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Autore: lenina blu    03/06/2015    0 recensioni
-non credere di potertene andare così semplicemente!- disse la giovane estraendo la spada.
-sia tu che tua sorella avete un problema. Vi attaccate troppo alle persone, e quindi poi vi stupite perchè queste vi deludono...- disse lui. Anna , la tenente si cominciò ad avvicinare.
-Tenente non si muova- disse perentorio il Capitano. La giovane tenente strinse i pugni e si bloccò.
Non potevano arrestarci in territorio alleato?
-Esiste solo una persona di cui ti puoi fidare veramente, e quella persona è te stesso. Fammi il favore di dirlo anche a tua sorella.- disse lui.
Booktrailer disponibile qui : https://www.youtube.com/watch?v=tATvV9_MXC4
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Sovrannaturale
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La maledizione dei Jano'
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Prima di iniziare con la lettura del penultimo capitolo (la settimana prossima pubblicherò l'epilogo), vi consiglio di andare a vedere il booktrailer di Femmina Alfa al link: https://www.youtube.com/watch?v=tATvV9_MXC4


 
Z




Aprii gli occhi lentamente. Ero in un letto, un lenzuolo leggero mi copriva e c'era un profumo che già conoscevo. Ero in una stanza, nella mia stanza. Dalle finestre proveniva il suono della festa nelle strade, e dalle tende filtrava la luce della luna. Mi tirai sui gomiti e i miei occhi vagarono per la stanza alla ricerca della fonte di . Seduto sul divanetto di fronte al mio letto stava un giovane, il cappello piegato sul volto. Sorrisi senza rendermene conto.

Cosa era successo a Ester? E perchè Michael era qui? Mi passai una mano tra i capelli. Erano ancora sporchi di sabbia. Avevo sete e volevo farmi una doccia. Il più silenziosamente possibile scesi dal letto, e in punta di piedi mi avviai verso la porta. In quel momento passai vicino a Michael, gli cadde il cappello sulle gambe. Mi voltai verso di lui.

Sembrava un bambino. Era stanco, e respirava silenziosamente. I vestiti che indossava erano tutti consumati: la camicia biancastra stava aperta sul collo, mentre il soprabito pesante scuro era consumato. Risalii con lo sguardo fino al volto.

La barba leggera gli contornava il viso, le labbra schiuse e poi il cappello chinato sugli occhi. Non ricordavo bene cosa fosse successo, ma sapevo che se ero viva e vegeta era grazie a lui. Ricordavo benissimo che eravamo state in due nel mio corpo, per un certo momento. Probabilmente era successa la stessa cosa quando avevo incontrato Michael a Fortaleza.

Sentii il braccio afferrarmi. Colta all'improvviso sobbalzai.

-dove credi di andare?- chiese la sua voce. Con l'altra mano si tolse il cappello e lo appoggiò sul tavolino.

-stavo...come sta Ester?- chiesi subito io. I suoi occhi scuri si spostarono su di me.

-fisicamente o psicologicamente?- mi domandò, mollando la presa e strofinandosi gli occhi.

-entrambi- era vero. Quello che doveva essere il suo fidanzato l'aveva tradita. Mi venne subito in mente la prima volta che ci aveva portato alla festa del paese. Le brillavano gli occhi e sorrideva felice, innamorata, all'idea di dover vedere Marcus. E lui l'aveva quasi uccisa.

-beh fisicamente si riprenderà nel giro di due settimane...psicologicamente, solo lei lo sa- disse lui stiracchiandosi.

-dov'è adesso?- chiesi.

-a casa di un medico, amico del sindaco. Sono successi diversi problemi...-disse lui sbadigliando.

-se vuoi dormire, buttati sul mio letto, io tanto devo andare a fare una doccia perchè così non ci voglio rimanere- e uscii senza aspettare risposta.

Chissà per quanto tempo era stato seduto su quel divanetto, a vegliare su di me poi? Mi sembrava impossibile, oltre che imbarazzante. Dovevo aver fatto qualche faccia strana mentre dormivo. Sospirai. Michael sapeva essere veramente affascinante. Aveva quell'aura di mistero attorno a sé, e sembrava che avesse tutto sempre sotto controllo. Sorrisi al pensiero che fosse rimasto tutto il tempo lì, addormentato e stanco. Era proprio un bravo ragazzo.







