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Autore: JdeWincestPadackles    02/06/2015    4 recensioni
“ Dimmi che posso..”
“ Non hai mai chiesto il permesso per niente.”
“ Non ti sto chiedendo il permesso, ti sto chiedendo il consenso.”
“ Non hai bisogno neanche di quello, Dean.”
Se vi va, leggetela ascoltando : Leave your Lover - Sam Smith.
Genere: Azione, Erotico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest | Contesto: Nel futuro
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Continuavo a fissare quella mano che imperterrita tremava e si ostinava a ricordarmi ciò che avevo appena compiuto.
Vidi il corpo di Cain accasciato dinnanzi a me, il suo sangue macchiarmi il viso ed unirsi al mio, causato dai suoi colpi violenti, sentii e percepii quel sibilo fastidioso che la prima lama continuava ad urlare impercettibilmente per gli altri e chiaramente definito per me.
Chinai il capo, ero stanco e sentivo un peso talmente enorme sul mio petto che impediva ai miei polmoni di compiere la loro normale funzione.
Lasciai cadere la lama a terra, il tonfo che fece mi fece trasalire, tirai su col naso e tentai di aggrapparmi a qualsiasi cosa che non mi spaventasse.
Socchiusi gli occhi, il battito del mio cuore era stanco ma terribilmente violento.
I battiti erano troppo celeri al minuto ed i respiri non li accompagnavano, il mio corpo reagiva a stento a tutti gli impulsi che la realtà attorno a me tentava di inviargli.
Deglutii ed inspirai.
Ero convinto che quella maschera di forza morale e fisica ,che per anni mi aveva accompagnato, non mi avrebbe abbandonato neanche in quell'occasione, cosi inspirai ancora e più profondamente, raccolsi la lama e mi avviai verso le persone che amavo e che disperatamenete attendevano di vedermi indenne dinnanzi a loro..e su per giù era davvero cosi.

Passo dopo passo, li raggiunsi.
I miei piedi erano pesanti, forse per via di ciò che mi premeva sul petto o per le innumerevoli lacrime che premevano ai lati dei miei occhi.

“ Ucciderai tuo fratello. Qui è dove la mia storia è cominciata e qui è dove la tua, inevitabilmente, finirà.”

Quell'eco fastidioso mi stava tormentando e mi strappava via anche quei pochi respiri che con sforzo immane riuscivano ad emergere dalle mie labbra.
Sollevai le palpebre e li vidi.
Castiel , Crowley e lui.

Li affrontai uno ad uno.

Ero talmente avvilito da non sentire niente, neanche quando il cuore di Crowley si spezzò davanti a me.
Gli avevo mentito, non gli avrei restituito la lama e non avrei mantenuto nessuna promessa fatta a lui.
Stesi il braccio, lasciando la lama a Castiel e sentii il peso del petto aumentare.
La mia lama non voleva che la abbandonassi, neanche a Castiel.
Lei aveva bisogno delle mie dita, del marchio..esattamente come io avevo bisogno della mia baby e della mia Pie.
Quasi la giustificavo e per quanto assurdo e malato fosse, la personificazione che facevo di lei mi rendeva comprensivo nei suoi confronti.
Il suo sibilo era come quello di una sirena ed io amavo sentirlo nelle mie orecchie, coccolarmi e viziarmi affinchè facessi tutto quello che lei desiderava.
Scossi il capo e sbattei le palpebre più volte prima di riprendermi dallo shock di averla abbandonata.

Il momento che tanto temevo era ormai giunto.

Il battito del mio cuore perse di nuovo la sua regolarità e questa volta il motivo era lo stesso per il quale il mio cuore trovava sempre il suo ritmo : Sam.
Non sapevo bene cosa aspettarmi, sapevo che era spaventato per me, tanto quanto lo ero io...ma quando la sua voce raggiunse il mio orecchio ed il mio cuore, quando il suo tono apprensivo sfiorò il mio animo tormentato, smarrii la forza e l'equilibrio che mi permettevano di non crollare.
Lo guardai negli occhi, lui fece lo stesso e tutto il mio universo mancò di importanza.
Le mie ginocchia cedettero, volevo piangere, urlare, dimenarmi e ribellarmi , ma tutto quello che feci fu crollare tra le sue braccia.

