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Autore: Bei e Feng    10/06/2015    3 recensioni
[...] - Oh, Squ-chan, sapessi - rispose Lussuria, felice. - Ho trovato un sito veramente interessante... -
- Sito? - ripeté Squalo, confuso.
- Sì, si chiama Facebook. -
[...] - Non dirmi che ti sei iscritto! -
- Ovviamente! [...] Tu sei iscritto? -
- Mi credi un idiota??? Certo che no! Io sono un assassino professionista, non un adolescente che ha tempo da perdere!... Ora sei vuoi scusarmi, ho altro da fare. -
[...]
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Belphegor, Fran, Lussuria, Superbi Squalo, Xanxus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il grande social network Facebook, sebbene ormai non così popolare come un tempo, continua a creare un sacco di guai nella vita reale, figuriamoci cosa può combinare in casa Varia... XD
Ff la cui idea è stata interamente di Feng. Bei ci ha solo messo le parole e le gag. Speriamo non vi risulti troppo demenziale. ^^
Lo spunto? Uno dei petulanti amici di fb di Bei che la invita costantemente a giocare a giochi di cui a lei, modestamente, non frega niente.
Fateci sapere cosa ne pensate!
Buona lettura. :)



- IO HO FAMEEE!!! - un piatto volò dalla mano di Xanxus sulla testa di Squalo, seduto di fronte a lui dalla parte opposta del tavolo.
- VOOOI! Stupido boss! - urlò lo spadaccino, dopo essersi ripreso dall'urto con il piatto. - È forse colpa mia se il pervertito non ha cucinato ancora niente??? -
- Il pranzo del principe è in ritardo. - si lamentò Bel, stravaccato sulla sua sedia alla destra di Squalo.
 - Chissà come mai, sempai, - intervenne Fran, di fronte a Belphegor, atono. -  Invece le sue inutili affermazioni sono sempre in orario. -
Un coltello argentato non tardò a raggiungere il cappello dell'illusionista.
- Ehi, tu. - disse Squalo, rivolto a Levi. - Va'a chiamare quel deficiente. -
Riluttante, Levi abbandonò il suo sgabello zoppo alla destra del boss e salì al piano superiore.
- Lussuria, scendi subito in cucina! - urlò Levi.
- Arrivo, tesoro! - rispose la voce dall'interno della camera del Guardiano del Sole.
- Hai detto lo stesso venti minuti fa! -
- Ancora un paio di minuti!... -
- Ma lo sai che ore sono??? -
Ci fu un attimo di silenzio.
- Oh, Santo Cielo! - esclamò allora Luss, spalancando la porta. - Devo ancora preparare il pranzo! -

- Lussuria, ma si può sapere cosa stavi facendo? - chiese Squalo, seduto al tavolo della cucina, mentre Luss trafficava con i fornelli.
- Oh, Squ-chan, sapessi - rispose il Varia, felice. - Ho trovato un sito veramente interessante... -
- Sito? - ripeté Squalo, confuso.
- Sì, si chiama Facebook. -
- Facebook!? E che ci dovresti fare con Facebook, tu? -
- Lo conosci? -
- Certo che sì... Non dirmi che ti sei iscritto! -
- Ovviamente! E sai quanti amici ho trovato?... Dovresti proprio conoscerli! -
- Ma anche no! -
- Tu sei iscritto? -
- Mi credi un idiota??? Certo che no! Io sono un assassino professionista, non un adolescente che ha tempo da perdere!... Ora, sei vuoi scusarmi, ho altro da fare. - e si alzò, uscendo dalla cucina.

Ariva ti ha inviato un messaggio.
La scritta comparve sullo schermo del portatile di Squalo accompagnata dal caratteristico suono delle chat di Facebook.
Quando lo spadaccino aprì la finestra e cliccò sul nome della sua interlocutrice, lì comparve la sua lunga chiacchierata con Ariva Russilau, che durava da una mesata, ormai.
Squalo l'aveva conosciuta per caso: era stata lei, infatti, ad avergli inviato una richiesta d'amicizia, e lui l'aveva accettata quasi senza pensarci. Infatti, dalle foto risultava una bellissima donna: la carnagione da mulatta, il volto regolare, una dentatura perfetta, circondata da due labbra carnose e rosee, gli occhi verdi e magnetici, le sopracciglia sottili e proporzionate; il tutto incorniciato da una cascata di capelli mossi color cioccolato fondente che, seguendo un'acconciatura molto elaborata, le ricadevano in parte sul lato sinistro del volto.
Ed era stata sempre lei a rivolgergli la parola: si era presentata dicendo di essere brasiliana, ma di vivere da tempo immemorabile a Milano, di essere vedova di un famoso stilista di moda (che solo Lussuria sembrava conoscere), e abbastanza ricca dell'eredità del marito da poter vivere di rendita e fare la casalinga. Un bel partito, insomma. L'unica pecca? Aveva due figli.
'Com'è che non ti sei connesso ieri?' diceva il messaggio, inviato poche ore prima.
'Ho avuto un po'da fare: il mio lavoro mi tiene spesso impegnato fuori fino a tardi, te l'ho detto.' scrisse lui, aggiungendo: 'Mi dispiace di averti fatto preoccupare. Stasera però sono libero. ;) Alle 18, come al solito.'
Squalo sospirò, sfogliando le foto di Ariva. Era una ragazza fantastica: amante della musica, dello stile e dell'arma bianca, perciò Superbi non aveva tardato a trovare un punto d'accordo con lei. Peccato che certe volte fosse un po'pretenziosa.
"Non avendo niente da fare, ovviamente, pretende che tutti facciano quello che vuole lei, quando lo vuole lei." pensò Squalo, uscendo dal sito.
- FECCIA!!! VOGLIO LA TEQUILA NEL MIO UFFICIO!!! -
"E chissà perché, i tipi così capitano tutti a me!" imprecò, spegnendo il computer, e uscendo poi in corridoio, brontolando contro il suo capo.

