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Autore: TvSeriesAddicted    04/06/2015    0 recensioni
Due anime dannate, una sulla terra, una nell'aldilà. Separate da una vita troppo ingiusta per una ragazza così fragile che si mascherava di durezza. E lui confinato in una morte e in un incessante fiume di parole che lo facevano impazzire. Quando i confini tra Thanatos e Bios si assottigliano, l'amore si insinua in questi cuori sperduti.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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In quel caldo e assolato pomeriggio di giugno, Loremarie sedeva accanto a Paul fumandosi una sigaretta e muovendo il piede a ritmo del nuovo successo di Nat “King” Cole. Sorrise mentre Jimmy le fece l'occhiolino pochi metri più avanti.
Quel ragazzo le faceva girare la testa.

 




“Sei carina stasera” le prese la mano baciandogliela comicamente per farla sorridere. “Solo stasera stupido?”. La lingua tagliente l'aveva ereditata dalla madre Elsa. Senza dubbio.

 




Il vestito bianco la stringeva mettendo in risalto il fisico snello e attraente. Ethel le aveva fatto due buchi in modo che tutte e quattro le sue braccia fossero libere di muoversi. “A letto lo farai impazzire con quelle, ragazza!” rise Desiree. In risposta la ragazza soffiò un bacio nella sua direzione. Mentre si dirigeva verso l'uscita del tendone le labbra rosso fuoco si curvarono formando un sorriso malizioso.

 




Che morisse quella fottuta puttana. Dopotutto che possibilità aveva contro di lei? Maggie era bella, dolce e normale. Lei invece sarebbe sempre stata un mostro a quattro braccia. La Donna Mantide Religiosa. Chissà magari anche lei aveva due arti che non usava e che teneva nascosti. Buttò giù un altro grande sorso di gin per annegare la delusione. Jimmy non era diverso da tutti gli altri uomini.

 





“Preparati mein Kind1, stasera si va in scena. Non avrai mica paura di Edward Mordrake?” Loremarie rise amaramente e uscì dalla tenda della madre, prendendo la sua Telecaster, andandosi a far bella per nessuno. Si guardò allo specchio e vide due grandi occhiaie viola occuparle la faccia. Decisamente troppo gin. Pensò a Jimmy e si convinse che doveva dimenticarlo, che era solo il suo migliore amico. Prese cipria e rossetto e ritornò la ragazza spigliata e spensierata che tutti conoscevano.

 

 


“If I get a little pretty can I be your baby?”2 Era di nuovo ubriaca o c'era davvero fumo verde? Una sagoma nera avanzava e gli sguardi degli interpreti si spostarono su di essa. “You tell me 'life isn't that hard'”2. Era un uomo che sembrava uscire da un racconto di Edgar Allan Poe. Lo vide guardare con attenzione la madre e poi il suo sguardo rimase imprigionato su di lei. Era ipnotizzata da quegli occhi di ghiaccio. Per la prima volta dopo tanto tempo si sentì arrossire e abbassò lo sguardo. La faccia dell'uomo si contorse in un sorriso estasiato.

 

 



Continuando a ripensare a quegli occhi, Morfeo si era offeso e l'aveva abbandonata, quindi sedeva allo specchio spazzolandosi i capelli. Nel riflesso rivide quell'uomo e si voltò di scatto. “Mia signora” si inchinò e la fece sorridere di sorpresa. Non era goffo come Jimmy. Era elegante e aveva del portamento. “Il mio nome è Edward Mordrake”. “Quello delle leggende?” rise. Seriamente lui rispose:“Sono grato che voi abbiate sentito di me, ma il vostro nome non mi è conosciuto”. La ragazza sorrise lievemente. “Loremarie”. Edward si sedette sul suo letto e la invitò ad accomodarsi accanto a lui. Senza smettere di guardarla negli occhi sussurrò: “Loremarie. Il suono più dolce che abbia mai sentito”.




