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Autore: Fenrir_23    04/06/2015    6 recensioni
Sono trascorsi nove anni dalla fine della serie, Sesshomaru è scomparso ...
“Rin ...” Sesshomaru puntò i suoi occhi sulla ragazza che aveva davanti. Incredibile come gli umani cambiassero in fretta: quando l'aveva vista l'ultima volta, lei aveva sedici anni e ancora le fattezze di una ragazzina, ma ora i lineamenti che ricordava avevano lasciato il posto a quelli di una giovane donna.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Rin, Sesshoumaru, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome, Rin/Sesshoumaru
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Grazie a tutti per i commenti, eccomi!

 

 

 

 

 

 

 

 

Rin varcò l'ingresso della stanza dove Sesshomaru riposava ormai da qualche giorno. Arrossì, nel trovarlo seduto che la fissava con quei suoi occhi affilati e imperscrutabili. Era tremendamente bello … regale, illuminato dalla luce tenue di quella mattinata primaverile, che filtrava debolmente dalle finestre. Grazie al riposo, il fisico del demone aveva avuto modo di ristabilirsi: la pelliccia che gli avvolgeva la spalla destra aveva riacquistato la morbidezza e il candore di un tempo, e la cicatrice che gli segnava il viso si era fatta meno marcata, rispetto a quando Rin l'aveva rivisto, dopo tanto tempo, ormai due settimane addietro.

“Vi sentite meglio?”Mormorò l'umana, accucciandosi sul pavimento in legno, accanto a lui. Sesshomaru si limitò a scrutarla insistentemente, facendola arrossire. Dopo l'episodio del bacio, fra loro non era cambiato nulla, ma Rin aveva sorpreso il demone più volte a fissarla in quel modo. Era una sensazione strana sentirsi addosso quel suo sguardo, qualcosa che le piaceva e la metteva in imbarazzo allo stesso tempo. Cercò di non pensarci.

“Posso vedere come va la ferita?” Gli domandò, dolcemente. Lui fece scivolare una mano nel collo del Kimono, facendolo scorrere verso il basso.

Rin percepì il calore che invadeva il suo corpo, e sperò che la penombra della stanza non facesse notare il suo sicuramente evidentissimo rossore alle guance. Aveva visto il corpo di Sesshomaru molte volte in quei giorni, per medicarlo, ma ancora non si era abituata. La sua schiena, le sue spalle, il suo petto, la sua pancia. Le striature viola – uguali a quelle sul viso – che gli percorrevano la schiena, a ricordare il sangue di demone. La pelliccia morbida … le piaceva tutto di lui.

Quando si rese conto di essersi fermata ad osservarlo per troppo tempo, si riscosse. Gli tolse la fasciatura che occupava gran parte del petto, scoprendo la ferita ormai completamente cicatrizzata infertagli dall'Orso.

“Ormai vi siete completamente ripreso ...”Non fece in tempo a finire di pronunciare quelle parole che Sesshomaru era già in piedi, intento a recuperare le sue Katane, Tenseiga e Bakusaiga. Indossò sopra al Kimono la solita armatura demoniaca, che Rin aveva accantonato in un angolo, e allacciò la lunga cintura che serviva a sostenerla. Poi spalancò lo Shoji, sparendo dietro di esso.

 

 

“Mio signore!” Jaken, seduto sul legno della veranda esterna, accolse l'arrivo di Sesshomaru con voce gracchiante. Lui gli rivolse un singolo sguardo, poi si staccò da terra, lasciando fluttuare nel vento la lunga pelliccia, che stava iniziando ad espandersi. I suoi occhi si colorarono di rosso.

Rin lo raggiunse di corsa, tendendo una mano verso l'alto per cercare di afferrarlo.

Il demone si voltò appena. “Tornerò molto presto, Rin ...” Disse, la voce già distorta e bassa per la trasformazione. “Aspettami qui ...”

Poi si lanciò nel cielo, mentre il suo corpo continuava a mutare, e sparì fra le nuvole con un ruggito poderoso.

“Aspettate, mio giovane signore Sesshomaru!”

Jaken urlò quelle parole al vento, poi cadde giù dalla veranda nella fretta di correre a prendere Ah – Un.

Rin pensò per un attimo di seguirlo, ma finì solo per sedersi sul legno della veranda, guardando un punto in precisato nel cielo, e sospirando … non le era difficile comprendere per quale motivo il demone cane avesse voglia semplicemente di starsene da solo. Le venne in mente ciò che le aveva detto Inuyasha qualche giorno addietro:

 

 

“Inuyasha San, posso chiederti una cosa?” Aveva domandato la ragazza, mentre pranzavano.