La porta dello studio di Xanxus, dove il boss si era ritirato pochi minuti prima, si aprì con un calcio che per poco non la scardinò.
- VOOOI!!! Stupido boss, ecco la tequila! - annunciò Squalo, lasciando senza troppi complimenti il vassoio con la bottiglia di alcol e un bicchiere sulla scrivania del suo capo, e facendo per andarsene.
- E i cubetti di ghiaccio? - chiese Xanxus, ad alta voce, distogliendo lo sguardo dallo schermo del telefono e posando i suoi occhi infuocati sul suo vice.
- Tu non ce lo hai mai voluto il ghiaccio! - gli urlò di rimando Squalo.
- Adesso ce lo voglio! Quindi vallo a prendere! - rispose il boss, lanciandogli addosso il bicchiere e colpendo Superbi in piena fronte.
Squalo uscì borbottando e sbattendo la porta dietro di sé. Non appena sentì i suoi passi allontanarsi dalla stanza, Xanxus lanciò un'altra occhiata allo schermo del cellulare rivestito con una custodia protettiva di gomma (idea di Luss, per evitare che, in un impeto di ira, il boss, scagliando il cellulare contro Squalo, distruggesse il suo vice e anche il suo telefono).
Narj ti ha inviato un messaggio. Xanxus aprì la chat.
'Davvero interessante: un uomo distinto come lei che adora l'alcol...' aveva scritto lei. 'Questo non me lo sarei mai aspettata.'
'E io non mi sarei ma aspettato che una donna così raffinata come lei andasse matta per le bistecche al sangue...'
Narj A'Ruf, cantante albanese di recente trasferitasi in Francia e residente a Parigi. Quando Xanxus, vagando tra i vari volti delle 'persone che potresti conoscere' di Facebook, aveva visto lei, così intrigante, trasgressiva, e allo stesso tempo ammirevole, ma soprattutto amante delle bistecche, non aveva perso tempo a contattarla. E anche lei era rimasta sorpresa, dopo una settimana di chat, di aver conosciuto un tipo tanto simile a lei.

Intanto, al piano di sotto...
- Ehi, pervertito, dov'è il ghiaccio? - la porta della cucina si spalancò e Squalo fece il suo ingresso nella stanza.
- Ma Squ-chan, è pronto il pranzo. - rispose Lussuria, rovesciando la pasta nei piatti dei suoi bambini.
- Ti ho chiesto dov'è il ghiaccio, non quando si mangia! - insistette Superbi, irritato.
- E va bene, Squ! Il ghiaccio ce l'ha Fran, contento? - rispose Luss, irritato anche lui. - E chiama anche gli altri: ho detto che è pronto il pranzo! -
Ma Squalo era già uscito.

