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Autore: Aika Morgan    10/06/2015    4 recensioni
I suoi occhi. La sua espressione.
I ricordi che appartengono ad un tempo che Rin non è certo di aver veramente vissuto.
Il ragazzo che gli si para improvvisamente di fronte ha l'aria sgomenta e si tiene la spalla con una mano. Lo guarda con tristezza e Rin vorrebbe dirgli mi dispiace, anche se non ha idea di cosa dovrebbe esattamente essere dispiaciuto.
- Cosa vedi?
- No, nulla, non...
Se glielo dicesse, lo prenderebbe per pazzo. Se gli dicesse che adesso nella stanza non sono da soli e che c'è quel ragazzo, lo stesso che tormenta i suoi sogni e che adesso sta urlando per il dolore, nessuno gli crederebbe. E adesso quel dolore torna di nuovo a tormentarlo, e Rin ne è certo, non è nella sua testa, è la spalla che fa male in un modo atroce come se fosse...

Sense8!AU - NO SPOILER
NB la trama è perfettamente comprensibile anche senza la visione del suddetto telefilm, che io comunque vi consiglio caldamente.
Genere: Angst, Introspettivo, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Rin Matsuoka, Sosuke Yamazaki
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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I am also a We.

 

[a Giulia e Robs. E al fandom che esplode simultaneamente.]

 

[Sense8!AU NO SPOILER - comprensibile anche senza aver visto il telefilm]


 

Iwatobi, primavera 2013


 

- È tutto a posto, Rin. Non c'è nulla di rotto.

- Ne è davvero sicuro, dottore?

Rin indossò la maglietta e si massaggiò la spalla. Effettivamente in quel momento non provava alcun dolore, come se nulla fosse mai successo. Eppure c'erano giorni che le fitte si facevano insopportabili, soprattutto quando nuotava, tanto che era costretto a sospendere l'allenamento per qualche giorno.

- Sicurissimo, guarda tu stesso. - replicò l'uomo che gli stava davanti, mostrandogli le radiografie appena effettuate. Rin non se ne intendeva molto di anatomia, ma effettivamente sembrava che le ossa fossero tutte al loro posto e che non ci fossero slogature o cose del genere.

- Mh.

- A volte il dolore è solo dentro la tua testa, Rin. Magari sei solo stanco e il tuo cervello ti dice in questo modo che hai bisogno di riposare.

- Non è possibile, io... Il dolore che provo quando mi alleno troppo è diverso, questo è... è come se si spezzasse qualcosa, proprio non capisco. E non passa e non... non lo so. Poi ho anche queste emicranie improvvise e vedo...

I suoi occhi. La sua espressione.

I ricordi che appartengono ad un tempo che Rin non è certo di aver veramente vissuto.

Il ragazzo che gli si para improvvisamente di fronte ha l'aria sgomenta e si tiene la spalla con una mano. Lo guarda con tristezza e Rin vorrebbe dirgli mi dispiace, anche se non ha idea di cosa dovrebbe esattamente essere dispiaciuto.

- Cosa vedi?

- No, nulla, non...

Se glielo dicesse, lo prenderebbe per pazzo. Se gli dicesse che adesso nella stanza non sono da soli e che c'è quel ragazzo, lo stesso che tormenta i suoi sogni e che adesso sta urlando per il dolore, nessuno gli crederebbe. E adesso quel dolore torna di nuovo a tormentarlo, e Rin ne è certo, non è nella sua testa, è la spalla che fa male in un modo atroce come se fosse...

 

***

 

Tokyo, nello stesso momento di una vita diversa.

 

Ragazzo mio, non ho affatto buone notizie: la spalla è gravemente compromessa, avresti dovuto rallentare con gli allenamenti mesi fa, quando sono iniziati i primi dolori.

Che vuol dire, dottore? – Sousuke lo guarda con aria preoccupata.

Quel che ho detto, ragazzo: purtroppo la tua spalla non è una condizione tale da permetterti di gareggiare.

D'accordo, salterò la gara, non è un problema. E seguirò la terapia, glielo prometto. – Sousuke fa un sorriso stentato: l'idea di saltare la gara proprio non gli piace, ma è un piccolo sacrificio per riposare la spalla che da giorni non smette di fargli male.

No, forse non sono stato chiaro, Sousuke: hai compromesso la spalla ad un punto tale che dovrai smettere di allenarti e non potrai gareggiare per molto tempo.

Quanto tempo? Quanto?

Adesso capisce.

E le parole che il dottore sta per pronunciare non vuole sentirle, perché segneranno la sua condanna.

Per sempre.

Ammutolisce quando l'uomo conferma il più fosco dei suoi pensieri e resta a guardare il vuoto per qualche minuto.