Lui aveva alzato un sopracciglio, continuando a ingurgitare voracemente la sua ciotola di riso.”Mh, dimmi.”

“Sei stato tu … a sconfiggere il demone Orso?”

Il mezzodemone si era fatto improvvisamente serio.

“Quando sono arrivato io, Sesshomaru era gravemente ferito...”Aveva spiegato, con sguardo assorto.”Ho colpito l'orso con Tessaiga, ma non sono riuscito ad ucciderlo … quel bastardo è fuggito. In ogni caso, sarei stato nei guai, se Sesshomaru non avesse combattuto prima di me.”

 

 

Rin sospirò, guardando di nuovo il cielo.

“Tornate presto, Sesshomaru Sama ...”

 

 

 

 

Sesshomaru strappò con le possenti zanne la carne del demone bestia che aveva cacciato e lo ingurgitò in pochi attimi.

Percepì il proprio sangue di demone ribollire nelle vene: quando era trasformato nella sua forma di cane, la sua vera natura cruenta veniva allo scoperto. Non era sazio, aveva bisogno di nutrirsi ancora. Odiava, quella parte di se stesso. Seppur sporadicamente, anche lui doveva soddisfare l'impulso della fame. Era una sensazione che non poteva ignorare, ma che cercava di allontanare il più possibile, perché lo avvicinava a esseri deboli come gli umani, ricordandogli che, nonostante gli immensi poteri di cui disponeva, e la vita lunghissima, anche lui era un essere mortale. Un essere che, in quanto tale, doveva temere la morte. Ma lui non ne aveva mai avuto paura … non prima di conoscere Rin e di preoccuparsi per la sorte di quella bambina a cui si era, in modo imprevisto, legato in maniera indissolubile e innegabile. Quando lei era morta per la seconda volta, nell'aldilà, aveva avuto paura. Paura di perderla per sempre …

“Rin ...”

Spiccò un balzo verso il cielo, ruggendo. Era furioso e tremendamente frustrato. Ancora una volta, non era stato in grado di avere la meglio sul Demone Orso, un tempo rivale di suo padre. Era stato sconfitto platealmente, lui, Sesshomaru e, come se non bastasse, suo fratello Inuyasha, un debole mezzodemone, gli aveva salvato la vita. Non l'avrebbe mai perdonato, per quell'umiliazione ...avrebbe preferito morire, piuttosto di dover affrontare un'onta simile. Provava la stessa rabbia di quando Inuyasha gli aveva mozzato il braccio destro, e in seguito l'aveva quasi ucciso utilizzando la cicatrice del vento. Rievocare quegli episodi, se possibile lo rese ancora più furioso.

Un'orda di un centinaio di stupidi demoni di rango infimo gli si scagliò addosso, mentre galoppava nel cielo, fra le nuvole. Sciocche bestie senza cervello … si lanciò verso di loro, a fauci spalancate, spezzando e squarciando i loro corpi.

“Rin ...” In mezzo a tutto quel sangue, pensò a lei. Aveva tremendamente voglia di vederla …

 

 

 

 

Rin stava finendo di lavare dei panni al fiume, quando la voce di qualcuno la fece spaventare, facendola scivolare in avanti, nell'acqua bassa della riva.

“Non dovresti stare qui sola, sta calando la tenebra.”

La ragazza si rialzò lentamente, strizzando la manica zuppa del bel Kimono che indossava, poi sorrise al demone alle proprie spalle.

“Sesshomaru Sama, siete tornato ...”

Lui restò immobile come una statua, a fissare Rin mentre gli si avvicinava. Quel sorriso caldo e spontaneo con cui lei lo guardava, era bello, e possedeva qualcosa in grado di farlo stare davvero bene … di tranquillizzarlo, e placare la sua natura di demone.

“Ti accompagno a casa ...”

Disse, in un sussurro. Lei avrebbe voluto dirgli che desiderava stare con lui e basta, ma finì per seguirlo. Camminarono in silenzio uno accanto all'altro per diversi minuti, fino ad arrivare al limitare del bosco. In fondo alla piccola valle oltre la collina, si poteva scorgere l'abitazione di Inuyasha. A Sesshomaru sfuggì un ringhio.

“Come state? “Gli domandò senza preavviso Rin, guardandolo con preoccupazione.

“Mi sento bene. Il mio corpo si è ripreso.”

