Sha la la la la la
The music play
Do what the music say
You got to kiss the boyl
You've got to kiss the boy
You wanna kiss the boy
You've gotta kiss the boy
Go on and kiss the boy


I loro occhi erano praticamente incatenati l’uno all’altro, altre lucciole volarono vicino ai volti di entrembi illuminando, con la piccola e fioca luce, i tratti di ciascuno. Blaine pensò di non aver mai visto nessuno così bello come Kurt, e Kurt pensò di essere davvero fortunato per essere riuscito a realizzare il suo sogno di stare col principe. Le loro labbra si stavano per incontrare, la tensione era al limite e per l’ansia Rachel stava stringendo spasmodicamente l’ala a Finn mentre assisteva la scena, lo stesso Mercedes, in acqua, si era portata le pinne sulla bocca in segno di attesa.


Erano a pochissimi centimetri di distanza quando la barca, dov’erano seduti, si ribaltò cancellando l’atteso bacio.
Nick e Jeff affiorarono dall’acqua stringendosi le code in segno di vittoria e, sghignazzando, allinearono i loro occhi per far vedere il risultato della loro azione a Sebastian che osservava il tutto dalla sua sfera.
«Ottimo lavoro ragazzi! Certo, però che ci mancava davvero poco, devo sbrigarmela personalmente o di questo passo quello sciocco tritone riuscirà a farlo innamorare.» esclamò lo stregone dirigendosi verso il calderone e gettandovi delle ampolle, lasciandosi avvolgere da una bolla simile a quella con cui aveva trasformato il tritone.
 
Una volta tornati al castello Kurt si recò in camera sua per assimilare quello che era successo quel pomeriggio, eppure ci era quasi riuscito. Quello poteva solo essere un episodio da cui trarre lezione perché il mattino seguente sarebbe andato da Blaine e l’avrebbe finalmente baciato. Il principe, invece, decise di rimanere sulla terrazza quando Puck lo raggiunse. «Sai, penso che una realtà sia meglio di una comoda fantasia, quindi non pensarci troppo…forse ciò che cerchi è lì, proprio davanti a te.» disse voltando il capo verso la finestra di Kurt che si preparava ad andare a letto, facendo sorridere il principe a quella vista. Blaine riflettè un momento sulle parole del consigliere, e decise di gettare il flauto, con cui ricalcava la tanto cercata melodia, nel mare. Poi continuò ad osservare il paesaggio marino che poteva scorgere da quella distanza, oltre le mura del castello fin giù alla spiaggia. Lì, sulla sabbia, vide la figura di un ragazzo – o almeno così sembrava. Lo sconosciuto camminava con passo cadenzato ma il volto non era ben visibile per via del buio che lo circondava quando sentì una voce: era la stessa del naufragio, melodiosa e incredibilmente dolce. Il ragazzo sulla spiaggia sembrò accorgersi della presenza del principe e,  prima che quest’ultimo potesse dire o gridare qualsiasi cosa, dalla conchiglia dorata che portava al collo uscì un impercettibile fascio di luce che gli entrò negli occhi di Blaine.
 
Il mattino dopo Finn atterrò sul balcone della camera del tritone svegliando sia lui che Rachel. «Congratulazioni, amico! Non sapevo se ce l’avresti fatta ma – congratulazioni!» «Finn, di cosa stai parlando?» intervenne Rachel, «Be delle nozze del principe ovviamente!» Kurt dopo aver udito le parole del gabbiano, ansioso di poter parlare con il principe riguardo la faccenda, scese di gran carriera le scale in pigiama cercando di non apparire troppo sfacciato in quella tenuta ma quando vide quello che stava accadendo di sotto si nascose subito dietro una colonna tappezzata di velluto. No, non poteva essere.

