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Autore: Prilla    02/06/2015    0 recensioni
Un gruppo di giovannissimi Autobot finisce sulla Terra in seguito ad uno scontro con dei Decepticon. Questi danno il gruppo di ribelli per distrutto ma dall'astronave che li trasportava delle lamiere vengono spostate da due enormi mani...
Genere: Avventura, Azione, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Autobot, Decepticon, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Transformers Animated
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-Ehi, robot! Cosa ci fate qui sulla Terra? Chi vi ha mandato?-gracchiò di nuovo l'altoparlante.

-Le abbiamo già detto che siamo Autobot e che siamo stati chiamati da Optimus Prime, sul pianeta chiamato Terra. Lei ci ha appena dato la conferma che almeno non abbiamo sbagliato pianeta.-disse Firebarrier tirando fuori il suo lato gentile.

-Già, questa è la Terra, ma è il nostro pianeta, di noi esseri umani, e non di Optimus Prime o chicchessia!

-Porti rispetto per favore, lei non sa di chi sta parlando!-esclamò Firebarrier seccato.

-E non lo voglio neanche sapere! Voglio anzi sapere cosa siete, per davvero!

-Lascia parlare me.-bisbigliò Sparkle all'amico e si inginocchiò in modo da arrivare all'altezza dell'omino.

-Salve, noi siamo delle forme di vita inorganiche, da voi definite robot, provenienti dal pianeta Cybertron. È tutto ciò che posso riassumerle, parlando del resto non capirebbe nulla.

-Non lo faremmo neanche noi...-Disse Rocket facendo ridacchiare i membri della squadra.

Sparkle gli lanciò un'occhiataccia alla quale rispose un'alzata di spalle da parte di Firebarrier.

-E voi quanti anni avreste?-chiese l'umano data la situazione.

-Stando alle mie ricerche sulla vostra rete dati posso risponderle che abbiamo l'equivalente di quattordici diciotto anni della vostra scala d'età.

-Dei robot adolescenti, fantastico!

-Lei non mi sembra convinto di ciò che dice...-osservò ingenuamente Dingo.

L'umano sorpassò quell'osservazione girando gli occhi.

-Non è carino da parte sua parlarci in questo modo, sembra quasi gli siamo d'intralcio!-bisbigliò Rarity a Starspace.

-Peggio di Ultra Magnus.-aggiunse questa con un occhiolino.

-Io avrei una domanda: lei non mi è sembrato meravigliato nel vedere esseri della nostra specie, c'è qualcosa che nasconde?-chiese Firebarrier dandosi contegno.

-Ogni cosa a suo tempo, seguitemi.

I sei Autobot, sempre guardinghi e pronti a qualsiasi sorpresa, avanzarono schierati circondati da uomini dell'esercito al seguito dell'omino con il megafono.

Il grande parcheggio era circondato da grandi hangar e il seguito entrò in uno di questi.

-Ecco il nostro deposito materiali, per favore lasciate qui i vostri oggetti.-disse l'omino alludendo ai pezzi della nave che erano riusciti a salvare e che si trascinavano ancora dietro.

In poco un enorme mucchio di pezzi di metallo occupò un'intera area del deposito e degli umani iniziarono a catalogare ogni pezzo senza però fare attenzione e finendo per romperli sotto le ottiche di una inorridita Sparkle che si sarebbe messa le mani fra i capelli, se solo ce li avesse avuti.

Prima che potesse provare ad intervenire fu fermata da Rarity che la riportò assieme al gruppo che si era allontanato in un'altra parte dell'hangar.

-Abbiamo seguito il vostro “atterraggio” dopo che siete stati attaccati dai Decepticon.-gracchiò l'uomo nell'altoparlante.

-E lei cosa ne sa dei Decepticon?-gli chiese Starspace.

-Non siete stati primi robot cybertroniani ad arrivare sulla Terra, abbiamo avuto contatti in tutto il mondo sia con Decepticon che con Autobot.-spiegò l'omino-Noi facciamo parte di un'organizzazione segreta che si occupa della gestione dei contatti con gli alieni. Il resto di voi Autobot si trova in America, di solito non cade mai nulla dal cielo qui in Italia.

-Quindi ci sta dicendo che ci sono altri Autobot vivi?-chiese Rocket gongolante.

-Sì, e se per voi non è un problema, e non lo sarà, vi mettiamo su un aereo in viaggio per i vostri compagni d'armi.-disse l'uomo nell'altoparlante.

-A noi va benissimo!-esclamò Starspace felice della notizia.

-Sì, ma noi mica sappiamo cos'è questa “America” o se voi ci stiate mentendo...-disse Dingo sospettoso.

-È un continente oltre l'oceano. Non so come possiate fidarvi di noi, dovete farlo e basta, siamo la vostra unica possibilità di salvezza. I nostri sistemi d'allarme hanno percepito altre tracce di Energon oltre alle vostre, potrebbero esserci altri Decepticon sulle vostre orme.

-I Decepticon ci danno per morti e i miei, di rilevatori di Energon, non hanno segnalato nulla.-disse Sparkle scettica.

-È già tanto se siamo sopravvissuti allo schianto...-ragionò Starspace ripensando alla sua gamba.

-E se volete continuare a farlo dovete salire su un aereo e raggiungere i vostri compagni prima che i Decepticon raggiungano voi.-il suo tono questa volta non ammetteva repliche e i sei Autobot, nonostante la loro mole fosse maggiore di quella dell'umano, rimasero in silenzio e da quel momento obbedirono all'omino senza contestare.

-I miei uomini vi scorteranno su un aereo da trasporto. Non vi potremo mettere in contatto con la base Autobot, non ancora almeno. Durante il viaggio vi faremo vedere dei documentari sulla Terra, giusto per ambientarvi un po'.

Detto questo l'uomo posò quel suo inseparabile megafono ed uscì dall'hangar.

I sei si guardarono, indecisi se essere felici o preoccupati per ciò che gli era appena stato detto.

Fuori dall'hangar c'era un aereo da trasporto pronto a partire e al suo interno erano già stati sistemati, senza troppe attenzioni, tutte le parti della navicella che gli Autobot si portavano dietro da quella mattina.

Entrarono senza problemi e notarono con gioia di poter stare in piedi senza battere sul soffitto.

Un piccolo schermo proiettava senza interruzione documentari d'ogni genere. Tutto il team era attento a ciò che un monotono narratore diceva, tutti tranne Rarity che pensava alle ammaccature sulla sua carrozzeria.

 

*Angolo autrice*

Se sei arrivato fino a questo punto e stai leggendo queste parole allora ti ringrazio per il tempo che stai dedicando a questa storia.  Ho solo un'ultima cosa da dirti, anzi da chiederti, di farmi sapere cosa ne pensi, che siano cose cattive o buone mi farebbe piacere saperlo perché a migliorare c'è sempre tempo.

Ciao, Prilla.

   
 
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