Il groppo alla gola divenne quasi soffocante, strizzai le palpebre.
Non avevo neanche la forza di sollevare le braccia e tenermi a lui, Sam fu costretto a fare tutto, a sorreggermi e a consolarmi in un solo gesto.
Percepivo le sue braccia sulle mie scapole, percepivo la sua tempia contro la mia, il suo respiro caldo contro il mio collo e le sue dita intente a tenermi e a trasmettermi sicurezza che impavide stringevano la stoffa della mia giacca.

Non ricordavo neanche come ci ero arrivato li.
Ero seduto sul mio letto a fissare quella stupida lampada, pensavo a quanto strana fosse la forma di quel cappello che la lampada indossava senza aver avuto scelta sull'indossarlo o meno, collegai un pensiero stupido come quello al fatto che il marchio che portavo sul braccio, ero stato io a sceglierlo.

Ero stato io.. a volerlo.

Socchiusi gli occhi e afferrai quella parte del mio braccio con le unghie, tentai persino di scorticarlo, ma una mano possente, possessiva e protettiva si posò sulla mia.
Sollevai le palpebre di scatto e Sam era li.

 

“ Sammy.”
“ Sono qui, De. “

 

Potevo davvero essere cosi maledettamente patetico? Farmi bastare quella voce e tre parole qualsiasi per far scaldare quel cuore che sentivo gelido?

 

La sua voce era ovattata, ma il suo sguardo era talmente nitido per me da donarmi pace.

 

“ Dean..”
Lo guardai di nuovo e sorrisi, prima di sollevare una mano e afferrare la sua nuca con veemenza.

Mi avvicinai per baciarlo, ma la sua mano afferrò il mio polso, dipinse il viso con un sorriso che sapevo riservasse solo a me.

“ Fammi medicare questi tagli prima..”
Annuii, come un soldato...
Annuii, come un bambino.

Sentivo la punta delle sue dita, prendersi cura del mio viso e il suo cuore battere impazzito perchè seppure i tagli erano sul mio volto, il dolore di questi era nel suo cuore.

Era sempre stato cosi, i nostri nemici lo sapevano benissimo : se volevano procurare dolore ad uno di noi, dovevano colpire l'altro.

 

“ Sei stato bravo lo sai?”
Lo guardai semplicemente, tentando di donargli un sorriso abbastanza sincero.
Tentava di consolarmi, di coccolarmi, ma sia io che lui sapevamo che non stavo bene e tentavamo entrambi di nasconderlo per non preoccuparci a vicenda.

 

Avevo paura, paura per lui e di me.

 

“ Ecco fatto, De.”

Sollevai la mano e sfiorai il cerotto che Sam aveva posizionato sul taglio più profondo.

Si sedette vicino a me e gli sorrisi, prima di posare il capo contro la sua spalla.

 

“ So che non sei fatto per le chiacchiere Dean, ma posso ascoltarti. Ascoltarti senza dire nulla, solo...ascoltarti.”

“ Non c'è niente di nuovo che tu non sappia Sam.”

“ Non ti stancavi mai di ripetermi le cose mille volte tempo fa. Ricordi quante volte mi hai raccontato di quella ragazza..aspetta..”
Sorrisi e trattenni una risata.
“ Cyndi? La cameriera.”
Rise anche lui.
“ La cameriera.”
“ Quella è una storia che va tramandata di generazione in generazione.”
Lo vidi ridere di nuovo.. ed io riuscii a respirare.
Maledetto fratello, sapeva come prendermi meglio di chiunque altro.
“ Raccontamela d nuovo.”
Si sdraiò sul mio letto, posando la schiena alla tastiera di questo. L'invito era alquanto palese.
Posai la mia guancia contro il suo petto ed inspirai.
Ero io di solito quello che lo maneggiava e si mostrava dominatore, ma in quel momento avevo solo bisogno che mi raccogliesse e che mi curasse come solo lui sapeva fare.