Appena uscii dalla stanza mi alzai in piedi. Mi tolsi il mio redingrote e la camicia. Ero distrutto, ed ero contento che Marika non si fosse fatta problemi a chiedermi di dormire sul suo letto. Mi avvicinai al letto e ci caddi sopra a peso morto. Mi tirai in qualche modo il lenzuolo addosso e mi addormentai quasi subito. O meglio, io non dormivo quasi mai, rimanevo sempre in uno stato di semi-veglia, mi ero abituato così e non mi fidavo ormai di nessuno.

Dopo diverso tempo, sentii la porta aprirsi lentamente e un profumo di bagnoschiuma invase la stanza. Non aprii nemmeno gli occhi per controllare chi fosse. Le mie labbra si incresparono in un sorriso divertito. Non sapeva cosa fare. Probabilmente per non svegliarmi si sarebbe seduta sulla poltrona, anche se sinceramente speravo di no. Le cose si stavano facendo interessanti.

Sentii i suoi passi avvicinarsi leggermente verso l'interno della stanza. Poi si bloccò di nuovo.

Fece un respiro profondo, e si avvicinò in direzione del letto.

Avevo fatto attenzione a lasciare del posto vicino a me, quando mi ero coricato. Avevo fatto bene.

Sentii un ginocchio appoggiarsi sul letto. Poi appoggiò anche le mani e infine salì. Attenta a non svegliarmi si coricò dandomi le spalle. Si tirò su il lenzuolo. I capelli sembravano ancora umidi, e il profumo del bagnoschiuma era così dolce. Ma non dormiva, lo capivo dal suo respiro.

Impercettibilmente mi avvicinai. Alzai un braccio e lo appoggiai sulla vita avvicinandomi a lei. Sapevo un così buon profumo.

Lei subito si irrigidì, ma vedendo che non facevo nient'altro si rilassò dopo poco.

-Michael?- disse lei sottovoce per vedere se ero sveglio.

Mugugnai qualcosa in risposta. Stavo così bene e rilassato. Lei si voltò piano verso di me.

-me lo stavo chiedendo già prima...perchè sei qui?- disse lei ad un soffio da me. Aprii gli occhi e la guardai. I suoi occhi color nocciola riflettevano la luce lunare, e avevo la fronte corrugata, come se si tesse arrovellando su qualcosa, ma non trovasse risposta.

-perchè mi andava- dissi io mantenendo lo sguardo.

-e tua mamma?- chiese lei preoccupata.

-mia mamma è al sicuro- dissi io richiudendo gli occhi, ripensando a quanto avevo sentito dalla sorella di Ester. Mi avevano lasciato in libertà solo perchè li avrei aiutati a fermare Marcus. Adesso se mi avessero beccato, mi avrebbero dovuto arrestare. Dopo che il Capitano Deff se ne sparito, ero rimasto a guardare la situazione nella foresta, per intervenire al momento giusto. Mentre aspettavo però erano arrivati i due ufficiali della marina, chiamati da i compagni di Marika e dai bambini, e avevamo deciso di collaborare. Poi avevo chiesto informazioni sull'isola di Averiam, la città natale da cui provenivo e avevo appreso la notizia.

-come fai ad esserne certo?-

-tre anni fa c'è stato un terremoto, è stata un'ecatombe. Le scosse poi hanno causato un sacco di mareggiate e onde che hanno devastato ucciso quel poco che rimaneva. Nessuno mette più piede su quell'isola da anni ormai, le probabilità che sia sopravvissuta sono nulle- dissi io, provando a ricordare il viso sereno di mia madre. Si chiamava Guernica.

Marika non disse niente, i suoi occhi spalancati bastavano. Si portò una mano alla bocca sorpresa.

-mio dio...- continuava a guardarmi preoccupata, in cerca di una mia qualche espressione. Il problema era che non mi ero reso conto della morte di mia madre. Non la vedevo da tantissimo e mi mancava certo, ma mi ero abituato a quella lontananza. E il fatto che mi avessero detto che era morta, beh il mio cervello non lo registrava come perdita.

-per me lei continua a vivere da qualche parte. Che sia morta o che sia viva, fino a una settimana fa, non avevo nemmeno la speranza di rivederla, costretto dai mercenari. E' brutto da dire, ma io non mi sono veramente reso conto che lei è morta, cioè... io non la vedevo da anni ormai, e non significa che non le volessi bene, ma...-

-...ti sei abituato a non vederla.- concluse la frase.

- mi dispiace per quello che è successo, ma non soffro come dovrebbe soffrire un figlio...e la cosa mi disgusta terribilmente-

-non devi. Non te ne sei ancora reso conto, e comunque tu hai vissuto tutti questi anni, solo per permettere a lei che vivesse...non ti sembra di aver sofferto abbastanza?- mi chiese lei. Mi tirai su un gomito, e la guardai. Due ciocche castane le scendevano lungo la spalla lasciata nuda dalla camicia da notte. Il volto abbronzato, con le gote rosse per la doccia, le labbra schiuse e lo sguardo interrogativo confuso. E poi quel profumo. Tutto mi attirava di lei. Al diavolo l'autocontrollo.

