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Autore: Detective_A    01/06/2015    3 recensioni
[Fem!Slash | Omosexuality | Fluff] Temeva le voci, le ingiurie, le chiacchiere, Marie temeva che qualche maggiordomo bastardo le vedesse dormienti sulla brina, con l'odore salmastro dell'oceano ad accompagnare ogni parola dolce che spesso si rivolgevano mano nella mano, s'un altura.
Temeva per se stessa, e per la sua vita.
E la sua vita -rimarcando- era Adeline.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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Impureté

Talmente cristallino fu l'arco del cielo nel giorno, che pareva riflettere i loro visi sereni oltre la sfera celeste.
Simile ad uno specchio vitreo, maculato in soffici batuffoli lattei di tanto in tanto.
I due volti mostravano bellezze femminili, gli occhi dell'una castagno scuro, dell'altra -difesi dalle palpebre- gioielli ambra.
Le ciocche ramate della prima delle giovani fanciulle s'intrecciavano, disperdendosi sopra la distesa smeraldina di fili d'erba fina. Rivestita era anch'essa di rugiada mattiniera, che donava tremiti freschi simultaneamente al venticello benefico.
Sul petto di Marie, cinto da un'alta striscia di raso pallido sopra la chemise lunga e morbida, risiedevano altre ciocche, seppur tendenti al colore fiammante, d'una ragazza minuta e dormiente.
La quale addome s'alzava a fatica, poiché imprigionato, stretto a causa del corsetto steccato che indossava nel sonno.
Distesa tra la giada con l'amante Adeline, s'una collinetta dal magnifico panorama delle sponde limpide francesi, la nobile Marie osservava il cielo nel sereno dell'alba.
Le piccole dita carezzavano i capelli della compagna, in gesti dolci e rilassati; ogni leggero tocco era influenzato dalla malsana idea che potesse essere l'ultimo delle loro esistenze.
Al cospetto della corte, della famiglia, del Re, non le fu mai concesso l' amare qualcuno che lei desiderasse avere al proprio fianco.
Intrighi economici, misfatti nobiliari, ogni azione vergognosa provocava imbarazzi alla reggia settecentesca, tanto altezzosa del proprio titolo.
Figurarsi il trauma nello svelare che l'aristocratica primogenita Marie Lemaire covasse in segreto un legame amoroso con una serva dello stesso sesso, in aggiunta.
Le labbra tinte di rosso emisero un'espirazione tesa, carica d'angoscia.
Il conte suo padre si sarebbe lasciato domare dalla rabbia, avrebbe castigato la figlia con la frustra, fino al dissanguamento. Il liquido vitale avrebbe sporcato le mani ricche, così similmente sarebbe sgorgato dal corpo fragile di Marie.
La nobildonna distesa sul prato deglutì, meditando: il padre, se l'avesse mai scoperta in dolce compagnia di Adeline, avrebbe ucciso la sua erede senza esalar alcun respiro.
Sua madre, sapeva la fanciulla, sarebbe crollata all'ennesima sofferenza, all'ennesima umiliazione. Avrebbe strappato ogni singolo ricciolo biondo dal proprio capo, urlando a Marie d'essere una figlia indegna, instabile.
Impura.
Si sarebbe poggiata la punta della spada frantopina del marito all'altezza del ventre e avrebbe pressato contro il suo stesso abito gonfio e signorile, intarsiato d'argento che sarebbe divenuto rubino di sangue.
Terribile si rivelava il fato di Marie e della sua famiglia, a pensarci.
Solo per passione, a causa dell'amare una giovane bella, che a sua volta ricambiava col cuore l'emozione lacinante per un'altra fanciulla tanto uguale quanto differente ad ella.
Eppure per l'intero cosmo sarebbero state denunciate come infette, le loro catene strette l'una al polso dell'altra.
La patina liquida di lacrime disperate si posó leggera sullo sguardo nocciola, rivolto allo squarcio di cielo in una muta supplica che tal dí non giungesse mai.
Che alcun singolo anello in metallo si sgretolasse, allontanasse e separasse i cuori frementi d'amore. Spezzandoli.