 

“ Ero in Michigan, avevo bevuto tanto e quella donna si era offerta di prendersi cura di me.. La migliore notte della mia vita, cosi si era presentata.

Appena finì il turno, mi portò sul retro..cominciammo a baciarci.. e quando la mia mano si posò sul suo fondoschiena.. la ragazza mi fermò.. chiedendomi se lo avevo mai fatto con un uomo..”
Sam cominciò a ridere.
“ Ti odio, Sammy. Sai già come va a finire.”
“ Scusa, Ti prego Dean..continua. “
“ Non smetterai mai di ridere per questa storia vero?”
“ Non smetterò mai di ridere sentendo il modo imbarazzato con cui la racconti.”
Gli diedi una leggera gomitata. Mi baciò la punta del naso ed io impazzii.
“ Ti prego.”
Odiavo quei maledetti puppy eyes......
“ Le risposi di no e che non ne avevo nessuna intenzione. Lei mi guardò quasi delusa. Disse.. che era un peccato e che avrei dovuto conoscere Thomas”.
Sam si coprì la bocca per non ridere prima del tempo.
“ Chi è Thomas? Fu la domanda che mi venne spontanea.. La ragazza mi guardò e sorrise..sottolineando.. Thomas è l'altra parte di me, Dean. Ero un uomo. Tutto quello che riuscii a fare fu tossire, imbarazzarmi, scostarmi e trattenere le urla. “
Sam scoppiò a ridere ed io con lui.
Riuscì a farmi dimenticare tutto quello che avevo affrontato, seppur ero consapevole che lui non l'aveva fatto.
Mi addormentai tra le sue braccia. Trasalii e lo vidi ancora sveglio che continuava a fissarmi e a proteggermi.
Bisbigliai quasi contro le sue labbra.
“ Sam..”
“ Si?”
“ Stai vegliando su di me?”
“ Sto cercando di sdebitarmi.”
“ Sdebitarti?”
“ Lo hai fatto tu..tutta la vita per me. Dici che proteggermi è il tuo compito. Mi sto solo occupando del mio.”
Per fortuna la luce era fioca, Sam non vide le mie lacrime.
“ Sono il tuo compito?”
“ Si, Dean.”
“ E ti piace questo compito? Quanti altri ne hai?”
“ Uno soltanto..”
“ E Quale sarebbe?”
Si avvicinò e afferrò tra le labbra il mio superiore.
Mi scostai appena e lo guardai.
“ Il tuo compito è baciarmi, principessa?” Risi, incredibilmente felice. Sam mise le mani tra i miei capelli e si avvicinò ancora di più.
“ Il mio compito è ricordarti quanto io sia nulla senza di te, ricordarti quanto tu sia tutto quello di cui ho bisogno. Tutto quello per cui lotterei e vincerei. “
“ Sammy..”
“ Lo so , Dean. “
“ No..non lo sai.. Ho bisogno di dirtelo come non ho mai fatto. “
La mano si posò sul suo cuore, scivolò lungo il suo petto e si infilò nei suoi pantaloni di tuta, per fortuna caratterizzati da un elastico non troppo difficile da solcare.

“ Dimmi che posso..”
“ Non hai mai chiesto il permesso per niente.”
“ Non ti sto chiedendo il permesso, ti sto chiedendo il consenso.”
Si avvicinò, strofinò il naso al mio e afferrò la mia mano, intrecciando le dita alle sue.
“ Non hai bisogno neanche di quello, Dean.”
Questa volta fui io a baciarlo. Le mie labbra carnose e calde si scontrarono, unendosi, alle sue.
Le sue labbra parevano fatte proprio per le mie, si completevano e si ricercavano, trovandosi ogni volta.
Cominciai a muovere le dita attorno alla sua erezione, seguendo quel movimento naturale che gli fece dare vita a quegli ansimi di fuoco.
Lo vidi inarcare il capo e reclinarlo verso l'alto, il richiamo fu assurdo.
Iniziai a baciargli il mento, il collo e a sorridere come non avevo mai fatto.
Le sue dita si avvinghiarono alle mie scapole, forti e sicure.
“ De..”
“ Si?”
“ Non smettere..ti prego..non smettere.”

