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Autore: Lady Moonlight    02/06/2015    1 recensioni
Freya è un'arma, una guerriera creata e plasmata per conquistare Asgard.
Il suo destino sembra tracciato, ma il fato prende una piega diversa la notte in cui i suoi genitori vengono uccisi.
Sfuggita alla morte, viene accolta da Odino e cresciuta insieme ai suoi figli.
Mille anni dopo, conclusosi l'attacco a New York, Loki è condotto su Asgard in catene, in attesa di conoscere il giudizio del Padre degli Dei.
Privato dei suoi poteri, è costretto a osservare mentre un nuovo nemico minaccia la sua vita e quella di Odino.
Freya e Loki.
Diversi, quanto simili, si troveranno a condividere insieme più tempo di quanto entrambi desiderino e il loro passato segnerà in modo indelebile il futuro di Asgard.
[…]"Tu sei come queste farfalle, figlia" le aveva detto un giorno suo padre.
"Ora sei solo una piccola larva, un bruco. Ma un giorno ti trasformerai e, come queste farfalle che si librano inconsapevoli tra i prati, diventerai un'arma perfetta. Tu sarai lo strumento che mi permetterà di avere Asgard tra le mie mani."

[Post Avengers] Loki/Nuovo Personaggio
Possibili accenni Loki/Sigyn
Genere: Azione, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Thor
Note: Movieverse | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Capitolo 22: Senza maschera
 
 
 

"TU!" la voce di Thor grida rabbia e incredulità. "Uomo vile e codardo! Che la terra si possa aprire sotto i tuoi piedi e inghiottirti!" Il figlio di Odino riprende in mano il martello e si avventa nuovamente su Aster. "Sarà un piacere ucciderti!" Loki osserva la scena come se si trovasse davanti ad uno specchio divinatore. Vede e comprende, ma una parte del cervello non sembra intenzionata a metabolizzare quella nuova scoperta.
Gira su se stesso con una lentezza irreale e i suoi occhi verdi si posano su quelli lucidi e spalancati di Freya.
Lei e lì, in piedi, nello stesso punto in cui tutti loro hanno visto il volto del nemico di Asgard.
Le urla di Thor e i suoi fulmini volano da una direzione all'altra e l'erede al trono sembra l'unico in grado di agire.
Loki si muove verso di lei. I capelli le si agitano nel vento e il petto si alza e abbassa troppo velocemente.
Poi, Freya si accuccia a terra come una bambina e le braccia si protendono verso la schiena. Non è un abbraccio, comprende lui immediatamente, ma un tentativo di difesa.
"Sangue del suo sangue." mormora lei, dondolandosi in avanti. "Una farfalla brucia se si avvicina troppo alle fiamme. Una larva spesso rimane solo una larva... Le catene non si spezzano, non si spezzano, non si spezzano."
Il dio degli inganni la guarda spiazzato. Quelle parole non hanno senso. Sono i vaneggiamenti di una ragazzina, i piagnistei di una bambina.
"Non è stato un miracolo... no, non lo è stato... certo, se avessi saputo, immaginato..." prosegue lei.
"Thor lo ucciderà." interviene lui, stringendo le mani a pugno.
Lei alza lo sguardo, "No. Hai sentito... Hela ha detto-" Freya ansima e si porta una mano alla gola. "Morta, morta, morta... la dea dei morti. E giungerà il Ragnarok, quando Yggdrasill appassirà. Sarà annunciato dal canto di Víðópnir e i Nove Regni tremeranno e-"
Quando Aster si volta verso di loro, Freya sobbalza e le mani corrono al viso.
"Io lo... lo ricordo. Metà volto mangiato dalle fiamme, l'altro..."
Loki serra la mascella e tace. E cosa potrebbe dirle? Immagina che la sensazione sia simile al giorno in cui ha incontrato Laufey ad Asgard per poi ucciderlo davanti agli occhi di Odino.
Tormento e rabbia.
Nessuno ha osato pronunciare il reale nome di Aster fino a quel momento ed è lei la prima a farlo. Lo dice balbettando e lui può solo stringere i pugni, la pelle mutata in ghiaccio.
"Víli."
 
