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Autore: Soly_D    09/06/2015    11 recensioni
#01. Natsu/Lucy − «Ora sono io ad essere tutta un fuoco, Natsu».
#02. Gray/Juvia − «Juvia sarebbe felicissima se Gray-sama le concedesse un bacetto piccolo piccolo».
#03. Gajeel/Levy − «Potresti per favore piegarti un po’, visto che sono bassa e non ti raggiungo?».
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gajeel/Levy, Gray/Juvia, Natsu/Lucy
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Baby, I wanna touch your lips
[perché il primo bacio non é mai come ci si aspetta]

 
#01. Natsu/Lucy

A Lucy piaceva osservare Natsu nel sonno.
E nell’ultimo periodo le capitava spesso, dal momento che lui irrompeva sempre più frequentemente nella sua stanza per intrufolarsi nel suo letto.
Lucy si girò su un fianco sostenendosi il viso con una mano. Fuori la luna splendeva alta nel cielo illuminando il viso di Natsu, placidamente addormentato al suo fianco, a braccia e gambe divaricate, con una bolla che usciva dal naso gonfiandosi e sgonfiandosi ad ogni respiro.
Lucy sorrise, trovandolo estremamente buffo. Allungò una mano sul suo viso, scostandogli le ciocche rosa dalla fronte sudata, poi scese lungo la tempia accarezzando con dolcezza la guancia fino al mento. Non aveva ancora ammesso a voce alta cosa la spingesse a compiere quei gesti, ma in cuor suo sapeva che poteva trattarsi solo di una cosa. Quel pensiero le faceva spuntare ogni volta un sorriso imbarazzato, una voglia matta di abbandonare la timidezza, andare da Natsu e...
«L-Lu...».
Lucy tolse velocemente la mano dal viso di Natsu, come scottata.
Non poteva esserselo immaginato, aveva visto chiaramente le labbra di Natsu muoversi e pronunciare la prima sillaba del proprio nome. Con gli occhi leggermente sgranati dallo stupore, avvicinò il viso a quello del Dragon Slayer e tese le orecchie.
«Lucy...». La maga arrossì violentemente. Natsu pronunciava il suo nome nel sonno. Natsu la sognava.
E cosa poteva mai significare se non che si era innamorato di lei?
Natsu intanto aveva teso le labbra in avanti, piegate in maniera buffa, come se volesse baciare l’oggetto dei suoi sogni.
«Lucy», sussurrò di nuovo. Il cuore della maga batteva fortissimo. Si guardò intorno furtivamente, come se avesse paura che qualcuno la stesse spiando, poi si chinò su Natsu poggiando le proprie labbra sulle sue. “Un bacio”, si disse, “Solo un innocuo bacio a stampo, in attesa del momento in cui troverò il coraggio per dirgli tutto”.
Attese solo un paio di secondi, giusto il tempo di imprimere nella mente il calore e il sapore di quel primo bacio rubato al ragazzo di cui era innamorata, ma inaspettatamente Natsu mosse le proprie labbra e ricambiò.
Lucy sgranò gli occhi, allibita, e tentò di staccarsi, ma un attimo dopo si ritrovò stretta contro il petto del ragazzo, le sue braccia che la stringevano forte e le labbra ancora più incollate alle sue.
Con il cuore che batteva all’impazzata e le guance arrossate dall’imbarazzo, Lucy si chiese se per caso Natsu non fosse sonnambulo, dato che la stava baciando con gli occhi chiusi. Perché se così fosse stato, avrebbe dovuto mollarlo all’istante − diamine!, non poteva approfittarsi di qualcuno che non era consapevole di quello che stava facendo e per di più se da quel qualcuno Lucy desiderava ricevere un bacio che fosse veramente sentito − ma lui la stringeva in quella maniera così possessiva, così dolce, che anche solo immaginare di allontanarsi sarebbe stato una pazzia.
«Sono sveglio». Natsu glielo aveva sussurrato sulle labbra, aprendo gli occhi e sorridendo subito dopo. «Stavo sognando di baciarti. Poi mi sono svegliato e ci stavamo baciando sul serio. Non ho resistito, Luce».
Lucy pensò che il proprio nome pronunciato dalla voce di Natsu non era mai stato così dolce.
«Perché?», chiese, sfiorando il naso del ragazzo con il proprio. Il suo sguardo lasciava trapelare più impazienza e desiderio di quanto avrebbe voluto.
Natsu le accarezzò una guancia con i polpastrelli che sembravano bruciare a contatto con la pelle di Lucy.
«Insomma», mormorò. «Tu sei Lucy ed io chi altri potrei volere al mio fianco?».
La ragazza lo baciò senza attendere oltre. Se lo strinse forte al petto e affondò le dita tra le ciocche rosa. «Vale lo stesso per me, Natsu».
Poi furono solo baci, carezze e risate.


