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Autore: SHUN DI ANDROMEDA    02/06/2015    0 recensioni
[Partecipante al Digimon Adventure 15th Anniversary CONTEST!]
Ken si fida di Daisuke al punto da chiedergli un favore molto intimo e personale e Daisuke acconsente con gioia.
“Motomiya-kun, mi accompagneresti in un posto?”
Tutto era iniziato in un delizioso pomeriggio d’autunno, uno di quei limpidi momenti in cui il Sole – ormai al tramonto – riusciva a colorare di un rosso fiammeggiante il cielo, quando si usciva da scuola con le sciarpe al collo e le mani, intirizzite dal primo freddo, che cercavano anelato calore nella stretta delle persone amate."
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Daisuke Motomiya/Davis, Ken Ichijoji
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nick Autore: KungFuCharlie/SHUNDIANDROMEDA
Fandom:
Digimon ADVENTURE 02
Rating:
Verde
Personaggi/Pairing:
Ken Ichijouji, Daisuke Motomiya
Tipologia:
OneShot
Genere:
Fluff, Romantico, Malinconico
Avvertimenti: Shonen-Ai
Pacchetti scelti: KEN ICHIJOUJI – WORMMON - SPERANZA
Disclaimer:
Personaggi, luoghi, nomi e tutto ciò che deriva dalla trama ufficiale da cui ho elaborato la seguente storia, non mi appartengono.
Presentazione: Si tratta di una OneShot che ha come fulcro centrale il rapporto tra Ken e Daisuke e inizia con una profonda dimostrazione di fiducia e debolezza, se vogliamo vedere, da parte del primo: la sua richiesta di farsi accompagnare in visita alla tomba di Osamu per l’anniversario della sua morte è emblematica in quanto Ken si fida ciecamente di Daisuke al punto da farsi vedere in un momento così delicato per sé e per la sua famiglia. E Daisuke, non tradendo la sua fiducia e, anzi, accettando con gioia tale richiesta, permette la nascita di quel sentimento a cui entrambi non erano capaci – almeno non ancora – di dare un nome.

PARTECIPANTE AL DIGIMON ADVENTURE 15TH ANNIVERSARY CONTEST!

 

DI AUTUNNO IN AUTUNNO

Motomiya-kun, mi accompagneresti in un posto?”

Tutto era iniziato in un delizioso pomeriggio d’autunno, uno di quei limpidi momenti in cui il Sole – ormai al tramonto – riusciva a colorare di un rosso fiammeggiante il cielo, quando si usciva da scuola con le sciarpe al collo e le mani, intirizzite dal primo freddo, che cercavano anelato calore nella stretta delle persone amate.

Ichijouji aveva mandato un messaggio all’amico di sempre durante la pausa pranzo e l’aveva trovato ad attenderlo fuori in cortile alla fine delle lezioni.

Daisuke non aveva chiesto nulla, gli aveva soltanto sorriso prima di passargli un involto con un dorayaki ancora caldo all’interno: “L’autobus non aspetta.” gli aveva detto soltanto, prendendolo per il polso.

Fu in quel momento che Ken, per la prima volta, capì cosa si stesse agitando nel suo cuore.

§§§

Di anno in anno, l’appuntamento dolorosamente immancabile con l’anniversario della morte di Osamu veniva silenziosamente celebrato con un piccolo e soffice dorayaki, una parola gentile e un breve viaggio fino al cimitero dove riposava il primogenito degli Ichijouji.

Con Daisuke sempre al suo fianco, Ken cresceva, specchiandosi nel marmo lucido della lapide che rimandava di volta in volta il bambino fattosi prima ragazzo e poi giovane uomo che era; ogni cambiamento si rifletteva su quella superficie lucida, ogni parola sussurrata tra le lacrime del dolore e del rimpianto era gelosamente custodita dalla presenza semplicemente discreta ed invero affettuosa di Motomiya, il quale vegliava costantemente sull’amico più fragile.

Ken sentiva che senza di lui non ce l’avrebbe mai fatta a fare costante visita al fratello maggiore e il suo ringraziamento silenzioso alimentava una sopita speranza che neppure lui aveva del tutto compreso, almeno all’inizio, un infantile desiderio che bramava divenisse realtà ma che non osava pronunciare, forse per non metterlo a nudo, per non mostrare al mondo la propria anima indifesa che soltanto lo scatenato ragazzo accanto a lui poteva permettersi di guardare, abbracciare, di cui soltanto Daisuke Motomiya poteva ardire di prendersi cura.

Di anno in anno, col tempo scandito dal familiare scricchiolare delle foglie sul vialetto del cimitero, la speranza che ardeva nel petto di Ken Ichijouji si tingeva della consapevolezza della grandezza di quel sentimento che le sue labbra ancora non riuscivano a pronunciare ma che nell’intimo lui aveva già riconosciuto come affetto più profondo che quello fraterno che continuava a provare verso Osamu e più intenso della semplice amicizia che pensava lo legasse a Motomiya.

Dargli il nome di Amore – forse – era ancora troppo presto, troppo infantile, troppo strano, era una parola il cui sapore restava a lungo sulle labbra – dolce e amara al tempo stesso – ma Ken aveva imparato, stava imparando ogni giorno di più, a non mentire più a sé stesso, a non scappare più.

“E che Amore sia…” sussurrò infine tra sé e sé, facendo scivolare la propria mano sottile su quella più massiccia di Daisuke, profumata dell’incenso dei bastoncini.

§§§

Fu nell’autunno dei loro 18 anni che si concluse la storia di queste due anime separate.

Fu sull’ultimo autobus che – dall’anonimo cimitero di campagna – conduceva in città che Daisuke fece la prima mossa, in una notte stellata e fredda; con Ken sul sedile accanto al suo, Motomiya si guardò attorno, assicurandosi che fossero soli.

Fu sulle ultime poltroncine del mezzo che Daisuke diede a Ken il suo primo bacio.

Fu lì che Ichjouji – piangendo di gioia – ricambiò.

Fu lì che la storia finì prima che un’altra ancora – quella di due anime unite in una sola – cominciasse per, questa volta, non finire mai più.

 

   
 
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