«Vorrei che ci sposassimo il prima possibile, Puck.» «Sicuro? Così subito?» «Si. Sebastian e io non vogliamo aspettare un giorno in più. La nave salperà alle sei in punto.» «Come desidera principe, e auguri.» concluse il consigliere. Com’era successo? Chi era quel tipo e soprattutto perché Blaine stava per sposarlo? No, doveva esserci un errore – pensò Kurt.
Confuso e frastornato dalla notizia riprese le scale diretto in camera sua, sprofondando sul cuscino in lacrime, mentre al piano di sotto Sebastian, in sembianze umane, stringeva a sè il principe.
La nave stava levando l’ancora diretta verso il tramonto, Kurt era appoggiato contro una palafitta che sorreggeva la struttura in legno dell’attraccò e si lasciò andare di nuovo al pianto; il suo sacrificio era stato vano e quando sarebbe tornato tritone le cose sarebbero state ben peggiori.
Rachel si avvicinò al ragazzo con la stessa aria aflitta che peggiorò nel momento in cui una lacrima cadde nell’acqua, accanto a Mercedes che osservava la scena dal basso. Intanto Finn, ancora a conoscenza delle mancate nozze, stava planando sulla nave e affacciandosi ad un oblò vide Sebastian, il futuro sposo, salire sulla specchiera e osservando il suo riflesso vide il vero aspetto del ragazzo: lo stregone del mare. Subito si scostò dalla finestrella, dirigendosi verso il pontile dov’era seduto Kurt per informarlo dell’imbroglio architettato dallo stregone per renderlo suo schiavo. «Kurt! Kurt! Sono…ecco – ho visto, era lui! Volevo dire – Blaine.. .» «Finn!» lo rimbeccò Rachel. «Cosa stai dicendo?» «Il futuro sposo del principe in realtà è Sebastian!» «Oh ma è terribile!» aggiunse Mercedes. «Devi fare presto, amico. Stanno per sposarsi!» detto questo Kurt si tuffò in acqua ma, non avendo più la coda, non riusciva a rimanere a galla così Rachel tagliò una corda a cui erano attaccati alcuni barili che rotolarono in acqua, il tritone si aggrappò ad uno di questi e trascinato da Mercedes riuscì ad arrivare alla nave. Nel frattempo il gabbiano aveva chiesto rinforzi facendosi, letteralmente, inseguire da quasi tutti gli animali muniti di ali o pinne, allo scopo di prendere tempo per dare a Kurt la possibilità di baciare il principe prima del tramonto.  Infatti dopo qualche minuto uno stormo composto da fenicotteri, anatre, aironi, delfini, stelle marine e anche un paio di trichechi saltò sul ponte principale facendo scappare quasi tutti gli ospiti e avventandosi contro Sebastian che, venendo morso da Max, cadde rompendo la conchiglia restituendo la voce al tritone e spezzando l’incantesimo sul principe. «Blaine!»  esclamò Kurt, correndo tra le sue braccia potendogli finalmente parlare.  «Kurt, allora sei tu. » «Blaine stagli lontano, ormai è troppo tardi!» disse Sebastian ridendo in vista della sua vittoria, mentre i suoi tentacoli fuoriuscivano dai pantaloni, Kurt stava scivolando dall’abbraccio di Blaine ritrasformandosi in un tritone per poi essere trascinato di peso in acqua proprio dallo stregone.
 
«Fermati Sebastian!» intimò re Burt con Rachel al suo fianco. Oh vedi caro Burt, tuo figlio ha firmato un contratto ed ora è mio!» «Papà scusami! Non dargli retta, sistemerò le cose» gridò Kurt, tenuto fermo dalle due murene; il re alzò il tridente, diventato incandescente, e lo puntò verso il contratto che Sebastian teneva disteso davanti a sé come uno scudo protettivo e difatti lo protesse dal lampo scagliato dallo scettro. «Come puoi ben vedere questo contratto è valido ed inattaccabile! A meno che – tu non voglia stipularne un altro.» il contratto che prima lo stregone teneva in mano cominciò ad avvolgere Kurt a partire dalla coda per trasformarlo in una delle creature verdastre che popolavano l’antro di Sebastian ma prima che la trasformazione avvenisse completamente, re Burt lo fermò implorante. «No! Lascialo andare e prendi me.»
 
