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Autore: two_dollar_bill    11/06/2015    2 recensioni
Pepper come ogni donna è troppo curiosa, Tony ha i suoi preziosi segreti e Jarvis; Jarvis sa, sa sempre tutto.
Dal testo:
"Jarvis!" chiamò, sperando che almeno l'AI non fosse sparito insieme al suo capo. "Sì, Miss Potts, come posso aiutarla?"
"Sto cercando Tony, hai presente? Bassino, ridicolo pizzetto, pessimo gusto in fatto di macchine..."
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jarvis, Pepper Potts, Sorpresa, Tony Stark/Iron Man
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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safe

 

 Pepper aveva percorso a passo di marcia tutta la Stark Tower in cerca del suo proprietario "Tony Stark, lo so che sei qui, esci fuori!" aveva sbraitato ad ogni piano "Non puoi sgattaiolare via, nasconderti e lasciare sempre a me tutto il lavoro." E seppur non avesse ricevuto la benché minima risposta, quasi lo sentiva gongolare alle sue spalle sghignazzando un "Sì che posso". 

Alla fine dopo un'ora infruttuosa, rassegnata e stanca, si era preparata un Martini, sprofondando in uno dei morbidi divani del salotto che più preferiva - e di sicuro aveva l'imbarazzo della scelta - "Jarvis!" chiamò, sperando che almeno l'AI non fosse sparito insieme al suo capo. "Sì, Miss Potts, come posso aiutarla?"
"Sto cercando Tony, hai presente? Bassino, ridicolo pizzetto, pessimo gusto in fatto di macchine..." buttò lì, sperando di stanarlo mirando all'orgoglio "Mi dispiace Signorina Potts, ho scannerizzato l'intera torre ma non risulta essere qui. Ha disattivato ogni sistema di rivelazione, non posso aiutarla."
Lei sbuffò sonoramente "Non posso crederci. Dammi l'accesso al laboratorio"
"Non credo sia una buona idea."
"Jarvis? Fa come ti ho detto, grazie." il tono perentorio fece desistere anche il federe maggiordomo di casa Stark. "Le porte si apriranno tutte al suo passaggio"
"Molto gentile da parte tua."

Adesso faceva dell'ironia con un'intelligenza artificiale, quel lavoro le stava davvero rovinando la vita e la salute mentale.

