Serie TV > The Vampire Diaries
Segui la storia  |       
Autore: darkrin    02/06/2015    2 recensioni
Arriva un gufo e Caroline Forbes improvvisamente si trova strappata dalle mani qualsiasi possibilità di una vita normale e banale. Giunta al settimo anno di scuola, non sa ancora se sia un bene o un male.
(Hogwarts!AU | raccolta)
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline, Forbes, CarolineKlaus, Klaus, Rebekah, Mikaelson, Stefan, Salvatore
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Note: - L'idea di questa raccolta è nata dopo aver scritto Che profumo ha l'amortentia? che è quindi ambientata nello stesso universo, solo qualche anno dopo. L'idea è quella di ripercorrere con varie flah o one-shot il percorso di Caroline, Rebekah (principalmente, almeno per ora) e degli altri personaggi ad Hogwarts.
- Si accettano suggerimenti, prompt, richieste su scene che vi piacerebbe vedere trattate. /o/
- Questo capitolo è per Niglia a cui avevo promesso di affrontare il perché Caroline non sia finita a Tassorosso e spero che sia all'altezza delle sue aspettative. 
- L'inserimento di Camille non è fatto a fine di bashing giuro!, ma perché mi serviva qualcuno di babbano che ricoprisse il ruolo che ha Elena nel telefilm, dal momento che Elena non può farlo perché una strega e incontrerà Caroline solo una volta giunti ad Hogwarts. Quando si è trattato di dover scegliere a chi far ricoprire questo ruolo, Camille mi è parso il personaggio perfetto perché: a) somiglia moltissimo a Caroline e lo sappiamo tutti come va a finire quando ci troviamo di fronte qualcuno che ci somiglia troppo; b) non l'avrei comunque inserita ad Hogwarts perché ho visto pochissime puntate di TO e non sarei in grado di gestirla.
- Al solito NO BETA per cui segnalatemi qualsiasi svista, strafalcione, problema. 
- Il prossimo capitolo sarà dal punto di vista di Bekah e sarà ambientato al secondo anno di scuola. 


 
 

 
Smistamento – Caroline
 
 

 
“E' forse Grifondoro la vostra via,
culla dei coraggiosi di cuore:
audacia, fegato, cavalleria
fan di quel luogo uno splendore.
O forse è Tassorosso la vostra vita,
dove chi alberga è giusto e leale:
qui la pazienza regna infinita
e il duro lavoro non è innaturale.”

 
 
 
Quando aveva stretto per la prima volta la lettera, con tutti i suoi fronzoli e i suoi sigilli laccati - e aspetta, quello era un gufo? –,  tra le dita, Caroline aveva pensato che fosse uno scherzo. E se quell’antipatica di Camille O’Connell pensava davvero che sarebbe caduta nella sua trappola era davvero una stupida bionda illusa!
 
 
- Non ci credo – alitò la bambina per l’ennesima volta in quell’assurda giornata iniziata con l’attraversamento di un muro – un muro! – nel centro della stazione di King Cross senza che nessuno se ne accorgesse. Ragazzini andavano a sbattere contro una parete e sparivano nel nulla e nessuno – nessuno! – che si ponesse anche la minima domanda.
Sopra di lei si stagliava un soffitto, in cui si potevano ammirare le stelle, leggermente coperte da un leggero manto di nubi che scivolava placido trasportato da un vento invisibile.
- Wow! – esclamò qualcuno accanto a lei, mentre qualcun altro mormorava: - Mia sorella ne aveva parlato, ma non pensavo che… -
Caroline aveva il naso religiosamente fisso sulle stelle, alla ricerca di un trucco o di un inganno che potesse spiegare quell’illusione, quando il Cappello iniziò a chiamare i nuovi studenti.
 
 
 