 
Suo padre.
Dare un nome a quel volto non è stato gratificante o utile. L'incubo peggiore della sua vita e lì che combatte contro Thor e la guarda con astio e una smorfia che ne deturpa i lineamenti.
Non è invecchiato di un giorno. È la copia più giovane di Odino, ma con il viso sfigurato da cicatrici e un solo occhio buono, grigio come il fumo che invade il cielo.
"Chiedimelo e io lo ucciderò un'altra volta... per te." sussurra la voce provocante di Brísingamen.
Freya ha uno spasmo incontrollato alla mano destra ed è costretta a usare la sinistra per immobilizzarla e recuperare un minimo di contegno.
"Non è mai stato un miracolo." bisbiglia rivolta a se stessa. "L'incendio... sono stata io."
Sì, era stata lei a completare l'opera di distruzione dei nani. Ora vede tutto con maggiore chiarezza. Quando aveva ripreso i sensi, gli abiti pieni di sangue e il cadavere del nano sulle sue gambe... Aveva pronunciato una sola parola, una: "Uccidili."
...Mentre le pregiate colonne di marmo bianco erano cadute, gli arazzi erano mutati in cenere, le vetrate si erano sciolte per il calore... E prima che se ne potesse accorgere loro erano morti.
"Sì, li hai uccisi tu." la voce di Loki è bassa e carezzevole. "Non sei la prima asgardiana ad avere ucciso i propri genitori."
Lui le sfiora il collo con le dita e Freya capisce bene ciò che vorrebbe dirle e non dice. Il dio degli inganni vuole ancora vendicarsi su Odino.
"Lascerai a Thor il compito di annientarlo?" la sprona, mentre le dita indugiano sulle sue labbra.
Freya le dischiude e volta la testa. "Non può sconfiggerlo. E nemmeno noi possiamo."
Le mani di Loki si stringono attorno al suo collo ma non c'è forza in quella stretta, molto dissimile dal giorno in cui ha tentato di strangolarla.
"Cosa mi stai facendo?" sussurra Loki.
Freya sente la gola secca. Non è una sciocca e nemmeno una bambina sprovveduta. Loki non è il primo uomo che indugia nell'osservarla in quel modo così... intimo.
"Cosa ti sto facendo?" fa eco alla domanda di lui.
"Sei come veleno..." è la replica secca e decisa. "Ma sei anche l'antidoto che ne annulla gli effetti." continua Loki che sembra essersi dimenticato il campo di battaglia che li circonda. "Un'enigma. Una regina che potrebbe ridurre in cenere i Nove Regni. Una bambina persa nel labirinto. Una farfalla."
Freya chiude gli occhi. C'è qualcosa di profondamente sbagliato in quella situazione, eppure...
Apre gli occhi e quelli di Loki sono lì: brillanti come gli smeraldi e saldi nelle convinzioni.
E lei è morta... e... rinata. Perché non dovrebbe approfittare di quella nuova possibilità?
Allunga il braccio verso di lui e affonda le mani nei suoi capelli tirandolo verso di sé. Loki non obietta e asseconda il movimento.
Le loro bocche si trovano immediatamente e malgrado tutto è un bacio che Freya si trova a definire dolce, quasi gentile. È differente da quello famelico e esigente della notte della festa.
Loki la stringe a sé, costringendola a rimettersi in piedi e non la lascia un solo istante. Continua a baciarla ignorando i boati dei fulmini e per pochi secondi lei chiude gli occhi, lasciando che sia il dio degli inganni a dettare il ritmo di quei baci. Cede a quella tempesta che il suo cuore non aveva previsto, prima che la mente possa fermarla.
Geme di piacere quando i baci di Loki si fanno più intensi e profondi, ma ignorare la voce di Víli, di Aster, comincia ad essere difficile. Troppo.
Si stacca dalle labbra di lui quasi con rammarico, mordicchiandole un'ultima volta.
Loki poggia la fronte su quella di Freya e a lei sfugge un sorriso involontario.
"Sei voi due avete finito... gradirei il vostro aiuto!" esclama Thor.
"Geloso, fratello?" lo provoca il dio degli inganni e in risposta Freya gli regala una gomitata nelle costole. "Va bene, va bene, vado ad aiutarlo." concede Loki avviandosi verso i due avversari.
Lei fa per seguirlo, ma qualcuno la tira all'indietro per il braccio sinistro e la guerriera rabbrividisce mentre una sgradevole sensazione le scivola sottopelle.
L'arto di Hela è più freddo delle lande di Jotunheim e le strappa dal petto l'effimera felicità che ha provato con Loki.
"Moriranno... ognuno di loro." sentenzia lo spettro. La dea la lascia andare e indica un punto alle sue spalle. "Puoi salvarli o condannarli tutti."
"Per quale motivo Brísingamen ha scelto me?"
"Tu sapresti dirmi il motivo per cui Mjolnir a scelto Thor?" ribatte Hela. "Chiunque impugnerà questo martello, se ne sarà degno, riceverà il potere di Thor". cita, facendo il verso alle parole di Odino. “Credi che il principe lo sia, degno? Forse lo è ora, dopo il suo ritorno da Midgard... Ma prima? Le armi degli dei, le armi dei Nibelunghi..." Hela le volta le spalle. "Ognuna di loro esercita una propria volontà. Non avrai da me risposta migliore di questa."
"Non sei capace di dare risposte chiare?" la provoca Freya.
"Io sono la Morte. Nulla è più certo di questa verità universale. Dall'inizio alla fine... ogni cosa passa attraverso me."
 