Ma a volte il dolore passa per giorni interi e riesco a nuotare senza problemi... – balbetta – perché non proviamo con la terapia? La prego, per favore...

Il fatto che il dolore passi per qualche tempo non è abbastanza per permetterti di continuare mi dispiace.

Ma... Ci deve essere una spiegazione per... per quello che sento, per quello che...

Vedo.

Vorrebbe vederlo adesso, com'è già accaduto più volte, quella visione che è più di una visione, che è la concretezza di un corpo che nessuno vede tranne lui, la risata di chi è sicuro di sé e sa come ottenere quello che vuole e sa dargli sollievo. Gli va bene anche l'idea di avere a che fare con quella potente emicrania che lo coglie ogni volta che quello sconosciuto – che forse sconosciuto non è, che appartiene a dei ricordi che Sousuke non sa di avere – entra a prepotenza nei suoi sogni e nella sua vita.

Mi dispiace.

Lo sente nella sua testa, quelle due parole rimbombano nella sua mente e fanno male, prendono consistenza e forma e vita.

Chi sei? Esisti in qualche parte del mondo o sei solo frutto della mia immaginazione? Cosa sei?

Poi lo vede nuotare e, istintivamente, lo odia, perché lui può farlo senza problemi, perché è veloce almeno quanto lui e non è giusto che non possano sfidarsi e trovarsi faccia a faccia prima o poi.

Mi dispiace, non capisco perché, ma mi dispiace.

Ti vedo. Non so chi sei o quanto tu sia reale, ma sento il tuo dolore.

Mi dispiace.

Il dolore svanisce per qualche attimo, quando la visione poggia la mano sulla sua spalla, come se quel semplice contatto potesse guarirlo o farlo stare meglio.

È nella tua testa, Sousuke. Le radiografie parlano chiaro.

Non si è mai sentito solo come in quel momento, Sousuke, abbandonato ad un sogno in frantumi e a dei frammenti senza senso che si susseguono nella sua mente. E se solo potesse avere la conferma di non essere pazzo, che ci sia del vero in ciò che prova, andrebbe in capo al mondo pur di trovare quel ragazzo.

Aiutami.

Lo so che puoi aiutarmi, ti prego.

Con te posso farcela, lo so.

Aiutami e dimmi dove sei, come posso trovarti.

Perché lui esiste, e Sousuke crede di conoscerne anche il nome. Lo associa ai petali di ciliegio e alla brezza primaverile, per qualche strana ragione.

L'emicrania scompare e Sousuke si ritrova di nuovo solo, nello studio del dottore che lo fissa con aria preoccupata.

Tutto bene?

Sì, più o meno.

Si alza, saluta l'uomo e va via come immerso in un sogno, camminando per le strade della città senza una vera e propria meta e non riesce a smettere di pensare a quel mi dispiace che ha sentito forte e chiaro dentro di sé.

Prima o poi riuscirò a trovarti e a capire chi sei. E tornerò a nuotare, perché so che per te è importante, che per noi è importante, e quello che dicono gli altri non mi spaventa.

Tornerò a nuotare e ti sfiderò.

Perché solo in quel modo avrò la certezza che sei reale e che non appartieni al più oscuro dei miei sogni.

 

______________

 

La cosa più esilarante di tutto quel che avete letto è il fatto che sia stata scritta in un momento nel quale si supponeva io dovessi lavorare.
Ma siccome il mio lavoro consiste nello spiegare al mondo cos'è il
fandom e perché è una cosa bellissima... beh, una fanfiction non è forse la dimostrazione dell'amore che un fan ha per le cose per ama?

Sì, sto tentando di giustificarmi e convincermi che non è stata una cattiva idea passare un'ora del mio tempo a produrre questa storia, che altro non è che un delirio derivante dalla visione dei primi due episodi del bellissimo telefilm Sense8. Sostanzialmente ho preso in prestito solo l'idea che al mondo esistano soggetti connessi empaticamente al punto da "vivere" e provare inspiegabilmente pezzi di vita altrui. Non penso sia particolarmente spoiler come cosa, anche perché appunto, ho visto solo due episodi perché devo lavorare altrimenti mi sarei già sciroppata tutta la serie.

Da come è impostata, questa one-shot sembra il prologo di una long e davvero, non mi è nemmeno tanto difficile provare a plottare un seguito. Solo che, al momento e per molto molto tempo, non penso di voler continuare, per cui prendetela come una storia completa a finale aperto. Se poi qualcuno vuole che gli ceda il plot e vuole continuare a scrivere è il benvenuto, anche perché io amerei sapere come vanno avanti le cose.

Per il titolo si ringrazia sempre Sense8 e il titolo del suo secondo episodio.

Spero che questa storia vi sia piaciuta, andate a vedervi Sense8, giuro che non ve ne pentirete u__ù

Un bacio,

Aika.


 


 

   
 
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