«Natsu, sei bollente».
Il ragazzo si staccò dalle labbra della compagna e la guardò con malizia. «Anche tu, Luce». Si chinò per baciarla di nuovo, ma Lucy gli premette le mani sul petto per bloccarlo. «Natsu, vai a fuoco. Letteralmente. Ed io mi sto bruciando, maledizione!».
Natsu sbatté le palpebre perplesso, poi capì. La sua temperatura corporea doveva essere aumentata a causa dell’eccitazione.
«Ehm, scusa». Si grattò la testa, imbarazzato, poi si tolse la sciarpa e il gilet, e respirò forte per calmarsi, riportando la sua temperatura ad un livello umano. «Dov’eravamo rimasti?», le chiese infine con un dolce sorriso.
Lucy lo attirò a sé e lo baciò, accarezzandogli gli addominali ben definiti.  «Ora sono io ad essere tutta un fuoco, Natsu».
Il Dragon Slayer rabbrividì di piacere. Non lo avrebbe mai confessato, ma Lucy che diceva “Sono tutta un fuoco” popolava i suoi sogni erotici ormai da tempo. E finalmente non era più solo una mera fantasia, ma la pura realtà.





#02. Gray/Juvia

Gray non ricordava esattamente in che modo Juvia lo avesse convinto ad uscire con lei [«Gray-sama e Juvia hanno un appuntamento, Juvia é così felice!»]. Anzi, si era perfino chiesto se per caso l’Ameonna non gli avesse rifilato qualche nuova pozione d’amore. Sì, doveva essere andata per forza così, non c’era nessun’altra spiegazione plausibile. Sarebbe stato troppo imbarazzante, per lui, ammettere che Juvia cominciava a piacergli più di quanto avesse mai pensato.
Fatto sta che quella sera, dopo una bella cenetta fuori, si erano concessi anche una passeggiata lungo la riva del fiume al chiaro di luna.
«Grazie per la serata, Gray-sama. Juvia si é divertita molto», concluse la ragazza, rossa in volto per l’emozione, quando a fine serata Gray la riportò a Fairy Hills. In quel momento erano davanti alla porta della stanza di Juvia, l’uno di fronte all’altro.
«Anch’io sono stato bene», rispose lui con un sorriso, sperando di non essersi sbilanciato troppo. «Buonanotte». La guardò un’ultima volta e gli parve di vederla in attesa di qualcosa, ma non vi badò oltre, temendo potesse trattarsi della stessa cosa che anche lui in cuor suo desiderava da un po’ di tempo. Si voltò e fece per allontanarsi, quando si sentì tirare per la manica della giacca. Voltandosi, si specchiò negli occhi lucidi di Juvia che sembravano implorarlo di restare. «U-un bacio». Era stato poco più di un sussurro.
Gray sgranò impercettibilmente gli occhi. «Cosa?».
«Un bacio», ripetè la ragazza con più convinzione. «Juvia sarebbe felicissima se Gray-sama le concedesse un bacetto piccolo piccolo», e a quel punto mimò con l’indice e il pollice una quantità invisibile per enfatizzare il concetto.
Gray sorrise intenerito. Forse, per una volta, avrebbe potuto mettere da parte l’orgoglio e seguire il suo cuore.
«Va bene». Senza darle il tempo di capire, si chinò su di lei e sfiorò lievemente le sue labbra. Erano morbide e dolci, come aveva immaginato.
Quando si staccò, l’Ameonna lo fissava ad occhi spalancati, rossa in volto. «G-Gray-sama». A quel punto Juvia lo afferrò per il colletto della camicia e se lo tirò addosso, premendo le labbra sulle sue e imprimendo in quel bacio tutta la passione di cui era capace. Gray, allibito per l’intraprendenza della ragazza, rimase inizialmente immobile, poi quel bacio cominciò a coinvolgerlo parecchio e allora avvolse le proprie braccia intorno alla vita della ragazza. Stretti l’uno all’altro, entrarono nella stanza e si chiusero la porta alle spalle con un sonoro calcio.
«Gray-sama, ma allora tu...». Gray le tappò la bocca con un nuovo bacio perché la verità era che non conosceva nemmeno lui la risposta alla domanda che Juvia avrebbe voluto porgli. Juvia era bella, forte, dolce, forse un po’ troppo appiccicosa, ma gli piaceva comunque, benché non fosse sicuro di esserne innamorato. «Non ora, Juvia, ci penseremo domani. Godiamoci questo momento».
Juvia annuì con un sorriso imbarazzato. Ripresero a baciarsi, finendo sul letto della ragazza, l’uno sopra l’altro. Gray si impose di non toccare dove non gli era ancora permesso e tutto sembrò andare nel verso giusto, finché Juvia non si staccò da lui con il volto rossissimo, spingendolo via e borbottando parole sconnesse. «Ho forse fatto qualcosa che non va, Juvia?», le chiese Gray preoccupato.
La ragazza si torturava le mani e teneva lo sguardo rivolto verso terra. «É solo che... insomma... è solo la nostra prima serata insieme e Juvia non si sente ancora pronta per... per.. quel passo importante». Gray si grattò la testa perplesso. Eppure non l’aveva toccata in nessun punto proibito, non le aveva nemmeno fatto capire di avere intenzioni che andassero oltre i baci. «Juvia, perché dici questo? Ci stavamo solo baciando».
«Ma i tuoi vestiti...», disse la ragazza, indicando un ammasso di roba sul pavimento.
Gray constatò con orrore che quei vestiti gli appartenevano.
Ma quando diamine si era spogliato?! Nemmeno se ne ricordava! Aah, quel maledetto vizio...
«Scusami, non me ne ero accorto. Non voglio costringerti a fare nulla. Ci sarà tempo per quello».
Juvia sorrise con gli occhi baluginanti di speranza.
«Questo vuol dire che Juvia ha una possibilità con Gray-sama? ...Che Gray-sama vuole stare con lei come una coppia vera?».
«Juvia, ecco, io... tu mi piaci... forse...».
«GRAY-SAMA!».
Juvia gli saltò di nuovo al collo tempestandogli il viso di baci.
Gray sospirò. Ormai la frittata era fatta, ma la cosa più assurda era che non gli dispiaceva per nulla.


