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Autore: Little_Lotte    03/06/2015    6 recensioni
" - Aspettate qualcuno, cavalieri? -
Sento il cuore ricominciare a battere forte dentro al mio petto.
Quella voce... Come non riconoscerla?
L'ho udita talmente tante volte nella mia testa, nei miei ricordi e nei pensieri più reconditi, che per nessuna ragione al mondo riuscirei mai a dimenticarne il suono.
Hyoga, Cavaliere del Cigno. "
[EPISODIO 64: "Il Ritorno di Micene". La scena del ritorno di Hyoga dalla battaglia contro Scorpio, secondo una MIA personale rivisitazione.]
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Andromeda Shun, Cygnus Hyoga, Dragon Shiryu, Pegasus Seiya
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Luce, finalmente.

I miei occhi si riaprono pian piano, cautamente, e il calore del mio Cosmo mi avvolge fino in fondo, restituendomi alla vita dopo avermi brutalmente strappato a quell' oscurità nella quale ero rimasto troppo a lungo intrappolato.

Luce.

Sollevo in fretta il capo, alla ricerca di qualcosa – o meglio, di qualcuno – a cui affidarmi, ed immediatamente il mio sguardo si posa sull'immagine di Seiya, in piedi davanti a me e intento a fissare il vuoto con aria terrorizzata, quasi inerme di fronte ad un ostacolo che ancora non riesco a focalizzare.

<< Seiya... Dove sono? >> domando con sincera confusione, per poi voltarmi dall'altro lato di quell'immensa stanza dentro alla quale mi sono risvegliato, là dove si trova quell'immagine di angoscia e preoccupazione che rende il mio compagno così incapace di reagire.

Di colpo riesco a focalizzare.

<< L'armatura di Sagitter. >> mormoro ancora stordito, riconoscendo senza troppe difficoltà quell'armatura dorata a me fin troppo familiare, le cui sembianze ricordano un centauro alato ed armato di arco e frecce, adesso inspiegabilmente puntate contro Seiya, come a volerlo colpire con cieca brutalità << Che cosa succede? Che qualcuno abbia... >>

Le mie parole vengono interrotte da una luce accecante, irradiata da una freccia - alla quale prima non avevo fatto caso - conficcatasi nel muro, ad appena pochi millimetri dal corpo di Seiya. Il nostro compagno ci fa segno di allontanarci e subito Shiryu ed io obbediamo alle sue richieste, ancora troppo confusi e spaventati per capire che cosa stia veramente accadendo.

A malapena riesco a tenermi i piedi, quella luce accecante si fa ancora più forte e la sua potenza è tale da farci cadere a terra come travolti da un violento uragano; come un'esplosione – possibile che una semplice freccia possieda un simile potere? - fa saltare in aria quella stessa parete nella quale era stata scoccata ed i miei compagni ed io ci ritroviamo nuovamente a terra, ancor più storditi di quanto già non fossimo in precedenza.

Se solo riuscissi a capire che accidenti sta succedendo.

Soltanto dopo pochi istanti, quando finalmente ci accorgiamo di non essere in pericolo, Seiya, Dragone ed io riusciamo finalmente a rimetterci in piedi; l'esplosione sembra non aver causato troppi danni, ad eccezione di un enorme foro nella parete, molto più simile ad un varco che qualcuno – e non posso fare a meno di domandarmi chi – ci sta invitando ad attraversare.

<< Che sia l'uscita? >> azzardo io, condividendo lo stupore e l'incertezza dei miei due amici.

<< Di certo non è opera del caso o del destino. >> è il commento di Shiryu << Qualcuno ha guidato Sagitter. >>

<< Ma chi, Dragone? Questo è il punto. >>

Nessuno di noi ha una risposta per questa domanda.

Nessuno di noi potrebbe affermare con certezza se si sia trattato di un intervento a noi favorevole o se qualcuno, a noi nemico, stia semplicemente tentando di tenderci una trappola; in ogni caso, qualunque sia la risposta a tale interrogativo, non ci rimangono alternative: se vogliamo raggiungere la Decima Casa, quella di Capricorn, dobbiamo attraversare quella breccia.

