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Autore: Natalia_Smoak    07/06/2015    2 recensioni
It had to came, ovvero doveva succedere, ovvero di come tutti si siano resi conto di cosa sta succedendo tra Steve e Natasha, tranne Steve e Natasha
Primo capitolo: Bucky
Secondo capitolo: Tony
Terzo capitolo: Clint
Quarto capitolo:Sam
Quinto capitolo: Fury e Maria Hill
Sesto capitolo:Bruce Banner
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Natasha Romanoff/Vedova Nera, Steve Rogers/Captain America, Un po' tutti
Note: Movieverse, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cold war'
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Tony

 
Steve si versò un generoso bicchiere d’acqua e lo bevve tutto d’un sorso. Le maniche dello smoking tiravano incredibilmente e quella dannata cravatta lo stava facendo sudare, decise di allentare il nodo. Ora le due estremità pendevano ai lati del suo collo. Ma perché diavolo Stark aveva messo in scena tutto questo solo per festeggiare il quinto anniversario con Pepper? Quando Tony lo aveva  invitato gli aveva detto che si sarebbe trattato di una festicciola informale tra amici alla Stark Tower. Peccato che per lui e Tony la parola informale e la parola intimo avessero due significati totalmente differenti. Tutti gli Avengers, Fury, persino Maria Hill, erano stati invitati e la cosa peggiore era che Tony gli aveva fatto recapitare a casa uno smoking con un biglietto in cui gli ordinava di indossarlo. Steve sospirò, perché diavolo non aveva inventato una scusa?
“Ormai il danno è fatto” pensò mentre appoggiava il bacino su un ripiano della cucina. Per fortuna era riuscito a guadagnarsi un po’ di privacy fuggendo in quel luogo desolato e sonobbato dagli altri invitati che preferivano riversarsi nel salone del ricevimento, dove una alticcia Pepper si divertiva con un altrettanto alticcio Tony.
“E da quando i soldati battono in ritirata?”
Steve alzò gli occhi per incontrare quelli verdi di una persona che conosceva bene: Natasha!
La ragazza lo guardava con un sorriso impertinente sul volto
“Non pensavo fossi venuta” disse Steve
“Sono arrivata da poco ed ho già voglia di andarmene, sono qui solo per l’alcool” rispose lei strizzandogli un occhio
“Già, vedo” borbottò Steve. Se su di lui l’alcool non aveva effetto di certo ne aveva sulla ragazza. Non che Natasha fosse ubriaca, quello no, dopotutto era una russa, però era anche vero che i suoi occhi erano più liquidi del solito e la pelle diafana del viso cozzava terribilmente con le sue guance leggermente arrossate.
“E così scappi qui per sfuggire alla folla, non pensavo ti spaventasse” affermò lei avvicinandosi mellifluamente
“Non è che mi spaventa…io sono diverso da loro, tutta quella gente, si diverte, ride scherza, anche Tony, fa il cretino come se non si rendesse conto della responsabilità che abbiamo…io mi sento perennemente…”
“Fuori posto”
Steve alzò lo sguardo su di lei,  notando solo ora quanto si fosse avvicinata.
“Ehi, Natasha, che..”
Non fece in tempo a finire la frase che le mani della ragazza si posarono sulle sue spalle, gli avambracci appoggiati al suo petto.
Steve sentì le guance andargli a fuoco e deglutendo chiese.” Che hai intenzione di fare”
Natasha rise, una risata cristallina come mai ne aveva sentite provenire da lei.
“Sta tranquillo, non sono così alticcia da tentare di baciarti, volevo solo sistemarti questa” disse spostando le mani e afferrando i lembi della sua cravatta. Cravatta che in pochi secondi era di nuovo perfettamente annodata al suo bavero.
“Che c’è, nella Germania nazista non ti hanno insegato a fare i nodi alle cravatte?” domandò spostandosi da lui
“Sai che c’è Romanoff…” le rispose inarcando un sopracciglio con fare scherzoso.
 
