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Autore: myonlyloveKlaine    02/06/2015    3 recensioni
Dal testo:
"Cerco di sporgermi dalla posizione in cui mi trovo per vedere se porta il suo usuale papion e nel tentativo di ammirare meglio il suo volto attiro la sua attenzione. Si gira di scatto, come se avesse percepito la mia presenza e quel volto così rilassato si piega in una smorfia di paura. Poi si accorge che sono io, mi sorride tranquillo e il mio cuore perde un battito perchè per un momento, per un solo momento ho avuto l'impressione di avere davanti il vecchio Blaine, il Blaine di quando ci eravamo appena conosciuti.
Ora ci siamo solo io e lui, il Kurt di allora e il Blaine di adesso."
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti! 
Comincio col dire che questa storia mi è venuta in mente ascoltando una delle ultime canzoni di Rihanna, ovvero "Stay", di cui lascerò il link sotto.
Consiglio di leggerla ascoltando la canzone :3 (https://www.youtube.com/watch?v=JF8BRvqGCNs)
Ringrazio la mia beta Roberta e vi lascio alla shot <3 
ENJOY!
 
JUST OTHER TIME TOGETHER

"tutte le volte che mi prendevi per mano 
avevo la certezza che il mondo fosse un bel posto"

"E' pronto, se se la sente più entrare"

Un respiro.

Ho solo bisogno di un grande respiro che mi liberi da questa continua apnea che mi sta opprimendo.

Cerco di muovere le gambe, ma è che come se non volessero rispondere ai miei comandi, troppo impegnate a tremare come delle foglie.

I suoni mi appaiono appiattiti, mi sento dentro una bolla senza avere lo spillo per scoppiarla, le voci e i rumori passano in secondo piano perchè quello che ora riesco a sentire è solo il mio cuore che batte all'impazzata. 

Ma dopotutto è sempre grazie a questo cuore che sono qui, che ho il coraggio e la forza di tornare ogni volta. Più tremante di prima, sempre più spezzato di giorno in giorno ma cosciente che è l'unica cosa che sono in grado di fare; perchè non c'è vita per me al di fuori di queste mura così sconosciute e nonostante faccia male, nonostante il pensiero di recarmi qui ogni giorno mi provochi un dolore che mi attraversa tutto il corpo quello stesso dolore è la mia cura. L'unica cosa che mi rende felice è la stessa che mi distrugge, buffa la vita no?

Ma ho bisogno di muovermi, devo far rispondere ai comandi il mio corpo perciò con tutta la tranquillità possibile mi alzo dalla sedia, che alla perdita di peso scricchiola un poco e mi reco verso il corridoio ormai non più cosi sconosciuto. La luce illumina l'attraversata rendendola più piacevole, ricomincio così a prendere sicurezza sul mio corpo. Le gambe ora sono percorse solo da un leggero tremolio e la bolla si sta a mano a mano appiattendo, riesco a percepire il vociare continuo che questo luogo porta con se.  Continuo a camminare quasi meccanicamente, non faccio caso alla gente che mi guarda perchè odio vedere quegli sguardi pieni di compassione. La loro compassione non mi aiuterà, è solo un modo più gentile per dire che gli faccio pena e oggi più di ieri non riesco a sopportarlo; perchè so che non c'è via d'uscita ma questo non implica che non ci possa essere una sorta d'aiuto dopotutto.

Perciò faccio l'intero tragitto a testa bassa, cercando di evitare camici e sguardi inquisitori e finalmente arrivo davanti alla stanza n 311. La porta è schiusa e dall'interno non proviene nessun rumore, ma quell'odore, quell'odore inconfondibile c'è sempre. E non posso pensare subito al passato che una fitta mi attraversa il petto lasciandomi a bocca asciutta. Perchè so chi c'è dall'altra parte, so cosa significa per me, sono venuto qui altre volte. 

Ma oggi sarà diverso, perchè oggi Blaine dovrà tentare di ricordare.