 
Loki raggiunge Thor rimuginando sulle parole di Hela. Sulla pelle ha impresso il sapore dei baci di Freya ed è una sensazione anomala quella che prova se ripensa alla guerriera.
"Di nuovo riuniti: io e voi... È stato così anche l'ultima volta." interviene Aster.
Loki non ricorda la voce di Víli, ma la trova perfino più pungente di quella di Odino, sebbene sia Jormungand il vero nemico.
Thor sta facendo roteare il martello, segno che presto tenterà un nuovo attacco.
Il dio degli inganni serra la mascella. "Per quale motivo hai scelto di indossare proprio questo corpo?"
Aster si osserva le braccia come se la domanda l'avesse stupito. "Ma non l'ho fatto." ribatte con calma. "Hela pensava che sarebbe stato divertente. Voleva irritare il Padre degli Dei e... la ragazza."
Loki stringe i pugni.
"Hela?" domanda Thor, con una certa apprensione e lui ricorda che il figlio di Odino non è al corrente di quanto è stato scoperto sul conto del loro nemico.
Gli risponde in fretta, tacendo però alcuni particolari.
"Viscido rettile." sputa Thor, lanciando Mjolnir contro l'avversario. "Sei tu, dunque, la causa di ogni nostro problema. Ti ho ucciso una volta... lo farò ancora." sentenzia.
Aster muove dei passi a lato delle statue in rovina. "Ingannatore." sibila, mostrando loro la parte del viso bruciato dalle fiamme. "S-s-sei tu, la caus-s-sa della mia disfatta." prosegue con la sua vera voce, indicando Loki.
"Ah." commenta lui con scarso interesse. "Ti riferisci a quello. Per questo hai tentato di uccidermi?"
È quasi divertito dalla piega che hanno preso gli eventi.
 
 
 
