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Autore: Lady Atena    10/06/2015    0 recensioni
Tony è riuscito a ritrovare Bruce, conducendolo di nuovo a casa.
Ora, però, sta a Natasha riuscire a fare in modo che Banner ritrovi se stesso.
Post The avengers; age of Ultron. Possibili SPOILER di Captain America; civil war.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Bruce Banner/Hulk, Natasha Romanoff/Vedova Nera, Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man, Un po' tutti
Note: Movieverse, OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'Frammenti d'Avengers.'
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Ad Alley, senza cui non avrei mai shippato la BruceTasha
A Claudia, da cui è venuta l'idea per tutto
Ed anche a quei figli di puttana che pensano di poter fare la Civil War

Natasha si fermò davanti all’uscio metallico, tirò fuori dalla tasca il tesserino e lo avvicinò all’identificatore. La porta emise un bip e si aprì, Natasha ripose il tesserino in tasca e guardò le scale illuminarsi. Le scese, tenendosi al corrimano. Intravide la figura di Tony in piedi davanti ad un cilindro.
“… così, amico mio, dovresti sapere che non puoi nasconderti dalle mie tecnologie con le mie tecnologie”.
Natasha scese l’ultimo gradino, sorrise.
“Si stava di nuovo vantando?” domandò.
Bruce alzò il capo, annuì sedendosi sulla sedia davanti a Tony con la schiena curva.
“Non fa altro” disse.
Tony aggrottò la fronte, arricciò il naso e spense gli schermi.
“Ti tengo compagnia”.
Bruce allargò le braccia, le unì e scosse il capo sospirando.
“Tony, stavo cercando di rifuggiarmi nello spazio aperto. Non voglio compagnia”.
Natasha si accostò a Tony, si chinò poggiando una mano sul vetro.
“Sai che ha ragione lui”.
Tony allargò le braccia, sogghignò.
“Visto?”.
Bruce scosse il capo alzandosi di scatto, diede le spalle ai due guardando il proprio letto sfatto e sospirò passandosi la mano tra i capelli.
“Ho perso il controllo, Natasha”, si voltò, “e sta volta non basta una ninna nanna a farmelo recuperare”.
Tony gesticolò camminando avanti e indietro davanti al cilindro.
“Abbiamo Veronica per questo”.
Natasha si rizzò, si poggiò contro il vetro addolcendo lo sguardo.
“E la ninna nanna ha sempre fatto il suo dovere”.
Bruce si avvicinò a lei, poggiò la fronte contro il vetro.
“Non esiste posto, al mondo, in cui io non sia una minaccia”.
Natasha lo guardò, strinse le labbra fino a farle sbiancare.
“Non lo sei accanto a noi”, alzò lo sguardo, “accanto a me”.
Bruce sospirò, si allontanò e schiacciò un pulsante. Il vibranio ricoprì la parte interna del vetro, scattò un allarme indicando presenza di elettricità. Tony si avvicinò a Natasha, incrociò le braccia al petto e arricciò il naso.
“Ci hai provato” disse.
Natasha chiuse gli occhi, deglutì e si rizzò.
“Perché l’hai aiutato a costruire questa gabbia?” chiese.
Tony alzò le mani, fece un passo indietro.
“Ehi, non guardare me. Quando si è rimesso dalla vacanza alle Fuji mi ha chiesto se poteva venire a vivere a New York. Io ero con Pepper a casa nostra, mentre lui faceva tutto questo”.
Indicò la gabbia, scosse il capo spostando il peso da un piede all’altro ed ondeggiò il capo.
“Sono quasi tre settimane che non esce. Ha accettato di mangiare solo per timore che la fame scatenasse Hulk!”.
Natasha annuì, si tolse una ciocca di capelli dalla fronte e raggiunse le scale.
“Ti dispiace se torno domani?” chiese.
Tony l’affiancò, percorrendo la rampa insieme a lei, sospirò passandosi la mano tra i capelli.
“No, certo che no. Forse sei più brava di me a farlo ragionare”.
Natasha voltò il capo verso il cilindro, deglutì e uscì dalla porta.
“Non mi sembra proprio”.
Tony espirò pesantemente, chiuse la porta con la tessera e infilò le mani in tasca.
“Vuoi rimanere? C’è una postazione per dormire, giù. Alcune volte lo faccio io, ma te la cedo volentieri”.
Natasha scosse il capo, sorrise.
“Ora non essere troppo gentile” scherzò.
Tony arricciò il labbro corrucciando le sopracciglia.
“Per tua norma e regola, io sono sempre troppo gentile” ribatté.
Natasha roteò gli occhi avanzando nell’atrio.
“Devo tornare al centro. A breve partiremo per una missione di ricognizione, e i bambini hanno bisogno di una supervisione”.
Tony annuì, si fermò vicino alla porta di casa.
“Saluta Cap e Rhodey da parte mia”.
Natasha si voltò, prese il casco da sotto il sedile della moto e sorrise.
“Potresti venire tu. Sono certa che a Steve piacerebbe”.
Tony indicò l’interno, alzò le spalle.
“Devo lavorare. E non solo con Banner”.
Natasha infilò il casco, lo allacciò e lo guardò negli occhi.
“Tutto bene?”.
Tony ricambiò lo sguardo, sorrise.
“Politici che fanno pressioni per avere Hulk, vivo o morto. Non preoccuparti, non consegnerò il tuo ragazzo”.
Natasha sospirò, mordendosi il labbro.
“Mi preoccupa che si consegni lui da solo”.
Tony allargò le braccia, ghignò.
“E cosa starei controllando, se non questo?”.
Natasha annuì, salì sulla moto e partì, sparendo dalla vista di Tony.
  
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