LA PROMESSA SPOSA DELLA MORTE




-PADREEEEE-, l’ uomo sentendosi chiamare alzò la testa dalle scartoffie, scrutando la bambina che era appena entrata nel suo ufficio.
Sorrise vedendo una bambina all’incirca di cinque anni dai capelli corvini che gli arrivavano sulle gracili spalle , due espressivi occhi cioccolata e indossava un vestitino giallo pastello decorato da candidi pizzi sulla fine delle maniche e della gonna .
Nel complesso era una graziosa bambina – Che c’è piccola mia ?- domandò il genitore facendo cenno alla figlia di sedersi sulle sue ginocchia.
La bambina una volta seduta, fissò gli occhi del padre facendoli la solita domanda,- com’era mamma? E perché mi ha chiamato Kagome?- automaticamente al padre tornarono alla mente le ultime parole della moglie “ ti prego finché Sota non prenderà le redini della nostra famiglia e Kagome non avrà sedici anni, promettimi che non la lascerai, ti prego”, allontanò volutamente il triste pensiero e si obbligò a sorridere – tua madre era bellissima, una donna sempre gentile e calma un vero angelo e ti ha chiamato Kagome perché il tuo nome significa cesto e tu eri il contenitore del nostro amore – finì la frase accarezzando dolcemente la testolina della figlia ,– Padre può giocare con me e Sota? Mi doveva insegnare a tirare con l’ arco- supplicò la bambina, facendo i “letali” occhi dolci, il padre sogghignò per poi alzarsi e prendere per mano la bambina -dai Kagome andiamo-, la bambina sorrise e lo precedette .
Il padre una volta uscito dalla stanza, prima di chiudere la pesante porta di legno di castagno, scrutò attentamente la stanza trovandola vuota, ma ancora quel sgradevole presentimento di essere spiati non lo abbandonava , si decise a chiudere sotto le pesanti proteste della figlia.
Ormai era sera inoltrata, il signor Higurashi teneva in braccio la piccola figlia dirigendosi verso la sua stanza, ripensò al piacevole pomeriggio passato insieme ai figli: la cavalcata a cavallo per raggiungere un luogo abbastanza isolato, e ovviamente kagome vedendo il fratello che cavalcava da solo voleva assolutamente imparare , poi la lezione di tiro con l’ arco e li rimase piacevolmente sorpreso nel costatare che la bambina che aveva tra le bracca era molto portata chissà, forse quando sarà più grande avrebbe maneggiato con precisione anche più di un’ arma però … constatò anche che il suo primo genito al contrario della sorella non era molto abile .
Aprì la porta ed entrò nella stanza della figlia, riconobbe il contorno del letto grazie alla luce lunare che filtrava dalla finestra , così si avvicinò e depose la bambina dormiente ,accese una candela e la poggiò sul comodino e iniziò a studiare i tratti somatici della figlia , era ancora una bambina però già dimostrava una rara bellezza: la pelle chiara ma non eccessivamente pallida , faceva un piacevole contrasto con il corvino dei capelli lucidi ed intensi come ali di corvo, gli occhi cioccolata, grandi e a cerbiatta le aumentavano l' aspetto dolce .
Sorrise... assomigliava all'ormai defunta moglie anche se il carattere era abbastanza particolare ,nel senso buono ovviamente un carattere veramente unico: dolce,generosa,simpatica,tenera, meravigliosa ma anche testarda ,orgogliosa e anche un po’ maschiaccia. Improvvisamente come quel pomeriggio ,si sentì osservato e di scatto ruotò il busto di trovandosi sorpreso e terrorizzato nel scorgere una figura con una gigantesca spada che sembrava una zanna e coperta da un lungo mantello nero che celava anche il volto dalla sua vista .
A malapena grazie alla luce soffusa riuscì a scorgere i lineamenti della bocca -che vuoi !? Come sei arrivato qui!?- chiese l’ Higurashi con la voce dai toni del più ceco terrore facendo scudo col suo stesso corpo alla figlia, che riposava tranquillamente ignara di cosa stava accadendo.