Il demone rispose atono, seppur nel tentativo di rassicurarla. Non gli piaceva vederla in ansia, qualunque fosse il motivo.

Lei scosse impercettibilmente la testa, mentre gli si avvicinava di qualche passo, continuando ad osservarlo. Inevitabilmente, ripensò a quando l'aveva baciato, ma si sforzò di mettere da parte quel ricordo.

“Siete … siete triste perché avete perso contro il demone Orso?”

Rin si ritrasse istintivamente nel rendersi conto di quello che aveva detto, portandosi una mano alla bocca. Conosceva Sesshomaru da anni, e sapeva che il miglior modo per infastidirlo era chiedergli in modo così diretto qualcosa che riguardava i suoi sentimenti. Che schiocca, era stata … con tutta la sua eccessiva spontaneità rischiava di allontanarlo e basta. Non gli aveva fatto quella domanda con malizia, era solo sinceramente preoccupata per lui, perché lo vedeva intristito.

Si era aspettata che lui andasse via, ma quando alzò lo sguardo trovò il viso del demone tremendamente vicino al proprio. Gli occhi d'oro di Sesshomaru e i lunghi capelli del colore della neve erano illuminati dalla luce calda del tramonto...

“Sai Rin, parli davvero troppo...”

La ragazza percepì le braccia forti di lui che la circondavano e poi la stringevano in un abbraccio, attirandola verso a sè. Attraverso la stoffa del Kimono, sentì il calore del suo corpo, e poi quello delle labbra del demone premute con forza contro le proprie.

“Oh ...”Rin sospirò, abbandonandosi completamente a quel bacio. Intorno a lei, non c'era niente in quel momento. Solo il suono dei battiti del proprio cuore, e l'odore di Sesshomaru, così vicino e piacevole. Si aggrappò con forza alla stoffa del suo Kimono, come se avesse paura di perderlo, poi, con la mano sinistra, salì a sfiorargli una guancia, scendendo lungo il mento e poi giù per il collo, fino alle spalle larghe, per poi tornare a stringere il tessuto che gli ricopriva la schiena.

Lui si staccò un attimo e le afferrò il mento, per guardarla negli occhi. Possibile, che il grandissimo affetto che aveva provato per la bambina che lei era stata, si fosse trasformato nel desiderio di averla tutta per sé? Lui, il grande Sesshomaru, un demone maggiore, provava davvero così tante emozioni per un'umana?

Sfiorò il collo di Rin con le labbra calde.

“Si, è possibile … “ Si disse. “Tutto muta, con lo scorrere del tempo ...”

“Mio signore Sesshomaru, finalmente vi ho trovato!”

Il demone si staccò subito dall'umana oggetto delle sue attenzioni, nel percepire la voce di Jaken. Gli rivolse uno sguardo stanco e un po' scocciato, poi tornò a guardare Rin. Era davvero bella, con le guance completamente arrossate per l'imbarazzo.

“Tornerò domani, tu ora vai a riposare.” Le disse, stroncando ogni possibilità che lei potesse seguirlo. Desiderava Rin, ma aveva anche bisogno di stare solo, perché ancora faticava a comprendere quei sentimenti nuovi che percepiva. Le aveva sempre voluto bene, più di qualsiasi altra cosa al mondo, più di quanto ne voleva a se stesso, ma ora... era diverso.

Rin lo guardò sparire nel cielo rosso, insieme a Jaken, poi si portò una mano al viso, sfiorandosi le labbra.

 

 

 

 

Kohaku raggiunse Rin a grandi falcate, chiamandola per nome. Lei stava camminando, assorta, verso casa di Inuyasha. L'istante in cui Sesshomaru l'aveva stretta a sé, e poi baciata, continuava a tornarle alla mente.

Quasi si spaventò, nell'udire la voce di Kohaku. Lui la stava osservando con uno strano sguardo, fermo a pochi passi di distanza.

“Che stai facendo?” Domandò, più scontroso di quanto avrebbe voluto.

“Non sei in casa? Sta facendo buio ...”

Rin lo scrutò, sospettosa.

“Che ti prende?”

Il ragazzo le rispose con un'alzata di spalle.

“Ero venuto a chiederti come sta Sesshomaru Sama, ma ...”

Non seppe cosa dire per concludere la frase. “Ah! Lascia perdere ...”