Quando varcò le porte del sacro rifugio di Tony Stark, si ritrovò a sprofondare nella cocente delusione: non era nascosto nel suo laboratorio, l'infame. Battè un piede a terra in preda alla frustrazione "Jarvis!" quasi strillò con la voce di un ottava più alta "Non è neanche qui."
"Non l'avrei mai detto, Signorina." E adesso un'intelligenza artificiale si prendeva gioco di lei, sì eccellente.
"Manca qualche armatura?" chiese cercando di mantenere un contegno.
"Il Mark VIII non risulta al suo posto."
"Allora è uscito davvero, l'infame bastardo. Argh" si coprì veloce la bocca con le mani "Jarvis non ho davvero detto quello che ho detto."
"Non ho sentito niente di quello che ha detto."
"Bene. COSA??? - alzò le mani esasperata "D'accordo. Sorvoliamo, me ne vado."
"L'accompagno all'ingresso."
Sì, lì erano decisamente in due a prendersi gioco di lei. Tale e quale al suo creatore, Jarvis, infame numero due.
Peppers girò i tacchi per andarsene definitivamente da quell'antro infernale quando uno strano luccichio attirò la sua attenzione. "Che cosa abbiamo qui..." pigolò con quel tono terrificante che assumono le donne in preda ad una crisi da incontenibile malvagia curiosità. Fece qualche passo verso l'angolo più nascosto della stanza, spostò arnesi, sedie, oggetti dalla dubbia entità e provenienza e alla fine si ritrovò davanti questo pannello bianco, perfettamente in tinta con le pareti asettiche del laboratorio. Mimetico. Stava lì a coprire qualcosa, questo era evidente; evidente sopratutto dal fatto che in quel momento non stava davvero facendo il suo lavoro, probabilmente Tony non era stato particolarmente attento a rimetterlo a posto ed ora il bordo grigio e spigoloso di una cassaforte faceva capolino, in un chiaro invito ad essere trovato, scoperto ed osservato. E magari anche aperto, ovviamente.
"Questa cassaforte è nuova?" provò a chiedere con il tono più dolce che riuscì a trovare.
"No, Signorina."
"Pensavo che l'unica cassaforte fosse quella nella camera padronale..."
"Si sbagliava."
"Oh beh, grazie tante, Jarvis."
"Prego."
Era davvero inutile usare il sarcasmo con Jarvis, anche se riusciva comunque a far sentire lei quella presa in giro.
"Mi sapresti dire cosa c'è dentro?" chiesa ancora la donna, gentilmente, studiando la cassaforte davanti ai suoi occhi. Era piccola, circa cinquanta centimetri, quadrata, cosa poteva mai contenere una robetta del genere.
"Certo." rispose l'AI. C'era dell'ovvietà nel suo tono o stava davvero sognando?
"Ebbene?"
"Non posso farlo."
"Come non... che vorrebbe dire non posso farlo?!"
"Non sono autorizzato."
"Jarvis, ma sono io. Se Tony fosse qui me lo direbbe."
"Quando il Sign. Stark sarà a casa potrà chiederlo a lui."
"Ma non sappiamo quando tornerà."
"Prima o poi dovrà pur farlo."
"Non posso aspettarlo per sempre."
"Può telefonare. O farsi telefonare. Posso segnare un'appunto per il Sign. Stark. Gli dirò di chiamarla appena rientra."
"Sei molto fedele, Jarvis, il che ti fa onore. Le intelligenze artificiali conoscono l'onore?"
"Sono stato progettato per essere più affidabile di qualsiasi essere umano sensiente."
"Notevole."
"Il Sign. Stark è un uomo notevole."
Pepper dovette trattenersi dallo scimmiottare quel 'il Sign Stark è un uomo notevole' - oh andiamo! Quello era decisamente troppo. Pepper avrebbe dovuto desistere, non poteva battere in astuzia, Jarvis, sopratutto considerando quanto fosse paranoico Tony e quanti livelli di sicurezza avesse quella struttura, però un tentativo doveva pur farlo. "Capisco che tu non possa dirmelo e lo rispetto..."
"Grazie, Miss Potts."
"Però, considerando che sono la segretaria di Tony e conosco tutto ciò che c'è da sapere - per esempio dell'altra lo sapevo, più grande, più imperiale, contenuto più prezioso, non penso sia grave se mi dai solo qualche indizio giusto per appagare la mia curiosità."
"La curiosità è donna." gracchiò Jarvis "Una caratteristica prettamente femminile, anche se vi è un grande riscontro anche nel Sign. Stark."
"Sei consapevole di aver appena dato a Tony della femminuccia?!"
"No, io non intendevo quello." Un' AI che si scusa e s'incarta, Tony l'aveva programmato così spaventosamente umano da portarli tutti, spesso, a dimenticare che non lo fosse in realtà.
"Ovviamente farò finta di niente, Jarvis. Siamo tra amici, ma fammi contenta... è qualcosa di prezioso?"
"Tutto è prezioso nella torre."
"Qualcosa di particolarmente prezioso?" insistette lei.
"Sì."
"L'ho mai visto?"
Passò qualche secondo prima che la voce lievemente metallica di Jarvis rispondesse "Sì."
Lei battè le mani, felice, come una bambina. "Oh bene, bene. E' una cosa vecchia ormai?!"
"Sì"
"Ultima domanda... è un regalo? Un ricordo?"
"Sì... e sì."
Lei si sciolse in un mugolio di gioia "Oh Tony, allora anche tu hai un lato sentimentale!" esclamò "Ho capito cos'è, Jarvis, ma sta tranquillo terrò la bocca chiusa. Grazie!"
"Si figuri, Signorina Potts."
"Dì a Tony di chiamarmi quando rientra e buona giornata."
"Sarà fatto, signorina, buona giornata a lei."
Pepper quasi saltellò verso l'uscita convinta di aver scoperto il gran segreto: Tony teneva il regalo che gli aveva fatto in una cassaforte, nella stanza che più amava della casa. Proof that Tony Stark has a heart recitò come recitava l'incisione del reattore Arc. Il sorriso che aveva stampato in volto avrebbe illuminato tutta Manhattan, peccato che durò poco. Tornata a riprendere borsa e documenti, lo vide, lì su una splendida mensola alta, tra la foto di loro due alla prima conferenza stampa di Iron Man ed una con l'agente Coulson, al debutto dell'orchestra della sua amata violoncellista. "Me l'hai fatta, Bravo J." commentò, nonostante tutto felice di vedere il suo regalo così in bella mostra. Curiosa e stupita, si soffermò a guardare quelle foto che non aveva mai notato, dopotutto era una zona poco utilizzata del palazzo. C'erano scatti recenti e più vecchi: una con tutti gli Avengers, come fossero un gruppo di scolaretti; una stretta di mano tra Tony e Bruce Banner davanti ad uno dei loro progetti di ultima generazione. Thor e Hawkeye intenti a studiare il perfetto lato b di Natasha Romanoff sotto lo sguardo severo del Capitano Rogers. Iron man e Capitan America in uno scatto per il New York Times; Steve e Tony che si guardavano in cagnesco, agli estrami di un tavolo, mentre Thor in mezzo a loro faceva una faccia buffissima, masticando quello che sembrava un burrito troppo piccante. Ed infine ultima... l'ultima era una cornice vuota. Pepper lo trovò strano ma considerò che vanesio com'era il suo capo probabilmente non aveva ancora scelto uno scatto appropriato, sorrise ancora guardandosi intorno e se ne andò, finalmente, a casa.