Busso, perchè so per esperienza che non sopporta quando qualcuno entra senza preavviso, e aspetto che mi dia il permesso di aprire la porta.

"Avanti" è l'unico suono che riesco a sentire, il resto non fa più parte del mio universo, del nostro

Apro la porta e mi preparo ad attutire ancora una volta ciò che mi si presenta davanti.
 
*

 
Blaine è bellissimo come sempre. 

Sta seduto sul letto e osserva fuori dalla finestra con volto rilassato, piegato in un piccolo sorriso. Le rughe sono evidenti, ma non lo rendono certo meno attraente.

Nonostante l'età continua ad indossare i suoi soliti completi, oggi porta un blaizer color turchese con sotto una camicia bianca e dei pantaloni a righine bianchi e blu.

Cerco di sporgermi dalla posizione in cui mi trovo per vedere se porta il suo usuale papion e nel tentativo di ammirare meglio il suo volto attiro la sua attenzione. Si gira di scatto, come se avesse percepito la mia presenza e quel volto così rilassato si piega in una smorfia di paura. Poi si accorge che sono io, mi sorride tranquillo e il mio cuore perde un battito perchè per un momento, per un solo momento ho avuto l'impressione di avere davanti il vecchio Blaine, il Blaine di quando ci eravamo appena conosciuti. 

Ora ci siamo solo io e lui, il Kurt di allora e il Blaine di adesso. 

"Sei tornato a farmi visita, è da tanto che non ci vediamo" queste sono le prime parole che pronuncia vedendomi e capisco, già da questo, che anche oggi le cose non sono cambiate. E' solo da un giorno che non mi reco a far visita a Blaine, ma per lui il mondo gira in modo diverso da tempo.

Successe esattamente due anni fa, eravamo sulla soglia dei settanta e stavamo organizzando un viaggio da fare insieme senza doverci preoccupare dei nipoti o dei parenti. Un viaggio solo per noi in tutta tranquillità per festeggiare quella che era stata una parte della nostra vita insieme. Non fu improvviso o inaspettato,ma mi colse di sorpresa e già allora non mi seppi muovere. Blaine cominciò a cambiare, piccole cose della vita quotidiana che non potei non notare. Perdeva facilmente gli oggetti, dimenticava i punti in cui lasciava le sue cose, nel bel mezzo della strada si bloccava guardandosi intorno spaesato e chiedendosi dove fosse. Io ero lì con lui, rispondevo ai suoi interrogativi, gli cercavo gli oggetti che perdeva, ma in tutto ciò; in tutto questo adoperarmi per lui e per farlo stare bene non mi accorsi che a mano a mano lo stavo perdendo del tutto.

Ma fu quella mattina, quella mattina di due anni fa che la mia vita cambiò del tutto e per sempre. Blaine si svegliò, ma piuttosto che darmi un bacio mi urlò contro. Erano urla piene di odio e paura, ma la cosa peggiore era che erano rivolte a me. 

Blaine non sapeva più chi ero, girava per casa intimandomi di andarmene perchè lui non mi conosceva. Più io cercavo di avvicinarmi, più lui mi rispingeva. Fu in quel preciso momento, in cui guardandolo negli occhi non vidi altro che terrore che il mondo si sbriciolò sotto i miei piedi. Avevo perso l'amore della mia vita per sempre, una stupida malattia se l'era portato via e mentre mia figlia lo trascinava fuori dalla nostra casa io ero solo a piangere, girato tra le coperte di quello che un tempo era il nostro letto.

Quel giorno persi un pezzo di me, una parte della mia anima era andata via con Blaine e mai più è tornata.

Mi ci volle un anno per riprendermi, un anno fatto di sofferenze e di continue depressioni. Se non fosse stato per l'aiuto di tutta la mia famiglia sarei crollato nell'abisso. Non ebbi il coraggio di vedere Blaine per quell'intero periodo. Il solo pensiero che mio marito si trovava lontano da me centinaia di chilometri e senza sentire la mia mancanza mi distruggeva più di qualsiasi altra cosa. Poi un giorno decisi di provare perchè il dolore che avevo dentro mi stava lacerando. Andai nella casa di cura ed entrai nella sua stanza, guardandolo per la prima volta dopo così tanto tempo. 