Ci sono voluti due giorni per rintracciare il Grande Serpente. Nascosto nel fitto della vegetazione di Alfheim è stato capace di mimetizzarsi tra i funghi giganti e gli alberi secolari. Né loro né gli elfi sono stati capaci di trovarlo, almeno fino a quel momento.
Ora Jormungand si innalza davanti a loro, le squame verdi e dure come l'acciaio. Loki rimane impressionato dalla sua grandezza, sebbene non ci siano dubbi che nelle leggende le sue dimensioni siano state notevolmente aumentate.
Il serpente sibila e apre la bocca, rivelando una serie di denti acuminati. Ha il ventre gonfio, segno che probabilmente deve ancora digerire le guardie elfiche che Sylar ha inviato il giorno in cui sono giunti in quel mondo.
Poi, come se fosse un drago, inarcala testa e... sputa. Il veleno, nero e denso, scioglie come acido tutto ciò che incontra.
Il grido di dolore di Hogun giunge alle sue orecchie nel momento esatto in cui si lascia avvolgere dal potere protettivo del Seiðr.
Thor si è alzato nel cielo, pronto a chiamare a sé i fulmini, mentre gli elfi rimasti scagliano frecce verso la creatura.
Ma la sua corazza è troppo dura e spessa. Sif è riuscita appena a scalfirla e si è arrampicata sul dorso del serpente nel tentativo di trovarne un punto debole.
Loki capisce subito che contro Jormungand possono vincere solo giocando d'astuzia.
"Tu e i tuoi elfi pensate di riuscire ad attirare la sua attenzione?" domanda a Sylar, che sembra offeso per quell'insinuazione.
"Se ciò che stai progettando di fare può portare a qualche vantaggio..." ribatte l'arciere.
"Lascia che Jormungand vi segua fino al crepaccio." Loki sposta lo sguardo sulla voragine nel terreno che divide in due quella valle. "Scorre un fiume laggiù... o così indicano le mappe di Alfheim presenti ad Asgard."
"Quindi?" ribatte l'altro.
"Farò credere al Grande Serpente che in quel punto non vi sia alcun baratro. I suo occhi vedranno solo una distesa ininterrotta di terra."
Loki è compiaciuto del suo piano e osserva con pazienza i tentativi inutili dei Tre Guerrieri mentre affrontano il terrore dei Nove Regni.
Nel frattempo, chiude gli occhi e lascia che il Seiðr fluisca libero fuori dal suo corpo. Gli occorre molta concentrazione per riuscire a mantenere la presa sulla mente di Jormungand e lo sforzo gli sta prosciugando ogni energia.
La terra trema mentre il mostro si muove alla ricerca degli elfi. Sylar lo ha accecato ad un occhio e i lamenti del serpente sono incessanti.
Thor grida qualcosa e Sif urla una risposta di rimando, ma Loki è sfinito e non si preoccupa di ciò che si stanno dicendo.
Il terreno nei limiti della spaccatura frana sotto la mole gigantesca della creatura e a lui bastano pochi secondi per osservare la massa lucente e scattante del corpo di Jormungand venire trascinata nel vuoto. E poi, giù, giù.. fino al fiume. L'impatto con l'acqua arriva poco dopo, seguito dalla scarica inarrestabile dei fulmini di Thor.
Una nube nera si alza verso il cielo mentre Loki cade a terra e suo fratello si prende tutti i meriti di quell'impresa. Le ultime forze che gli rimangono vengono meno e la vista si offusca.
 
 

