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Autore: Janelle    07/01/2009    6 recensioni
Lui giaceva abbandonato fra le braccia di sua moglie, le legittime braccia che avrebbero dovuto toccarlo. Per quanto tempo aveva osato chiedere ciò che non poteva avere? Per quanto tempo non aveva temuto la folle rivolta delle sue azioni scellerate, credendo nella redenzione? Si era stucchevolmente definita sporca, quando nella realtà sperava di potersi depurare… e mantenere quel peccato con lei.
Questa storia è definibile il sequel di "Sweet Sacrifice".
Genere: Triste, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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fanfiction

 

Salve di nuovo! È la seconda volta che ci vediamo, eh? xD Devo dire che non contavo di tornare con questo “sequel” - messo opportunamente fra virgolette perché non è proprio definibile tale. Anzi, inizialmente volevo semplicemente darvi la possibilità di vedere uno squarcio del pensiero di Inuyasha, ma cercando l’ispirazione fra i testi musicali (come sempre degli Evanescence, intendiamoci), mi sono resa conta che la storia doveva, in qualche assurda maniera, proseguire. E quindi, ecco che ho partorito “Going Under”, e un po’, ne sono orgogliosa, forse felice. È più corta della precedente, ma non meno triste (a quanto pare è il mio genere migliore, in questo momento :_:), e beh, è sempre narrata e vista dal punto di vista di Kagome. Spero si capisca - ogni tanto mi complico la vita - e che vi piaccia.

 

P.S. Alla fine ci sono anche i ringraziamenti per i recensori di “Sweet Sacrifice”.

 

Buona lettura, Janelle.

 

 

 

 

 

 

 

 

· GOING UNDER ·

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Maybe I'll wake up for once
Not tormented daily, defeated by you
Just when I thought I'd reached the bottom
I'm dying again

 

forse mi sveglierò per un'altra volta
non tormentata giornalmente, sconfitta da te
solo che quando ho pensato che ho raggiunto il fondo
io sto morendo ancora

 

 

 

 

 

 

Crescere? Forse lei era allergica, a quel verbo. Anche la parola ‘maturare’ le faceva uno strano effetto. Una sorta di paura cronica, come un tremolio alle membra. Anche perché lei si riteneva già adulta. Non aveva che ventuno anni, in fondo.

 

Eppure, non smettevano di dirglielo. Era come una tormentata canzone nella sua mente, un’ossessione, una maledizione che si sfregava sul suo debole animo. E lei, a sentirsi sopraffatta dalle emozioni, ci era tremendamente abituata.

 

Tutto tornava sempre a lui. Perfino l’odore di quella stanza, se possibile, le ricordava lui. Oramai era corrotta, si diceva, con un sorriso. Poi sprofondava di fronte alla sua immagine allo specchio - un confronto troppo pesante e troppo veritiero per chiunque.

 

Era annegata. Finalmente. Aveva raggiunto il fondo. Sentiva di non poter più scavare, in quel profondo buco nero nel quale ci si era ficcata da sola. Era senza via di uscita, ma almeno la discesa era finita.

 

 

 

 

 

Il Destino ride di Noi.

 

 

 

 

 

 

 

«Me ne vado».

 

Una mattina, mentre nell’aria aleggiava ancora odore di sesso, si era acceso la sigaretta. Aveva tirato leggermente, poi l’aveva guardata ed aveva affondato la spada, con un colpo secco e profondo.

 

«Me ne vado».

 

Non aveva fatto poi tanto male. Non si era sprecato in parole inutili, come “mi dispiace, ci ho provato ma non ha funzionato…”, e non aveva nominato altro che se stesso. Lui se ne andava, punto. La stava mollando. La stava lasciando.

 

 

 

 

 

 

I'm going under
Drowning in you
I'm falling forever
I've got to break through
I'm going under

 

sto andando giù
annegando in te
sto cadendo per sempre
ho bisogno di fermare tutto
sto andando giù

 

 

 

 

 

Sarebbe stato quasi divertente, se il suo cuore non si fosse semplicemente cristallizzato. Era ghiacciato. Non era riuscita nemmeno a fermarlo, forse non aveva neanche voluto farlo, all’inizio. Era banalmente rimasta immobile, in attesa, come se qualcuno le dovesse rendere ancora conto di quello che era accaduto.