Il capo riccioluto che non gravava sul proprio sterno apparteneva al solo individuo nell'universo alla quale l'aristocratica Marie avrebbe abdicato ogni gioiello, ogni insigne titolo, ogni eredità, ogni cianfrusaglia materiale.
Poiché Adeline era la sua vita intera, ciò di cui Marie necessitava per essere colma di contentezza. Le bastava soltanto lei.
Le loro labbra complementari, le loro braccia strette l'una all'altra.
Solo Adeline.
Una donna, come lei. Una serva del palazzo.
Ma… il petto era oppresso giorno dopo giorno d'un inquietudine crescente.
Temeva le voci, le ingiurie, le chiacchiere, Marie temeva che qualche maggiordomo bastardo le vedesse dormienti sulla brina, con l'odore salmastro dell'oceano ad accompagnare ogni parola dolce che spesso si rivolgevano mano nella mano, s'un altura.
Temeva per se stessa, e per la sua vita. E la sua vita -rimarcando- era Adeline.
Poté osservare il Sole cremisi dell'alba mutare in lama affilata e lucida, poté udire il sibilo imponente del metallo sfrecciare all'altezza del proprio collo.
E in seguito precipitare su quello di Adeline, cosparso di baci.
Se le avessero sorprese.
Se le avessero trovate.
Se tutti avessero saputo…
'Se'. Qualsiasi natura di gioia di Marie Lemaire dipendeva da due macabre lettere e mille ipotesi.
Senza singhiozzi, né gemiti, il velo liquido colò ai lati del viso.
Lacrime calde, aspre come fiele, che mai avrebbero potuto riscrivere un futuro più luminoso, o quantomeno, saziare la tristezza.
A che punto l'avrebbe condotta tutta la disperazione, il terrore che pressava sulla celebre casata Lemaire?
Un solo lamento la tradí, flebile, afflitto. Le palpebre della dormiente si schiusero in iridi color miele, i riccioli fuoco ardente ondeggiarono sopra il petto, che Adeline riconobbe come il rifugio più splendido del cosmo.
Le carezze sul capo cessarono, la minuta fanciulla levò il mento, non scostandosi dal corpo dell'amata.
Marie piangeva, piangeva come se per il loro sentimento sincero non vi esistesse alcuna speranza, mantenendo ad ogni modo lo sguardo fisso contro il cielo, mano a mano sempre più luminoso e oramai tendente turchese.
Le labbra della giovane serva si mossero sileziose, sfiorando le gote arrossate di pianto, sciolsero con un contatto superficiale i dubbi di Marie, che come sotto l'ipnosi di quella bocca scarna sussultò incantata. Stregata dalla maestria di Adeline nel rimembrarle ciò che era realmente prezioso.
Entrambe si amavano.
"Odio vederti piangere, mademoiselle."
Flebilmente mormorò, cercando rincuorante gli occhi di Marie.
Il palmo delicato della fanciulla asciugò le rimanenze di sostanza amara.
Conosceva l'espressione dolente sul viso della padrona del suo cuore. Oramai ne leggeva e assumeva ogni singola sfaccettatura dell'animo fragile.
"Scusami… stavo pensando..."
Le labbra rosse fremevano di terrore. Che Marie, un giorno, non potesse più godere degli occhi ambra perduti contro i propri, o delle braccia magre che teneramente le cinsero il collo in un abbraccio.
"Tu pensi sempre troppo."
La interruppe Adeline, i vertici delle labbra inevitabilmente presero forma d'un sorriso. Perfetto agli occhi quercia di Marie.
"E tu sei imprudente." Rispose in rimando a tono, poggiando i palmi sulla silhouette morbida dei fianchi della spasimante. Le lacrime si estinsero come se non fossero mai fluite.
Le risate limpide e acute delle due giovani fanciulle si fusero in note soavi poco dopo, senza palese motivazione ma cullate tra il tepore del Sole che rischiarava sempre più quell'arco di cielo rossastro.
"Perché mai sarei imprudente?"
La serva fece congiungere le loro labbra in un dolce e casto bacio, senza alcuna malizia, né timore. Marie condivise l'amore che le unì sino all'ultimo istante di contatto tiepido.