"Il mio cadavere è rimasto a marcire in quel fiume per giorni. I pesci hanno banchettato con il mio corpo mentre voi e gli elfi brindavate alla mia s-s-sconfitta."
"La fine che tocca ad ogni perdente." ribatte Loki. Ricorda che quell'incantesimo gli ha prosciugato ogni goccia del Seiðr e che non ha potuto ricorrere alla magia per un mese a causa di quello.
In quell’istante Thor scaraventa Mjolnir sul torace di Aster che vola all'indietro per diversi metri prima di fermarsi.
"Bel colpo." è costretto ad ammettere il dio degli inganni.
"Parla troppo per essere un cadavere." commenta Thor.
Poi Jormungand è di nuovo in piedi e la terra trema quando lui e il figlio di Odino riprendono a colpirsi.
Loki però sa bene che quella situazione non può protrarsi in eterno e che deve cercare una soluzione.
L'illuminazione gli giunge improvvisa ed è così semplice che pure lui stenta a credere a quel colpo di fortuna.
Allunga la mano nella tasca dell'armatura e le dita sfiorano la superficie fredda del metallo. Sorride.
Ha custodito lì i bracciali dei nani, certo che prima o poi gli sarebbero tornati utile ed il momento è giunto.
"Dicevano che eri intelligente!" esclama, rivolgendosi ad Aster. "Ma un rettile rimane pur sempre un rettile... e i serpenti sono capaci solo di strisciare... nel fango e nella polvere."
Jormungand sposta l'attenzione su di lui e inutili sono i tentativi di Thor di distrarlo.
Un bagliore cremisi lo acceca per un istante e quando Loki recupera la vista, Aster è già su di lui. Il freddo della lama nemica si fa strada nella spalla destra e il dio degli inganni grida.
Barcolla sul posto, poi Jormungand estrae l'arma facendo zampillare il sangue sul terreno e Loki si morde la lingua. La spada gli ha lacerato tendini e muscoli così si ritrova con un arto che penzola inerme al suo fianco e un dolore acuto e persistente.
Si volta, in tempo per vedere Odino giungere verso di loro in groppa a Sleipnir. Il volto del Padre degli Dei è ricoperto di sangue e la sua armatura spezzata, ma cavalca rapido verso di loro, scoccando continue occhiate che vanno da lui a Thor.
Attorno a loro l'aria è diventata incandescente ed è difficile respirare a causa dei fumi dell'incendio.
Thor scaglia un fulmine addosso ad Aster e Loki fa in tempo per scorgere lo sconcerto che passa sul viso di Odino, riconoscendo nel nemico il fratello perduto. Sleipnir nitrisce e si impenna su se stesso, ma il Padre degli Dei ne riprende il controllo.
Loki si slancia in avanti e affonda il pugnale nel polpaccio dell'avversario che cade a terra.
"Thor!" chiama, ignorando il dolore. "Tienilo fermo!" ordina e il dio del tuono si fa avanti stringendo Aster in una morsa immobilizzante.
“Non potete uccidermi.”
“Chi ha parlato di ucciderti?”
È a quel punto che Loki ne approfitta per infilare i bracciali dei nani ai polsi dell'avversario. La faccia di Víli si distorce in una smorfia grottesca e dalla bocca comincia a fuoriuscire sangue nero, come se stesse soffocando. Infine il corpo si irrigidisce e Aster ritorna ad assumere l'aspetto di un semplice cadavere, un burattino ormai inanimato.
Loki vorrebbe sorridere e sputare su quel corpo tutti gli insulti che conosce, ma il nome che Odino grida al vento gli fa trattenere il fiato e ruotare di scatto la testa.
"Freya!"
Il Padre degli Dei chiama quel nome ancora una volta, seguito subito dopo dalla voce di Thor.
"No." dice Loki. "No." ripete con maggior convinzione. "Non può farlo."
Thor lascia cadere il cadavere di Víli e tutti puntano lo sguardo al cielo, lì dove il portale per Hel risplende di una fulgida luce rossa.
Freya è in groppa ad uno dei cavalli delle valchirie e solca il cielo sempre più velocemente.
Odino grida qualcosa, Thor alza in aria Mjolnir.
Ma è tardi. Loki ne è così consapevole che avverte perfino un fastidio insopportabile all'altezza del cuore.
Tardi. Era stato tardi fin dall'inizio. Avrebbe dovuto capire che Freya non si sarebbe tirata indietro alle parole di Hela.
Si era concesso di sperare, però, e la speranza lo ha condotto a quel risultato.
Il cielo è di un azzurro terso nel punto in cui Freya cavalca verso l'ultimo varco aperto durante la Convergenza. Sembra la scena di uno di quei dipinti epici amati tanto dai mortali, riflette Loki scioccamente.
Thor si è alzato in volo, diretto al suo inseguimento ma non ce la farà a raggiungerla. È questione di secondi prima che il portale si chiuda.
Loki non distoglie lo sguardo, ma Freya non si volta neanche una volta.
Poi accade.
Inevitabile.
Prevedibile.
Sbagliato.
Freya è inghiottita dalla luce di Hel, Thor urla, Odino osserva impassibile.
Loki cade in ginocchio.
 
 
 
 



 

 
Niente panico (?)
Siamo giunti al penultimo capitolo, il prossimo sarà l’epilogo. Ditemi… qualcuno di voi aveva ipotizzato che sotto la maschera ci fosse il padre di Freya e al tempo stesso Jormungand?
Ho assolutamente bisogno di sentire i vostri pareri! <3
Dovrei aggiornare presto ma, in caso di intoppi, causa esame il 10 di storia medioevale, auguri a tutti i maturandi!





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