 

Lui se n’era andato.

 

E poi, c’era stato il colpo peggiore. Quella spada, affogata nel suo petto, si era rivoltata, ancora, e ancora. Perfino in quel momento, afflosciata sulla finestra di quella stanza d’hotel, mentre il sole riscaldava quel mattino di primavera, dal suo cuore uscivano fiotti di sudicio sangue.

 

In quel momento, in quel preciso istante, aveva clamorosamente battuto la testa contro il fondo del pozzo, mentre il tonfo sordo del suo capo rimbombava per tutto il cunicolo. Le lacrime erano cadute, soffici, lacrime purificatrici. Aveva invocato tutti i Kami, sé stessa, qualunque Dio esistente, per riportarlo da lei. Per permetterla ancora di macchiarla, di affondare in quel peccato.

 

Ma quel peccato sembrava aver deciso di non corromperla più, di insidiarsi nell’anima di qualche altro mortale. E così aveva fatto anche Inuyasha. Inuyasha…

 

 

 

 

 

 

Now I will tell you what I've done for you
50 thousand tears I've cried
Screaming deceiving and bleeding for you
and you still won't hear me

 

Ora ti dirò cosa ho fatto per te
50000 lacrime ho versato
urlando, ingannando e sanguinando per te
tuttavia tu non mi ascolterai

 

 

 

 

 

Lui giaceva abbandonato fra le braccia di sua moglie, le legittime braccia che avrebbero dovuto toccarlo. Per quanto tempo aveva osato chiedere ciò che non poteva avere? Per quanto tempo non aveva temuto la folle rivolta delle sue azioni scellerate, credendo nella redenzione? Si era stucchevolmente definita sporca, quando nella realtà sperava di potersi depurare… e mantenere quel peccato con lei.

 

Di fronte a lei si era semplicemente materializzata una doppia uscita; il tunnel si era diviso in due cunicoli. Da una parte, giaceva il suo peccato, in attesa. Dall’altro vi era lei, sopita per così tanti mesi, viva.

 

Lei. Sola. Ma viva.

 

 

 

 

 

Il Destino ride di Noi ?

 

 

 

 

 

 

Quella volta sarebbe stata lei a ridere del suo destino, una volta per tutte.

 

 

 

 

 

 

 

So go on and scream
Scream at me I"m so far away
I won't be broken again
I've got to breathe I can't keep going under

 

allora vai avanti e urla
urlami sono tanto distante
non sarò distrutta un'altra volta
ho bisogno di respirare, non posso andare giù

 

 

 

 

 

 

 

E noi ridiamo di lui.

 

 

 

 

 

 

 

 

· THE END ·

 

 

 

 

 

 

 

 

Per i recensori di “Sweet Sacrifice”:

 

ryanforever: Grazie mille, sono contenta che ti sia piaciuta! Hai ragione, è triste e malinconica, forse questa un po’ meno. Dimmelo tu. Voleva essere triste, ma allo stesso tempo dare un’impennata alla situazione di “fallo” in cui si trova Kagome. In un certo senso volevo redimerla senza farle dimenticare di aver peccato, che poi è quello che bisogna fare quasi sempre. Fammi sapere se ti è piaciuta, bacioni.

 

roro: *-* Ma che bella recensione! Struggente, addirittura? Mi sembra quasi inutilizzato per la mia storia! Grazie davvero, da quello che dici mi sembra che il messaggio della mia storia sia giunto completamente. E hai ragione, a volte i finali tristi sono i migliori. Quelli troppo felici sono banali, e un po’ troppo zuccherosi. Spero di non aver rovinato così il mio, anche perché non lo ritengo affatto un finale felice. Kagome ha sofferto, tanto, troppo, e alla fine ha dovuto scegliere sé stessa al posto dell’amore della sua vita. E io non lo trovo affatto felice! xD Spero di ricevere ancora una tua magnifica recensione, bacioni.

 

 

 

 

E con questo chiudo. Grazie anche ai lettori, a chi ha aggiunto la storia ai preferiti (Chiho_chan) e anche agli Evanescence, dai. In fondo sono loro che mi hanno ispirato. E beh, grazie anche alla Takahashi, indubbiamente! (Cara donna contorta…).

 

 

 

 

 

 

  
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