DICEVI CHE NON TI SARESTI MAI PIÙ
INNAMORATA
Senti le gocce
che battono sul tetto
senti il rumore girandoti nel letto
rinascerà sta già nascendo ora
senti che piove e il grano si matura
e tu diventi grande e ti fai forte
e quelle foglie che ti sembravan morte
ripopolano i rami un’altra volta
è la primavera che bussa alla tua porta
e piove, madonna, come piove
Lunedì – SOGNI
«Comunque, se potrò essere utile a questo
paese e riuscirò a proteggere la gente con queste mani, allora credo che ne
varrà la pena. La ragione per cui ho voluto studiare l’alchimia è proprio
questa».
Gli occhi di Roy sembrano contemplare un
terreno in cui è appena stato piantato un seme, non la tomba del suo maestro:
lui sa che un giorno vedrà un albero crescere rigoglioso dove ora c’è solo
polvere scura. I suoi occhi guardano lontano.
Anche la sua voce sembra venire dal
futuro. «Scusa. Ho finito per annoiarti parlandoti dei miei stupidi sogni». È una
lieve carezza del vento, reca conforto.
«No. I suoi sogni sono meravigliosi».
Martedì – PELLE
Credeva che spogliarsi davanti a un uomo
fosse più difficile.
In realtà, dopo aver accompagnato i
bottoni fuori dalle asole, far scivolare la camicia sulle braccia, lasciare che
raggiunga il pavimento in una sinuosa carezza del dorso è naturale, un
sollievo.
Riza, che è la sua schiena, si raddrizza
e s’inarca prima ancora che Roy possa allungare una mano per sfiorarla.
Una comprensibile esitazione prima di
avvertire il tocco suadente e un sussurro «Grazie, Riza»; dopo, un timbro umido
sulla clavicola: la pelle di Riza sapora di foglie giovani, calde, baciate da
pioggia fresca. La punta del naso di Roy scorre lungo il collo fino al mento.
La inspira, profondamente.
Mercoledì – TELEFONO
Se n’è andato.
L’ha lasciata seminuda e sola in un letto
troppo grande, che sembra un relitto alla deriva in mezzo ai marosi.
Non l’ha svegliata per salutarla.
Si è dimenticato l’impronta del suo odore
sul cuscino, la piega dei suoi muscoli tra le lenzuola in un groviglio di
abbandono.
Si è preso il suo più intimo segreto
rifiutando la sua verginità.
Ha lasciato un biglietto battuto a
macchina: “Sottotenente Roy Mustang. East City” e un numero di telefono.
Riza ha vagato tutto il giorno per casa a
seno scoperto. Finalmente la sera si è arenata e ha preso il telefono.
«Il Sottotenente non c’è. La faccio
richiamare».
«Non importa».
Giovedì – COMPRENSIONE
La quarta notte dal funerale di suo padre
Riza non ha chiuso occhio. Non si è stesa sul letto ancora sfatto che non ha
avuto la forza di rassettare. È andata in bagno e si è seduta vestita nella
vasca da bagno vuota.
Per tutta la notte un fantasma le ha dato
la caccia in quella casa vuota.
Quando sorge il sole Riza ha capito,
trova il coraggio di affermare «Sono sola».
È il suo turno di dare la caccia allo spettro,
manifesto dell’amore perduto; ha due volti: quello di Berthold e quello di Roy.
Li guarda dritti negli occhi e li ringrazia: ha capito come non essere più
sola.
Venerdì – PIOGGIA
Come prima cosa ha rifatto il letto,
tirando gli angoli del lenzuolo con cura. Ha poi infilato l’essenziale nella
valigia del collegio.
Ha cominciato a piovere: viene giù a
secchiate.
Riza ha richiamato il numero che le ha
lasciato Roy, ma non ha chiesto del Sottotenente. Non può scappare dall’amore,
deve solo avere la pazienza di aspettare che la raggiunga.
Fuori piove sempre più forte. L’acqua
innaffia la sua risolutezza, la rende forte e sicura con il suo ritmico battere
sui vetri.
Sente che sta cambiando; sente che vuole
darsi l’opportunità di fiorire, di portare frutto. Vuole credere nei sogni di
Roy, vuole realizzarli. Vuole proteggere Roy, lo vuole amare.
Sabato – CECITÀ
Non appena ha aperto la porta di casa con
la valigia in mano e i soldi per il biglietto del treno in tasca, Riza è
rimasta accecata dal sole.
L’ha presa di sorpresa: è piovuto tutta
la notte; come può ora splendere il sole?
Lascia cadere la valigia con un tonfo per
portarsi una mano davanti agli occhi.
Vuole vedere in questo sole un segno di
buon auspicio, che la decisione presa nella distesa saggezza dei suoi
diciassette anni è quella giusta. Deve credere che tutto andrà bene.
L’abbagliamento passa, Riza si sta già
abituando alla nuova situazione. Recupera la valigia e s’incammina verso la
stazione. Non si guarda indietro.
una Domenica qualunque – IL PASSATO
/ IL FUTURO
Possono essere passati pochi minuti o una
serie di anni da quando Riza è uscita dal portone principale dell’Accademia Militare.
Si guarda indietro e vede l’edificio solido, stabile: potrà anche traballare,
ma dubita che cadrà mai.
È entrata nell’esercito per rivedere Roy
Mustang. Oggi non l’ha visto, ma va bene così. Il mondo non traballerà per
questo motivo, lei rimarrà solida.
L’ha visto pochi giorni fa, prima che si
mettesse a piovere, e ricorda ancora il suo odore. È sicura che lo rivedrà nel
futuro, che pioverà ancora, e il suo naso traccerà di nuovo il profilo del suo
volto. Domani, forse.
Intanto Riza procede, ha tutta la vita
davanti.
NOTA:
Lo so, lo so. Dovrei andare avanti con la raccolta. Però il prossimo theme non mi ispirava abbastanza per il RoyAi Day. La lista proposta invece su tumblr per il RoyAi Week m'intrigava davvero tanto. (Partecipate, partecipate!). Ho voluto dunque dare il mio contributo. Pubblico stasera perché domani non so bene cosa ne sarà della mia vita, ma ufficialmente si parte domani con i prompts. A meno che non siate a Sidney, allora siete già partiti. E se le notti padovane saranno torridamente calde e la mia roomy preferita dovesse faticare a prendere sonno, c'è anche il rischio che mi metta a tradurre con il suo prezioso aiuto questa cosa per "allietare" anche il fandom inglese... Chi vivrà vedrà.
Ed ho già perso il filo... Ah, sì. RoyAi week, dicevo. Per tutta questa settimana sono forniti una lista di prompts
- Monday, June 8: “Dreams”
- Tuesday, June 9: “Skin”
- Wednesday, June 10: “Telephone”
- Thursday, June 11: “Understanding”
- Friday, June 12: “Rain”
- Saturday, June 13: “Blindness”
- Sunday, June 14: Optional: “The Past” or “The Future”
La citazione all'inizio e da "Piove" di Jova. Il titolo è un verso della canzone. Tutto riconduce a lì. Almeno nella mia testa.
L'ultima drabble ha ambientazione libera: primo giorno d'accademia, dopo Ishbar, dopo il giorno della promessa. Fate vobis.