Maledizione a lui, perché adesso si sentiva in quel modo? Aveva rinunciato a Rin per propria scelta, ma ora vecchi sentimenti sepolti sembravano ritornare a galla. O, forse, era solo l'aver visto Rin – che un tempo era stata sua – fra le braccia di qualcun'altra, qualcuno che lei amava davvero, ad infastidirlo? E, come se non bastasse, quella persona era il demone cane che lui aveva rispettato e ammirato fin da ragazzino.

“Sono un viaggiatore, uno sterminatore di demoni, o una ragazzina frivola?” Pensò.”Cosa mi è preso per tormentarmi con simili pensieri?”

“Rin, tu sei proprio sicura di amarlo?”

Chiese, sorprendendosi lui stesso per la schiettezza di quella domanda.

La ragazza arrossì improvvisamente. Allora … Kohaku aveva visto lei e Sesshomaru, prima.

“I- io ...”

“Rispetto molto Sesshomaru Sama, ma è pur sempre un demone.” La interruppe il ragazzo. “E tu sei un'umana, Rin. Come me ...”

“E con questo?” La giovane donna aggrottò le sopracciglia, fissando il ragazzo che aveva davanti.

“Nulla ...” Kohaku sbuffò, passandosi una mano fra i capelli.

“Perdonami, mi sto comportando in modo immaturo.”

Lo sguardo di Rin si addolcì.

“Mi spiace, Kohaku.”

Lui le diede le spalle, fissando un punto imprecisato davanti a sé.

“Volevo solo metterti in guardia.”

“ … grazie ….”

Rin si congedò con un veloce saluto. Voleva bene a Kohaku, ma chi aveva deciso di amare era il demone cane dai lunghi capelli bianchi e gli occhi dorati. S'incamminò verso casa di Kagome, seguendo il sentiero che scendeva lungo la collina.

 

 

 

 

“Non vi è sembrato strano, quel Kohaku, mio signore?”

Osò chiedere Jaken, aggrappato alla pelliccia morbida di Sesshomaru, mentre fluttuavano nel cielo ormai buio. Il demone non gli rispose.

Era rimasto lì per assicurarsi che Rin rincasasse come le aveva raccomandato ma, quando aveva visto Kohaku parlarle in quel modo, dentro di lui si era fatta spazio una strana sensazione – sconosciuta – e aveva dovuto forzare se stesso per rimanere dov'era, senza tornare indietro.

L'idea che qualche stupido umano maschio potesse corteggiare Rin, lo infastidiva. Lei era la sua preda e nessuno doveva provare a sottrargliela ...si sorprese di quel pensiero.

Davvero lui, il grande Sesshomaru, si era infatuato di un'umana?

Quella doveva essere una sorta di maledizione imposta sulla sua famiglia.

Per un breve istante, gli tornò alla mente la sensazione del corpo di Rin premuto contro il proprio.

“Andiamo, Jaken ...” Disse in un soffio, sparendo fra le nuvole.

 

 

 

 

Quando Kagome, intenta a rammendare una veste accanto al chiarore di una candela, vide Rin rientrare in casa, capì subito che doveva essere successo qualcosa.

“Che è accaduto?” Le domandò, sorridendo. “Hai una faccia da pesce lesso, Rin!”

La ragazza riemerse dai proprio bei pensieri. “Che vuol dire?”

“Oh, niente.”Tagliò corto Kagome. “é un modo di dire del mondo da cui vengo ...” Esitò, per qualche secondo.

“ … hai incontrato Sesshomaru?”

Le guance di Rin si colorarono di rosso, mentre si sedeva accanto alla sacerdotessa.

“... Allora?”

Nessuno si accorse dei passi pesanti di Inuyasha sul legno delle scale che portavano al piano superiore.

“Sesshomaru Sama mi ha … baciata.”

Nel pronunciare quelle parole, la ragazza si portò le mani alle guancia, diventando del colore delle ciliege mature.

“Oh.” Inuyasha spalancò la bocca per lo schock. Aveva davvero capito bene?

“Io non … volevo disturbare!” Farfugliò, in modo impacciato.”Kagome, parleremo più tardi!”

E sparì com'era arrivato.

La sacerdotessa riuscì a stento a trattenersi dal ridere, mentre Rin sprofondava il viso in uno dei cuscini del tavolino, imbarazzatissima.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Salve gente! Piccola precisazione … io penso che anche i demoni debbano mangiare e che possano nutrirsi di qualsiasi cosa; animali,altri demoni o addirittura umani a seconda di ciò che preferiscono ...e secondo i miei trip lo fanno mentre sono nella loro forma demoniaca … ovviamente, sono solo miei idee, liberissimi di non condividerle!

 

 

 


 

   
 
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