<< Te la senti di camminare? >> mi domanda Seiya, con premura.

Io annuisco con fermezza.

Sento di aver pienamente recuperato le forze e nonostante un ancor lieve stordimento, so di poter proseguire senza problemi. Non sono ancora del tutto certo di come sono riuscito a raggiungere la Casa del Sagittario, immagino che siano stati proprio Seiya e Shiryu a condurmi fino a lì, pur non avendo la più pallida idea di come siano riusciti a trovarmi! I miei ultimi ricordi risalgono alla Casa della Bilancia, rammento di aver lasciato andare Seiya e Shiryu mentre io mi occupavo del corpo esanime di Hyoga e...

<< Seiya! >> esclamo di colpo, come se un fulmine mi avesse inaspettatamente colpito in pieno petto.

Che stupido... Come ho potuto dimenticare?

Le mie ultime memorie risalgono proprio a quel momento e dunque come ho potuto ricordare soltanto adesso?

<< Seiya... Una cosa soltanto. >> la mia voce si fa flebile e sottile, quasi impercettibile << Dov'è Hyoga? >>

Seiya e Shiryu si voltano in fretta verso di me, incapaci di parlare.

Sembrano non riuscire a trovare le parole, così lasciano che siano semplicemente i loro sguardi a rispondere alla mia domanda. Io non riesco a credere a ciò che vedo.

<< No! Volete dire che Hyoga è... >>

Non ho il coraggio di concludere la mia frase.

Non riesco a credere che sia morto, non posso accettare di averlo perso per sempre.

So per certo di averlo salvato, il Cosmo di Andromeda non può che averlo risvegliato durante il mio sacrificio nella Casa della Bilancia, dunque che cosa potrebbe essere mai accaduto? Il capo chino e l'espressione mesta dei miei compagni sembra davvero far presagire il peggio, dunque che entrambi lo abbiano visto perire in battaglia, sotto ai colpi mortali di un nemico troppo forte da poter essere sconfitto?

Perché nessuno dei due riesce a parlare? Perché non trovano il coraggio di dirmi la verità? Per quale motivo non...

<< Aspettate qualcuno, cavalieri? >>

Sento il cuore ricominciare a battere forte dentro al mio petto.

Quella voce... Come non riconoscerla?

L'ho udita talmente tante volte nella mia testa, nei miei ricordi e nei pensieri più reconditi, che per nessuna ragione al mondo riuscirei mai a dimenticarne il suono.

Hyoga, Cavaliere del Cigno.

Lo vedo camminare verso di noi, fiero e austero come sempre: la sua armatura è completamente distrutta, probabilmente in seguito ad una qualche sanguinolenta battaglia, ma egli è vivo, ed ha tutta l'aria di essersi perfettamente rimesso in sesto.

Non posso fare a meno di sussultare per la gioia.

<< Hyoga! >>

Corro verso di lui, senza preoccuparmi di risultare troppo sfacciato o fuori luogo; che importa di quel che potrebbero pensare di me Seiya e Shiryu? Il mio Hyoga è salvo e non posso fare a meno di mostrare apertamente quanto la notizia mi renda così irrimediabilmente felice.

<< Anche se un po' malconcio, sei salvo. >> gli dico, incapace di guardare qualsiasi cosa che non siano semplicemente i suoi splendidi, brillanti occhi azzurri.

So di starmi semplicemente trattenendo dal gettarmi fra le sue braccia e stringerlo a me con tutta la forza che ancora mi resta in corpo.

<< Grazie a te. >> mi risponde Hyoga, sorridendomi come solamente lui sa fare << Le ferite me le ha provocate Scorpio: voleva rendere del tutto vana la tua opera. >>

Ma non l'ha fatto.” aggiunge silenziosamente il suo sguardo.

Io mi mordo il labbro inferiore per trattenere le lacrime, ancora completamente perso in quegli occhi color del mare. So che non riuscirà mai a dire di più, ma non importa; il mio cuore, da solo, ha già capito perfettamente.