- Sono qui per la tua anima-,disse la voce calda della figura incappucciata –ti ho chiesto chi sei maledetto!-disse ancora il signore Higurashi tra lo spazientito e l’ impaurito – Sono la morte va bene!-ammise scocciato la figura che ora sapeva darli un' identità.
La morte era venuto a prenderlo , ma lui non poteva ...no...voleva vedere i suoi figli crescere e quella promessa fatta alla moglie prima di morire,“ ti prego finché Sota non prenderà le redini della nostra famiglia e Kagome non avrà sedici anni, promettimi che non la lascerai, ti prego”-no- disse flebile- non posso.
Ho fatto una promessa a mia moglie, ti darò tutto quello che vuoi però La prego, finché mia figlia non avrà sedici anni e mio figlio non prenderà il mio posto non posso lasciare il mondo, la prego ripassi tra undici anni ma ora no- finì la frase abbassando la testa, sotto lo sguardo del ragazzo incappucciato – va bene- proferì la morte dando un po’ di speranza all’ uomo -tra undici anni verrò a prendere la tua anima maa... voglio anche tua figlia- il genitore sentendo quelle parole lo guardò scioccato, per quale oscuro motivo bramava sua figlia? Cosa li avrebbe fatto? -Non voglio farle del male tranquillizzati- disse, precedendo la domanda.
Non sapeva cosa fare voleva negare ma era alle strette così annuì incapace di fare oltre,ma la morte non era ancora soddisfatta, prese una piuma ed estrasse da non so dove una fiala di un liquido bruno, o meglio sangue ,rimase non poco sorpreso quando lo vide scrivere su un foglio comodamente seduto sulla scrivania della stanza, ma la sua sorpresa si allargò nel vederlo girare e dire – firma con il tuo sangue- era perplesso ma sempre intimorito -perché-, la figura incappucciata fece un pesante sospiro , come se doveva spiegare ad un incompetente una cosa ovvia-non sono stupido sai- disse scocciato ed anche abbastanza risentito - So che sei una persona onesta però, è mia abitudine scrivere contratti su cose di una certa importanza,e col sangue è un ulteriore sicurezza, sopratutto se è il proprio- spiegò candidamente lasciando esterrefatto il capo famiglia che tornò con i piedi per terra solo quando una lama li procurò un leggero taglio sul braccio, nulla di preoccupante ma abbastanza profondo da farli sgorgare un rivolo di sangue .
Istintivamente l’ uomo si coprì la ferita con la mano , diede un’ occhiata nervosa alla figlia, che ancora dormiva ma in una posizione tanto buffa che strappò un sorriso intenerito al padre – è bellissima- affermò la morte, lasciando nuovamente il padre sorpreso, non poteva immaginare un simile commento dall’“ospite” indesiderato – senti vecchiaccio, ti muovi, non ne posso più di aspettarti- sbottò spazientito il ragazzo incappucciato, facendo sobbalzare l’uomo sorpreso dall’improvviso cambio d’ umore.
Prese la piuma e il foglio per poi intingere leggermente la punta sul suo sangue che li fungeva da inchiostro, rapido scrisse il suo nome e porse il foglio all’oscura figura che lo prese con mala grazia, - ci rivedremo – furono le sue ultime parole prima di scomparire come era venuto.
Il genitore, solo,si accasciò a terra disperato ma perché ,ma perché aveva promesso sua figlia come sposa, la promessa sposa della morte, perché aveva promesso la felicità di sua figlia.






ANGOLO DELL’ AUTRICE: salve, io sono rory chan e questa è la mia prima FF, scusatemi se non è molto bella e ben fatta scusatemi ancora, va bene spero però che mi fate sapere cosa ne pensate e spero anche che faremo amicizia , quante aspettative =_= ok non vi annoio più ciaoo by rory chan