- Forbes. –
Il grido spezzò il silenzio della sala e le fece riabbassare precipitosamente lo sguardo sul corridoio che si stagliava di fronte ai suoi piedi, costeggiato dalle ampie tavolate ripiene di studenti.
Tutti gli occhi erano puntati su di lei e Caroline sentì un nodo stringerle la gola e l’istinto di fuggire - di andarsene da quella scuola di folli, tornare a casa, da sua madre e dal suo lavoro, da suo padre e la sua nuova famiglia, dalla stupida Camille, che aveva comprato l’ultimo esemplare di vestito che Caroline desiderava - riempirle lo stomaco. Ma era Caroline Forbes e non sarebbe stato certo quello a fermarla. Strinse i pugni intorno alla stoffa del suo mantello – chi è che ancora indossava mantelli nel mondo reale e moderno? – e trasse un respiro profondo, gonfiando le guance, prima di costringersi a porre un piede davanti all’altro ed iniziare a camminare. Senza tremare, ché lo sapeva che in una scuola del genere la prima impressione era tutto e, che fosse dannata!, si rifiutava di mostrare l’immagine di una ragazzina pavida che sentiva già la mancanza di casa.
Prima ancora di rendersene conto era in piedi davanti all’alto sgabello – e, oh, non era poi stato così difficile, vedi, Caroline? - sormontato dal Cappello Parlante. Sperava davvero che gli avessero fatto un incantesimo per proteggerlo da forfora e pidocchi perché uuuugh.
Un angolo della bocca – era una bocca o solo una piega della stoffa? – del Cappello parve sollevarsi verso l’alto e Caroline s’ingiunse di non pensare che stesse ridendo di lei, di non pensare a cosa avrebbe visto, una volta calato, come una scure, sul suo capo, di non pensare alla rabbia che a volte provava e a quello che avrebbe voluto gridare a sua madre; a come ancora abbracciasse un orso di pezza per addormentarsi, se sua madre era di turno la sera, a come odiasse un po’ Camille perché era troppo brava e troppo bella e aveva una famiglia troppo perfetta e tutto quello che lei desiderava. Di non pensare a tutte quelle cose che la rendevano una bambina cattiva. Sedendosi, Caroline strinse il bordo ligneo dello sgabello con mani tremanti.
- Caroline, Caroline, cosa abbiamo qui? Vediamo un po’… -
Caroline non pensò: Non vediamo, non vediamo, per favore, non…
- Una mente interessante, davvero. Saresti disposta a qualsiasi cosa per un amico, non è così? Una persona leale fino all’eccesso e per nulla spaventata dal duro lavoro e oh, ne avrai da fare. –
Caroline s’ingiunse di non pensare che il Cappello Parlante stesse cercando di dirle che lei non era fatta per quella scuola, che non sarebbe dovuta essere lì, che era solo un’impostora.
- Sono sicuro che ti troverai benissimo a Tass… -
- No – pigolò la bambina prima di potersi trattenere, di potersi ingiungere di non interrompere un suo superiore – un cappello sulla sua testa poteva essere considerato un superiore?
- No? – domandò il Cappello.
Caroline poteva immaginare la stoffa piegarsi e contorcersi nella parodia di un sopracciglio inarcato.
- No – ripeté la bambina con più sicurezza.
- E perché mai no? – indagò il Cappello. - Sono certo che ti troveresti benissimo. Che non sentiresti neanche la mancanza di cas… -
Caroline scosse la testa: no, no, no. Non aveva alcuna intenzione di essere smistata in una casa solo per un motivo del genere, perché era debole, perché aveva bisogno di –
No. Non lo aveva.
E poi -
- La divisa – borbottò la bambina, torcendosi le mani in grembo.
- Come scusa? –
- La divisa. Mi rifiuto di indossare quei colori per sette anni - trasse un respiro profondo. – Non ho idea di chi li abbia messi insieme, ma sono brutti e… - la bambina interruppe il suo balbettio, quando sentì il Cappello tremare sulla sua testa, come se fosse scosso da una risata.
- Capisco –mormorò la stoffa con tono sorprendentemente compressivo e non giudicante per una creatura il cui compito era quello di giudicare e classificare le persone come lei faceva con biglietti e oggetti e vecchi ricordi – una famiglia felice, suo padre che tornava a casa dal lavoro, un sorriso soddisfatto della sua professoressa preferita.
- E allora direi… Grifondoro! – gridò il Cappello.
Caroline sentì la voce del Cappello rimbombarle nel petto ed in ogni angolo della Sala Grande, seguito dagli applausi e dalle urla dei suoi… nuovi compagni di casa - le parole le suonavano estranee anche solo a pensarle. Caroline sentì qualcosa sciogliersi nel petto e il fiato uscirle dalla gola in uno sbuffo di sollievo.
 
Non pianse di commozione perché solo i deboli piangono e Caroline, prima di salire sul treno che partiva dal binario 9 e ¾, aveva promesso che non sarebbe più stata debole. Si limitò a mordersi le labbra e a saltare giù dallo sgabello per andare a sedersi alla sua tavolata.
 
 

 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Vampire Diaries / Vai alla pagina dell'autore: darkrin