Non ne avevo alcuna intenzione, continuai finchè il suo desiderio non si sopì, giacendo sotto alla soddisfazione di entrambi.
Lo baciai ancora e tornai ad essere il maschio dominante, perchè lo tenni sul mio petto, gli baciai il capo e lasciai scorrere le dita tra le ciocche dei suoi capelli.
Era la mia oasi.

 

Mi addormentai con le dita ancora tra le sue ciocche, ma quelle parole tornarono.

 

“ Ucciderai tuo fratello. Qui è dove la mia storia è cominciata e qui è dove la tua, inevitabilmente, finirà.”

 

“ Ucciderai tuo fratello. Qui è dove la mia storia è cominciata e qui è dove la tua, inevitabilmente, finirà.”

 

“ Ucciderai tuo fratello. Qui è dove la mia storia è cominciata e qui è dove la tua, inevitabilmente, finirà.”

 

Tutto quello che non avrei mai desiderato, si realizzò nei miei incubi.
Faceva cosi male. Strinsi le dita , le serrai a pugno.. e cominciai a mugugnare nel sonno.
Non riuscivo a svegliarmi, non riuscivo a smettere. Sudavo freddo, non respiravo.
Continuavo a voltarmi, a cercare una via di scampo, ma non ne esistevano.

Era come quando si sogna di cadere e le gambe tremano in quella maniera da donarti un batticuore indescrivibile.
Stavo cadendo in continuazione, le gambe tremavano ma niente di tutto ciò mi aiutò ad interrompere quelle torture.

 

“ Ucciderai tuo fratello. Qui è dove la mia storia è cominciata e qui è dove la tua, inevitabilmente, finirà.”

 

La mano di Sam.
Fu tutto ciò che sentii, sentii la sua mano attorno al mio braccio, mi scosse più volte, imperterrito, determinato e lo feci.
Le palpebre si sollevarono di scatto, mi aggrappai a lui, strizzai le palpebre per trattenere le lacrime e mi nascosi nel suo petto.


Mi strinse e mi baciò la fronte, il capo, le labbra.

“ Respira, Dean. Respira.”
Non mi ricordavo neanche come si facesse.
“ Guardami.”
Ci impiegai un po', ma lo feci.

Lo guardai, mi nascosi nei suoi occhi color verde marino, inspirai ed annuii, prima di afferrargli la nuca e posare la fronte contro la sua.

 

“ Ho bisogno di dirtelo.”

“ Non hai mai chiesto il permesso, Dean.” sorrise, provocando il mio di conseguenza.

“ Non ti sto chiedendo il permesso, ti sto chiedendo di ricambiare.”

“ Non hai mai dovuto chiedere neanche quello Dean.”

 

Le labbra si unirono di nuovo, questa volta davanti ad una verità messa a tacere per anni.

 

“ Ti amo.” Bisbigliò lui per primo.

“ Cosi non è giusto.”

“ Sei sempre il solito. A volte arrivare primo non significa per forza essere vincitore Dean.”

“ Voglio essere il primo per tutto ciò che ti riguarda, Sammikipidia. “

“ Sei il primo idiota della mia vita, De.”

“ E sarò anche l'ultimo, Bitch.”
“ Jerk.”
Una risata, un altra ed un altra ancora...e riuscimmo di nuovo a cancellare tutta la negatività, le innumerevoli,spiacevoli cose che ci circondavano con l'unica che in tutti quegli anni ci aveva insegnato la positività : l'amore che provavamo l'uno per l'altro.

   
 
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