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Autore: happy_me    11/06/2015    1 recensioni
Una ragazza e quattro amici, un sogno e un amore. Ma il problema è... sarà la persona che abbiamo sempre pensato di volere ad essere davvero quella giusta?
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Danny Jones, Dougie Poynter, Harry Judd, Nuovo personaggio, Tom Fletcher
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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*DISCLAIMER*: Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere dei protagonisti,che non mi appartengono,  nè offenderli in alcun modo

 

NOTE DELL'AUTORE: io ringrazio chi ha avuto voglia di leggere il mio primo capitolo e mi faccio coraggio nel postare il secondo...io spero che qualcuno abbia il coraggio di lasciare una recensione....giuro, non mordo ;D altrimenti mi sembrerebbe di scrivere a vuoto...grazie :D a presto, e buona lettura :)

 

FELICITY


- Ciao Fliss -

Panico.

Daniel Jones era in piedi appoggiato alla porta, come sempre, dannatamente bello, e come dire. Sexy.

Indossava un paio di jeans, e una camicia stropicciata, come se ci avesse dormito sopra (che stupida! E io che pensavo fosse James), e quel mezzo sorriso così invitante, accattivante, magnetico...

E io ero in pantaloni e canotta, con i capelli arruffati, sudata e struccata.

Vedevo la tragedia arrivare da chilometri di distanza. Nota mentale: truccarsi e sistemarsi prima di andare a letto.

- Ehm...Ciao Dan -

Abbassai lo sguardo imbarazzata, cercando un buco nel pavimento in cui nascondermi.

Con la coda dell'occhio lo vidi avvicinarsi lentamente. Il mio cuore iniziò a battere velocemente e indietreggiai fino a toccare con le gambe il tavolo, che bloccò la mia fuga.

Decise di fermarsi ad una distanza imbarazzante dal mio viso, e illuminato dalla luce del frigorifero potevo vedere tutti i più piccoli dettagli: dalle sue lentiggini, alle sue labbra perfette, i capelli che gli ricadevano leggeri sulla fronte e sugli occhi, lo sguardo profondo.

Trattenni il respiro.

Continuava a fissarmi con uno sguardo serio, mandandomi completamente in confusione. Non potete capire cosa fosse per il mio povero cuore ritrovarmelo a quella pericolosa distanza.

Poi, ancora quel sorriso malizioso. Alzò la mano e la aprì con il palmo verso l'alto.

- Il mio accendino -

Che vergogna. Che cosa imbarazzante!

Arrossi violentemente. Il mio cervello andò completamente in confusione, perso tra il sentimento di vergogna e di autocommiserazione, di panico e autoinsulto.

Cercai di comporre un pensiero sensato, tutto inutile.

- Oh...certo! Scusa...-

Mentre gli rendevo il suo accendino, appoggiandolo sulla mano che ancora aspettava aperta sotto il mio naso, mi sentii un perfetta idiota.

- Buonanotte – scappai via prima che potesse vedermi arrossire a testa bassa, cosa che, credetemi, era lampante.

Attraversai a razzo il salotto, e feci appena in tempo a sentire una risatina divertita prima di spalancare la porta della mia camera, e di chiudermela alle spalle.

- Come puoi essere una persona così imbarazzante?!- lo sussurrai disperatamente a me stessa prima di lasciarmi cadere seduta contro la porta, fino a toccare terra.

Abbandonai la testa contro il legno e sospirai.

Mi odiavo per non essere stata mai in grado di resistergli. Tom ovviamente sapeva della mia “piccola” cotta, che più che essere davvero piccola aveva sfortunatamente dimensioni galattiche, e mi aveva più volte cercato di mettere in guardia.

Inutile dire che erano tutti sforzi inutili: più mi diceva che aveva una fila spropositata di ragazze, e che non si faceva pregare nel riceverle una ad una, più io mi innamoravo perdutamente di lui.

Illusa, speravo di poter essere quella persona che potesse farlo cambiare...tutte stronzate. Tutte.

Non sarebbe mai accaduto. Ma io, come tutte le donne, più mi rendevo conto di non poterlo avere, più lo volevo.

Mi strofinai la faccia cercando di rimuovere l'immagine di quella che doveva essere stata la mia faccia quando si era avvicinato in quel modo, sicuramente una delle più stupide del mio repertorio.

Mi alzai, tentando di farmi coraggio e tornare a letto. Inutile che dica quanto ci misi a riprendere sonno quella notte.

Mi addormentai immaginando di essere una persona diversa, desiderando di poter essere finalmente quella giusta...

  
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