 


#03. Gajeel/Levy

«Questo è per te».
Levy allungò le mani e Gajeel vi posò una mezzaluna di ferro, leggera e scintillante.
«Visto che ti piacciono tanto le fascette per capelli, ma in battaglia si rovinano sempre, ho pensato che questa qui di ferro sarebbe stata l’ideale. L’ho fatta io. Non avevo niente di meglio da fare, ecco». Detto ciò, Gajeel spostò lo sguardo di lato, imbarazzato, e Levy sorrise intenerita.
Era la prima volta che lui le faceva un regalo. Le parve estremamente dolce e romantico, nonostante il Dragon Slayer non fosse nemmeno lontanamente quel tipo di ragazzo. «Grazie, Gajeel».
Levy non seppe perché lo fece. Forse perché Gajeel l’aveva protetta così tante volte che ormai ne aveva perso il conto, forse perché aveva sempre creduto in lei e nelle sue capacità, forse perché sapere che il Dragon Slayer abbandonava quella sua dura corazza di ferro solo in sua presenza, le faceva sperare che ricambiasse in qualche modo i suoi sentimenti. Poggiò i palmi delle mani sul petto ampio di Gajeel, si sollevò sulle punte dei piedi e si spinse più in alto possibile. Quando arrivò a sfiorargli il mento con i capelli, Levy sollevò lo sguardo: gli occhi rossi di Gajeel la fissavano severi dall’alto. «Cosa stai cercando di fare, piccoletta?».
Levy sentì l’atmosfera dolce e romantica sgretolarsi all’istante. «Cerco di baciarti, baka no Gajeel!», esclamò con cipiglio offeso, i pugnetti stretti lungo i fianchi. «Potresti per favore piegarti un po’, visto che sono bassa e non ti raggiungo?».
Gajeel ghignò malizioso. «E se non volessi?».
Levy si infervorò ancora di più. «Aah sei il solito idiota, non ti sopporto quando fai così!».
Abbassò lo sguardo, sentendo gli occhi lucidi. Odiava essere presa in giro per la sua altezza. Gajeel lo faceva spesso, seppur scherzosamente, ma mai Levy aveva provato così tanta delusione come in quel momento. Lentamente affiorò il sospetto che lui non volesse baciarla, che non ricambiasse nemmeno un po’ i suoi sentimenti come aveva invece creduto di capire.
Le sue elucubrazioni mentali andarono a farsi benedire nel momento in cui sentì venir meno il contatto con il suolo. Gajeel l’aveva afferrata per la vita e sollevata in aria, così da poterla baciare come aveva tanto desiderato. Levy si sciolse all’istante e rispose con foga al bacio mentre gli posava le mani sul viso, accarezzando la pelle puntellata di piercing. Pensò stupidamente che da quella posizione sembrava lei la più alta e le venne quasi da ridacchiare contro la bocca di Gajeel, ma un pensiero improvviso le fece sgranare gli occhi dallo stupore.
Se Gajeel si fosse abbassato verso di lei, non avrebbe fatto altro che sottolineare quanto fosse piccola, invece aveva fatto in modo che potessero baciarsi senza farle pesare in alcun modo il problema della statura. Che poi un problema non sarebbe stato più, se Gajeel avesse continuato a sollevarla e stringerla in quel modo che le faceva scoppiare il cuore nel petto.












Note dell'autrice:
Prima fanfiction in questo fandom ♥ Dovrei aggiornare tutte le mie storie in corso, ma Fairy Tail mi sta prendendo troppo e non potevo non scrivere qualcosa sulle mie coppie preferite.
Spero che la storia vi piaccia, critiche e consigli sono sempre ben accetti. Grazie a chi leggerà e vorrà commentare.

Soly Dea
  
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