Anime & Manga > Fairy Tail
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Autore: Roby_chan_    11/06/2015    1 recensioni
Ohayo, minna!
Eccomi qui con una nuova storia. Ispirata al nuovo capitolo 439, con riferimenti anche ai precedenti 437 e 416. Questa fic è incentrata sui pensieri del Master Makarov, ma poi verrà messo in evidenza il “legame”, così come dice il titolo, tra i vari componenti della gilda.
Questo è quello che ho immaginato io e spero che riusciate ad immaginare le diverse scene. Ovviamente sarebbe stato meglio se invece di descrizioni si fosse trattato di veri e propri disegni tratti dal manga, ma purtroppo non ce ne sono.
Adesso però basta parlare. Buona lettura ^.^
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Makarov, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Legami
 
-E’ la fine di un’era. Fairy Tail si scioglierà- disse serio Makarov davanti ai resti di quella che era Fairy Tail. Il suo tono sembrava non ammettere  repliche, ma nonostante tutto…
-Ma perché, Master?-
-Non scherziamo!-
Le voci dei suoi figli risuonarono nella sua mente come lame affilate.
-Scioglierò Fairy Tail. Andate, seguite con le vostre gambe ciò in cui credete- continuò duro il vecchio Master, per poi girarsi ed andarsene.
Le lacrime che minacciavano di uscire dai suoi occhi.  
Forse quella sarebbe stata l’ultima volta che avrebbe rivisto i suoi figlioli.
-Non lo accetto, Master!-
-Fairy Tail è tutto quello che ho!-
-Io non me ne andrò! Fairy Tail sarà sempre qui!-
-Esatto!-
Sospirò, Makarov. Quei ragazzi… dovevano esasperarlo fino all’ultimo. Un piccolo sorriso apparve sul suo volto. I suoi piccoli marmocchi.
Prese tutta la forza che aveva in quel momento. Doveva dimostrarsi forte. Risoluto ai loro occhi.
Si girò nella loro direzione e con la faccia più seria che riuscisse ad avere, sentenziò –Fairy Tail si è sciolta in questo istante!- loro non potevano capire –Non voglio più sentirne parlare da nessuno di voi!- la sua voce era più alta del solito.
Il silenziò calò all’istante. Tutti avevano le lacrime agli occhi.
Makarov si voltò. Avrebbe tanto voluto che il loro addio non fosse così, ma quello aveva deciso il fato.
Si allontanò da quella che era la sua gilda, da quelli che erano i suoi ragazzi.
Le lacrime agli occhi che nessuno di loro avrebbe mai visto.
 

 
Makarov era fermo su una collinetta da cui si poteva osservare tutta Magnolia. Da cui si potevano vedere i resti di Fairy Tail.
Aveva appena finito di spiegare la situazione a Doran- , no, a Mest.
Gli aveva spiegato i suoi motivi affinchè, un giorno, i suoi bambini potessero capire la sua scelta, perché, sì, in cuor suo lo sapeva già. Fairy Tail non era finita e prima o poi si sarebbe rimessa in piedi.
Ma lo aveva fatto per loro, per il loro bene.
La famiglia era da sempre per lui la cosa più importante e l’avrebbe protetta a tutti i costi.
Già più volte aveva rischiato la vita per proteggere quei legami indissolubili che lo legavano a loro. Anche se non erano legami di sangue, loro erano i suoi figli e nulla lo avrebbe cambiato.
Ora si ritrovava lì, Makarov, su quella collinetta, con il cuore a pezzi, ma una sola certezza. Li avrebbe salvati.
Adesso la guardava, la città, la gilda, i suoi ragazzi. Ricordi gli affiorarono alla mente… li aveva visti crescere…la piccola Erza che lottava con Mira, Gray e Natsu che iniziavano la solita rissa, Levy eccitata per un libro che le aveva appena regalato, Laxus… il suo amato nipotino, che, anche se aveva perso la strada di casa, alla fine era ritornato. La parata Fantasia… quanti ricordi…
Makarov alzò istintivamente il pollice e l’indice della mano destra al cielo, fissando, forse, per l’ultima volta quella città dove aveva vissuto per tanto tempo, quella gilda chiassosa che lo metteva sempre nei guai, quei suoi piccoli marmocchi che gli scaldavano tanto il cuore…

Quel che non sapeva, era che, intanto…
 


…al limitare del bosco una donna con i capelli rossi come il fuoco e l’armatura scintillante sotto gli ultimi raggi del tramonto fissava un punto apparentemente deserto della città, ma dove sapeva esserci le macerie di quella casa che l’aveva accolta per tanto tempo.
Un braccio alzato. Un pollice e un indice aperti. Uno sguardo fiero.
-Ci rivedremo presto. Fairy Tail non è finita- una promessa sussurrata e trasportata via dal vento.
 

… -Juvia è pronta, Gray-sama- disse una ragazza uscendo dal dormitorio di Fairy Hills con una piccola valigia in mano. -Gray-sama?- chiamò ancora lei per ricevere attenzione.
Un ragazzo moro poco più avanti fissava un punto in lontananza con il braccio alzato.
La ragazza sorrise e si avvicinò, ripetendo lo stesso gesto del compagno.
 Lo stesso muto pensiero attraversò le loro menti.  Fairy tail sarebbe tornata.
 