Prima che Natasha potesse ribattere dal salone iniziò a levarsi una dolce musica.
“Allora, non vuoi buttarti sulla pista e cercare di rimorchiare qualcuna?” chiese la ragazza
“No, grazie, potrò essere Captain America, ma le mie abilità di danzatore lasciano piuttosto a desiderare.”
“Oh, ma allora non sei perfetto”
“Spiritosa. Sai, a dire la verità non ho mai ballato in vita mia…l’unica occasione che ho avrei avuto per farlo è andata persa settant’anni fa” Steve abbassò lo sguardo e sospirò amaramente. Peggy, il loro ballo, il loro appuntamento, avrebbero dovuto sposarsi ed ora  essere in quel letto d’ospedale, ad aspettare di lasciare questa vita. Insieme.
“Io ballavo”
Steve preso alla sprovvista rialzò lo sguardo su di lei, ma la ragazza fissava il vuoto avanti a sé.
“Prima di diventare…quello che sono, sognavo di essere una ballerina, ma poi la mia vita  è andata diversamente” sta volta fu lei a sospirare. Il ballo, l’unica cosa che rimaneva della vecchia se stessa, chissà se si sarebbe potuta liberare una volta per tutte di quella parte di lei. Probabilmente no.
“Beh, almeno tu sai ballare” cercò di scherzare lui per trascinarla via dai suoi tristi pensieri.
“Già, e a questo proposito…”
Per la seconda volta nel giro di pochi minuti Steve si ritrovò il corpo di Natasha pericolosamente vicino al suo. Questa volta la ragazza prese la sua mano destra e la sospese a mezz’aria intrecciata alla sua, mentre  portò la mano sinistra del ragazzo ad afferrarle il fianco. Steve lo strinse d’impulso: era morbido. Da anni ormai gli unici corpi che toccava erano quelli rigidi maschili, o comunque se toccava una donna lo faceva in maniera totalmente platonica. Questo invece di platonico non aveva nulla.
“Forza, adesso segui me. Non è difficile” disse Natasha mentre piano piano iniziava a dondolarsi aventi e indietro.
Steve la seguì impacciatamente, si sentiva troppo grande, troppo pesante e troppo impacciato per poter ballare. Cercando di fare meno danni possibile si mise a seguire i passi di Natasha e sorprendentemente ci prese quasi gusto, riuscì persino a fare una sequenza di passi senza pestarle i piedi.
“Visto? Non è così difficile” gli sussurrò la rossa
Steve fece per ribattere, ma in rumore improvviso lo distrasse. Spostò lo sguardo verso porta e vi trovo un Tony sorpreso e divertito allo stesso tempo. Natasha scivolò agilmente via dalla sua presa dando comunque la schiena a Tony, mentre lui cercava di rimettere una distanza accettabile tra i loro corpi.
“Allora, ero venuto a chiamarvi per avvisarvi che le danze sono iniziate, ma a quanto vedo ve ne siete accorti da soli…” disse Tony con un tono insinuante
“Tony…” provò Steve senza sapere bene cosa dire. Chissà che viaggioni mentali che si era fatta la testa di quell’uomo.
“Nah, non dite niente… imboscarsi in cucina durante una festa, non la facevo un cosa da te Mr America… ah, cosa  non si fa per le donne…” disse rivolgendo uno sguardo malizioso a Natasha.
“Stark, sai cosa faccio con gli uomini che mi porto a letto di solito?” domandò Natasha girandosi verso di lui.
“Deliziami con le tue parole Romanoff” continuò il moro con fare teatrale
“Gli uccido” rispose Natasha prima di girare i tacchi e andarsene.
“Uhn…Te la sei scelta proprio bene”  disse Stark rivolto a Steve
“Cosa? Oh, no, no... io e lei non…cioè.. Bruce… siamo amici” tentò il biondo pur sapendo che sarebbe stato inutile, se Tony si metteva in testa qualcosa era finita
“Oh, si certo, siete amici… peccato che non l’abbia mai vista guardare Clint come guarda te. E Banner poi…”
“è innamorata di lui” rispose secco Steve
“Ne sei davvero così sicuro?”
Steve inarcò un sopracciglio.
“Ascolta, so che spesso mi comporto da cretino, ma credimi, anche io ho visto Natasha flirtare, e con te mi sembrava che lo stesse facendo, ma sul serio, non solo perché era costretta da una missione. E forse è vero che prova qualcosa per Bruce, ma senza dubbio prova anche qualcosa per te, solo che tu sei cosi stupido che non capiresti nemmeno se te la sbattesse in faccia”
“Non capisco, che cosa dovrebbe sbattermi in faccia?” chiese il biondo perplesso
“Lascia perdere cap, è meglio!” mormorò sconsolato Tony.
 
Spazio autrice:
E rieccomi con il capitolo che vede galeotto il nostro Tony!
Per lui io ho una sorta di amore/odio, ma lo trovo anche un personaggio esilarante, ogni tanto fa e dice delle cose che bho…  se non ci fosse dovrebbero inventarlo.
Alla prossima con Clint!
  
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