Mi chinai, baciandola.

Le labbra erano morbide e delicate. Rimasi immobile a guardarla, un centimetro dalla sua bocca. Non avrei fatto altro, per cui lei non fosse stata d'accordo. Sperai avidamente non mi mandasse via. Lei mi aveva puntato i suoi occhi sorpresi nei miei. E stavo immobile, aspettando che mi cacciasse via. Invece alzò una mano, e mi accarezzò la guancia. Sorrise e abbassò lo sguardo sulle mie labbra.

Non resistei più.

Mi calai su di lei di nuovo, come il falco sulla preda. Le sorrisi di rimando e la baciai di nuovo, la mano destra che scendeva lungo il suo collo. Lei si sporse verso di me, tirandosi sui gomiti. Scesi a baciarla sul collo, il suo profumo mi inebriava.

Poi però mi alzai a guardarla e vidi che aveva gli occhi lucidi. Non l'avevo mai vista piangere da quando ci conoscevamo.

-ehi...?- chiesi io preoccupato.

-niente, è che...l'idea che non sono più sola...- disse strofinandosi gli occhi imbarazzata. Ne aveva passate anche lei tante come me. Decisi che per quella sera era meglio finirla lì. Non tanto per me, ma per rispetto a lei, che alla fine era ancora una ragazzina. Le sorrisi e dissi:

-non lo sei mai stata, da quando ci siamo conosciuti, ti sono sempre stato in mezzo ai piedi- le dissi per consolarla. Ora che ci pensavo però era vero. L'avevo allenata i primi giorni ed era rimasta a dormire nella mia tenda. Lei mi sorrise di rimando ed annuì.

Mi appoggiai sul letto, allontanandomi leggermente da lei.

-comunque per la cronaca, mi hanno offerto di rimanere qui, ed entrare a far parte dell'Organizzazione. Quindi ti starò tra i piedi ancora per un po'- dissi divertito, guardandola.

Lei mi rispose con un sorriso divertito e malizioso che non le avevo mai visto.

-non vedo l'ora-







Nota Autrice

Ciau ragazzi :)

E' successo ragazzi! E' successo! Si sono baciatiii!! non so se sono stata abbastanza in grado di rendere la scena, in ogni caso, sono contenta di essere riuscita a concludere un altro pezzetto del mondo di Angelica. So che non ha appassionato come Angie, però anche la storia di Marika secondo me, ha un suo perchè! Senza parlare del fatto che la maturità con cui l'ho scritta è certamente differente da quella con cui ho scritto Angie. Detto ciò, che dire? Veniamo alla nostra coppia. Originariamente avevo pensato di descrivere la scena del loro bacio, in maniera totalmente differente, che forse vedrete nel prossimo e ultimo capitolo. Marika e Michael sono da sempre stati due personaggi soli, e alla ricerca di qualcosa o qualcuno per cui combattere. Fin da subito Michael aveva mostrato interesse nei suoi confronti, sin dal primo capitolo, dove non si conoscevano ancora, ma è rimasto ad osservarla piangere nel bosco, sia quando Marika è entrata a far parte dei mercenari, sia alla fine, quando lui è venuto a cercarla ma non l'ha riportata indietro e ha deciso di scappare. Vi ricordate quando inizialmente Marika non si fidava di lui? Ora invece il loro rapporto e completamente cambiato, si è evoluto e approfondito. Credo che questo sia dovuto a tutte le avventure che hanno passato insieme (anche a quelle che non ho raccontato, quelle del buco di memoria di Marika, che però prossimamente pubblicherò qui su Efp) ma anche al fatto che fin da subito si siano sentiti attratti l'uno dall'altra (ricordatevi la scena in cui Marika chiede spiegazioni a Michael circa il suo rapimento), e al contempo stesso si siano sentiti simili (entrambi schiavi, e costretti a qualcosa). Detto ciò, mi piacerebbe sapere veramente che cosa ne pensiate di questi due personaggi, di questa storia, del modo in cui è stata descritta, e soprattutto cosanon vi è piaciuto! Ditemi anche se è stata scontata e prevedibile, perchè credo sia fondamentale cercare di scrivere una trama che non sia per niente banale! Ci vediamo all'epilogo nel prossimo capitolo! :)







Bacioni

Elena :)
   
 
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