…alle porte della città una piccola ragazza dai capelli turchini aveva le lacrime che le scendevano sul viso. Silenziose. Inarrestabili.
–Ehy, che ti prende, gamberetto?- chiese una voce profonda alle sue spalle –Dobbiamo partire-
Un ragazzo dai capelli lunghi le appoggiò un braccio sulla testa. Un semplice gesto provocatorio per chiunque, ma non per lei. Sapeva che dietro quell’azione si nascondeva un semplice gesto d’affetto.
-Uffa! Smettila di trattarmi come il tuo appoggio!- sbuffò la piccola figura.
Un ghigno si dipinse sulla faccia del ragazzo. Era tornata quella di sempre.
 –E adesso che fai?- chiese stupito. La turchina aveva il pollice e l’indice alzati.
-Non lo vedi? Questo è un arrivederci- disse con tono sicuro, asciugandosi le lacrime con il torso della mano.
-Ghihi- ora anche il corvino e il gatto nero dietro di lui alzarono le dita al cielo.
 

…-Adesso smettila di piangere!- urlò esasperata una gattina bianca seduta su un muretto.
-M-ma…- una piccola ragazzina al suo fianco stava piangendo a dirotto.
-Fairy Tail non finirà oggi, né mai.- affermò con fermezza. –Dopotutto quelli lì non sono i tipi che seguono gli ordini- un leggero sorriso sul musetto bianco. Rivolse gli occhi al cielo e alzò la piccola zampetta.
-S-sì, hai ragione!- la dragon slayer si era ripresa a quelle parole ed aveva seguito il gesto dell’amica, alzando la mano al cielo.
Una speranza nei loro cuori. Che quelle parole non fossero una mera illusione, ma una certezza.
 

…-Ci eravamo riuniti finalmente dopo tanto tempo…- un ragazzo dai capelli corvini si teneva la testa tra le mani, seduto su una roccia con il volto abbassato.
-Sta tranquillo, Romeo-  la voce del padre risuonò nel silenzio di quel posto al limitare del bosco.
-Fairy Tail ritornerà- disse l’uomo al suo fianco, alzando il braccio al cielo, subito seguito dal compagno.
Una nuova speranza si fece largo nel cuore del ragazzino. -Sì, avete ragione- lo sguardo di nuovo determinato nei suoi occhi.
 Tre mani alzate. Un solo gesto. Un solo significato.
 

…-Uhaaa- un’uomo grande e grosso versava lacrime al centro della strada, guadagnandosi le strane occhiate dei passanti.
-Elf-niichan, non piangere- le lacrime minacciavano di scendere sul volto anche della piccola ragazza al suo fianco.
-Non dovete preoccuparvi. Fairy Tail non morirà. Nessuno può fermare la gilda più forte di Fiore.- li consolò con tono sicuro l’altra ragazza che li accompagnava.
-H-hai ragione Mira-nee-  si rincuorò l’altra albina, ancora con gli occhi lucidi.
-Credere in Fairy Tail è da uomini!-esclamò subito dopo il ragazzo, continuando a versare lacrime silenziose.
Le loro dita alte nel cielo. Un solo gesto che valeva più di mille parole.
 

…un gruppo di tre uomini e una donna stavano lasciando la città.
Il biondo improvvisamente si fermò. Uno sguardo impassibile. Un ultimo sguardo alla città, alla gilda.
Il pollice e l’indice della mano destra rivolti al cielo.
Gli altri tre che avevano seguito i suoi movimenti, si guardarono.
Un sorriso malinconico sui loro volti. Si avvicinarono al loro capo e imitarono il suo gesto.
Non erano necessarie parole per esprimere il loro unico pensiero.
 

…seduta sulle gradinate della sua piccola casa una ragazza bionda piangeva. Piangeva disperata. Una lettera e una chiave spezzata strette al petto.
All’improvviso una figura si materializzò al suo fianco, mettendole una mano sulla spalla.
La ragazza alzò lo sguardo con sorpresa.
 Non una parola.
Quella figura che aveva da sempre una parlantina eccezionale adesso la guardava da dietro i suoi occhiali con sguardo malinconico e un leggero sorriso sul volto per darle forza.
Il leone alzò le dita al cielo in un gesto che lei conosceva bene.
Si asciugò le lacrime che le bagnavano il viso e imitò il gesto dell’amico. Il simbolo della gilda che l’aveva accolta, che l’aveva salvata, che le aveva regalato gioie e dolori, che le aveva dato davvero una vita, risplendeva alto alla luce del tramonto.
Sarebbe andata avanti a testa alta. Per Fairy Tail, per i suoi amici, per Natsu, per il suo Natsu.
 

…una figura dai corti capelli rosa stava camminando su un sentiero lungo e isolato. Un piccolo gatto blu al suo fianco.
La prima figura si arrestò di colpo.
-Ehy, Natsu, che ti prende?- chiese sorpreso il piccolo exceed. –Perché hai alzato la mano?-
Il ragazzo si era girato. Lo sguardo fisso in direzione della gilda. Era lontana chilometri, ma lui sapeva che era lì. - Non lo so, Happy, ho sentito di doverlo fare- gli rispose pensieroso.
Anche il gattino blu alzò al sua piccola zampetta.
Era strano. Chissà per quale motivo, ma sapevano di doverlo fare.
 

…-Ehy, mamma, mamma!- disse una piccola bambina con il cappello da cowgirl, afferrando la gonna della madre.
–Dimmi tesoro- uno sguardo pieno d’amore.
-Perché tu e papà avete alzato le dita in quel modo?-chiese curiosa.
-Perché questo segno significa che, anche se non possiamo vedere dove sono gli altri, anche siamo separati e lontani, noi stiamo sempre pensando a loro- le spiegò con dolcezza.
- Se penserai sempre a loro, i nostri cammini si rincroceranno- concluse la spiegazione il padre.
-Oh, che bello!- disse contenta la bambina. -Allora significa che potrò rivedere Natsu e gli altri molto presto!- esultò, imitando il gesto dei genitori.
 

E fu così che in quel pomeriggio si salutarono.
I loro cuori uniti. Una speranza. Una muta promessa. Fairy Tail sarebbe risorta e più forte che mai.
 
   
 
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