Il Blaine di una volta non c'era più, quello che aveva preso il suo posto ora mi guardava con occhi inquisitori chiedendosi chi fossi e sistemandosi al meglio sul letto con nervosismo. Ci volle del tempo, tempo in cui io e Blaine abbiamo imparato a conoscerci daccapo. Solo come vecchi amici, io ero quel conoscente lontano di cui mio marito non ricordava nulla ma che era venuto a trovarlo dopo "l'incidente". 

Parlare di Alzaimer era inutile, Blaine non l'avrebbe capito, troppo preso dal cercare di riportare alla memoria fatti del passato che ne io e ne lui avevamo mai condiviso. Più mi avvicinavo al nuovo lui e più la sofferenza per i ricordi della nostra vita insieme mi opprimevano, perchè guardarlo cosi da vicino ogni giorno era come ricevere uno schiaffo in pieno viso che mi faceva capire come era la realtà ormai.

Non c'era speranza che lui tornasse da me, dovevo farmene una ragione.
 
*

 
"Ehi ciao Blaine, come va oggi?" decido di parlare, perchè i ricordi mi stanno risucchiando e non posso scoppiare a piangere davanti a lui, sarebbe solo un'altra cosa da spiegare, altri problemi da risolvere.

"Tutto bene, continuano a teneremi qui dentro senza motivo, capisco l'essere anziano ma neanche posso uscire a fare una passeggiata da solo! Perchè Kurt? tu ne sai qualcosa? A quanto pare vedo più te che chiunque altro" cerco di guardare ovunque tranne che nei suoi occhi, perchè non riuscirei a mentirgli guardandolo in volto. Oggi sembra più calmo, mi ha riconosciuto subito come vecchio amico, magari è la volta buona.

"Lo capisco, proverò a parlarne con le infermiere. Sai, il danno che hai subito è stato forte e vogliono solo tenerti riguardato" è tutto quello che riesco a dire, mi sento mancare il fiato e so che un altro attacco di panico sta per arrivare. Mi metto seduto sulla sedia che si trova accanto al letto su cui è steso Blaine. Ho anche io la mia età, e nonostante non lo voglia ammettere, ho bisogno di riposo e tranquillità. Cose che non ho avuto nel corso di questi ultimi anni. 

Cerco di guardarlo negli occhi, è calmo e mi sorride di nuovo ma vedo come quel sorriso sia spento, senza vero sentimento, senza il sentimento che io spero di vedere.

"Sai Blaine, ti vorrei raccontare la storia della mia vita, dopotutto è da tanto che non ci vediamo e sentiamo. Ormai mi hai aggiornato su di te, vorrei parlarti di me oggi" trattengo il fiato, aspettando la sua risposta. 

Ho paura. 

Paura che tutto il mio piano vada in fumo, che Blaine avrà uno dei suoi attacchi e mi urlerà contro come quella mattina. Ho paura che mi respinga di nuovo perchè se lo farà, questa volta non tornerò più indietro.

"Ma certo Kurt! Anzi scusami se non te l'ho chiesto prima, ma qualche volta dimentico le cose. Certo dimmi pure tutto" è così sincero, così ignaro di quello che sto cercando di fargli che vorrei solo scappare lontano. Avere due minuti in più per riflettere, scegliere le parole giuste da dire, far smettere di tremare le mani o inumidire gli occhi. 

Ma le parole. Le parole sono l'ultimo strumento che mi è rimasto per far tornare da me Blaine, mai più di ora sono d'accordo sul dire che le parole sono uno degli strumenti più potenti che ci sono al mondo, ma io saprò usarlo?