"E' andata via?"
"Sì, Signore."
La piattaforma del Mark VIII si aprì lentamente, Tony fece capolino salendo dei bianchi scalini "Te l'avevo detto che un bunker mi sarebbe sempre tornato utile!"
"Ha ragione, Signore. Ha intenzione di chiamare la signorina Potts? Sembrava molto alterata."
"Dopo! Complimenti piuttosto, te la sei giocata bene. E quella storia su me che sono notevole... beh, ti meriti un upgrade per questo!"
"Lei è troppo gentile, signore."
"Adesso non usare il tuo sarcasmo contro di me. Se mi avessi avvisato in tempo non ci saremmo cacciati in questo pasticcio." Tony si avvicinò alla sua cassaforte. "Come ho fatto a non accorgermene."
"Scappare da Miss Potts, richiede sempre un grosso apporto di energia."
"E' vero. Sei stato davvero bravo, l'hai depistata così bene che penso se ne sia andata felice come una bambina."
"Ha capito di essere stata imbrogliata poco prima di andarsene."
"Com'è possibile, Jarvis?!" chiese sorpreso, mentre digitava piano il codice per aprire la sua preziosa cassaforte.
"Ha visto il reattore sulla mensola nella sala blu."
"E cosa ci faceva lei... oh lascia perdere. Non importa."
Tony si guardò intorno circospetto e dopo si avvicinò tanto da infilare quasi la testa intera dentro il piccolo caveau. "Jarvis... tu sai cosa c'è dentro, vero?"
"No, Signore."
"Jarvis ma l'opzione LIAR non l'avevo impostata solo per gli estranei?"
"Certo, Signore."
"Non mi arrabbierò, Jarvis. So che lo sai. Ho sentito quei piccoli hint, quei doppi sensi..."
"Si sbaglia, Signore." Ci fu un lungo silenzio poi Jarvis iniziò ad elencare con la tipica voce metallica

"File 0759: Howard Stark presenta la Stark Industries
File O760: Howard Stark e Abraham Erskire: progetto supersoldato.
File 0761: Steve Rogers
File 0762: Capitan America: the first avenger
File 0763: Capitan America: progetto anti-Hydra
File 0764: Capitan America: scomparsa nell'Artico
File 0765: Capitan America: ritrovamento
File 0766: Capitan America: progressi e riabilitazione."
"E...?" lo incitò, Tony, mentre stringeva tra le mani il suo tesoro più prezioso.
"File 0001: Golden Card - figurina d'oro. Titolo: the Golden Boy - Capitan America. Prima edizione, datata 1943, unica e sola stampa, rara. Commissionata e realizzata per Howard Stark. Sul retro riporta " A mio figlio Tony: il mio miglior progetto per la mia migliore creazione. Abbine cura."  
"Coulson mi ucciderebbe se lo sapesse." Tony quasi bisbigliò stringendo la figurina tra le mani, delicatamente, un mezzo sorriso sul volto, in risposta a quello luminoso e felice che il Capitano nella sua prima, un pò ridicola armatura, gli regalava.

Pepper era sicura che Tony Stark avesse un cuore - e aveva ragione da vendere - semplicemente, non sapeva che aspetto avesse in realtà.

 

 

 

Nda.
Ecco che come al solito, sono impegnata su un progetto, in questo caso una long sui nostri supereroi preferiti che mi sta facendo impazzire, e mi ritrovo a scrivere tutt'altro. In meno di un'ora ho sfornato questa OC che probabilmente non ha davvero senso, non ricordo neanche com'è iniziata! Si è scritta da sola e chi sono io per fermare Tony Stark che cerca di spostare il riflettore su se stesso, distogliendomi dalla giornaliera adorazione del mio Capitano?! Ecco Tony, adoriamolo insieme che l'unione fa la forza.
Spero comunque che vi sia piaciuta.
Alla prossima.

A.
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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