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Autore: Defective Queen    09/01/2009    4 recensioni
«Da cosa stiamo scappando?»
«Dal passato.»
«Non lo ricordo il mio passato.»
«Ma lui ricorda te. Ed è abbastanza forte da trascinarti indietro.»
Genere: Malinconico, Mistero, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The Forgotten Sunset



Lei era intrappolata nella sua stessa mente.
Qualsiasi suo pensiero non era frutto della sua volontà, ma di un semplice condizionamento.

Lui era nato prigioniero dei pregiudizi altrui.
Il suo comportamento spensierato contrastava diametralmente con l'amarezza radicata nella sua anima.

Lei aveva degli occhi freddi, freddi come il ghiaccio, incapaci di esprimere nessuna emozione.

Lui aveva degli occhi caldi e profondi, nei quali si riflettevano gli spettri delle sue bugie.

Lei viveva in una casa vuota, dove un tempo le risate erano riecheggiate per gli ampi corridoi.

Lui viveva in una casa affollata, dove il chiasso e le chiacchiere coprivano le urla della sua coscienza.

Lei era leggiadra come una libellula, quando si muoveva a tempo di musica.

Lui non aveva mai saputo ballare, ma per lo meno ci provava.

Lei non sorrideva mai, perché non ne sentiva assolutamente l'impulso.

Lui rideva un po' troppo, perché così era più facile camuffare i problemi.

Lei odiava la propria immagine nello specchio, perché la disgustava la persona riflessa.

Lui odiava la propria immagine riflessa nello specchio, perché quel viso era sempre un po' troppo paffuto.

Lei era ammirata dagli altri, ma restava ben lontana dalla loro comprensione.

Lui era adorato dagli altri, perché si dimostrava sempre fin troppo prevedibile e rassicurante.

Lei, nel bene o nel male, aveva solo lui.

Lui, tralasciando le apparenze, aveva solo lei.

Quel giorno andarono entrambi alla ricerca del sole.
Lungo una strada deserta e piena di buche due biciclette sfrecciarono veloci sull'asfalto.
Per la prima volta Lui udì la risata cristallina di Lei.
Le loro mani si toccarono e si unirono in una forte stretta.

"Chiudi gli occhi", disse Lui.

"Ma sei pazzo?!"

Lui sorrise, sapendo di non dover insistere ulteriormente, mentre la ragazza socchiudeva le palpebre. Fece lo stesso.

Lei allora lo vide.

Un rosso tramonto si stagliava di fronte a loro.

Un tramonto che nessun altro in quella notte scura come l'oblio avrebbe mai visto.

"Chi sei?"

"Non lo so"

Le sembrò una risposta ragionevole.

"Perché siamo qui?"

"Perché dobbiamo arrivare alla fine di questa strada."

"Non ricordo più da quanto tempo stiamo pedalando", obiettò Lei, "Sicuro che esista davvero una fine per questo sentiero?"
Lui non le rispose. Era un'altra delle cose di cui non gli era dato sapere.

Le loro gambe continuarono a riprodurre un movimento meccanico. Le loro mani continuarono a restare intrecciate.

Senza che i due si preoccupassero di tener fermo il manubrio, le due biciclette proseguivano la loro corsa perfettamente allineate.

"Non voglio più andare avanti. Il sole sembra così vicino da volerci inghiottire."

"Ti inghiottirà in ogni caso", obiettò Lui, "E' l'unico modo perché tutto questo possa finire."

"Non voglio che tutto finisca!", protestò Lei.

"E' necessario che le cose abbiano un termine per poi poter ricominciare. Se non lo facciamo resteremo intrappolati qui."

"Da cosa stiamo scappando?"

"Dal passato."

"Non lo ricordo il mio passato."

"Ma lui ricorda te. Ed è abbastanza forte da trascinarti indietro."

Lei pensò che non avrebbe mai lasciato andare quella mano protesa verso di sé.
Era l'unico appiglio che possedeva in quel luogo sconosciuto.
Nessuno sarebbe riuscito a scalfire la sua fermezza, né la sua presa.
Tenne strette le sue dita, accogliendo trepidante il calore che le trasmettevano.

Era sola. Stava per essere lasciata ancora una volta sola.
Non avrebbe mai capito il perchè, però sembrava esserne certa.

"Promettimi solo una cosa."

Era impossibile capire chi dei due fosse stato a parlare.
In quell'enorme alone luminoso, le due minuscole ombre sembravano completamente risucchiate dall'intenso calore della palla di fuoco estesa all'orizzonte.
Persino l'aria si era fatta rarefatta e pesante.

Le loro parole erano confuse, ma dicevano pressochè la stessa cosa.

"Anche quando tutto giungerà al termine, e di me e te non resterà nient'altro che una memoria confusa…per favore, ricordati di me.
Ricorda questo sole verso il quale siamo andati a morire.
Ricorda la mia mano ruvida sotto la tua.
Aggrappati a quei momenti in cui i tuoi sbagli ti sono sembrati trascurabili e hai potuto sorridere come hai fatto ora.
Stringi al petto il momento in cui, sentendo la risata di un bambino, hai pensato che il mondo potesse essere un posto bellissimo.
Imprimi nella tua mente tutte quelle sensazioni che hai sempre avvertito come le più familiari: come il profumo di tua madre o l'effetto che fa ritrovarsi svegli nel cuore della notte, quando la città appare un grande mostro addormentato.
Ricerca dentro di te gli attimi più belli di tutta la tua vita e racchiudili in un posto dove nessuno potrà mai arrivare.
Come fotogrammi, disponili l'uno dopo l'altro, e giurami che anche io sarò là."

Rinsaldarono quel patto, tante, tante volte. Ripetutamente.

Promisero di ricordare sempre l'altro, qualsiasi cosa fosse accaduta. Malgrado non conoscessero nemmeno i propri nomi.

Fino a quando non fossero giunti al termine di quel tracciato.

Per l'eternità.

Quando riaprì le sue palpebre, il suo cuscino era bagnato di lacrime.
Sentiva di aver perso qualcosa.
Tutti i suoi ricordi e i suoi pensieri sembravano essere precipitati in un baratro.
Lo avvertiva come un vuoto nel profondo dell'anima che straziava il suo respiro accellerato.
Non riusciva a spiegarsene il motivo, però. Nonostante cercasse di sforzarsi per richiamare alla mente quella visione onirica, nulla emergeva dall'abisso nato nel suo petto.
"Probabilmente è stato solo un altro strano sogno", si disse.
Non era una novità.
Si riasciugò con rassegnazione gli occhi umidi e si preparò ad affrontare una nuova giornata.


Avevano dimenticato.
Eppure una parte di loro, inconsciamente, ricordava ancora e urlava forte per farsi sentire.
Ma non abbastanza.



***


Per coloro che non c’hanno capito niente, confermo che non ci sia molto da capire XD.
Se devo essere sincera questo piccolo estratto proviene da una cosa ben più grossa che ho in mente, ma al tempo stesso ha poco a che fare con tutto il resto...
In alternativa prendetelo per quello che effettivamente è: un puro e semplice esperimento stilistico.
Enjoy!
   
 
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