"Okay, cominciamo" prendo un gran respiro, mi posiziono meglio sulla sedia, guardo fisso negli occhi Blaine con un'intensità che mai avevo provato prima e comincio il racconto che detterà la mia sorte e quella che la lega a Blaine.

"Non so se ricordi Blaine, ma io non sono di New York. Mi trasferii qui con la mia migliore amica all'età di diciannove anni. Ero stufo del luogo in cui vivevo, le persone che lo abitavano non avevano fatto altro che rendere la mia vita un continuo inferno e io ne avevo abbastanza. Ne parlai con mio padre e decisi così di andarmene per seguire il mio sogno. Ma quella decisione non riguardava soltanto la mia vita, perchè al centro di quel turbine che vivevo un tempo c'era sempre lui. Come lo amavo Blaine, e come lo amo ancora. 

Era il faro che illuminava le mie giornate più buie e mi aiutò come nessuno aveva mai fatto, mi riportò in vita. Era diventato la luce che avevo sempre sperato di trovare. Ci incontrammo in un antico edificio che fungeva come scuola provata, la Dalton. Io ero un fuggitivo in cerca di una scuola migliore, lui era il ragazzo disposto a prendermi con se e aiutarmi a respirare di nuovo. 

Fu uno degli anni più emozionanti della mia vita, fatto di puro amore e passione. Ero così giovane un tempo, così follemente innamorato. Lo eravamo entrambi. Ci fidanzammo poco tempo dopo il mio trasferimento alla Dalton. 

Ci furono delle complicazioni nel tempo, ci allontanammo quando partii per New York, ma nulla riusciva a distruggere il legame che avevamo creato, neanche la lontananza. Venne a vivere con me e qualche tempo dopo ci sposammo. Sembra assurdo, due ventiduenni che decidono di sposarsi; ma sai Blaine, ci amavamo. Ci amavamo come nessun altro al mondo e per noi sposarci significava solo compiere un passo avanti nella nostra vita insieme. Vederlo attraversare la navata di quel fienile è stato l'esatto momento in cui ho compreso appieno perchè lo stavo facendo. 

Perchè lui mi sorrideva, mi sorrideva con quella lacrima incastonata al lato dell'occhio pronta a scendere; mi guardava e per me esisteva solo lui.

Solo lui con quei suoi stupendo occhi color miele che neanche dopo più di quarant'anni riesco a descrivere, perchè sono talmente luminosi che accecherebbero chiunque li guardi. Solo lui e quei capelli ricci indomabili, trattenuti da un poco di gel. Solo lui e quello smoking nero ancora conservato nella nostra casa. 

Era lui la mia ragione di vivere, era lui il mio ossigeno dalla mattina alla sera Blaine" mi blocco di colpo, perchè mi accorgo che troppo preso dal raccontare non ho sentito le lacrime che una ad una ora stanno scendendo dal mio volto. 

Mi ero ripromesso di non piangere, di essere forte. 

Sono crollato.
 
*

 
"Kurt, va tutto bene?" Blaine sembra perplesso e anche preoccupato e mi guarda come se potesse aiutarmi.

Non sa che è proprio lui la causa di tutti quello che mi sta accadendo, non sa che è per lui che ora sono qui a piangere senza ritegno.

"I-io si, scusami ho perso la mano e mi sono ritrovato in lacrime"

"Non c'è più non è vero?" E' la domanda più logica da fare dopotutto.

"No lui è ancora vivo  Blaine" Ma ora come farò a spiegargli perchè non è qui?

"Ti ha lasciato? Sembravate così innamorati, cos'è successo?"