<< Hyoga, allora sei vivo! >> esclama felicemente Seiya, avvicinandosi a noi due e posando affettuosamente una mano sulla spalla di Hyoga << Oh, non sai che gioia rivederti! Come hai fatto ad arrivare fino a qui indenne, sei riuscito a battere Scorpio? >>

<< Vi spiegherò tutto più tardi, adesso non abbiamo molto tempo. >> Hyoga ribatte prontamente << Su, muoviamoci: se ho ben capito dobbiamo attraversare questo varco, giusto? Avanti cavalieri, proseguiamo! >>

<< Sì, Hyoga ha ragione. >> concorda Seiya << Non possiamo indugiare oltre, abbiamo una missione da compiere. Siete con me, cavalieri? >>

<< Sì! >> esclamiamo all'unisono, pronti a rimetterci in marcia.

Faccio per ripartire, ma prima ancora che io abbia il tempo di muovere un solo passo qualcosa mi afferra e mi trattiene sul posto, gentilmente e – tuttavia – mostrando una certa risolutezza nei propri gesti. Mi volto lentamente e ancora una volta mi ritrovo con lo sguardo incatenato a quello di Hyoga, la sue dita saldamente avvolte attorno al mio polso.

<< Hyoga? Tu... >>

<< Io non mi troverei qui, in questo momento, se non fosse stato per te. >> mi risponde, il suo sguardo fisso su di me e la voce debole, come non l'avevo mai sentita prima << Tu hai rischiato la tua vita per salvarmi, Shun, non hai badato ad alcun rischio e saresti stato disposto persino a morire pur di salvarmi. Non credo che sarò mai in grado di ringraziarti a dovere per ciò che hai fatto. >>

Arrossisco leggermente ed in segno d'imbarazzo chino immediatamente il capo, i miei denti superiori che continuano a torturare senza sosta le mie labbra ormai rosse a causa del dolore.

<< Non devi ringraziarmi, Hyoga. >> mormoro << Ho fatto ciò che qualsiasi persona avrebbe fatto al mio posto, non potevo certo lasciare che tu morissi! Non mi è costato alcuna fatica, lo sai... E inoltre, come ho già detto, chiunque altro al mio posto avrebbe fatto la stessa cosa. >>

Hyoga scuote dolcemente il capo, ridacchiando sotto i baffi.

<< Non credo che chiunque altro lo avrebbe fatto. >> risponde << Nessuno si sarebbe mai preso cura di me come hai fatto tu, nessuno avrebbe osato tanto! Hai rischiato molto più di quanto tu possieda, Shun. >>

Io poso la mai mano su quelle di Hyoga e dolcemente intreccio le mie dita con le sue, continuando a guardarlo fisso come se da quel contatto visivo dipendesse la mia stessa vita.

<< Ne è valsa la pena, Hyoga. >> dichiarò << Ne è assolutamente valsa la pena. >>

Hyoga, a questo punto, si lascia finalmente andare.

Quasi dimentico del luogo in cui ci troviamo, delle urgenze della battaglia e della sua tipica, scostante freddezza, mi tira a sé dolcemente e mi stringe in un tenero, silente abbraccio. Io chiudo gli occhi e mi sciolgo fra le sue braccia, le lacrime calde che mi rigano il volto e il cuore che dentro al mio petto ricomincia a battere all'impazzata, seguendo il ritmo di quello di Hyoga – quello stesso cuore che, poche ore prima, io stesso avevo riscaldato.

Tutto il resto, per pochi istanti, sembra perdere di significato e allora io capisco che sì, ne è valsa la pena.

Sarà sempre così.

Per il sorriso di Hyoga, per i suoi occhi azzurri, per le sue braccia strette attorno al mio corpo e per il calore così soavemente emanato dal suo cuore: per tutto questo e per ciò che ancora avrà da venire, ne sarà sempre valsa la pena.





N.d.A: Questa oscenità è stata pensata ieri notte, mentre stavo riguardando il suddetto episodio prima di andare a dormire. Ho rivisto la scena del "ricongiungimento" di Shun e Hyoga e mi sono messa a squittire come una scema, e dal momento che la mia testolina deve PER FORZA vederci qualcosa, ecco che ho pensato di buttare giù questa cosa.
Vi chiedo scusa. xD


 


 

  
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