Cosa vi era di differente, tra le altre coppie di quel tempo?
Di tutti i tempi e le ere?
"Perché mi ami come se tutto questo fosse… naturale..." Soffiò alla sua amante non nascondendo i propri dubbi. Il timbro vocale della nobildonna divenne più incerto di quanto non credesse. "…e non lo è. Adeline, è pericoloso."
"No. Non è vero."
Decretò fiduciosa l'altra, stringedosi a Marie come una farfalla variopinta sarebbe stata attratta da un bocciolo fin troppo lucente ma timoroso di sbocciare e fiorire.
"E perché mai non lo sarebbe?" La citò l'aristocratica, adagiandosi sulla distesa olivastra, inquietata. Spaventata.
Attese impaziente la risposta, il cuore palpitò più freneticamente.
"Perché io ti amo, Marie."
E i dubbi si dissolsero in goccioline simili alla giada su cui erano distese, altrettanto furono benefiche e rincuoranti. Altrettanto divennero inservibili i dubbi, le tristezze e le agonie a Marie Lemaire.
"Anche io…"
Si sorrisero complici d'un amore tutt'altro che disumano e anormale. Un amore lecito, condiviso e ricambiato, come d'ogni anima gemella.
Siggillando tale dichiarazione sincera con sguardi rapiti eppure dolci.
La nobildonna francese, per l'ennesima volta, disertó le paure perdendosi nell'emozione reale che al tempo la legò alla sua adorata Adeline.
"..noi siamo impure." Ridacchiò con colpevolezza la mora.
Le braccia magre si cinsero ferree al corpo snello sopra di sé.
Adeline sorrise sfavillante a sua volta. Annuì comprendendo, prima di afferrare il viso meraviglioso della sua amante, oramai non più inumidito dalle lacrime, e socchiudere gli occhi.
La baciò un'altra volta, con più passione e sentimento, piegandosi e lasciandosi colmare dalle labbra rosse di Marie, della sua Marie.
Si scostò solo appena il petto imprigionato nel candido corsetto dolse a causa della mancanza d'aria.
Sospirarono incantate, rimasero ad analizzare il loro amore per minuti, forse ore.
Marie Lemaire sciolse la matassa nel proprio petto, che non le provocò più alcun dolore.
"…e non è mai stato così bello esserlo, amor mio."
Fu ella a dichiararlo, intrecciando le dita alla mano pallida e callosa di Adeline, su quel prato fiorito, col cielo luminoso e limpido del giorno, col venticello acquietato e il respiro leggero. Libero.
Le rimanenze nella giovane vita della nobile erano superflue ed irrilevanti.
No, non erano Marie e Adeline ad essere impure.
La Francia, il Re, le famiglie, i nobili, il denaro, dubbi, sangue, ricchezza, casata Lemaire, chiunque le avrebbe considerate insane, se le avessero sorprese.
Tutto ciò fu impuro, nei loro cuori pulsanti.
Ma a somma tratta…
come potevano le due amanti definirsi impure, se nulla vi era di più puro dell'Amore?





~
Note dell'autrice (Pfff…):
Non so chi siano le poche anime coraggiose, ma poco importa!
Dunque, in breve, non avrei nulla da dire. La one-shot appena mostrata è frutto di una mente instabile (ed annoiata) sempre pronta ad immergersi in nuove epoche e altre cose belle contro l'omofobia, perché Love is Love e la sottoscritta lo sosterrá fino alla morte e fortunatamente non sarà sola❤
In ogni caso spero che questa… cosa… vi sia piaciuta, o quantomeno non vi abbia fatto venire la nausea, sarebbe un peccato per il cibo u.u
Vabbè, su con la vita ragazzuoli, per farmi perdonare vi aspetto tutti al McDonald!
Corro a prenotare un tavolo. Nel frattempo sappiate che mi piacerebbe moltissimo -sempre se ne avete di voglia, o di tempo- sapere un vostro parere personale, ovviamente sono ammesse critiche. Costruttive, s'intende ^~^
Mi renderebbe felicissima :3
In ogni caso, prima di dire altre sciocchezze… Au revoir, gente!
*Detective_A sparisce nel nulla*
  
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