"Lui è e rimarrà per sempre l'amore della mia vita, l'unico che io possa aver amato e sono immensamente grato per tutto quello che siamo riusciti a fare insieme. Dalle risate ai litigi, dalle notti passate a fare l'amore alle notte insonni. Gli devo ogni singolo momento felice della mia vita e non potrei anche solo pensare che lui non ne faccia parte. Era la mia anima gemella e mi capiva come nessuno mai. Siamo stati innamorati fino a che la salute ce l'ha permesso, poi a tempo dovuto ha deciso di portarsi via la mia luce e dopo, tutto quello che rimaneva era l'oscurità" Sento gli occhi di Blaine che mi scrutano come se cercassero di capire qualcosa di fin troppo grande per la sua mente, sento come gli ingranaggi del suo cervello ricominciare a lavorare e i nodi dispiegarsi nella sua mente.

Alzo di scatto la testa perchè mi accorgo che è il momento e quando mi giro verso Blaine capisco che sta facendo la stessa cosa. Ci guardiamo negli occhi e prima che riesca a dire qualcosa è Blaine a parlare.

"Kurt, sei tu amore?" 

Per la seconda volta nella mia vita il mondo va in frantumi, la stanza non esiste perchè per me c'è solo Blaine e quello sguardo che adesso riconosco, perchè ho continuato a cercarlo per un anno intero, perchè ogni sera prima di addormentarmi lo imprimevo nella mia mente troppo terrorizzato di dimenticarlo, perchè è lo stesso sguardo che ricevetti il giorno in cui divenne mio marito.

"Blaine? Blaine dimmi che sei tu ti prego, ho bisogno di te" non riesco più a trattenermi e mi appoggio sul letto, abbandonato sulle sue gambe coperte dalle lenzuola. Ma Blaine non mi allontana, anzi mi avvicina ancora di più a se e mi culla tra le sue braccia. 

Dopo anni ho la sensazione di sentirmi ancora una volta a casa. 

"Ehi, tranquillo, sono io Kurt. Cos'è successo? Perchè siamo qui?" Mi guarda con gli occhi pieni di angoscia e non posso non dirgli la verità.

"Da due anni soffri di Alzaimer, ti abbiamo messo qui subito dopo la mattina in cui non mi hai più riconosciuto. Ho tentato di risvegliare i tuoi ricordi Blaine, ma nulla cambiava in te. Non eri più lo stesso, avevo perso le speranze e oggi sarebbe stata l'ultima volta se tu non avessi ricordato, ma ora sei qui e-"

"Sono qui, esatto. Ma non so quanto durerà perciò smettila di parlare come è solito tuo e godiamocelo" Non riesco a smettere di guardarlo e pensare a quanto io sia fortunato, nel bene e nel male, ad averlo incontrato. "Vieni qui vicino"

Cerco di salire sul letto, e mi accoccolo accanto a lui; le lacrime non smettono di scendere ma non ci faccio più caso. Rimaniamo in questa posizione per tutto il tempo, mentre ogni tanto ci scambiamo qualche parola. Non ci serve parlare degli anni perduti, ci serve solo la presenza l'uno dell'altro, il contatto tra i nostri corpi e le labbra vicine che si sfiorano provocandomi continui brividi lungo la spina dorsale.

"Mi dispiace, che non ci sarò più e chissà quando ci ritroveremo di nuovo,ma dovrai andare avanti senza di me Kurt. Sei forte, lo sei sempre stato e non azzererai la tua vita solo per venirmi a trovare tutti i giorni  sperando che io mi risvegli all'improvviso. Devi reagire, devi rimanere con la nostra famiglia per tutto il tempo che ti rimane. Me lo devi promettere, le visite sono ben accettate ma non far si che queste diventino il tuo unico impiego."

"Blaine non dire cosi io ti amo e non potrei mai lasciarti qu-"

"ti amo anche io Kurt, ma è ora di andare" vedo gli occhi di Blaine guardarmi per un ultima volta e a mano a mano perdere colore fino a diventare quel castano sbiadito che erano un tempo.


"Ma io voglio che tu resti" 


Sono le uniche parole che riesco a dire prima che tutto torni come prima e in quel fragrante prima del regresso Blaine mi guarda un'ultima volta, sorridendomi.


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Le recensioni sono sempre bene accettate ;)


 
 
  
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