Parlarono per ore, e a Loremarie sembrò di conoscerlo da una vita. Gli raccontò dei continui trasferimenti, di non aver mai avuto un padre, delle occhiate malvagie che la gente le lanciava quando mostrava le sue braccia, di Jimmy e di Maggie. La sua maschera si ruppe, crollò in un pianto liberatorio e lui le asciugò le lacrime accarezzandole le guance con le dita guantate. Edward si nutriva delle parole della ragazza, come se fosse a digiuno da mesi. “Deve essere davvero stolto se preferisce la compagnia di chiunque altro al mondo alla tua”. Lei sorrise e gli prese la mano. L'uomo sembrò sorpreso da quel contatto e cercò di allontanarsi. “Non siamo soli”. E allora Loremarie capì che si riferiva all'altra faccia. “Non smette mai di parlarmi. Sussurra nella mia testa cose che...” La ragazza gli prese il volto tra le mani. “Posso farlo tacere”. Le loro labbra si incontrarono e per la prima volta nella sua vita, Edward sentì il silenzio.

 



“Devo andarmene”. “Uccidimi”. La strinse pensando a quanto sarebbe disposta a perdere per passare un'eternità con lui nonostante il loro passato fosse costituito da poche, misere ore. “Un'anima ben più nera della tua mi chiama. Canta ancora per me e ti porterò via, per sempre. Chiudi gli occhi”. Le posò un dolce bacio sulle labbra scarlatte e la guardò un'ultima volta. Quando Loremarie aprì gli occhi, era sola.

 







Con lo sguardo perso nel vuoto pensava a lui. Desiree gli posò una mano sulla spalla. “Chiunque egli sia, lascialo andare”. Alzò lo sguardo e vide Penny e Paul e pensò a quanto sarebbe stato bello se lei ed Edward avessero avuto la stessa fortuna.

 





Si nascose sotto il letto pregando e piangendo silenziosamente. “Dolce Marie vieni fuorii!”. Dandy la cercava aprendo le ante dell'armadio. Non voleva morire ora, non così e sicuramente non per mano sua.

 





Morti. Tutti morti. Amazon Eve, una delle sue più grandi amiche. Paul, che era stato più lui un padre che quello biologico, che mai si era interessato a lei e di cui forse non conosceva nemmeno l'esistenza. Penny, a cui si era legata in pochissimo tempo. Rivedeva nella mente i loro volti e quelli degli altri freaks, mentre accanto a Jimmy, Desiree, Bette e Dott guardava Dandy morire. Dolce vendetta.

 







Era sola sul vecchio palcoscenico. Non aveva bisogno di un'orchestra, tutta la musica l'aveva in testa. Aveva salutato la vita mentre si dirigeva verso il vecchio Circo, guardando i bambini correre travestiti da zucche e vampiri per la strada e salutando un'ultima volta i compagni di una vita, i freaks che per lei erano le persone normali in quel mondo malato.




Ripensò a quei due anni passati da quell'Halloween. A tutti gli addii e gli amori che aveva provato ad accogliere, ma che la sua mente respingeva per due occhi di ghiaccio.




Auf Wiedersehen Mom. 3

I love you, the best
Better than all the rest
That I meet in the summer
Indian summer...”
 4

 




Quella figura tanto agoniata ricomparve e le sorrise. “Pronta per andare?”. Le tese una mano. Lei la strinse e quando Edward la pugnalò al cuore, capì che non l'avrebbe lasciata mai più. Certe persone non sono adatte alla vita, trovano la felicità nella morte.

 









“And the guns shot above our heads.

And we kissed

as though nothing could fall”.5

Edward e Loremarie camminavano uno di fianco all'altra tenendosi per mano seguiti dalle altre anime dannate. Si baciarono piano, lentamente davanti agli sguardi dei curiosi, che indagavano ma non capivano. Abbassarono lo sguardo e videro la stella di Elsa. Guardandosi negli occhi seppero cosa fare senza nemmeno parlarsi, e il mondo era ovattato e lontano, la vergogna era lontana e la morte le loro nozze.








Note:
1) "Piccola mia" in tedesco
2) "Gods And Monsters", Jessica Lange (American Horror Story Freak Show, Episodio 3) -  Cover di Lana Del Rey
3) "Addio mamma" in tedesco
4) "Indian Summer", The Doors (Morrison Hotel)
5) Heroes, Jessica Lange (American Horror Story Freak Show, Episodio 13) - Cover di David Bowie

  
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