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Autore: Arya Tata Montrose    02/06/2015    7 recensioni
Gli si sedette accanto, tenendosi sollevata con le braccia e nel momento stesso in cui Gajiru si voltò verso di lei il ghigno si spense. Esattamente davanti ai suoi occhi la pelle diafana della turchina era intaccata da tre lunghe cicatrici parallele: unghie; le unghie di ferro di Kurogane.
«Non passeranno mai, lo sai.»
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Piccola composizione ispirata ad una fanart che ho visto qualche tempo fa. Spero vi piaccia
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gajil, Redfox, Levy, McGarden
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Scars
 
Rebi assestò una decina di colpi in rapida successione nei punti più sensibili del corpo dell’avversario, facendolo indietreggiare di un paio di passi. La ragazza emise uno sbuffo e partì nuovamente all’attacco, cercando di colpire con il tacco il fianco di Gajiru, che prontamente l’afferrò e la rivoltò a terra. Rebi cadde e rimase distesa sull’erba fresca giusto qualche istante, prima di rialzarsi e rimettersi in posizione di difesa. Questa volta fu lui a scagliarsi contro di lei, cercando di assestarle un pugno sul volto che venne schivato scartando di lato. Gli mise una mano sotto l’ascella, mentre con l’altra faceva leva sul resto del braccio e, sfruttando l’inerzia del colpo precedente lo scaraventò con la schiena a terra.
Gajiru ghignò e Riiri dichiarò terminato l’incontro.
 
«Ottimo lavoro, Ebi.» si congratulò, senza nemmeno alzarsi e limitandosi a guardarla; quell’erba era davvero fresca.
Il sorriso che gli regalò poi fu di immensa gioia. Per lei era importante imparare a combattere, altrimenti non l’avrebbero ammessa al Concilio. «Grazie, ho avuto un ottimo maestro.»
Gli si sedette accanto, tenendosi sollevata con le braccia e nel momento stesso in cui Gajiru si voltò verso di lei il ghigno si spense. Esattamente davanti ai suoi occhi la pelle diafana della turchina era intaccata da tre lunghe cicatrici parallele: unghie; le unghie di ferro di Kurogane.
«Non passeranno mai, lo sai.» la voce dolce di Rebi lo riportò alla realtà e puntò gli occhi cremisi in quelli grandi di lei.
«Non me ne pentirò mai abbastanza.» sussurrò e lei si mise seduta, svolgendo con lentezza le bende che le avvolgevano i polsi.
Il Dragon Slayer si raddrizzò a sua volta, cominciando ad osservare la compagna. Un barlume di consapevolezza si era fatto strada nella sua mente; lui sapeva cosa c’era sotto quelle bende. All’epoca non ci aveva pensato due volte ad impalarla a quell’albero, il suo unico pensiero era farle il più male possibile. Poi, quando era entrato nella gilda, lei era stata la prima, a salutarlo e l’aveva difeso quando tutti gli altri gli erano andati contro; ma lui non aveva proprio fatto caso alle maniche svolazzanti che ora portava, o alle fasciature sotto il gilet.
 
«Non te ne ho mai fatto una colpa.» la voce della piccola scripter lo riscosse. «E, se anche l’avessi fatto, ti sei fatto perdonare più di una volta. Se avessi voluto, credi che saremmo qui, adesso?». Rebi prese ad accarezzargli i lunghi capelli, che solo lei aveva il permesso di toccare.
«Perché hai voluto imparare a combattere?» quella di Kurogane era una domanda fatta con voce quasi strozzata, che temeva una sola risposta. Per difendermi. Difendermi da te.
«Ce ne sono mille, di ragioni, Gajiru. Tipo non dover più dipendere da te, difenderti…» cominciò ad elencare, contando sulle dita. «Mica puoi farlo tutto tu, il lavoro.» e rise.
 
Gajiru la guardò, interdetto: seriamente erano quelle le ragioni? Si era fatto tanti problemi per una questione che lei, oramai, aveva seppellito da tempo?
«Ovviamente, » riprese lei cominciando a svolgere le bende, e Gajiru perse un battito «non ho dimenticato, come potrei? È una parte della nostra storia; non la più felice, ma è la nostra storia e ogni giorno mi sorprendo e mi rallegro che, grazie a queste cicatrici siamo arrivati fin dove siamo. Non cambierei né te né loro per qualsiasi altra cosa, nemmeno per uno studioso topo di biblioteca con la più grande libreria del mondo.»
Rebi portò le grandi mani di lui a sfiorare quei lembi di pelle rigonfia, e ridacchiò di nuovo quando i suoi polpastrelli le solleticarono la pelle.
«Tu sei sicura che vada bene così?» le chiese, accennando un mezzo sorriso – il massimo che riusciva a fare senza risultare inquietante, ma a Rebi piaceva lo stesso.
«Benissimo.» rispose intrecciando le loro mani.
 
«E poi, » aggiunse, «mi danno un’aria da dura».
Adorabile, pensò Gajiru.


Angolino Autrice 
Buongiorno e buona Festa della Repubblica a tutti! 
Allora, inizio con una piccola precisazione sulla storia, tanto per chiarire: (questo potrebbe essere spoiler per chi non è al pari con le scan del manga) è ambientata dopo lo scioglimento di Fairy Tail e prima dell'entrata nel Concilio da parte di Rebi, Gajiru e Riiri (fine spoiler). 
Questa qui, poi, è una cosetta nata così, in un momento di nullafacenza del cricetino che almeno teoricamente corre nella mia testolina bacata.
Ringrazio millemila volte la mia amica Giusy che ha betato la storia quindi se ci sono errori è colpa sua e tutte quelle bellissime persone che arrivano fino a qui, senza chiudere la pagina e/o insultarmi pesantemente per la mia pedante idiozia. 
Un bacio
Tata

 
   
 
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