- Fran! Apri la porta! - ordinò Squalo, bussando alla porta del nuovo membro del gruppo.
Della musica francese ad alto volume proveniva dall'interno della stanza.
- Fran!!! - Squalo alzò il volume della voce. - Ti ho detto di aprire la porta! -
Il volume della musica si alzò. E il ragazzo non si disturbò per aprire la porta.
- Dannato poppante!... - Squalo buttò giù la porta, facendo irruzione nella stanza al grido di battaglia di 'VOOOI!!!'.
Fran, seduto sul letto con il suo portatile sulle ginocchia, allungò una mano sullo stereo posto su una mensola sopra di lui e spense la musica.
- Capitano, se non avesse alzato la voce, mi avrebbe sentito dire che la porta era aperta. - disse il ragazzo, atono, alzando i suoi occhi inespressivi sul volto infuriato dello spadaccino. - E che non c'era bisogno di buttare giù la porta. -
- Dov'è il ghiaccio? - chiese Squalo.
Fran posò il computer sul letto, si alzò e si avvicinò alla scrivania. Ne tirò su un sacchetto di plastica azzurro e lo consegnò al capitano.
- Ho fatto degli impacchi per le ferite che mi ha causato lo scopetto psicopatico. - spiegò, con lo stesso tono di prima, notando lo sguardo perplesso di Superbi.
Squalo, per tutta risposta, grugnì, poi uscì, chiudendosi la porta alle spalle.
Il suono tipico del messaggio che arriva al destinatario sulla chat di Facebook attirò l'attenzione di Fran, e lo riportò sul letto, dov'era il suo computer.
Sak ti ha inviato un messaggio.
Fran aprì la chat: 'Che ne dicessi se ti venissi a trovare?'
'Non è il caso.' rispose il ragazzo. 'C'è fin troppa gente qui da me. Tutte palle al piede.'
Sak Skunz, Fran l'aveva conosciuto per caso, ovviamente, bazzicando tra i profili di Facebook. Era un distinto signore di padre tedesco e madre araba, che possedeva una distilleria a Monaco. Il ragazzo lo aveva trovato molto interessato alla Francia (in particolare alla cucina), e così avevano discusso a lungo prima dei loro paesi, e poi di loro stessi. Inoltre, Sak doveva aver trovato qualche qualità di manager in lui, facendo sì che, in una delle loro ultime chiacchierate online, questi gli proponesse di incontrarsi per parlare di una possibile assunzione di Fran senza alcun apparente motivo.
Nuovamente la chat suonò: 'Va bene, e se ti invitassi a casa mia?'
'Sarebbe perfetto' rispose Fran. 'Ma quando?'
'Quando ti pare.'
'Va bene tra una settimana?'
'Per me andrebbe bene anche subito. L'indirizzo te l'ho già dato.'
'A mercoledì prossimo, allora.'
'Bye bye.'
Fran andò offline e, sentendo l'odore di cucinato, intuì che doveva essere pronto il pranzo, così uscì dalla camera. Passando in corridoio, quasi senza pensarci, spense il modem.
- FRAAAN!!! - urlò il sempai, dalla stanza di fronte alle scale. - Riaccendi quel coso! -
- Quale coso? - chiese Fran.
- Il modem, deficiente! -
Il ragazzo ci pensò un attimo, esitando, poi proseguì per la sua strada, fischiettando.
Belphegor lanciò un coltello contro l'apparecchio, che si riaccese, poi si abbandonò sul letto. Aveva appena chiuso gli occhi per riposarsi della fatica appena compiuta, quando il suono della chat di Facebook attirò la sua attenzione sullo schermo del suo telefono di ultimissima generazione, ma già pieno di graffi di coltelli e macchie di sangue.
Lea ti ha inviato un messaggio.
Bel aprì la chat: 'Sei proprio un tipo strano. Mi ricordi qualcuno.'
'È impossibile: Il principe è unico.' scrisse Bel, chiudendo nuovamente gli occhi.
Belphegor aveva conosciuto Lea Nitvah una quindicina di giorni prima: lei era una giornalista indiana che lavorava per una rivista famosissima là e sconosciuta in Occidente. Era divorziata e, almeno nelle foto, bellissima. Ma a questo Bel non aveva dato molta importanza: lo scopo del principe era completamente diverso...
La chat suonò di nuovo: 'Quindi mi confermi che mi darai trecento bottiglie di whisky come ricompensa?'
"Certo che le donne popolane sono veramente strane..." pensò Bel, mezzo assopito.
'Sì.' scrisse il principe.
La chat suonò ancora una volta: 'Verrò tra una settimana, va bene?'
'Se non puoi venire prima... Ma io ho bisogno di quell'articolo su di me!' rispose il principe, spegnendo il telefono e stiracchiandosi. Sentendo poi il bisogno di mangiare, si trascinò infine al piano di sotto.

Ore 16:00.
Luss stava con gli occhi incollati allo schermo del suo tablet rosa shocking.
Qurbilo ti ha inviato un messaggio.
Il Varia aprì la chat senza esitazione. Qurbilo Sasupe era un mongolo di origine giapponese, che viveva e insegnava italiano nel Bel Paese. Lussuria era rimasto colpito dalla sua gentilezza e dai suoi modi distinti.
'Che ne dici di venirmi a trovare? Sono in Sicilia in questo momento.' aveva scritto Qurbilo. 'A Catania, per essere precisi.'
Gli occhi di Lussuria brillarono. 'Grandioso! Io sono proprio di quelle parti!'
'Ma è fantastico! Puoi raggiungermi?'
'Certo che posso! Parto domani. Ci vediamo!'

