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Autore: scintilla23    06/06/2015    5 recensioni
La felicità e la soddisfazione scomparvero dai loro occhi, si frantumarono come uno specchio.
I loro sogni, il loro coraggio, la loro forza...stavano cominciando a scomparire.
Gli strateghi non avevano mai avuto intenzione di farli vivere entrambi
Uno dei due doveva morire e uno doveva tornare a casa. Ma sarebbe andata davvero così? Aveva uno dei due il coraggio di uccidere l'altro? Il proprio migliore amico e forse qualcosa di più? Potevano vivere con le mani insanguinate. Ma potevano vivere con le mani sporche del sangue dell'altro?
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cato, Clove
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il corpo di Katniss Everdeen giaceva a qualche metro da loro. Un coltello le attraversava la gola da parte a parte, La treccia le si era sciolta durante il combattimento, i vestiti erano strappati e su tutto il corpo vi erano evidenti segni di lotta, graffi, botte, tagli e traumi.


Il corpo del suo compagno di distretto, Peeta Mellark, era dall'altra parte della cornucopia. Un braccio rotto e la spina dorsale frantumata. Gli occhi vitrei fissavato in suo assassino, Cato.

Clove giaceva sul corpo della ragazza del distretto 12 visibilmente soddisfatta. Il petto le si alzava e abbassava velocemente, chiaro segno dello sforzo fisico che aveva appena compiuto. I lunghi capelli neri erano sfuggiti dalla coda e un fiotto di sangue colava sul suo viso disegnando righe rosse sulla pelle pallida della ragazza. Si alzò piano in piedi pulendo alcuni dei suoi coltelli dal sangue della sua vittima ed estraendo il coltello dal collo della ragazza.
-Scusami! Volevi tornare a casa?- rise guardando il cadavere della giovane ragazza.
Alzò gli occhi verso il cielo che cominciava finalmente a schiarire. Assaporò il vento mattutino sul viso mentre il sangue cominciava a fermarsi.
A
veva vinto. Aveva ucciso la ragazza in fiamme. Aveva sconfitto tutti, aveva reso orgogliosa la sua famiglia.
 

Attraversò la cornucopia in fretta per andare a controllare il cadavere del ragazzo innamorato.
-Peccato- disse infine -Era carino- disse in preda ad un attacco nervoso.
Il suo compagno di distretto la guardò soddisfatto.
-Bel Lavoro- disse Cato indicando il cadavere di Katniss.
-Anche tu- rispose Clove volgendo un ultimo sguardo al corpo di Peeta.
Erano rimasti solamente loro due.Ventidue ragazzi morti e Due vincitori.
Avevano vinto finalmente. Avevano vinto uccidendo. Loro potevano vivere con le mani insanguinate, potevano vivere con dei morti sulla coscienza. Loro erano vincitori.
Avevano sognato tanto quel momento. Tutti e due. Volevano tornare a casa assieme. Vivi. E Vivere assieme.

-Allora?- chiese Cato -Che cosa aspettano?-
La voce ben conosciuta di Claudius Templesmith si diffuse in un istante per tutta l'arena.
-Un saluto ai concorrenti finali dei settantaquattresimi Hunger Games. La modifica precedent è stata revocata. Un esame più accurato del regolamento ha rivelato che ci può essere solo un vncitore- disse la voce -Felici Hunger Games e possa la fortuna essere sempre a vostro favore-

 

La felicità e la soddisfazione scomparve dai loro occhi, si frantumò come uno specchio.
I loro sogni, il loro coraggio, la loro forza... stavano cominciando a scomparire.
Gli strateghi non avevano mai avuto intenzione di farli vivere entrambi
Uno dei due doveva morire e uno doveva tornare a casa. Ma sarebbe andata davvero così? Aveva uno dei due il coraggio di uccidere l'altro? Il proprio
migliore amico e forse qualcosa di più? Potevano vivere con le mani insanguinate...ma potevano vivere con le mani sporche del sangue dell'altro?

Cato strise la spada e con una mossa veloce la conficcò nella pancia della sua compagna di distretto trappasandola.
La lama grondante di sangue si era fermata all'interno della ragazza. La parte che fuoriusciva dal corpo di Clove brillava sotto il sole del mattino mentra il sangue colava piano a terra.
Gli occhi scuri della ragazza trafissero Cato mentre la sua bocca si curvava in un piccolo sorriso.
Il ragazzo estrasse la spada e la piantò sull'erba fredda.
Clove cadde in ginocchio tenendosi lo stomaco.
In pochi secondi le sue mani furono ricoperte dal caldo sangue che fuoriusciva dalla ferita.
-Credevo che tu mi proteggessi dai demoni- disse la ragazza ridendo mentre dalla bocca cominciava ad uscire il suo sangue -Ma...non sapevo fossi uno di loro- finì
Cato si inginocchiò vicino a lei.
-Non hai mai avuot bisogno di protezione Clove. E' per questo che mi piaci- confessò Cato -E...I demoni vanno all'inferno- disse alzando il lato destro della bocca in un sorriso
Ci fu un secondo di silenzio mentre Clove cercava di recuperare Il poco respiro che le rimaneva.
-Ma non sai una cosa...- sussurrò Clove sorridendo -Anche io sono un Demone. Non sei il solo- disse piano la ragazza.
-Ti farò compagnia al'inferno allora- disse accarezzando i capelli neri della ragazza.
Clove senza farsi vedere, con le poche forze che le rimanevano, estrasse un coltello dalla cintura e lo conficcò nel petto di Cato trapassandogli alcuni organi vitali.
-Accontentato- disse la mora.
La mano del ragazzo scivolò via da Clove
Cato rise. Era una risata fredda e piena di odio.
Non odio verso la ragazza che lo aveva ucciso ma odio verso Capitol City.
Odio verso le persone che lo avevano costretto a uccidere Clove.
-Insieme o niente giusto?- finì Cato ridendo mentre anche il suo sangue colava sulla terra fredda
-Esatto- disse in un sussurro Clove sorridendo.
Un istante dopo la ragazza cadde in avanti.
Gli occhi color nocciola le si chiusero mentre il suo spirito e i suoi ricordi venivano portati via dal suo corpo.
Ci fu un colpo sordo. Un colpo di cannone.
Era morta.
Ed infinte anche il colpo di cannone che segnò la fine della vita di Cato.

Loro non sapevano di non essere Demoni ma bensì Angeli caduti.
Loro incarnavano la teoria degli Angeli caduti perché loro lo erano. Erano stati allontanati dal paradiso per le azioni che avevano compiuto. Ma uccidendosi l'un l'altro si erano riuniti in un solo corpo.

Forse sarebbero andati all'inferno per la loro vita dedita alla violenza o forse sarebbero andati in paradiso solamente per l'amore incompreso che provavano l'uno per l'altro ma solo una cosa era certa.Sarebbero rimasti insieme. Nel bene e nel male. Bruciando nei fuochi dell'inferno o volando solitari nel paradiso. Erano loro due contro il destino

 

I Settantaquattresimi Hunger Games non ebbero un vincitore.
Quell'episodio segnò pesantemente gli abitanti di tutti i distretti di Panem.
Cominciò così il decadimento degli Hunger Games.
Capitol City non aveva avuto il suo Vincitore e i distretti avevano perso per sempre 24 giovani ragazzi.
Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso, quello fu l'inizio della rivolta.

 

  
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