«Blaine, dove stai andando?» chiese Puck dal ponte, osservando come pian piano il principe spariva tra le onde. «Sto andando a cercare Kurt, l’ho perso una volta non voglio perderlo di nuovo.»
Re Burt decise di firmare un nuovo contratto che, come quello di Kurt, lo stava avvolgendo e trasformando in una creatura minuta tanto che la corona e il tridente caddero al suolo, raccolti da Sebastian subito dopo. «Ora il potere dei sette mari è mio, detengo tutto il controllo degli oceani!» «Tu, mostro!» disse il tritone andandogli addosso, mentre dalla superficie una fiocina feriva il braccio dello stregone. «Blaine vattene via. è pericoloso!» gridò Kurt, ma mentre il principe cercava di risalire in superficie venne afferrato per le gambe da Nick e Jeff. Prontamente Rachel e Mercedes corsero in suo aiuto liberandolo dalla presa delle murene. «Dì addio al tuo dolce principe.» decretò Sebastian puntando lo scettro contro il ragazzo ma la sua mira venne deviata dalla presa di Kurt sui suoi capelli, andando a colpire Nick e Jeff che vennero disintegrati in mille pezzettini. «È troppo tardi.»  esclamò successivamente, cominciando a crescere a dismisura e diventando sempre più imponente e fuori uscendo dall’acqua mentre cercava di colpire Kurt e Blaine, ancorati l’uno all’altro. Lo stregone creò un’onda e un’altra ancora riuscendo a separare i due, con Kurt intrappolato in un vortice e Blaine scaraventato sul ponte di un relitto, precipitandosi al timone della nave cercando di dirigerla verso Sebastian ancora intendo a colpire il tritone, chiuso nell’occhio del vortice. Con un abile mossa riuscì a governarlo nella tempesta e a puntarlo contro il fianco della creatura riuscendo ad uccidere lo stregone per poi spiaggiarsi sulla sabbia, stremato.


Dopo che Sebastian scomparve insieme al relitto, il tridente e la corona caddero in acqua atterrando vicino a re Burt che riprese la sua forma originale e riportando la pace negli oceani, ritrasformando tutti coloro che erano state vittime degli incantesimi dello stregone.


 
Blaine era ancora disteso sulla spiaggia e Kurt lo osservava da lontano stando seduto su una roccia non tanto distante dal bagnasciuga. Re Burt e Rachel osservavano la scena da lontano, entrambi pensierosi e guardando il giovane tritone dire silenziosamente addio al suo primo e unico amore; Rachel guardò il re ancora un po’ e questo si voltò verso di lei chiedendole consiglio. «Credi – credi che lui lo ami davvero, Rachel?» «Be come ho sempre detto, i ragazzi devono essere in grado di compiere le proprie scelte e di sbagliare.» «Come dici sempre, uh? Direi che quindi c’è solo un problema da risolvere ed è arrivato il momento.» «Vostra maestà?» «Sentirò profondamente la sua mancanza.» detto questo il re pose il tridente sulla superficie dell’acqua e quando vi entrò in contatto, emanò una scia luminosa che arrivò fino alla roccia dov’era Kurt avvolgendo interamente il corpo del tritone.


Poco dopo dall’acqua usciva un meraviglioso ragazzo, che camminava sulle proprie gambe correndo verso l’uomo che amava e finalmente le loro labbra si incontrarono nel bacio del vero amore, vivendo per sempre insieme felici e contenti.

                                                                                                         Fine. 













Uhm, ecco è quasi un anno che non scrivo e questo mi sembrava il modo giusto per riprendere. Diciamo che era inevitabile che scrivessi qualcosa rigurado la Klaine e sulla mia fabia Disney preferita e ringrazio anche una fanart di Muchacha ( qui ) per avermi forninto l'ispirazione per alcuni personaggi. così è stato ormai vedo ogni fiaba Klaine.   Se ci sono errori di battitura o avete già letto una storia simile non esistate a dirmelo onde evitare spiacevoli conseguenze,spero che la storia non risulti noiosa o che abbia scordato qualche cosa. Per quanto riguarda la canzone del bacio ho voluto lasciarla in lingua originale e se qualcuno l'avesse notato ho usato i nomi di alcuni componenti di band quando Blaine prova ad indovinare il nome di Kurt (vi prego ditemi che qualcuno l'ha notato çç) Bene, smetto di tediarvi ulteriolmente con queste note e ci vediamo alla prossima! :D 
  
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