Dopo due ore da quando aveva acceso il suo computer targato anno 2015 (a.C)., Levi riuscì finalmente ad accedere al suo profilo di Facebook.
Come al solito, Elero F. Borg gli aveva scritto in bacheca:
'Ti ho dato il mio indirizzo?'
Levi sbuffò, esasperato: sembrava che il ragazzo che aveva conosciuto sul famigerato social network non avesse alcuna concezione della chat privata.
'Sì, me l'hai dato due giorni fa!' scrisse in un commento, indignato.
'Allora perché non vieni???' commentò l'altro.
'Non posso! Il primo volo per Londra c'è domani alle undici!'
Come al solito, poi, Elero andò offline. Era un conte scozzese pieno di soldi fino alle orecchie, ma era anche tanto, tanto tiranneggiante.

Il giorno dopo. Ore 8:30, cucina.
- Bambini, la mamma deve andare via per un po'di tempo. - annunciò Lussuria, mentre preparava il caffè. - Tornerà tra un paio di giorni. -
- E dove andresti? - chiese Squalo, mentre Xanxus, alle sue spalle, gli rovesciava di nascosto l'aranciata tra i capelli per la pura sadica voglia di infastidirlo.
- A Catania. - rispose Luss.
Superbi scattò in piedi, mentre l'aranciata che il suo capo gli aveva rovesciato addosso gli inzuppava la divisa.
- Catania??? - ripeté, allibito.
- Sì, Squ-chan. - disse Lussuria, aggiungendo poi, dopo un periodo di pausa, con aria entusiasta. - Ho un appuntamento con un gentilissimo docente di italiano alla prestigiosa università B. Abbei. -
Gli occhi di Squalo si ingigantirono: - E... come si chiama? -
- Qurbilo Sasupe. -
Con un botto, lo spadaccino cadde a terra tra le risate denigratorie di Xanxus. Aveva l'aria stravolta.
- Qu... qu... quindi tu... tu... sei... A... Ariva...? - balbettò, sconvolto. - Io... io sono... Q... Qurbilo! -
Lussuria si voltò di scatto, facendo cadere le tazzine di caffè a terra e macchiando il pavimento.
- Oh, Squ-chan... non sapevo che tu potessi essere così... romantico... - mormorò, stravolto.
- Qurbilo è un nome da feccia. - commentò Xanxus, divertito.
Un improvviso scoppio di risate raggiunse la cucina dal piano superiore. Una risata inconfondibile.
- Ushishishishi!!! Na... Na... Narj... A'Ruf! Ushishishishishi!!! -
Gli occhi infuocati di Xanxus brillarono, furiosi.
- Cosa c'è da ridere, feccia? - tuonò, furioso.
- Ma che razza di nome è? - domandò il principe, dal piano superiore, incurante della voce del capo, e senza smettere di ridere. - Come diavolo ti è venuto in mente, Fran? -
"FRAAAN???"
Xanxus si voltò di scatto verso il nuovo membro del gruppo.
- E per giunta ti sei registrato come donna!!! - ridacchiò Bel.
- Ho creato quell'account per trovare qualche idiota che acconsentisse a sposarmi per andarmene di qui. - si giustificò tranquillamente Fran, per niente preoccupato di essere stato scoperto.
- Ma almeno le sai cucinare quelle bistecche? - gli domandò il suo capo, minaccioso e sconsolato allo stesso tempo.
Stavolta gli occhi dell'illusionista raddoppiarono la loro dimensione, riconoscendo di avere di fronte a sé chi altri, se non Sak Skunz?
- Non si preoccupi, Boss, presto avremo un sacco di bottiglie di whisky, basta solo che io vada... - Levi rassicurò il suo capo, prima di essere interrotto dalla voce del regale pazzo di casa, che scese le scale con passo elegante e una valigia in mano:
- Vi saluto, sciocchi popolani! Il vostro amato principe vola in Scozia per un'intervista! -
- Scozia??? - urlò Levi, sbiancando. - Allora tu sei Elero F. Borg! -
- A dire il vero sarebbe Elero Francis Borg. - precisò il principe, ghignando. - Modestamente il mio nome si presta a numerosi acronimi... Ora, se vuoi scusarmi, ho una giornalista indiana che mi aspetta, - si congedò Belphegor, facendo per uscire. - Bye bye! -
- Ma sono io Lea Nitvah!!! - urlò Levi-A-Than, disperato dall'aver perso un bell'affare.
Il ghigno sparì improvvisamente dal volto di Bel.
-Tu??? Ma è un nome da donna!!! - protestò il principe.
- Be', è l'unico acronimo decente che ho trovato, anche se è da donna! -
- Ushishishishi!!! Sei proprio un popolano! -
- Io ti ammazzo!!! -
E fu così che in casa Varia il social network Facebook venne abolito.
  
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